La Difesa della Razza - anno II - n. 23 - 5 ottobre 1939

111lMctlU!,!~:~: f Q O Concezi~n! ~r_ati~•-che l~mila la ,·ita ad una cerd1ia ristrctla senza 1>oss1b1htad1 ~panuone . In ~cneruioni succush·e di cani di razza pura ,;1i osservi!. 1pes.,o 111comparN di nen·D!i!mo e lalora .!!ihanno indi,•idui paragonabili a dcmen1i e a pazzi. Que110 (enomcno comp1re in animali allevali in condii.ioni artificiali e nulri1i hcn di\'er• sa.mente dai loro antenati. i cani da pastore cht- lottuano contro i lupi.> L'OS&Crvazioneè di C.arrel. il biologo americano. che già ha I\Uto occa.sione di osserure come il e vil➔ere pericolosamente» munoliniano sia oltre che un precetto morale una neceuità biologica. Non c'è b&SOgno ~I rcslo di rifarsi allt- imetti\e di GiO\e• nale per arguire sulle eon!Cguenze delle raffinatena ntlrunico popolo che abbia conquislato tutto il mondo conosciu10. Tra le molle e-complc:sse eau.5e dt:la decadenza di Roms il tenon• medio di vita della popolazione ha ttrto il suo J>Ol!,loE, senza \·oler rare pronostici. i marinai inglesi che l1anno portato nel mondo la supremaz.ia dell'Union Jack. non ne"ano indubbiamente i supple-menti di rnione che hanno oggi i solditi di J-lore Bell!ha. Scnu ,olere pc.rciò ridurre la dinamica storica ad una questione di pancia più o meno sttolla. sta di rauo cht- l'alealo• rietà della condizione di \'ila che ne pLIÒderivare giuocs pur essa nello sviluppo di un popolo lungo quella mai •mcn1i1a parabola. lo non so se la supernutritione di un tessuto portì all'atonia con il rigore di una legge biologica, ma di sicuro l'abbondanu dei mtui di _vita porta un popolo al qUUto non mo1,~re a meno che non sì tratti del mantenimento di quell'abbondanza minacciata nelle sue stes&c fonti. Nel qual caso ai ha la prova della :1up~1a legge biologica. Tornil'Uno a Carrel: « Le cause dell'indebolimento del corpo :t0no parecchie. Si sa che un'alimentaiione teina o troppo abbondante, l'aleooli!mo, la sifilide. le unioni con!-1.nguinee.ed anche l'~sivo bene,s,11ered i piaceri diminui1eono la buona qualiti; dei ICMuli e <kgli organi. « L'ignoranza e la po,·ertà hanno gli .-1~i effetti biologici della troppa ricchezza. Gli uomini civili s'indeboli!cono nei climi tropicali: CMÌsi sviluppano nei climi temperati e rreddi; hanno bisogno di un sislema di 1•itache imponga a ciucuno 11110 eforio coslante. una disciplina fisiologica e morale e delle ì'.)riuzioni: simili condiz.ioni di esistenza dànno loro r~J;a:c.-i= alle ratiche e alle preoccupazioni, prcsen-ano da molte malattie, s1:ittialmente da quelle nervose, e spingono irresistibilmente alla conquista del mondo.» Se Carrel non sbaglia, la prova del rigore della legge dovrebbe usere posiliva e la reazione di un popolo per mlnlenc.re un alto li,·ello di vita dov~bbc. tul piano delle foru naturali, risultare insuficicnlt- quando quul'aho fo·ello di benetscrc esiste da lemJ)O cd ha J)Oluto produrre, anche ae non (acilmcnte visibili a tutta prima. i suoi frulli di « minorata resistenza>. 18 . E' I~ ~i~ione d_i chi, raggiunto l'optimum, preclude ogni ,,,a ali a111v11aulteriore e ti condanna inevitabilmente a scom• pari re perchè le sue facohà di adauamento sono giunte al malosimo e perciò in tlalo di riposo. Quello che ,·a oltre l'i1tinto di consenazione è la ,·olonlà che reclama tulto il f>OSsibilcaccrescimento della vita. ' Alla bue della volonti lo srimolo. f.uere. :1ignifica IOltare. PerAittere nell'e&.!Crc, o ,·in~re si• gnif1ca _vincere. L'CMere vivente è spinto continuamente' per ~pravvwe~ e durare. ad adattani all'ambiente. quasi 1tmpre in ~ntagona&mo co~ quello. Adanani non differl!Ot' dunque pra11camen1e dal ,•111cere. Se vincerti ._ è stato dello - è la l«ioric, morale! vin~re è la l':'ione sociale e biologica. Ogni Hns<&:WM e una apee1e di domanda formulala all'~- sere senziente: « vuoi la relicità o l'inrelicità? Sottome1ter1i o vince.rmi? » La unsa=ÌOM non è che l'eco imperiali!ta del dialogo tra n_oie il mondo. E che co.'è il setMO tragico M: non la per~- t~one per un o~hio estrcitalo, la vh·a e vasia rappresenh1.- zi.one tklla Jo1ta moessante Ira l'uomo ambizioso d'espansione e il principio, ugualmente imperialista, di quanto lo circonda? In u_na parola, l'ahemati~•• che si pone dina111i ad ogni ~tt e: cres«re o «:0mp,urrll. Ed N:co quel che ci spiega la ragiont- di qu~t'uidità co11quistatricc:, sempre data e pronta a profillare della dimenticanza ckll'an·enario, di quea1'in.saziahiliti spesso f'jl;prttY con formule paradossali all'apparenza. Hobbes ha notato questa « insaziabile tele di potere» necessaria, !eCOndolui, alla reliciti, tanto da xmbrargli conforme ai fini del nostro esse.re. Egli ha cur• di giustifìearla d'ahrondc dal punto di \·i!ta utilitario, come « un'asticurazione presa nel pretente ~r il futuro>. « pttchè non si può a...~icurare il potere e il modo di vivere bene auuale ae non acquistando di più-» [' che la polenta acquisita « forni11Cedelle linee di ritirala e di diresa in caso di dl!raua paniale nella lotta l)f'r la vita». Almeno cosi si crede. Vale a dire li pensa che un lcssuto • ricco J>OSSA resistere al dìfeuo di alimentazione. E' per qunlo che Marx, nella 1ua Ut1cro Jul prot,ranvna di Co1M, ha pen.s.ato alla costituzione di un fondo destinalo ad accrescere i meui di produzione. Sta a ,·edere però se il sovraccarico cmtituitca effeuh•amente una ri.lcrva di energie potenziali o non appe!an1isca piutt01110 chi lo porta. « L'erede di una rana polente. te non è degeneralo, possi«le una naturale resistenu alle ra1iche e ai timori. non pensa alla salute ed alla 1icureua. non crede che l'età ddl'oro ritornerà quando i biochimici ananno ottenuto ailo atato puro tulle le vitamine e tutti gli ormoni; egli ai considera destinato a.i agire, a pensare, amare, lottare, conquistare. La sua uione 1ul mondo CAterno è sempiice quanto il balzo della btlva che si scaglia sulla preda ... » 11 primo precetto della saggezza è quello che ci ingiunge di e!Cre forti. E la fona non ai sviluppa che con :a lotta. ANTONIO PETRUCCI

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