rn&. ..... ftUWVIU UI IYI U • • ._.,..,-._ _.,_,......,.,. - aNentursi dal Ghetto rilCNp(lta nel 1834 a Samuele Alotrl notabile della- comunitc\ ebraica romana. · V<1lera in Irlanda e pure in i111imo ('011• 1a110 con i circoli couolici di Dubli110. specialmente con il Nunzio, Arei,•escov~ Robinson, con il quale discute e i comu• ni interessi della Chiesa Cauolica e del Popolo Ebraico»! TRIBUNALE CRIMINALE DEL V -- - - -- il ' E OISTRET"i;ARIATO DI ROMA, Scrive molto, non sempre co11grande acume, come allesla una ima non lontana pubblicazione nella quale dice chi:!cMus• solini. c1uando pa.:isa pr~ l'Arco di Tito, potrebbe avere l'idea di creare lo Stato Ebraico in Palestina ». Sogni di Jabotinsk)', il quale manca spd.SO di senso ddla realtà:. e che si dimentica le sanzioni decretate da 52 Stati contro l'halia, perchè così \'Ollero quelli( dell'Internazionale Ebraico-~1a .. sonica. Jahotinsky ed i suoi partigieni oggi che anche ttgli ebrei la per• fida Albione ha dato uno spintone e non ,·uol man1enere le promesse. credono di poter a11irare al loro carroccio le masse ebraiche scon• lente della 1►olitica ondeggianle <li ":eizmann e dell'Inghilterra. Ci,J saril anche po~ihi:e. sebbéne n.0.11taulo facile; come pure è giusto che l'unica &O· luzione del problema mon.:liale giudaico ~ia di liberar~ gli ebrei dalla loro con• tinua migruione e di stabilìrli ,·olenti o dolenti. dando ad l':SSÌ una patria; rna non in Palestina si potril creare lo Stato Ebrairo, ma in qualche a:tro luogo od isola, come già affermò la nostra e Nota Diplomatica» del 16 febbraio 1938. E' \'ero che Jabotinski ed i suoi amici affermano cht- e non &0110 come gli altri. I ~ .f:he ~apranno essere grati a chi li aiuta a creare lo Stalo in Palestina»; ma dimenticano che identiche promesse ci furono fatte solennemente e pubblicamente, e poi stampate, al Congresso SWniJ1a te• nutosi 1'8 dicembre 1918 a Roma, al Tealro Na:.ionok. Aoche allora la Federa• zione Sionjste e per essa Dante Lattes, Ruffini ed altri (\'edi e La Difesa della Razza>. 20 novembre 1938. pag. 23) ci fecero molte promesse; poi ,·enne il confliuo ablSsino, e la questione da rMi al- -·---- lvrn menzionata del Canale dì Suez: e 11vn i,olo non fu manlenulo niente. ma furono proprio gli ebrei a. ,·olere. altra· verso Benes, le sanzioni, e proprio essi chiesero che alle na,•i italiane fossu \'ie• lato il transito auraverso il Canale rli Suez. I tempi cambiano. e sono-cambiati radicalmente; ma non l'eterno valore dell'onestà, e chi filale semina. peggio rac• coglie; è dunque logico e giusto che gli ebrei abbiano oggi fatto l'e,perienza del e Libro BiMco > dell'Inghilterra. Può darsi che Jabotinsky sia pili rea• li~ta che i signori C. Weizmann, Ca~;:el. ,~·arhurg. Baruch, t'N'.: Vedremo pure quanla libertà d'azione a,·rà in ~guito l'lnghiherra. allà quale gli ebrei d'America hanno già ,•arie rnhe dato l'ammonimento che /u Palestina no11 è .wlomente e Zona d'in/luen:.o ù1gl;sf' ». ma anche e Z(lna d'inlue"i unu:rictmi ». interessi \'italiMimi ed importanti per i vari miliardi di dollari itn-esliti dalle banche 'ebraiche americane nella honifica agricola ed industriale. T. SALVOTTI
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