La Difesa della Razza - anno II - n. 23 - 5 ottobre 1939

ANNO Il. N. 23 SOMMARIO S OT!OBRE XVJI DOCUMENTAZIONE A. M. DE GIGLIO: IL GIUDAISMO E L'IMPERO ROMANO; WIW NtX: FICHTE E LO SPIRITO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE: M. CIOLI: SANTI DELLA RAZZA ITALIANA: S.BERNARDINO DA FELTRE; T. SALVOTTI:. CAP( SIONISTI. POLEMÌCA ANTONIO PETRUCCI:. IL SENTIMENTO EROICO DELLA VITA; CA.RLO BARDUZZI:INVENZIONI DI GIUDEI: L'ALTA MAGIA; G. DELL'ISOLA: PARALLELO TRA ZENONE E SPINOZA. OLI UMANITARI,poesia di Oluseppe Olusll SCIENZA GIORGIO L. BERNUCCI: L'ELEMENTO RURALE DELLA RAZZA ITALIANA; DANILO DE' COCCI: LA TERRA E LA RAZZA IN GERMANIA; GUIDO LA.NORA: STUDI RAZZIALINCONTINENTIEXTRAEUROPEI; $. L: IDEOLOGIE SOVVERSIVE FRA GL'INDIGENI DEL SUD A!rlca. QUESTIONARIO GENIO E CULTURA: PROSPETTIVE DEL POPOLO SCIMMIA; NUOVA RUSSIA: STARE AL SODO; GLI EBREI E LA GUERRA. LA RADIO NELLE SCUOLE. ecc. PENSIERI DI LEOPARDI: LA LINGUA FRANCESE E L'ITALIANA • LA TEDESCA I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOINROMA- PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEIOI- TELEFONO67737· 62880 il "TEVERE" è /,'avamposto della stampa fascista . LEGGERE I 2 I. "ij B~· IL~"'-""'"'---~ jTEVEREI ' '- DIRETTO DA r'"ELESJOINT/iRLANDI non significa soltanto essere inforrnat.i ,na anche e sopratutto avere una guida QUADRIVIO l______. I E L'UNICO SETTIMANALE LETTE RA"R IO 1TALIANO IN CUI LETTERA TURA ARTE E POLITICA S'ILLUMINANO A VICENDA · INTUTTELEEDICOLE

- BANCA OMMERCIALE liTALIANA MILANO CAPITALE L. 700.000.000 RISERVA L. 1 .000.000 INTERAMENTE VERSATO Al 30 APRILE 939-XVII 3

JI 1930 (primo anno di ripartizione) alla chiusura del• J'esercizio 1938 il graride Ente di Stato ha già asse• gnato ai suoi assicurati la cospicua somma di oltre LIRE CENTONOVANTADUE MILIONI a titolo di partecipazione agli utili dell'azienda. Nei primi sei anni di ripar1izione gli utili vennero accumu• lati per andare in aumento dei capitali delle singole polizze, ma successivamente e cioè per i contratti ordi• nari a premio annuo stipulati dal I. luglio 1936, gli utili sono statì liquidati annualmente; il che si risolve in una . vera e immediata diminuzione dei premi stessi. Per il 1938, come per l'anno precedente, è stata assegnata agli assicurati dal 1936 in poi. una ripartizione pari al 6 PER CENTO. DEL PREMIO ANl'fUO e tutto fa pensare che tale quota non diminuirà negli anni venturi; cosl che noi possiamo - a maggior chicrimento di quanto sopra si è detto - prenderla per base di un ESEMPIO PRATICO Un p;:Idre di famiglia di anni 30 si assicura nella forn\a « Mista » a premio annuo, per la somma di L., 100.000 con un contratto della durata di anni 25. Dovrà pagare un premio annuale di L. 3.350 e quindi la sua assicurazione, al termine dei 25 anni. gli sarà venuta a costare L. 83.750 (L 3.350X25) senza tener conto degli interessi. Senonché con la p;:Irtecipazione agli utili concessa dal• l'Istituto e che si può considerare costante nella misura del 6%, il conteggio risulto ben diverso. Infatti, nel caso contemplato, il premio annuo da L. 3.350 si riduce o L. 3.149 e quindi il costo dell'assicurazione da L. 83.750 o L. 78.725 (L. 3.149X25). 11che vuol dire che, in virtù della partecipazione agli utili. il citato padre di forni• glia avrà a1la fine risparmiato ben L. 5.025. Pf R INfORMA/IONl f C'! :.!\RIMI 'i i RIVOIGfRSI /Il.I ACfN/11 Dlii S.J 1 U1 ù N AZ DF I I E ASSICU RA/.iCJ'.;.

LI DffES1 DEW I ANNO 11 . NUMERO 23 5 OTTOBRE 1939-XVII IE!!ICt: IL S E JL SO DI OGNI IIE!!IE UN NU1f1&ao Sl&PASATO LIRE 1 A,.88ONA..IIENTO ANNUO LIRE SO .t.8BON,UU!:NT0 !!lllilt:!TIU,LI • 12 &5TSRO IL DOPPIO Direttore: TELESIO INTERLANDl Comitato di rcduiooe: prof. dott. GUIDO LANDRA prof. dou, LIDIO CIPRIANI • dou. LEONE FRANZI dott. l[A.RCELLO RICCI • dott. LINO DUSINCO Segreurio di rednione: GIORGIO ALMIRANTE L'ITI\Llli SCIENZ4•DOCUUENT4ZION POLEUIC4 • OUESTIONJ\RIO L lii/ORii

IL GIUDAIS( E L'IMPE ROMANO Tramontata la potenza di noma. le stirpi semite, che abi• lavano ai limiti del bacino del Mediterraneo. fecero oggetto del loro rancore secolare tutlo ciò che da Homa traeva origine e ne con!!er\'ava l'indìetrullibile impronta. Così si $Cagliarono contro il Cattolicesimo. E fu questo il secondo periorlo della lotta ebraica: rivolto il primo alla disgregazione dell'Impero, J>eriodo che .si prolungò :!lino alla metà ciel V secolo; i;eguìto dal periodo di ostilità dichiarala contro il Papato: dal X al XVsecolo. Av,0enuta la riformll protestante. l'azione giudaica potè con più ~arghezza di meu:i lanciani nella e grande av,·entura poli• rka •• che do,•eva avere come fasi principali. tre rivoluzioni: quella inglese del 1649, quella francese del 1789, quella russa del 1917. Tre vittorie giudaicl1c ognuna delle quali dove\·a CO· stare la vita di"un re: Carlo I -d'Inghilterra, Luigi XVI di Francia, Nicola Il di Russia. · Risalendo nel tempo, \·ediamo che i primi urli fra gli arii ed i scmili si riscontrano a diversi millenni di distanza dalla no- ":~"" stra epoca, costituendo una delle ragioni che sospinsero le tribù ,i;j ebraiche verso le coste seueotrionali dell'Africa. Uni dello sles• .:~ so genere awennero allorchè genti ariane venute dalla Troade, 2:li .avviate verso il bacino occidentale del Mediterraneo, cozzarono:,~-~ contro le schiere dei coloni fenici della Sirte: eco di tale a,-ve- • ··~ nimento ritroviamo nella mancata sosta di Enea nella città di Didone. A tale riguardo ricordiamo il commenlo virgiliano: e Vi 88rà sempre lotta fra i due popoli•· Dop0 le guèrre Puniche, Roma do\·ette aurarre col mirag• gio del lucro, un'avid~ torma ebraica. Cicerone nella sua ora• zione in difesa di Fiacco, afferma e55erne grande la moltitudine. In quanto alla loro attività, Cicerone 11leMO dice che gli ebrei troppo !!pes.80 provavano il bisogno di J>rendere di mira . . i migliori cittadini. ~~-.. Al riguardo com•errà notare come sia erronea la difTusiMima-~ .... --"~=== credenza che ra risalire la dispersione degli ebrei all'epocA ~ · della distruzione di Geru~lemme da parte di Tito {anno 70 : d. C.). ln realtà tale dispersione era già accaduta, perchè eollanto una parte del popolo ebraico feee ritorno i.n Palestioa, , dopo la cattività subita in &bi Ionia. .../. Al tempo dell'imperatore Augusto, la maggioranza ebrai,:.a ~ già s'era accentrata nelle città rivieruche del Mediterraneo {.in Greeia, nell'Egitto, nell'Asia Minore, in Africa). Negli Atti degli Apo11tolisi legge di numerose sinagoghe e floride ooloòi~~ --,~.:;.:;.;;;;,; ebraiche ~06lituiLesi specialmente nei paesi di maggior ricc~ua commerciale. .. La distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani colpì t..- flt sede del Sinedrio, il centro nazionale. ,, I~' ·11 ;:1 \ ' '"'1 : \. ~ . i i,'., Romcr • Arco di Tito

Im•ano gli ebrei fecero disperati tentativi. culminali nell'anno 1l5, §OttoTn,iano, per riconquistare tutto ciò che &\·evano perdu10, Troviamo traccia, nella narrazione che ne fa lo storico Dione Cassio, della clamorosa sconfitta, che costò agli ebrei, la perdita di circa 200.000 uomini. Perdite più gra\'i subirono nel 134, anno che vide uomini d'innumerevoli tribù ebraiclle, ridoni in schi8'·itl1, e lo spostarsi in tutta fretta del Sinedrio a Babilonia. Abbandonata la terra nath•a. s'erano da tempo infiltrali in terra romana, operando una accorta penetraiione soprattulto attraverso l'elemento femminile. Giunsero ad esercitare una pernicios.a influenza 1>ersìno nell'àmbito della Casa Imperiale: 1ipico l'esempio di Nerone, che si lasciò spego dominare dalla moglie. Poppea Sabria. ossequiente al Sinedrio. Senza dire dell'opera dei « consiglieri ebraici• presso gli Imperatori Romani, che giunse nd ottenere di fatto il riconoscimento al Sinedrio della giurisdizione su 1u11ii sudditi semiti che sfug. givano al controllo dell'autorilà romana: riconoscimento che nel 252 a5!1unscforma legale. L'imperatore Giuliano l'Apostata arrivò a chian1are fratello in un suo editto, chf' ebbe larga risonanza, il patriarca giudaico. Mollo tempo do\'e\·a passare. prima che gli Imperatori HoGerusalemme • La torre di lpp1c~ 8 mani si rendessero conto del deleterio lavoro dei giudti. E quando corsero ai ripari, era troppo tardi. Infatti, malgrado che nel 429 l'Imperatore d'Oriente, Teodosio 11, deponesse di autorità il Patriarca Gamaliele I V, non riu~ì con questo atto declSivo a sah1are l'impero, minato dall'mcuro la\'Orio giudai• co; proprio quando sarebbe stato necessario che l'impero fosse .stato ben saldo sulle sue basi religiose, per potersi opporre alle invasioni barbariche. I\'la il 1>rogramma semita, che si propone,•a la distruzione di Roma, per fare \'endeua della distru-iione di Gerusalemme. e per costituire un impero barbarico-ebraico, O\'e naturalmente i barbari iwrebbero, fatto la parte degli schia,·i al servizio dei giudei; non do,•eva a\·ere com1>le1aattuazione. Distrutto l'lmpt-ro Romano, una nuova for.!!a sonc, più temibile, perchè religiosa, contro )3 quale i giudei non erano armati abbastanza. Ne u·evano, però. compreso il pericolo, e tutti i loro mezzi ven• nero m~i in 01>era. Infatti le persecuzioni di crisliani dei primi secoli, le fecero gli Imperatori più fa\'Ort\·oli agli ebrei, ciel qual fa,·oritismo davano prova, anche concedendo agli ebrei, , cariche nelle pubbliche amministrazioni, appoggiando i loro commerci e intrighi. D'altra parte gli ebrei er&llo lasciati Ji. beri di sfogare il loro odio contro i cristiani, d'organizzare massacri, che pote,,ano compiere indl!!.turbati, come fecero nel ll5, sollo l'Imperatore Traiano. in Cirenaica, con la strage di 200.000 persone, .strage di marca giudaica, della quale ci dà notizia lo storico Oione Ca.ssio.

Una delle armi usate dai gii,adei contro i cr-isliani, l'istigaiione all'eresia; adoperala specialmente dal X secolo in poi. Tutte infaui d'impronta ebraica wno le più pericolose e più diffuse eresie. Accontentiamoci di elencarne qualcuna. E' nel primo secolo d. C., che l'ebreo Sirione, allievo di <1uelFilone alessandrino, che godeva fama d'essere il Platone dei giudei. fonda la sella degli gnostici, primo passo verso quella dei cainiti. E:d è al secondo secolo che si sente parlare della setta dei Moniti, che praticavano la circoncisione, festeggiavano il sabato e rinnegavano la predicazione dell'Apostolo Paolo. 1el secolo seguente, fiorisce la setta, manichea, che ha per base i misteri della cabala ebraica, tende alla distruzione del sentimento religioso, predica la superiorità intelletluale e mo• raie degli ebrei, ecc. Non disarmavano dunque gli ebrei, qualsiasi meizo era buono per riuscire nel loro intento di.ssolutore: se vi fo una sosta, fo quella che parve una tregua, ha ebrei e cristiani, alla caduta dell'Impero Rom8.IIO.Ma nel VII secolo avvenne la ripresa: espulso il Sinedrio da Babilonia ad opera dei Persi, gli ebrei cominciarono la penetrazione in Europa, scegliendo i paesi che godevano maggior fama di riccheua commerciale: Francia, Spagna, Germania. Offensiva in grande stile quella ebraica, iniziatasi nel IX secolo, la quale .si conclude nel XVI, con la riforma protestante. A. M. DE GIGUO Napoli - Tito {MlolHONm.ionol•)

Gio•an.ni Am.dff Fichi• (1762-1810 .§,e ,·ogliamo comprendere la posiiione spirituale di Fichte di ironte agli effetti ed alle conseguenze della Rivoluzione francese, non possiamo assolu~mente e pet nC$SUnmotivo tralasciare di osservare ciò che Fichte rappresenta nella vita e nel campo spirituale tf'desco. Egli trasse tutte Je forze creatrici dal campo della conoscenza · della nazione. Egli ,,olle restituirle la sua missione, strapparla aJla notte in cui si trovava. Fichte non liberò mai il suo pensiero dal suo ambiente, bensì lo produsse dallo stesso. · Qun;to ambiente fece nascere in Gctmania il più grande oltrag. gio ed avvilimento agitato dal materialismo liber-.liedel suo t('fllpo. Sofferente per il dolore che aveva abbattuto la sua Patria, Fichte adempì a formare.una nuova liben. Germania, il campo della vita tedesca. lo spirito del Caos noo fu in grado' di poter procurare in Gcr. mania nessun fermo stato sociale; morì per il suo proprio veleno, andò fino al patibolo. 10 Dalla Francia spira,~. 1.1nospirito distruggitore senu sapere che cosa si sarebbe poi costruito. Era un odio privo di ogni ba.se; gli odianti null'aJtro tanto amavano, quanto ciò che odiavano; essi avevano ·un santo da perdere. I senza patria (Die Vaterlands IOSffl Gcsellen) lo chiamano Libertà e Fratellanza, e alla fine lo soffocano nel loro pro. pno sangue. Fichte dovette a questo spirito opporre rèsistt'flU. Egli considerò il mondo come un luogo di lotta giusta, per l'ooore e la libertà, non per Mammone o per il Godimento. Libertà e FratclJanu erano per lui concetti legati alla naiione. La Jibertà è legata all'ambiente, alla .schiatta, alJa terra, al popolo ed aHa famiglia; il singolo è libero soltanto se il popolo è libero; una libertà del singolo sbrigliata, senza rispetto, senza legami di doveri alJ'ambiente circostante ed alla rana, non è libertà, ma bensl abbiezionc e finisce nella m.aggior parte dei casi in un tra. dimcnto della propria raua. Gli uomini della Rivoluziooe ff'fflcesc, nella infatuazione dcli:\ ragione, vengono in ultimo da questa uccisi; lo staso Napolcont, figlio dcli.a Rivoluzione, dC\•e alla fine perire, per non essersi saputo lìber1re da questo spirito. Fichtc al contrario indica al popolo tedesco in modo chiaro e,\ unh·oco la via della vrr:a libertà; tale differenza risulta subito J3i suoi Diuorsi aJ/4 Nazione Ted,-sr,z e dai suoi insegnamenti scieo. tifici. Il pensiero organico, come fu reso-chiaro a noi da Ficbte. do,·eva essere in conflitto con lo spirito della Libertà e Fratellanza. co,; lo spirito del Patibolo. Poichè egH non vide nè classi nè Mali sociali, Fichte conobbe solo Popolo e Nuionc, egli volle condurre il Popolo alla vera popoiarità e da qucs~ alla Nnione. Il cittadino non en per lui l'espressione degli appartenenti ad una das.sc sociale, ma bensì al popolo, per sangue e rau:a. cioè il vero Tedesco. J'uomo Germanico. Cosl egli disse: e la fede dell'uomo nobile nella perpetuità della sua attività, si fonda sull'eternità del suo popolo, dal quale egli stesso si è sviluppato, e la sua peculiarità da leggi senza mesco!anu od eredità straniera». ' Questa è la differenu fondamentale tra lui e Io spirito della Rivoluzione francese.. spirito di una fede senza senso, che si pone fuori dtl suo popolo, per servire una classe od uno scqpo materiale. la libertà, per Fichte, lega etem1mente l'uomo, con dovere ed ubbidienza; ma lo fa libero, nell'intimo, se il suo popolo e la sua schiatta sono liberi, lo fa schiavo se il popolo cade in schiavitù. Fichte sa e dice molto chiaro che nessuno si può sciogliere impunemente dalle leggi, quando prenda per base le disposizioni del suo sangue e della sua nazione. Queste sono le leggi della sua intima liberti. Chi non è libero nel suo intimo, rimane miserabile anchese è un re.

DAI DlSCORSI DI FICHTE ALLA NAZJONF.,TEDESCA: •. Non •i ricordat• dello "Staio nello Slato "? Non 'ri •ien• naturale il penaiero c:be gU ebrei. i quali a prM<:indere da Yoit-o dttadin.i di UJ'loStato che è più polente e più forte di tutti i .otitri. m•tteruono completamente sotto i pkdi tutti I Yoetri c:ondttacUui H dorel9 lord i diritti drili nei .oetri Stati?". 11 singolo è solo un membro dclia grande catena della Gene, razione. La razza del suo popolo, il suo sangue, che sente uguale col sangue del suo popolo, è tutto ciò che fa di lui l'ardente rombai. tente del pensiero ted~, ciò che non riesce a farlo tacere, ciò c~ in lui nu.i si lasciò opprimere. Egli conosce solo il dovere di difen<kre il bme più alto e prezioso. Nei suoi lavori sopra le basi dei Diritti della Natura, egli dice molto precisamente: «Il scntimento.monle sc-rve al Dovere per la 110.!ontàdel Dovere»; ed in un altro punto: « Ciò che l'uomo è, è in primo luogo non perchè egli esiste, nu. bmsl perchè esiste qualche cosa fuori di lui ». Per lui viene prima la $U.a Patria, la sua ·Razza, prima la sua Nnione, poi gli. altri del mondo intero; egli non è li per questi, egli non può creare per essi, ma bensl solo per i suoi. Egli non crede alla Massa, egli non crede alla Sovranità cruda e senza scopo; egli crede al compito che ogni popolo ha $U questa terra; primo dovere è di portare questo popolo ai suoi compiti originari ed in conseguenza mostrare che non una forza può andare dispersa.. · • Egli conosce la strada della lotta poichè il suo ieropo è di gran. de lotta: cioè egli, detto in una frase, è Saaifii<iodei &ni e del Sa11g,u. In tali tempi non si mercanteggia, tutto ciò che non serve alla Co~unità ed allo sviluppo di essa, non vale nulla~ F1chtc-ha acceso al suo popolo una grande luce, ed ha ad esso mostrato la verìti; la Gioventù lo comprese come lo comprende anche oggi, e di tutto ciò sarà a. lui sempre grata. Egli dice- in modo molto chiaro e preciso che sono pazzi quelli che credono a null'altro che a.Jla loro ragione-. Egli dice-: « Chi crede ad un persistente- Essere morto, credelimitatamente solo per questo essere, perchè è morto in se stesso. e non può credere ad altro~. Magnifiche parole- della. piena Fona creatrice umana. Però egli non è solo il fautore di una nuO\'a formazione politica, di una elevata idea dello Stato; egli ci mostra anche la vi·a mora i e della nazione, che fu derisa in Francia dagli eroi della Rivoluzione. Noi crediamo alla nostra rana non per poverti spirituale, ma perchè le fonti della. nostra fon.a fluiscono da tm:, e da Gener:1.. zione a Genera.zione ci pongono davanti sempre nuovi miracoli. La donna fu al Gennano sacra, la chiama un Essere Santo. Essere benedetto daJ cui grembo sgorgano popoli e nazioni, La donna è l'altro lato della ,•ita umana. la protettrice del santo focolare. Gli altri possono deriderci se noi siamo per la nostra Fedeltà e se noi cerchiamo di essere per la dignità umana. 11 matrimonio, dice Fichte, è un legame. La donna che si di ad un uomo, o a.d un uomo si è data, non può nu.i più darsi ad un secondo, poichè la sua propria JignitJ a quell'uomo appartiene. Ciò è chiaro e non occorre aggiungt"re altro. Cosl Fichte è sublime davanti ai nostri occhi. tgli ha intuito il grande awcnire dc-HaNazione tcdesa. Fichte SCf'l)preripett che egli non è petchè esiste, ma bmsì che egli è solo un granello di polvnc- in tutto il congegno. « lo stesso. e tutto ciò d,e io sono, è solo una parte della c.atcna. che è 11 legame dtlla Natura ». Dove troviamo noi ndl'aJtro campo una. tale intima umiltà che sola .appartiene a.Ila.vera g Jndezza? Noi oggi sappiamo che questo spirito ha vinto, in Italia ed in Germania, che due popoli sono riportati alle sorgenti delle loro eredità di razza.,e pensano di ricostruire in Europa un nuovo futuro. Le nostre vie sono piene di sacrificio: benchè circondati dall'odio e dalla maldicenza. di una stampa degenerata, noi continuiamo ad avanzare pc-r la nostra strada. , Gli 11ltriperò se all'ultimo momento non rifletteranno. aHonde.' nnno nell'abisso. Wil.ll NIX

de1!Rn razza 'RIJ!iR Ricorre l'anniversario della morte del Beato Bernardino da Fehre, grandissimo italiano e antisemi1a del XV secolo. Con la sorprendente lucidità dei S:oui. Bernar. dino a,•e,•a compreso che per la crìStianità la vera minaccia di ro,·ina morale ,. materiale llil1 che dal j)C('.cato è costituita dai Giudei, e mercanti di lacrime, be,·itori di sangue cristiano• com'egli li definiva. L'Italia del '300 e '400, uni,·a alle touc interne la piaga giuda'ica, C l'azione sublime dei Santi la safvò dalb.-rovina. Si 1>rodigarooo a 1ener ,•iva la frde e l'amor patrio, essi che protessero il popolo mim1to dall'oppressione, così dei Giud"i come dt'lle fazioni. Ed ai Sami si den: St: le doti migliori della nostra -razza O"n si diSJ"K'T· sero. D'altra J>arte lo spirito cauolico e la prOtcr:ione dei Papi :wel'ano da10 all'halia Cnivcrsilà libere e ricche, in cui erano

ifaeiallà nino Dli FELTRI: mate da essa ·raggiunsero un raro pott'rt' d'investigaziont>. Ed i: cu10 che le OJM'n, immor1ali degli artisti, architetti, ,~ti, scienziati, del Tre, Quattro, Cinque<:cnto sono state il frutto di una Scuola cattolicam.ente orientata. Martino Tomitani da Fcltre, più tardi Padre Bunardino, fu mandato a studiare Diritto, Filosofia e Scienze all'Unh•crsità di Padova. Giovanissimo e colto, la carrieu degli studi gli si schiudt>,•a piena di promesse-, quando. la morte immatura di due suoi cari maestri e le predicazioni di Fra Giacomo della Marca, fecero sorgere ir. lui la vocazione religiosa. Nel maggio .. 1456, a diciass,ettc anni, entrò nell'Ordine dei Minorì Os~rvanti. Ne:lla J>a~ del COll\'ClltO continuò a Sili• diare, soprattutto Teologia e Diriuo Canonico, mentre faceva scuola ai giovani, e spcs§O qualche p.anegirico. Soltanto nel 1469 i suptriori dell'Ordine lo nominarono predicatore. Bernardino si spa\·en1ò di questa mission('. E m.iilgrado Storia di S, Bernardino .; (Araco.li) 1a jlJa ,•astissima e ci\'ile umanità. voli(' prepararsi a lungo, e non lasci,H·a occa• sione di andare a sentire altri predicatori. Ascoltando il celebre Padre Bartolomeo del Colle, ebbe modo d'osscf\'are che la sua pura lingua toscana aveva grande potere anche sulle persone umili. Bernardino pre. se dunque la risoluzione d'imitare questo e~mpio. All'arte, egli univa una straordinaria immaginazione. E sapeva servirsi della voce, che, come alcuni suoi contcm• poranci hanno lasciato scritto, aveva bellissima: chiara, forte, sonora e piena di fascino. Tutti erano unanimi nel riconoscerlo oratore insuperabile; e molti predicatori ne foro.no gelosi. Sin dall'inizio del suo apostolato, Ber• nardino s"avvide che la principale causa fri\·a. Allo strsso modo dei suoi predectssori, il .Brato usò tutta la sua energia per respingere questa rana parassita e co11. quistatrice. Senza posa illuminò la coscienza cristiana, e nlendosi delle ~ggi ca1)Qnich,·, rammentava il pericolo di familiarizzarsi con gli ebrei, di chiamarne i medici e c.h partecipare alle- loro feste. Insomma la volontà del Buto Bcrnar• dino, quella stessa della Chiesa, era di isofore i Gi1edei. Anche San Bernardo a.vc,,a ammonito: e Non bisogna perseguitare i Giudei ... Ma siccome hanno cominciato ad assalirci, con\'itn.e che tutti coloro i quali hanno diritto di maneggiare la spada, f'CSJ)ingano la forza colla forza. Ora, appartiene alla della deprava.zione dei <:OStumiera dovuta pietà cristiana di aver riguardo per coana penetrazione dei Giudei nella nobiltà. Joro che si sono sottomessi, come di (lo. Questi corruttori, lusingando i ricchi, su. mare i supe.rbi ,._ scita\'ano in essi la necessità di pia«ri ro- Difendersi dai Giudei, sen:i:aviolenza - ,,inosi. Ed il popolo in balia dell'usura giu. isolandoli-ma all'occorrenza reprimerli; daica era in continuo fermento perchè sof. era il 1>ensierod~i Santi. La lotta crrt resa 13

a lkrnardino più penosa dal fatto che ad ll\'\'crsarlo, oon i Giudei si uni\'ano i cristiani venali, fra cui non pochi governanti. Nelle promiscuità mondane, in cui l'orgoglio e l'indipendenza di carattere s"affic,•oliscono, gli Ebrei non tro\'avano ostacoli, pcrchè la loro illecita ricchezza, era sufficiente ad abbagliare il patriziato. Così i Senati di Firentc e Venezia proteggevano gli Ebrei col pretesto che i loro traffici aumentavano le entrate pubbliche, mentre simili contribuenti rovinavano i cittadini. Ma il genio di Bornardino rulinò l'unico modo di toccare sul vivo l'ebreo: colpirlo nella borsa. Ocoorreva perciò tagliare i ponti che dai ghetti davano accesso nel paese cristiano. I prestiti, le relazioni di denaro erano la via facile che i cristiani aprivano alla oonquista ebraica. La istituzione dd Monte di Pietà, con prestiti a mite interesse, fu un colpo alla potenza ebraica. Se inoltre, nel corso dei secoli, la moralità degli italiani fosse stata migliore, l'ini:dati,·a di Bernardino contro i Giudei u.re-bbc stata de-fìniti,·a. Purtroppo il giudaismo potè invece assumere- più \"aste \'crnatore di Aquila si lasciò corromper,: proporzioni, e da più di un secolo ha in- dai Giudei ed il duca di Calabria intimivaso il mondo: l'usura è rifiorita ancor dire. Il Senato di Vf'nnia proibì di cekpiù terribile sotto la forma moderna di . brare la commemorazione di un manirc speculazione internazionale, col cosiddetto capitalismo. La lotta intrapresa da Bernardino e dai Frati Minori per fondare i Monti di Pietà nelle ci1tà d'Italia, fu assai aspra. Gli Ebrei, vedendo che il solo Monte di Pif'tà di Padova aveva fatto rovinare \'entidue loro banchi d'usura, con ogni mezzo si agitarono -per: sa~'"an~i loro loschi affari. Un ebreo di Pisa potentissimo, aveva quat. tro di que:sti banchi a Fire:nze e parecchi altri nel resto della TòScana; temendo la concorrenza, ave-,•a tutto messo in opera per impedire la riuscita di un progetto fiorentino di Monte di Pietà; e con ve-ntimila fiorini d'oro, ebbe dalla sua il Consiglio di Firenze, ed ottenne che Bernardino, colà giunto, per predicare la Quaresima, venisse espulso dal territorio della Repubblica. Un altro ebreo pagò una somma pure elc,·atissima per a\'ere da Roma una Bolla falsa che autoriuava l'usura. Il Godei Giudei, canonizzato dalla Chiesa. E più volte gli ebrei attentarono alla vita di Bernardino. Le classi agiate tradivano così il p0polo, maggior ,•ittìma del G 0 iudeo. Bernardino da Feltre giunse al termine della vita senza ,mai cessare di evangelizzare, di lottare. La riforma dei costumi, la pacificazione delle città, la difesa del popolo dagli ebrei, r~ra sociale dei Man. ti di Pietà, l'istituzione a Pa\'ia dell'opera dei Trovatelli e degli orfani, sono le sue lotte e le sue vittorie. Rigidissimo ossen•atore della regola, viaggiò ~r l'Italia stmpre a piedi, in qualunque stagione, nutrendosi pochissimo c dormendo appena. Consunto da una atti,•ità sonumana, il 28 settembre 1494 a Pa\"ia, nel corn-emo di San Giacomo, spirò, fra il compianto di tutto il popolo. M. CIOU

Ul pubblicazionè Jcl « Lihru Uia11co > inglese ha scom·olto i piani dei :sioniUi più moderati clireui da Chaim Weizmanu. e ha notevolmente rafforzato il gruppo degli estremisti (N.Z.O.) i qu3li negli ultimi anni lianno non ~lo coucretato un piano per l'immediata istituzione di un Governo Ebraico, ma anche ha11no cre<,toun esercito ebraico, ben inquadrato e munito di tullo il materiale ne«s• i!-CTÌO. Quest'ultima organizzazione è come al solito concentrata in Polonia e dirella da Jabotinsky, un giudeo fanatico che spesso si dimostrò buon organiuatore. Le masse degli ebrei, deluse dall'atteggiamento inglese, oggi guardano a Jabotin- ~ky il quale diresse veno la fine di maggio le dimostraiìoni antinglesi avvenute in Polonia, specialmente a Var$&v,ia, CO· me afferma con compiacimento l'c Uni- \·ers lsraélite • (Parigi 26.S-39) cd il quale collabora anche c0n la Va<UI /...eumi, di cui è Vice-Presidente a Gerusalemme Abraham Kat:.nel.John, rimasto ferito nelle ultime diml>!trazioni antibritanniche. Hanno pure aderito più o meno alla e lotta ad oltrania • i segue•1ti giudei :unericani: rnbbi110 S1cpAet1 Win:, J,"i<J. rei/o La Guardi.o, /...oui.s /..ipsky e il rahbino Solo Coldmo11n, PreJidenle dei Sionù11i. Ame.rico11i. E' dunque il caso -di dare uno :sguardo all'organiz1.azio11e cre.1la dal Jabo1insky e a lui stesso. W. JabotiMky, nato nel 1880 a Odes• :W, ,studiò a Vienna. dove ìniiiò la sua propagsnda di rigida osservania del Talmud e della Thora. In seguito si occupò di 1>0li1icasionista prima in Rus~ sia e poi a Londra do,·e era corrispondf'nle d'un giornale russo. Verso la fine del 1916, organizzò le prime formazioni miiitari giudaiche. le quali a fianco ·degli inglesi dovevann (>perare in Palestina, zona di Gallipoli e Canale di Suez. Queste prime forma• doni militari giudaiche si chiamavano lion Muk Corpl (Corpi Mulattieri Sio• nisti) e ,,ennero nel settembre del 1918 riorganizzate nella /..egione Ebraica, che fu per tre mesi al fronte palestinese. Nel 1920. gli ingl~i sciolsero la Legione Ebraica, tantoppiù çhe dalle stesse puhblicazioni di W. Jabotinsky compresero che lo JCOpo principale era di occupere militarmettle la J>aleJtirw, da parlt! degli ebrei, i,er creare uno Swto /nJi. J>ettde11te Ebraico. Jabotinsky tenlò allora la distribuzion<' delle ;armi della Legione alla popolazione ebraica. per creare gruppi armati; ma quest'azione portò Jabotin,;ky. eh:! era ufficiale inglese. davanti ·al Tribunale di Guerra, dal quale fu condannalo a 15 anni di carcere. Graziato, non desistette dalla propaga,dn. per la rivoha armata e fu espulso dalla Palestina; ritornò in Europa, ma ben preslo si divise da Chaim Weizmann, che considera\'& troppo moderato < troppo chiacchierone>, specialmente nelle richieste all'lnghiherra. (QSÌ nel 1933 creò la N.Z.O. (organizzazione nuovi !lioni.sti) nella quale fuse i suoi aderenti, che collabora,·ano con lui dal 1923. ed istituì in Polonia. Parigi, ed Amster• dam, centrali di comando e coordinamento. La sua attività. già dal 1923, si era c0ncentrata sull'organi:nazione Belhar~ nome che .significa « fortezza •· e si ri• ferisce all'ultima for1eua giudaica distrutta dai romani nel 135 rl. C.

Comunemeute la Bcthar è nota sotto il nome di Brilli Tru.·ntMldor, cogÌ cbia• mala dal 9uo primo comandante. il capitano Josef Trum1,eldor, nalo il 1880 u Pjatisorsk, morto per ferite. nel febbraio del L920. fu questo capitano che nel 1916 comandò i primi plotoni dei Zion Mule Corps. nella spedizione contro Gallipoli; nel 1917-19, i gruppi <lelle milizie giudaiche e della Hechaluz in Russia; nel 1920 lollò nel nord della Galilea contro gli arabi. Jabotin.Jky dunque nel 1923 riorganizzò questa Brilh Tru.mpeldg,r la quale oggi conta in Polonia 657 se:ioni, e si ten• ga presente che in Polonia ci sono solamente 650 ciuà! essa è distribuita in 26 Paesi del mondo. ha in totale 1100 saioni e circa 65.000 giol'ani aderenti tuni militaTTJlente inquadrati ed istruiti. Tuui gli aderenti che abilano in Palestina lii-Onobbligati a prestare servizio 11ella Milizia Ebraica per due anni. Il p[ogramma è: e Creare uno Stato Ebraico e dare aiuto con azioni e coo• perazione attiva alle altre associazioni ebraiche. Proteggere lo Stato Ebraico di qua e di là del Giordano>. Cli aderenti a questa organiuazione gio,·anile hanno anche una &uola Sionùla-Marinara, che era nel }938 a Civita,·ecchia ed era comandata da llalpern i! quale prese parte da e Comandante della Sezione Italiana-. al Congresso Uaa Slna909a a Cbodon,w in Polonia Sionista estremista a Vars-iwia. come fu pubblicalo nel e Corriere della Sera • del 16 settembre 1938. Altre ,uni ebraiche furono allestite a Tel A,·h• dal giudeo Arnold Berrutein, fuggito da Amburgo nel 1935; esse battono bandiera rossa. con i Jeg11i dello zo• diaoo. e sull'asla hanno la Croce di San Giorgio blu <' hiunca. che indica il proteUorato inglese. Una .sensazionale notizia, su una nuova organizzazione segreta e lerrorista degli _ebrei, fu !-Cgnalata nel seltembre 1938 dalla ri,•ista « La Vita haliana -.. a pag. 372. cioè la I.H.C.U.N. La lrgu.n. Zu-ai Uu.mi è pure coman• data, come in seguito risultò, da W. JabotiruJ.7 e<I è una organizzazione militare specializzata, che fa parle dei quadri della Brith Trumpeldor. ed alla quale è pure aggregata la l/aga11ah., un'altra organizzazione gio\'anile ebratea. · Cosi questi ·e Quadri Militari E~raici > corn.prendonQ da un minimo di 70.000 organinati ad una me<lia di 100.000 legionari sempre disponibili, ad un massimo (per ora) di 160.000 facilmente mobilizzabili. Queste le cifre ufficiali date Jal nuovo Bollrttino Na:dorwle Ebraico che è uscito col vrimo numero nell'ultimo aprile a Parigi, ed il quale è collegato con un altro bollettino il Der Jood,chf! Vrijht>id che esce ad Amsterdam. Questa pubblicazione ebraica confer• ma che il Jabotinsky dL$pone per le sue organizzazioni di tutte le armi e munizioni neces...'8rie,comJ)rC:$e _le radi~tazio• ni che trasmettono ordini ogni ~iorno su onda 24'75, come del res10 fu anche segnalalo dalla cUnited Press> il i- man:o 1939, quando la I.R.G.U.N. confermò che l'esercilo ebraico in Palestina anebbf' ora preso l'iniziativa per combanere gli -arabi. Da quel giorno non wlo lttì combattulo gli arabi. ma uhiman1ente ha anche aggredito gli ingl~i. A queste organitzazioni va pure ag• giunta quella della Nay /uda (,·edi e La Dife:.a della Razza> del 20 aprile 1939 e e La Vita haliana >, maggio 1939. pagina 600). come pure va tenulo presente che l'altra organizzazione giudaico-terra• rista. il Bund, ha, d'accordo con il 1'0mintern. in"iato, J)er combattere Franco in Spagna, la Bri&ata lntuno;i01wle /'o• lacca n. 13 /aroJlaw DombrowJki. forte di 3 Battaglioni comandati da un giudeo sedicente e Viktor -.. controllati da /,saal: Feierbcr,;, dotali di sezioni speciali per lo spionaggio. Dunque corpi mililari già regolarmente funzio11a11ti ne esistono vari. Ma l'attività di Jabotfosky non s'arre• sia all'orgauiu.are reparti militari; anche nella polilica è atti,·is.simo, poichè nel 1937 lo vediamo in missione politie,a iu Et,illo, Slid-A/rica e presso il Re di RomanÙI. Nel 1938. lo troviamo JJTffiO De

rn&. ..... ftUWVIU UI IYI U • • ._.,..,-._ _.,_,......,.,. - aNentursi dal Ghetto rilCNp(lta nel 1834 a Samuele Alotrl notabile della- comunitc\ ebraica romana. · V<1lera in Irlanda e pure in i111imo ('011• 1a110 con i circoli couolici di Dubli110. specialmente con il Nunzio, Arei,•escov~ Robinson, con il quale discute e i comu• ni interessi della Chiesa Cauolica e del Popolo Ebraico»! TRIBUNALE CRIMINALE DEL V -- - - -- il ' E OISTRET"i;ARIATO DI ROMA, Scrive molto, non sempre co11grande acume, come allesla una ima non lontana pubblicazione nella quale dice chi:!cMus• solini. c1uando pa.:isa pr~ l'Arco di Tito, potrebbe avere l'idea di creare lo Stato Ebraico in Palestina ». Sogni di Jabotinsk)', il quale manca spd.SO di senso ddla realtà:. e che si dimentica le sanzioni decretate da 52 Stati contro l'halia, perchè così \'Ollero quelli( dell'Internazionale Ebraico-~1a .. sonica. Jahotinsky ed i suoi partigieni oggi che anche ttgli ebrei la per• fida Albione ha dato uno spintone e non ,·uol man1enere le promesse. credono di poter a11irare al loro carroccio le masse ebraiche scon• lente della 1►olitica ondeggianle <li ":eizmann e dell'Inghilterra. Ci,J saril anche po~ihi:e. sebbéne n.0.11taulo facile; come pure è giusto che l'unica &O· luzione del problema mon.:liale giudaico ~ia di liberar~ gli ebrei dalla loro con• tinua migruione e di stabilìrli ,·olenti o dolenti. dando ad l':SSÌ una patria; rna non in Palestina si potril creare lo Stato Ebrairo, ma in qualche a:tro luogo od isola, come già affermò la nostra e Nota Diplomatica» del 16 febbraio 1938. E' \'ero che Jabotinski ed i suoi amici affermano cht- e non &0110 come gli altri. I ~ .f:he ~apranno essere grati a chi li aiuta a creare lo Stalo in Palestina»; ma dimenticano che identiche promesse ci furono fatte solennemente e pubblicamente, e poi stampate, al Congresso SWniJ1a te• nutosi 1'8 dicembre 1918 a Roma, al Tealro Na:.ionok. Aoche allora la Federa• zione Sionjste e per essa Dante Lattes, Ruffini ed altri (\'edi e La Difesa della Razza>. 20 novembre 1938. pag. 23) ci fecero molte promesse; poi ,·enne il confliuo ablSsino, e la questione da rMi al- -·---- lvrn menzionata del Canale dì Suez: e 11vn i,olo non fu manlenulo niente. ma furono proprio gli ebrei a. ,·olere. altra· verso Benes, le sanzioni, e proprio essi chiesero che alle na,•i italiane fossu \'ie• lato il transito auraverso il Canale rli Suez. I tempi cambiano. e sono-cambiati radicalmente; ma non l'eterno valore dell'onestà, e chi filale semina. peggio rac• coglie; è dunque logico e giusto che gli ebrei abbiano oggi fatto l'e,perienza del e Libro BiMco > dell'Inghilterra. Può darsi che Jabotinsky sia pili rea• li~ta che i signori C. Weizmann, Ca~;:el. ,~·arhurg. Baruch, t'N'.: Vedremo pure quanla libertà d'azione a,·rà in ~guito l'lnghiherra. allà quale gli ebrei d'America hanno già ,•arie rnhe dato l'ammonimento che /u Palestina no11 è .wlomente e Zona d'in/luen:.o ù1gl;sf' ». ma anche e Z(lna d'inlue"i unu:rictmi ». interessi \'italiMimi ed importanti per i vari miliardi di dollari itn-esliti dalle banche 'ebraiche americane nella honifica agricola ed industriale. T. SALVOTTI

111lMctlU!,!~:~: f Q O Concezi~n! ~r_ati~•-che l~mila la ,·ita ad una cerd1ia ristrctla senza 1>oss1b1htad1 ~panuone . In ~cneruioni succush·e di cani di razza pura ,;1i osservi!. 1pes.,o 111comparN di nen·D!i!mo e lalora .!!ihanno indi,•idui paragonabili a dcmen1i e a pazzi. Que110 (enomcno comp1re in animali allevali in condii.ioni artificiali e nulri1i hcn di\'er• sa.mente dai loro antenati. i cani da pastore cht- lottuano contro i lupi.> L'OS&Crvazioneè di C.arrel. il biologo americano. che già ha I\Uto occa.sione di osserure come il e vil➔ere pericolosamente» munoliniano sia oltre che un precetto morale una neceuità biologica. Non c'è b&SOgno ~I rcslo di rifarsi allt- imetti\e di GiO\e• nale per arguire sulle eon!Cguenze delle raffinatena ntlrunico popolo che abbia conquislato tutto il mondo conosciu10. Tra le molle e-complc:sse eau.5e dt:la decadenza di Roms il tenon• medio di vita della popolazione ha ttrto il suo J>Ol!,loE, senza \·oler rare pronostici. i marinai inglesi che l1anno portato nel mondo la supremaz.ia dell'Union Jack. non ne"ano indubbiamente i supple-menti di rnione che hanno oggi i solditi di J-lore Bell!ha. Scnu ,olere pc.rciò ridurre la dinamica storica ad una questione di pancia più o meno sttolla. sta di rauo cht- l'alealo• rietà della condizione di \'ila che ne pLIÒderivare giuocs pur essa nello sviluppo di un popolo lungo quella mai •mcn1i1a parabola. lo non so se la supernutritione di un tessuto portì all'atonia con il rigore di una legge biologica, ma di sicuro l'abbondanu dei mtui di _vita porta un popolo al qUUto non mo1,~re a meno che non sì tratti del mantenimento di quell'abbondanza minacciata nelle sue stes&c fonti. Nel qual caso ai ha la prova della :1up~1a legge biologica. Tornil'Uno a Carrel: « Le cause dell'indebolimento del corpo :t0no parecchie. Si sa che un'alimentaiione teina o troppo abbondante, l'aleooli!mo, la sifilide. le unioni con!-1.nguinee.ed anche l'~sivo bene,s,11ered i piaceri diminui1eono la buona qualiti; dei ICMuli e <kgli organi. « L'ignoranza e la po,·ertà hanno gli .-1~i effetti biologici della troppa ricchezza. Gli uomini civili s'indeboli!cono nei climi tropicali: CMÌsi sviluppano nei climi temperati e rreddi; hanno bisogno di un sislema di 1•itache imponga a ciucuno 11110 eforio coslante. una disciplina fisiologica e morale e delle ì'.)riuzioni: simili condiz.ioni di esistenza dànno loro r~J;a:c.-i= alle ratiche e alle preoccupazioni, prcsen-ano da molte malattie, s1:ittialmente da quelle nervose, e spingono irresistibilmente alla conquista del mondo.» Se Carrel non sbaglia, la prova del rigore della legge dovrebbe usere posiliva e la reazione di un popolo per mlnlenc.re un alto li,·ello di vita dov~bbc. tul piano delle foru naturali, risultare insuficicnlt- quando quul'aho fo·ello di benetscrc esiste da lemJ)O cd ha J)Oluto produrre, anche ae non (acilmcnte visibili a tutta prima. i suoi frulli di « minorata resistenza>. 18 . E' I~ ~i~ione d_i chi, raggiunto l'optimum, preclude ogni ,,,a ali a111v11aulteriore e ti condanna inevitabilmente a scom• pari re perchè le sue facohà di adauamento sono giunte al malosimo e perciò in tlalo di riposo. Quello che ,·a oltre l'i1tinto di consenazione è la ,·olonlà che reclama tulto il f>OSsibilcaccrescimento della vita. ' Alla bue della volonti lo srimolo. f.uere. :1ignifica IOltare. PerAittere nell'e&.!Crc, o ,·in~re si• gnif1ca _vincere. L'CMere vivente è spinto continuamente' per ~pravvwe~ e durare. ad adattani all'ambiente. quasi 1tmpre in ~ntagona&mo co~ quello. Adanani non differl!Ot' dunque pra11camen1e dal ,•111cere. Se vincerti ._ è stato dello - è la l«ioric, morale! vin~re è la l':'ione sociale e biologica. Ogni Hns<&:WM e una apee1e di domanda formulala all'~- sere senziente: « vuoi la relicità o l'inrelicità? Sottome1ter1i o vince.rmi? » La unsa=ÌOM non è che l'eco imperiali!ta del dialogo tra n_oie il mondo. E che co.'è il setMO tragico M: non la per~- t~one per un o~hio estrcitalo, la vh·a e vasia rappresenh1.- zi.one tklla Jo1ta moessante Ira l'uomo ambizioso d'espansione e il principio, ugualmente imperialista, di quanto lo circonda? In u_na parola, l'ahemati~•• che si pone dina111i ad ogni ~tt e: cres«re o «:0mp,urrll. Ed N:co quel che ci spiega la ragiont- di qu~t'uidità co11quistatricc:, sempre data e pronta a profillare della dimenticanza ckll'an·enario, di quea1'in.saziahiliti spesso f'jl;prttY con formule paradossali all'apparenza. Hobbes ha notato questa « insaziabile tele di potere» necessaria, !eCOndolui, alla reliciti, tanto da xmbrargli conforme ai fini del nostro esse.re. Egli ha cur• di giustifìearla d'ahrondc dal punto di \·i!ta utilitario, come « un'asticurazione presa nel pretente ~r il futuro>. « pttchè non si può a...~icurare il potere e il modo di vivere bene auuale ae non acquistando di più-» [' che la polenta acquisita « forni11Cedelle linee di ritirala e di diresa in caso di dl!raua paniale nella lotta l)f'r la vita». Almeno cosi si crede. Vale a dire li pensa che un lcssuto • ricco J>OSSA resistere al dìfeuo di alimentazione. E' per qunlo che Marx, nella 1ua Ut1cro Jul prot,ranvna di Co1M, ha pen.s.ato alla costituzione di un fondo destinalo ad accrescere i meui di produzione. Sta a ,·edere però se il sovraccarico cmtituitca effeuh•amente una ri.lcrva di energie potenziali o non appe!an1isca piutt01110 chi lo porta. « L'erede di una rana polente. te non è degeneralo, possi«le una naturale resistenu alle ra1iche e ai timori. non pensa alla salute ed alla 1icureua. non crede che l'età ddl'oro ritornerà quando i biochimici ananno ottenuto ailo atato puro tulle le vitamine e tutti gli ormoni; egli ai considera destinato a.i agire, a pensare, amare, lottare, conquistare. La sua uione 1ul mondo CAterno è sempiice quanto il balzo della btlva che si scaglia sulla preda ... » 11 primo precetto della saggezza è quello che ci ingiunge di e!Cre forti. E la fona non ai sviluppa che con :a lotta. ANTONIO PETRUCCI

"So!da!o ltoli<ll>O H' d.ip;nlo <I olòo d•ll'in9\H• Glyu w. Phili><>I OD

l..o srndio delle c~tddeltc Kienu occulti:- r ~rerogativ1 1iOOlic:11. I dikefldCnti d'hn,,ele 5i .wmo sen1pre dedtelti COn inteltiNl:11 1>rediln.ione alla J>ttJ)ll'U.l"'ofte di intruirli ri1ultanti d:11H1 mef(:Olanu di una J)M:Ud011Cimze, di u111 mor• hosità fantasiosa e di formule abali&ticbe. Tr1 quali giudei e Kienzi1ti > di.gli atte"ia• menti mt,tianki, fors'ancbe dotati di una barba mattt~~ffle Huente e di un.t. profonda \OC'e •mmonitritt,come si narra poNCOCMero rabbini 1toric.t.men1e ulebrari. merita uno scranno di, 111010 l:lif•~ Le,·i, vissuto nel ~lo ,cono. au. tore delle 9egutnti tre opere: e l doirm1 e I rì• tuali ddralta magia•. e La storia della magia), e Le chi-.avedei gtllndi miW.:ti ,. Presentandocele in bella ,·est.e tipografica, poi. chè ene ,ono ttate tradotte e dh•ulgaie nel W22 anche in lini;ua italians dalla ca.sa edi1rict: e At:a. nor, di Tod:, che tu1to per cucn: I.tilt indh·!- duala a,·"'·a a-douato :iid t11Kgna la stella a M1 punte. 1'1utore in uua \"erameute, edi.ficanlC prela&KH!eci fa &aptre d,e: e Ognuna di queflt parti ttudi.ata Aeparatamente, dà un insegn:1mento completo e ~mlira cOfltenere tutta b. ecienu. ~\la per ..-e~ delfu~ piena «-d intera eonOPOtnu, sarà inclia?.tnsabile atudiare con cura le altre du-e>, (cioè acquittarc gli altri due groe· ti ,·olumi) cd aggiu°'e: e La divisione temana della nosln. opera ti è &lllll data dalb Kienu 1teN11 in quanto la nostn. k-Operta dri gnrndi mis.teri di qunta S<:ien~ è fonde1a l'nteranae111,e ,ul aignihe.llo ehe gli antichi gerofanlì d,vano ai numeri. li nostro D01ma e 11 n06tro Ri1uale sono didsi ciucuno in ,-cntidut. capitoli indicali dalle ,·enti-due leuere dclfalf1be10 ebraico>. e La Oiia\"C dei Grandi Mi.Meri u,rà 8tabilita dal numero qu.àllrO che è quello delle forze f:llig. matiehe della Sfinge e del.le manift-&tuioni elementari. t:· anche il nurnero·dcl quadrato e del, le foru, e in que,10 hbro nOi stabiliremo la certa:ia tu bui incrollabili. Spieghuemo in1eramente ren)Jma dcUa Sfuige e daremo ai n06lri leuori qucti. ch11,-c dei1,t, cOM: nnr0&te dal principH) del mondo, che il &apiente Postel non ,:n-e,,a 0&ato r1pprc8Cntare in uno deì. tuoi libri piu 09euri che in un modo 1!11110enigmatico e .&enr.3 darne una ,piegar.ione Mddisfaoente. Le Storia ddlu M(lfio .11piegale asserzioni conlcnute i.cl D01mo e Ril""1e; la Cliiò1--e dei. Gr~Jj Murrri completerà cd ~plicherii la Storie dello Mo1WI. dìmodochè, per il lcnorc 11tento, non mancherà nulla. lo s1,crilmo, alla no5tra ri,·e. lei.ione dei 11t-gretidelll. Cabala degli Ebrei e dell'Alta Ma,:ia, ,ia, dì Zorou1ro, Aia di Ermete. Ma che C<JM è dunque la Magia? Ecco la deh1uzionc del profondo tcrittore: e Da troppo lun. go tempo si confonde I• M-c;ìa 0011i giuoc.hi d► p1cs1igio dei ciarlatani. con le allucinazioni dei :;:~,~~o·C:t ~~~uì,-.d~t:J!~n:~:::\:=: tieri I.a Magì:i: forte di. ,,odwre Ili e(feui se11- =u cou.sc, e da questa delin1zionc la lolla dtTÌ., «111 il buon 11en!O che la dia1ingue., che la ~la. gia è un usurdo. L:a Magia non è oome la f1rnno quelli che non la con09C0no; e d'altronde non è nep1,urc in pokll' di neuuno di f•rla in uno 1,iuUOl!toche in u11ahro modo: «sa è per• chè è. q16eli• che è Jler !IC SIC8N, come k m.,. tematiche, pelChè è la 11eie.n:rn.aa.tia ed as&0luu della n3tura e delle sue leggi. La Magia è la ~ienu. degli antichi M.agi ,. Confe,sìamo di sapern,e quanto 1nima; il lu· n,inoso 11en$iero Ji questo mago rcdi,·ivo non ci ha 1Ch-ìarito le idee o per n.cgli<i dire ci "h• fatto ~r~ere il dul,bio che egli 8lCli-lWno>n Mppia che COA 1,ia la wa~a e che .!IC do,·eae dire ciò clk: 1u 1.cn,13~i darebbe la Mppa iw.i piedi. E perciò egli 6oC la cava 0011 una de6n..iùone &()ff'lmaria che pur pretendendo di ,·oler dire tulio non dice nulla: e Le Magia riunixe dunque in una mc. dmimi. t1eienu, ciò che la fi.lOiOfiapuò avere dì 11lu certo e ciò che la -religione hs d'infsllibi\c e di eterno. 1-~,a concilia pcrfeu~ntc ca in. cc,n1esta.hilmentc quegti dllC termini, che sem• h1·ano I prima ,ist.a così opposti: fede e raINVENZ/O,\"I DI GJUDU L'ALTA MAGIA D 9r<111simbolo di Salomo11• ~10111-' scienu e crcd,:11z.1 - autorita e liberta •· Ed aggiunge .noora: e Le Mali• è I• scienu di Abramo e d'Orfeo. di CoDfucio e di Zoroa, stro. Sono i dogmi della Magi& che furono IICCII• 11iti sulle la.vole di pietra d.a Enoc e da Trim& giuo. Mosè le depurò e le plJ/eJ,i,; è que&to il !IICDSO della parola ri~-.elore. I>eue loro un numo v,:k, aUorc:be f«e deHa H;nta C.bala l'eredilà o,dush·a del popolo d'Israele cd il s,cgreto in• violabile dei auoi MCerdoti ,. Ma •lfine egli 5i dichiara: e La do11rim1 ca, halinica, che C il dogma dell'Alta Magia è , conte11uta !lei Sepher Jn.irah, nel Suhar e nel Talmud>. « L'agente univcrule delle opere del· 1a na1ur.1. ~ 1'00 degli ebrei e del cll'aliere di Richcnbaeh, f' la luce .a11rale dei ma.rtinisli. e • noi prefefflmo, co<ne più chiaro. quesluhimo rt:odo di cl>iamarlo. L'e5i.,1en:u e l'u!O J)OMÌ· liile ~di qUQIII forza è il grande arcano della Mag:4 prlliea: è la b.,cchella dei t.a11ma1urghi e la c.lavic-ola deib Magia nera. La lu~ l!lrak, r~lda, ri-,ehiara, ma,:;neliiu., allira, respinge, ,·1vihea, d~trui;:ge. coagula, separa, speua e riunisce ogni CON SOLI.ol'impulto di volontà polrnti. Dfo l'ha creata il primo giorno a.Jlorchè diMC:Fi11 Lux! E' una fon.a cita in 1e SttJM.a, ma che è diretta dagli e1re,ori cioè dai capi tielle anime. I capi delle anime aono gli spiriti d'energia e d'a-zione. Questo .s,iega gia 1utta, .la teoria dei prodigi e dei miracoli. Come, infatti i l,uonj ed i cauivi potrebbero fon.are la natura pc:rchè ll,i,cit.1Me \-edere )e C09C e,ccez.ionali? Co-- mc potrebbero euerci miracoli divini e miracoli dìaboJìci? Come lo spirito U:probo, smarrito, de. ,·is.to. a.vrebbc più fon.a, in ceni casi cd in certo modo, del giu~to cosl potente nella sua ICIJI· plicita e ndl, $Ila $:1,Vien:t, le non ti ~11111>,)• neste 1111 tStrumtnto di cui IUlli po!i'SOUO kT• virai, segUCfldocene norme, gli uni per il mai;. gior bme, gli •Itri per il maggior male?>. E' facile vedere in tutto ci<, i. ainLeti dtllo !-pirito giudsico che mir, & far trionfare il materialismo llonco come 11e fos,c c,pret1ionc di una legge ulUvtrule e nel contempo diffonde la crcdenu che 11 1piritualità tuprema procede d.i lc,:gi naturali che 10lo ai giudei fo deto >k"oprirc. Nel ,·o-lume e I.J Chi...-e dei Crandi Migtnì ~ndo t:no;ic, Abramo. Ermete, Trimegi-tto e ~alomone > e dd quale IOllO s11111tierate ben 1C1• nlila copie in Itali■ negli anni 1922 e 1923, que· sio ccccziomile mia1i6ea1ore aueri1ee nella 1,rc. fnione: e MO$trcttmo du1i,que la ,;era rcligion~ con t1Ji caratteri che ncuuno. credente o no, ponà disconOM:erla; que61o aarà l111noluto in ma1erì11 di religione. ~tabi!iremo in fi.loso6a. i csr:men in1mu1ahili di qucsia ,·erità che in 1eienza ~ reolui, in giudUIO rot,i.one ed in morale ,iiuri:in. lnri;1e taremo eonOKerc quelle kg, gi di n111ura,di cui rc,quillbrio è il sos1egno, e n10&tferemo qu111to Mano vane le fantasie della nos1u inunagH1ar.ione dinanti •Ila re.alta feconda del moto e ddla vita. lnvitcr-cmo aneora 1 gran. di pocli dclrav\-enirc a rifare la Oh•ina t.:om· medis (!) non più eoi 1Cgni <k-ll'uoruo n1a ft. condo le m11tematkho di Dio>. E eonclude: « Dopo il nO§tro libro vj saranno ancora dc-i mi- $ltri. ma più in a-lto e più lontano, nelle profondità infini~. Queill pubblicaltione è uni luce o una folli.a, una miatificaUOne o un ruonumento. Uggele tiflenele giudicste >. Al,biamo infatti"letto, riilethllo. giudicato. Sol. tt.nto ad un giudeo è pouibile nggiungere un 11mile grado di improntitudine; ~li affernui che cinque t0no i problemi d,a ritolvcre per c'niarire i m.ia-teri;retigiosi: 1) Stabilire l'e,istena1 di una \"Cra religione in modo da renderla inoon, tutabilc; 2) Indica.re la. portata e la rag,one d'C!ll<erc di lulti i mi,teri della religione iClla \'era unh·erAle-; 31 Dìmos1rue in modo certo cd as,olulo reJi1tenza di Dio e dame un'Idea aoddisfa«;ntc per IU!li gli spirìli; 4) Volgere le obl,i<!".tiOfldiella filosolia .in argomenti fnorcvoli 1lb vera religione; 5) Segnare il limite tra b. religione ~ la aupemiEione e chrc la ragione dei m""'coli e dei prodigi >. Ma quale i· 11 vera religione ·secondo a Le,·i? Non cerio quella di C..itto. Dunque queste opere hanno tutte fondamentalmente lo Kopo dì di, •truggere la eredenu cri11i.an.aaura,.ef'IIO la pre- "-lnta oonvitwone che ai dovrebbe far 11rada, nell'animo del k:Uorti. il con«tto che &Olo lareligtOne d'l&ra-ele può ,piegare lali misteri, e che le chievi ce le ha fornite, Salomone oon un al. fabeto Ji ee.1tantadue nomi ecritti ,u 1rentué"i tali.&man, ed è ci(! che ~ i!!_iz.iatid'Orienle chia. n,,no ancora le pìccole chiavi o clavicok di Salomoue. e Ql'«te chn!lvi - afferma il Levi - fOIIO de,critte ed il loro uso è spiegato in un libro il cui dogma tr1diUOnale rimorrta al patriarc, Abramo; è c.1IO ft Scpher,Jer.irah e con l'intelligcu:r.a del Sephe,.Jnirah si pelldra il i;enso nal!CO!IIO del Sohar, il gran libro dogmatico della Cabala degli Ebrei. Le clavicole di' Salomone, dimen1ie11e col 1empo e che &i diceuno 1ierdu1c noi le abbiamo rRro1·ste cd abbiamo a1;per10 11enza fatica tulle -le pone dei Vecchi SantlHlri do,·e. la ,·erità ueoluta acmbn►Ya dor- · mire, eempre gioon.e e sempre bella, COll}t quel. I.i. principe5M. d'unà leggenda infantile che a11t-mie, da un ~o di S(NlllO lo •~ che la deve rin·egliare >, Ogni (:(.lmmento cì &emlira SU• perfluo. M.a Cequi-.-oco non è più. J)O$$ibHe1a do\'e il Levi tratta del Talmud poichè il giudéo vi ~i rivela nells sua integrita JJOichè egli cosi si esprime: e Se il T.almud non foeee originaria. mente I• gninde chih·e cabali,tica del giuda!. smo, non si comprenderebbe, nè la sua ~illlenu, nè ls \-Cneruione u-adizionak: di cui è og, geuo,. CARLO BARDUZZ!

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