La Difesa della Razza - anno II - n. 22 - 20 settembre 1939

ancora di analisi esietica; ma quale 1crit• !ore non ne senle? Chi u, ne à interomento apoglia10? Non dimenticate che con l'e1te• tìco ci hanno educali tutU quanti slamo? E luni cerchlomo di rilrov'Jro il modo ito hono di considerare un'opera d·arte. tomiomo olio acuolo d! Leopordi. la p,iò dante3CO e nazionale. Non dobbiamo ce-rcare 110!0di coglierci l'un l'altro in fallo ma aiutarci o non caderci. E tu, caro Cohellesl, Invece di lare un appunto generico o Sovelli, dic:d tu come andavano con1lderale le opere da Sovelll esaminale, loca un'oHervcu:ione porticoloriulma • positiva, su quealo punto. Anche una $010. Hoi aentito puua d1 analisi e:stetlca. S.nlssimo. E un bel aeono. Ora opprolondisci questa sensodon•. c) Coro ColteUesi, quello che un uomo deve fare. in una dota circoslonzo, lo 110 egli 110!0. 11 camerata Scardooni sa bene come doveva comportoni nel fati<.> dello ballerino ilallono. Tu ti saresti comJX)rtato diversamente? Non lo metto in dubbi<>. Ma le ln,z.iotive ai prendono 011·0110 pratico. e non sono materio di consiglio. Solo sotto le ormi_ sono malerio di comando. Eppure l"e&ecuz.ione del comando t rimessa tutta allo tuo inizioliva_ E nessun vero coman• dante s) meiteKI a lare il suggeritore. In• 11omma l'agire non si promeue e non 11i predica. Non c'è nessuna porolo che poi• sa aostiluirvisi. Ricordati che i veri soldati rimproverano poco, aglacono, invece di rimproverare. E dònno l'esempio. aenzo porlore nè richiamare rauenzione 11udi ee. Ouesto la parte del ccrral!ere virile. Raule Gastone, da Padova.: Se m~ è perm&S$0 vorrei dire qualcosa allo 11tudente ·Pocini a propo1i10 dello sua lettera appansa gull'ultimo numero di questo rivilla. Lo ,cuoia lo.sci1la non ha e lo pemlciasa tendenza di far credere al giovane che il mondo nasee con lui >. Si sbagli.a. Non si cerco di nascondere il e passato> ma il misero e slriminzito passato del '900. Il na.1ro vero passato. dal quale abbiamo veramente molto da imparare è quel. lo di Roma. Cì mancherebbe altro! Noslri maeslri quegl'infrolliti dell'f10Uetta der po• polo scimmia! A noi giovani l'onore di lare la grandeua futura. Abbiamo la scuoio di Mus.solini e non Ci oecon-e di più_ Lo n01tra non è pre1u.nz.ione, è coscienza della grandez:zo passata e futura. è Il sa, ero sdegno contro i vili che fecero la nazione vile. C.roo di comprendere lo sublime bellezza del nostro ideale. I lumi pe1ti• feti salgono dalla società di cui vorresti fossimo gli scolari da quella società che se avea1imo ascoltatO: non avN,mmo fatto le guerre d'Africa e Spagna e che oggi, (anche oggi purtroppo) col !iato mouo dallo corsa della nuova giovineu:o grida; e Bastal quando finirò?>. Luigi Sottile ci .criwe da Caltanissetta una lunghissima lettera, per protestare, perchè abbiamo dello che niente più di questa c:osiddeua aristocrazio dell'Intelligenza dewe lord capire che rari1tocnnia è in ogni camJX) lo morte, Sottile ,:«nde lo difese d'ogni sorto d·otistOCTOzio, non solo l'inleliettuale. mo anche lo patrizio, e dice che sul valore atorico. culturale, etico dell'arblocrazla d sarebbero da ICriwere pagine mirabili: ed egli stesso, cominciando doll'onlichil<ll. pasaando per il medio evo, attraversa il moderno, arnvo ai, noelri g!cmi, per celebrare, da Sc1p.ione o o·Annunz.io, tut1i i patrii.i e aristocratici. So So11ilo :1110patrizio o aristocratico. nor, lo vogliamo sapere. Noi qui parliamo dell'Italia. E se l'Italia à plebea, non ce ne importa niente dell'ori1tocrazia. Ora Sottile vorrò considerare che lullo plebea fu la fono che Ieee lo grandezza d1 Roma. E che, se Roma tosse stato palrizla, sarebbe rimasto una ciltò del Lazio. Dalla fondazione di Roma alla legge Peteha, per quatlroconlodieciannove anni. eors.e Ira I romani it dirilto eroico, dice Vico, o dice che il giusto punto della romana felicilò coincise con la comunicai.ione degli auspl• ei alla plebe, le villorie cartaginesi, la londmiono dell'fmpero. E che lo plebe com• batt• per fini veramente magnanimi. La quale guadagnò gli auspici dei patrii.I, con l'eroismo, pef"Chè 9li del nacquero nel suo animo. Questo conqul.ata plebea lu lutto la fon.a d·esponslone romana. Che oosa fu ~:::~~o=~t: ::tc:.:r~~a ;;,rn:~a: que monarchico. cioè plebeo, • i po1rizi aolloco:rono la monarchia. Lo repubblica à una 1unga gueno pl.-b«i. che- impedj.ace all'ari, stocn:nlo di solloco:re ti destino di Roma, non sonia che lo croata ciceroniana lo mel• ta in pericolo di morte, al tempo d• Cesare. Nata monarcllìco, floma tomo con l'Impero alla monaf"Chlo, per quell'Impulso plebeo, che fu tutta la ragiono deUa sua civiltà. Se vuol vedere una Roma tulio patrii.io. senatorio, considera quella del qumto secolo cristiano. Roma allora aveva completamente perdu!o l'energia della sua civiltò popolare. Era tanto aristoc-ro.lica e altrettanto cretina. Riceveva lmperolore un 1uona1ore di lira dalle mant di Alarico. I plebei si chiamavano Pordoco, SerniC"Upc,. S101ario; pcuaavano il tempo al bordello e al Circo Maa..almo; perisce Roma, so quel cavallo perde, dicewono. Erano diventa11 signorini. E che ollro è, se non volgare, come lo sua lingua. la nascita della nazione ila• liana, dell'immaginazione del Rinasdmen• to? S1 vede coro Sottile, che tu non segui queste noati-. pogi:,e; perch• ci C0$lringi o ripelere cose sulle quali credeYamo ormai non el dovesse ritornare. E perchc\ Virgilio e Dante chiamarono umile l'Italia? Qual'è il senso omerico della dYlhà dculoa? Lo civiltà? Le aristocrazie fanno dvili:uazlone e cultura. Lo clviltb è un'altra cosa. Anche st: questo punto, abbiamo di$corso abbaslanza. Ma n · dobbiamo ritomarci, slamo qui coro Sottile. Perchè è necell$lrio come il pane che gl'ltalloni non perdano il sen. ao dell'Italia, per colpo delle idee de<XI• denti di cui d nulriamo ancora. Nessun'allra Vergogna à toccota all'Italia. se non questo, di passare o f01 porte di untt cui• tura, una clwHluazione. Ouanto ci. abbiano contribuito le smanie aristOCTOtiche, lo te11imonia la formmTone della borghesia, dal seicento ai giorni nostri. E' lutto una fregola di mezza calzetta aristocralica, durato qul:fflto 1ecoll. O.serva bene, oaro So1tile:

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==