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ANNO Il. N. '2 SOMMARIO 20 SETTEMBREXVII POLEMICA ARMANDO TOSTI: l IRRELIGIONE DEL GlUDAISIAO 30RGHESE. ALESSANDRO AUGUSTO MONTI: IL PRO !3LEMA DE' NOMI ERRAICI; CARLO ALBERTO MA• SINI! RITI EBRAICI SCIENZA G DELL'ISOLA: INOU!t~AMFNTO LEVANTINO DELLA FILOSOflA CLASSICA, CLAUDIO CALOSSO: I fALA5CIA. l.BREJ DI ETIOPIA GINO LUPI: EBREI IN RCMAN:A DOCUMENTAZIONE. MARIO BORRETTl: UN SANTO ANTISEMITA NILO O.A. ROSSANO. GUIDO LA.Nt>Rk CARATTERI RAZZIALI DELLARAZ".:::ASVEDESE. QUESTIONARIO LA IV.>RGHESIAE HOMA, nLOSOnA ED EDUCAZIONE ROMA E I PRO'l"i:STANTI; CIVILTA' E DECADENZA tTAUA POPCLARELACLASSE SPIRITUALE.Gli EBREI NEI. CONrLITTO ecc. e«. PENSlERI DI LEOPAROl: IL TORMr.NTO DELLA GERMAtllA I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIOELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOINROMA- PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEIO!• TELErONO67737 62880 il "TEVERE" è l'avtunpoato della at.<11npafa1ci1la LEGGERE I •~"'#IL ~nl 1TEV·ERE1 DIRE'l''/'ODA TELES/O INTERLANDI non .significa soltanto essere informati ma unch e e sopratutto avere una guida QUADRIVIO È L'UNICO SETTIMANALE LETTERARIO ITALIANO IN CUI LETTERA TURA ARTE E POLITICA S'ILLUMINANO A VICENDA INTUTTELEEDICOLE
i'~ ~~ dal, ~ peN it ~~ ~~~~ .N~ Collaudato dal Ministero delle Comunicazioni - Ogni Radiobalilla, ha il relativo bollino di collaudo - Tre valvole - Onde medie - Ricezione diurna della stazione più prossima In condizioni lavorevoli ricezione serale di alcune principali stazioni europee. Privo di reazione regolabile sull'aereo, quindi esente dai disturbi caratteristici degli apparecchi a, reazione. e o s T A L I R E ~ ICI ~ TASSERADIOFONICHE COMPRESE.ESCLUSO ;' . =• ABBONAMENTO ALLE RADIOAUDIZIONI VENDITA RATEALE CHIEDETELO Al MIGLIORI RIVENDITORI
LA POLIZZA DOTALIZIA DELL'ISTITUTONAZIONALEDELLEASSICURAZIONI C.:hi ama i propri figlioli non trascura di predispor;re quanto od essi potrò riuscire particolarmente utile nel momento in cui sentiranno il dovere di formarsi, a lqr volta, una famiglia propria. Risponde pienamente o tale scopo, nel campo pr-evidenziale, la POLIZZA DOT ALIZIA creata dall'Istituto NClZionaledelle Assicurazioni, perchè con essa viene garantita al beneficiario la liquidazione di un capitale immediatamente all'atto del matrimonio. semprectlè esso avvengo al più tardi entro il 35• anno di età, se uomo, ed entro il 30- anno di età, se donna. ES'EMPIO Un lavoratore di 35 anni di età vuole provvedere alla costituzione di una dote di 3.000 lire a favore di un suo figlio attualmente di sette anni di età. A tal fine sceglie la e Polizza Dotalizia » dell'Istituto e ai impegna a corrispondere un premio annuo di L 134,SS per un periodo massimo di 14 anni e ciOirà fino alla maggige età del figlio. L'Istituto a sua volta aaume gli impegni seguenti: I) di_..,. al ligllo L, UIOO all'atto del -...;o,_,,.._ quNto - ,,..- del ~ del 35 amd cl età. 2) di _. ~ le 3.000 1w all'atto dol -..mo anche H il lgllo lo - ,,..- di IQ99i- la mani«e elà. ID tal cmo r&lltuto -- aD'allorioN - del,,..- 1) di _. - le In SJIOO al ligllo beaa1ic:iario. ed aD'atlo del matri- - "'"' - olallllllL qgaba ·O padn ceala.,..,_- a mancare - D podoclo cli_... dol P-'- Am:beill.--..-.....,..,. I do~l....,j obbti9bi, __ dol,,.._ __ ~ Ben •'intende che il contratto aarebbe oonaiderato estinto. e i premi versati rimarrebbero acqulaiti all'Istituto. qualora il beneficiario giungesse all'età di 35-1--a _. ,,..- dol .....-,.. di...._ età senza aTS 00111tratto matrimonio, Può però ....,., anche oonskierata la restituzione dei premi pcoJ(lti, ma allora il contraente dovrebbe, all'atto della stipulazione del contratto, impegnarsi al pagamento di un premio annuo lievemente __,.._ Anc:be la e Pclizza Do4alizia• gode del beneficio della pmtoc:lpo- - mgll allll -- di bilancio dell'Jotituto. TUTTA L'ORGANIZZAZIONE DELL'ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI È S'EMPRE PRONTA A DARE A CHIUNQUE NE FACCIA RICHIESTA CHIARIMENTI E CONSIGLI
ANNO li · NUMERO 22 20 SE'rl'EMBIIE 1939-XVII 1!:8Cli IL~ E Il. ZO Ut Ot;IH Nl!:SC UN l"Ulft:•O !11! .. .-.ltATO Llat: I AltBON,t,Mt:~TO ,':'fNUO 1,.11111: 20 A911ONAMP.NTO SICMt:STIIALll • 12 l!STt:ao IL UOP .. 10 Direttore: TELESIO INTERLANOl Comitato di redar.ione: prof. doti. GUIDO LANDRA ::t~\~1~~~~\~tgl~~~~~I: ~~!!: tr-3gEil~~t:tJ Segreurio di reduione, GIORGIO ALMIRANTE SCIENZi\•DOCUUENT4ZIO POLEUIC4 • QUESTIONJ\RIO
polemiea JL' JlJRBEJLll~ Vcr!Q il 1880. uno studi~o i111lia110. Raffaele !\lariano. -;eri• ,·e-.·aqucsle gravi µarole: e Oell'a11i111dinedegii ebrei nt"lle questioni religio!e. noi llaliani suppi:nno qualcosa ... Sciagurala• mente _gran parie della ~tampa periodica in Italia è nellt- mani loro; e gli ebrei politici non sono pochi e non ~mpre i mii,?)iori. E bi.sogns vederli con quan1a presunzione t'd arroganza p:irlano di Cattolicismo e di Cristianes.ìmo e di ciò che lo Stalo delib:1 rare nelle 1111c relftzioni con la religion(>. Sembrano maestri di dommatica. di morale e di storia cristiana! Una <'0$11 sola t.la loro a cuore, cd è ehe lo Stato J>roclami di non a,·er urMunu religione. tli aserc religioMmente indifferente, e ht!lei religione. cattolicismo. chieu a loro ste&Se,c<msiderandole come semplici e private aS!OCiai:ioni ». Ma non mi iembra inesauo o parados8ale asserire che l'indifferenza, lo scttticismo beffardò o nega• li,·o propugnati dagli ebrei neì riguardi della rcligiont>, della coltura e moralità Jelle &OCiClÀ cri:stìane. deri\'a ìn gran parll' dal fallo che la razza ebraica non è mai riu!eila a coglicrtt. ad a.s.,imil.1re e apprezzare. nell'intimità del loro i!pirilo. dellr idealità CS:i!-cnzialme-ntee s.aldamente religi<>sc. Sta di fallo che la tradizione religiosa di Israele in Mosè, nei profeti. nei me3sianisti, a$Sume uno spiccato caratlère sociale e terreno: la giustizia, il benessere, l'eguaglianza fra i figli di braèle de,·0110 realizzarsi in questo mondo, $U qu~tn terra. nella Gerusalemme terrestre, nella ciUà degli uomini, non del_ mondo di lit, n~lla Gerusalemme celeste. nella Città di Dio; lo spirito è ignorato dagli ebrei, e con lo spirito l'immortali18. Nello .stesso 'Cieealogo il premio prorn~so a coloro che onoreranno il ,,adre e la madre, tulto co1isiste in una lunga vita. nè ,,i è nel P~itateuco alcun pa-"O elio aettnni alla remunerazione delle anime dei giusli in un'altra \'ila. I fedeli credono di confutare tutta la costante tradizione dell'antichità ebraica opponendo un brano di Tacito, o,·e lo sçrittore latino dice eh .. gli ebrei ritengono immortali le anime dei morti in guerra per gus1izia (H:,tor. libr. V, 5J, ma imero è cosa $Ìngolaris.sim11 opporre le parole di Tacilo all'esplkilo ed eloquente silenti() dei codici Tdigiosi del popolo d'hraele. Cerio non è impossibile che ai tempi di Tacito gli ebrei, o molli fra essi. crede:isero alla \'ita futura; il commercio con gli altri pop01i ave\'a pur finito col far prevalere fra gli hraeliti molte <'reden-u C$lranee all11 dottrina mos.aica, ma l't:!sere ancora esistita ai" 1empi di Gesù una setta sacerdotale, la quale nega\'a l'immortalità, è rosa che mi pare posaa ben prO\'&re l'antichità di quella dottrim,. Perfino il ~,uet ne con,•iene: e questa verità (la felici1à e1erna,. - M::ri\·eil ''CSCO\'O di J\·feaux - /ace1:a .JÌ poco 11n tlomma ur,i1:-t.>rwlceld popolo lltllico, clic 1 53ddurl'i. $Cll:ta rirono:a.enl.1. non i-olo erano 11mmc.~i nella Sinagoga.. ma ancora innalzati al ~acerdozio >. Ora tohi i llogmi fondttn1en1ali della ,piri1ua.lit:'1 di Dio c.- d<'ll'immorlnlittf. d<'ll'anima. della r<'ligiorw giudaica altro 11011 rimnm• d1t' la 1•art<' cerimoniale. J)iena rli ,.uper,.friioni e di 1-1rati1"11t- a_s;~urde.E. del re;;to. l,astn risalire all'anteguerra per conslatare. "l•rtialmcnle in Fra.uda. la :.comparsa di ogni ~nlimento rdi~io:io fra i ~mili. Le~endo i giornoli {'hraici. si \ede che In soddi,..fazionl' per <'erti trionfi del giudai-:mo C umareggiala dalla pr~\•i..~ion<d' i uno rnpidt1. e ìrrimedia.hilt' 1lec:adenz:i. E l"i1H1ui<'111di11c è piì1 eht' giu.,,1ifica1a. Le compii~!!" di Sctaca.Uil
1,,.uiquei 1wriodici menano ~i gr.m ,anto. :1-i '"ompiono u dclrimento della religione: pene1rando da per tutto. 1ne..colan<lo::i con gli scenici e con i lihcrì pensatori. gli Israt>liti .ii numo !<lac-cando dalla loro rcligiont' lradizionale e perfino. i-p~.;;.o. 111 riµudiano. llell"anlico :1-piri10cl'll'lrnele non r~l:1 loro dlt" l'apµetilo in.saziabile per le soddi::-fazioni d"umor proprio l' µn lt' ricc-l1ezu. Vi ,tòOnoet.rei da per 111110.ma la religione ehraicJ non C 1>iù. per cogi dire. da ne5Suna parte. Così in un ...ermor1t• te11ulo nel 1900. il rabbino di Nizza. N. .\leiss. 11i :amenta che molti chrci colti \ i,~wo e in umt "l't"Cie di nichilismo rt'li~io:so. ::-confc~:,ando in puri tempo i loro H'CChi compagni di fedt' ... Vi :,ono perfino degli 1~r11cliti 1·hc- .,c-111bmnum1'mali riti 1111 ·~,o odio per la /nit· ciel Sinai ... •· E in uu articolo ilal titolo U,1 cri d'ufornu: gli Ard,it·es luuilill's dell"I I fd,l,raio 1909 c·o1hlah1110malinco11icamcnk d1t· e il l!-iu• dai~mn -..i a:lonta11a da l,.racle in Frnnda -.. Lo :-h~:-o ,:iornal,· denuucia l'inrlifft"rt:nza dei e Cr~su.,;ui/$,. :<-i ,foole tl1·ll,1m.111canza <li l,ihliote-che ebraicht' (2 ge11naio 1909 I" IO ,lirt"m• hre 1908). ,. 1l~plora il fallo che e ormai. J>er la magiior11111J c1rgli ebrei. il Decalogo può è<,$ere s~tituito dalla ... Did1iaraNathon. Hinch.. ebreo di PrG90 (XVIII H<:'Olo) :1ione dei Oirillì dell'Uomo» 11 giu!'no 19081. Inoltri'..', in un" !<ludio che fu ospilalo dalla Nin,tecrith Cnuur, mul 4/ter ,1.,.1 fc•hbrnio 191:t il signor Eug"11io Ta\ernicr .,j domanda: ..e. ~li 1:.rnclili non ,-0110 più :.cguaci di una religio,w 110.!'ili\a. eh,· C0.$8 :-ono e.~;;.i ,lnnque? E ri:.yonde: « Una razza. una ~mplic-e razza. cht mira u mt"-'colarsi con le altre razu- del mondo. , s.pecialmf'ntc '"011 quella france"e . .\la una ruzza ha ~er_npre 1111 tempt"rame1110 -uo proprio e 1111i.!linto du• la ;;.pingt- ad u:.u• mere una fum;iont> .ap~ific.i. ln,a110 ~li brneliti hanno abiur.ito e clcri;;;.o la loro antica fede: e~i con~nano qu:ilcl1e co~ della propen.,iont"' che la c.-.rauerii:za. Quesla propen:.ione non è più lo zelo ,wl ...-n ir(' il ()io della 8ibl,ia. 11Ht:inarh la indica con il 1101111• di e ft-d1· mt"SSianica •; e ~iccomt' gli Ebrei non 3;;,pellano più il <li\1110 \le~~ia annuntiato dai Profeti. crt'<lono che l"a\• ,cnlo dt•I .\lt-ilill dehl,a ~ ..ere il loro proprio trionfo. AH:ndo ce~alu di c-redtrt md Dio J>tr~onale C' \ i,·t"nte. e l'"Ontinuando a \Olt'1 .:.1•nirc l'idea nll..•....siauica,d'"i d appari'-C.""ono--emprt- pili ('Ome una n1zza eh'" ro11sidera :-e i'll.•--.---caome il \le~ia. rei a,-pira ..opr.1 lulto A flominarc :<nllt- altre uazioni ». In altn h:rmini. tli quella 1·1;temonia. quel mandato ,li eo11Jucime11to clt'I generC' umano. allrihuilo dai Profeli ai fitdi tli f,;.r:w:t•. 11011 t· <'Olltt'pitn e inie-o in --en1-0ideale. qualf' mi.,~iom• e ,.a~rdozio rdi~io~o e monal«'. ma in ~ll.."O realii'lico. qualtdirìllo eil aulorilà eh condurrt" e gon·rnare il monrlo mal~rialmcule t• ,,,tli1icam1·nte. L'effeuuazione ddl"ordinameuto di,ino lid mmulo .,j ridutt i11 i-0stanza a 11u~10: t:he i popoli della lt-rra IIHIHHlO tullì qmrnli 11<e1;;.~ere lrihulari e ,.oi;geUi del popolo µ.imi.tiro. Pertanto. dal fon,lo dell'uni\·er'jlalilia teoloiic,, \Ìt11 ,u in com:lu~iom• una prm-pt"lli\a a11~11-lanwnte poli1:c.1 ·1
Ca:ricotwo nl #lon.la,m,o ecl egoislicamcnle ambizioM t' a,lda: impotente a n•1>rimereil proprio Nelu;i.i,•i;i.mo,quell'ideale pre,ariai e fini§Ct' col ri~l- ,er~i nella !~ranu. che all"l::hrai1rno è ri~rula una unhehale dominnione terricna. Come è poi iu11urale. l'irreligione ebraiai do,e,a dare nuo,·o imJ>Ul.fOancht" allo ~Uici8mO borghese. l.. noto d,c-, duraute il &ee0lo XVIII. la horgho-ia in~oN<" contro i pri1w:i1,iimorali e chili del Cri,i,1i1111~imo.propugnali dalla Chie&a nell'età di mezzo. Epperò. anche ~u rieo,·rere ad a11acroni.st.icheNI ~gera1e a!)Ologic-dell'e,o medio, ,i de\11:' pur notare la flagranle oppcb!izione che ,i ~ fra rordine P6Ciale !,•olto,,;i ndl'età medioe,ale e il 11i~temahorghbe. Qudlo. chefacendo discendere l'autorità da 4)io. germina lulle le libertà e un·e~uaglianu virluale. che I■ libertà non com1Himc. ma aHalora. e ~i traduoc nella ra1>prr,,cntanza di tulle le da?>Ji nel go,erno: que!to, C'he presumendo di erigere ~pra la iiber1i l'aulorità collettiva. tende per logica irre'li-.tibile a far 1rio11fare l'un11 o l'altra forma di a"olutbmo. di lrono o di mag• gioran:r.e parlamenlari. Là la &0lidar~i fra le urie: da..~i l50Ciali.<:crn.:utal:.da mului stnigi C011$8cratidal do,ere: qui :.e1>arazioneprofonrla di cla:,1i acc:ampate l'tmu contro l'altra. Là una economia erella sul la,oro e l-Olta ad 4-bicurart' il diffu""Ol)efl~rc dei consumatori e ad aiutare la graduale elt-• ,uione dei piocoli e dei deboli: qui un -.i~lema di ra11por1i economici che ~•incardina ~ul ca1,ilale e •ì alleggia all'i11creme1110i11defini10dei profitti delle clas~i -.opras1a111i.con la de11r~ione del et-lo medio opel"6'Q e delle mohirndini laboriose. e 0011 lutti <1uei procedimenlì irrefrenati e in~nlralori. che ,e,mero a contrb~gnare (con ,ocaholo risponde11h- alla ideal ftto,wmiu 0011iluli.•tÙ."f.1. 'ell'in~icme, da un l:110un ordine oomple.,,.rodi relazioni ci,ili. al :;ommo delle quali •plen• -dono. anche fra le: nebbie e le tempble delle vittnde •loriche. lf' r,1gioni inlan8ibili dello 1pirito: ,la u11 ahro un 5i5tr.rna ,li rapJlOrli d1e ripro<luce la fiso11omiadel più laido 1,agane!!-imo. Si può dunque facilmente immaginare qualf' maEnifico rontri. huto do,eu •Pll0r1are l"ebrai•mo al ttgime llOrghe«. Cii i11 un libro 11uhhlicato a Li1>5ianel 1911 e che 11u'OC'itò le ire di luUi i rahbini del tempo, il Somharl @tabilidelle :malogie fra le idee fondamentali della religione t"braica e quelle del capitali.,mo. e dimO!>tròl'i11ftuenza.fa,orl!'\ole: c-he il traUlin& ~ligi0i,0 del ~ mila ha nella rittrca dei fini turhtri. puramente tt011omici. Il Sombart rile,ò .t0JHa lutto che due ele-mcnti tlelll'I reliiio11e ebraic11"'°"'tengo110egualmente il ca1,italismo: l'idea dell11 riro111pensa e I• ro:i-0,wf;:;a;.U:,n~ della ,i1a. !)Oichi il prirno di questi e-leme-nliH.nziona l'idea del ,:u•dagno. me-ntre l"ahro co,,,titulcorla n,iiliore s-cuola del razionali•mo e-conomK"O.lnohrf'. a 1u110 qu~to "i dcn~ ap:gitmgcrc che lo religione de11:liebrei l1a accentualo 11 loro qualiti di :i.lranieri fra i popoli." ha r~ ait",ole lo ~,iluppo di un diritto delle ~enti fa,ore,ole all'acqui~to di rit'Cheu:e materiali. 4 Ora 8C horghe.,C'. come dice l'Ellero, e è colui. che diretla• mente o i11diret1,1mc111e.manif~tamente o lanalamente e,ercita Otni ~p«ie di mercant.mzia ... E in un SCTu10 1,iù largo. chiunque C t;iunto a un:i. «ria agia.lcuai. d:i.ndmi come a peculiare oocu• paziont", e non per le 111ringentinecc..qità del ,1i\ere. ai 1irediecti
e&ercizi lucrosi>, se borgh~i in un e 1,iù intimo seni,o i'Onl) lutti coloro. che non conser,·ano e rict:rcano gli averi per le ,.emplici occorrenze della vi1a, pei commodi e piattri plausibili. 1>einobili diletti e conforti, Ira cui ma.:ssimo il beneficare: ma gli ,11,eri />egli u1,,eri: e non ,·eggono ahro. che questo nel mondo~ ne altro fine dinno alla JlrOpria eisi:!tcn1.a.che il IOJoreggiare >, di,·ient: sempre più chiaro che la horghesia capi141istica ha ap• pr~o proprio dal giudaismo a con,iderare la ricchezza come il i!olo elemento necessario ndla vita. Ma il possesso di i!lrahoccl1e,·oli ricchezze può anche O~'.;,gnion es.sere fonte uè segno cli :!anitii:morale e di virile po1e111.a.Non accade rammentare anchiuna volta lo SJ">Cllacolodella Francia, cioè della nazione in cui predomina la borgh~ia giudaica. La Francia. è ricchi~ima; è forse la nazione economicamente dotata della fibra più elastica che sia mai stata. E malgrado di ciò, non s'inganna chi osserva che il suo volere è infiacchi10; i suoi costumi individuali e na• zionali sono allerati; il @uocarauere. la sua moralità e le sue virtù pubbliche sono scadute; la sua importan:ea politica e 80pra tulio la sua iniziativa morale !Ili i destini del mondo e sulla civiltà !Ono qu~i ridotti al nulla. Nt: di questo st.tto di cose si può rare a meno di accuMre gl'braeliti che, fin dalla fine del quinto ~olo e dall'inizio del stSto. godettero in Francia di quei privilegi importanti ai quali dovette mettere 1>ur ri·ne il Concilio di OrlC:uu, preoccupato <!ella frequenza con cui si concludevano matrimoni fra cristiani ed ebrei, do,·e,. dalr89 in poi « un'avida e astuta, confrediglia, valendo.si di democratiche e liberales<:he lustre, distrutti prima i ceti superiori coll'aiuto degl'inferiori, si è p~cia agli uui e agli altri sovrapposta• t Ellero): do,·e, sempre dall'89 in poi. si ebbe. come rilevò a ~uo 1empo CiuseJ)J)e Mazzini. una classe intermedia di medio• cri1à leueraric; politiche, filosofiche per le quali ogni leuera, tura si convertì in imitazione, ogni politica in un meschino calcolo diplomalico. ogni filorofia. in un'anall6i che smembra e non cru. Oa queste mediocrità il materialismo si diffuse al!.1 gioventù e col materialismo l'a.~nia di forti credenze. la itu• possibilità di grandi speranze, la negazione dell'entusiasmo, 111 inintelligenia della legge storica e del fato della nazione. 11 tenrlenia allo scenicismo, all'indifferenza e all'inerzia. Quale fondamento, ben di,·erso da quello che ebbe nel medio evo, 110n ha dunque l'antisemilismo odierno! E' \'ero che' nell'età di mezzo l'antisemitismo ha assunto un'apparenia di fenu• meno religioso. Ma bisogna considerare che, nel medio e,·u, l'idea religiosa informa,•a tutta la vita sociale nelle ime varie msuifestazioni. Ora, ogni qut:Stione, in ogni epoca. ha allinto le sue armi: di lotta. la sua giustificazione. la sua sanzione dnlfidea morale, filosofica. religiosa dominante. L'antisemitismo •lel medio evo ha preso la sua legi1ti.rnazione e la tua sanzione dalla religione. Ma og$1 che ogni ebreo si. può dire peNonificato in quel rabbino del Seicento, Urie) Ueosta, che ha lasciato 1111 Exemplar huma,iae i:il~ sopra ltlUO con il suo esempio di §«I• tico e di apostata, la lolla. contro i giudei de,·e necessari3mt:ntc a~~umere il significato di ,difesa contro la passione ~lvaggi.a che carauerizza il cosmopolitismo ebraico: la pat.,ione del darutro e del luero. ARMANDO TOSTI
IL PROBLEMA DEI NOMI EBRAICI .\11 r •>«'Or5.o 1h rc«nh .. 111 \fnc, ilntillòolk. di 00,tr - COllll· C:~JW'r1n lll sumli m.ttcru. - render lt'M1monianza circr1 1'11rl.mit.ì 1h un c;imt"r:uo1 al 11uak. I"-r c-1IJl.lldd c..1j!"nnm,·.comprt·~, nd ia m,i,.o du1co ,Idio ~chacri. 11 I a-<tn non ;i,c,;, rmno,ato la 1,,:t<;t"ra Omlt1,uan: l\·rrur, uon nH nu,d difh cii< pmchC- il JN·ndo-c:hn-o, d, f:tmi,:lw J"'trn1.t_ ncn111a tla ~-ci,h ndl'Ordnk· th '.\.lalt.11c a11p.:a.r1c1ll'ntt al , t·tth10 amh1,;n1t , atu.·an••. 1.on pntcn, ronfomlt-, .., coi • (;111d11 cli ugual 11.mu• eh, da 11hn.:1 1:>\l\1 ,,•t"uli h,111111) lt01tCJ:II m (ilwuo, t,nz.t, ,,1<kmcmunc, che fra k due fa. m1,.~1t· tlllla una qualsia-., afh1111à d, -..iillj:'ll1· '.\.l.t ..-1 d, ca,1 analoghi m cm ,:-li m IU('',,;111, ~l'llh• cli t'OlldilÌOII(' soculc pìil 1111)(101:>, prin ,h ,loc11mt·nt1 J:CIIC'alogici , ;,r.,h.hc-1 pro, ailli la pnr, u;, 1klla lor,, ai:11az1c.,1w.h.u1 Jun11,1 lott.:an· ,· Jkll.lrt nuu poù, l"-r for,, nco11•1'K't'rl· - •111,1li ...,,110n·:dmu11.- - i1:th;1111 ,11 raz:r;1, n11n \1 6ni "~1r;11tu1t1• ,k11"111tln1du:,11u1h , d.-11'1'01.i.nh nh1 frufi/..,llu,, e 191,·1ua1 cht ,1,,1,1,,.m,, pr,111urc1 d1 fcrm,u11u111. 11np,irr, ;11 tr<tpp1 /r1/frr,1li dum·1111 j.;1Uda1c1 L'lll 11 lq,:J!"i r-1n1;1h dd Rci:im,· ~•l\'(;lltt\nu la p1.·rm.t11t·n1:;t 111 ~ nu .1lb, 1."'om111111i.11 pru l.lona dt·1 11 Mili è. 111 or,l111,· ,li nr,:ul7.I. 11 1·--111111 for,,· d,1 C('ln~ul1·r,1ri·. lt.1,ta 111fa111 \!oercornu- 1! :m'.1 r1'C"<'lll1 thnco ,k1 cn $:"1101111,.. 1rt;11i d;,i 1111,tri c1rc-mc1,, •IU<"llu. lllll"U(lo. ;11:;.:11r11.at11 ;.i cur.i ,1, ! ll;arduzzi, fllÙ c~no , 11111 ("l•mpl, tu 1h 11udlo cicli,, ~ch.ierf J)\r ('llll,1:1t;H1 'Il IJi10 1.-ome non sol:1mr11t,· ;1k11n1 ira 1 cul(llOIOI nO~lf,1111 p1Ù dtffo,1 t B1;111C'h1 Ru,,1. ::1cle..cmp,o) ma molti antichi , ,tn nei ca~t1 n,>h11i::1n ,1ano 'IL.ti! ruha11 , usur1•at1 ,la t·hr,.-1. ,1cchl· adt -.lio ç...,1 \t"n· ;::uno pro1111~cuamM1tc- nsat, ,1,1 h;dum eh lm<ma I pur.t '-!Ìrfl(' :,ri:uM • da i111r11,1 ld ght-1111 cieli.i ~111.iJ:"'IJ:-.11. ti1u lo('f -.('J,:'.UAl;1r.· Slkl I e.alti JIIÙ 111111:1 ,,.;-.,;1ntun11 C"◄Jil(IK>llll. 1,111. l\1tl1n IUlll"llh Cfl'll1a111 l'II :ariani~~lllll, eh, - C111l1Jlh~1 lt- k;{j!'I dd h.:IIIJJQd...-1111,cr;1t1c,, - h•nno -i.·n 110 l" '-1·rHmo eh m:hch1 r;i ;i ,:nnlt 1. cun ~nanta noia ,- d.,nno clt-1 1~- 1!rrn11 l1-~11timi (ciel(" d1 qualcht· 1ni~ham d, f.111111:ht·1talia111·,111111 111,ona,,. 11oh1h. ,,.1jJ-Olo111l' " hor_c:lu-,1) ~ fac1J.- 111111ir1· llb1H1. . l•!Jt'h . . l11JJ,·li111, .-fr,l1h, /fo,-,_,.-. , hl. /lu.H1. /Jn;rdflli. llkl,ulu, llicrn,hiHi. His,•<1111. /Jofog,.u, /111,.01111,llf'Hlf1, Hrw• "' "'· C11111o·riHi.C,111t1mi,Cùlombo, e,, l,,11111,1, ( 1ril1. (·11nt1,11, <"orsi, Cosl{I, C,). sta,.11,.,. I>,· .. hwd,. I),· Rossi, /)wruHfr. l::,,.y;-lut,. c... 11•. G+uft'r1lfi, Gn,fl'III. (;, li/ili, l,wlolfl'lli, (.,r,1d.-,.;g,,, (.rMSt'lh. Gri1ss1111, l,"r,1:.w11i, c;11ylil'lmi, l.oll,, .. \/a. mm, . .\lurd,clli. llu,-im, Mnrinlli, 11,,tt,·i. \lu:~lo, \fa,:,:ol,"'"'• \lori, .\foro, tloroui .. ..\',1011ua.. Xui, Oln·,.-ri, J>au. J)uoli. p.,. ,. ntr, /'1.-tri, Ro11w110,Rossrlli, H6ssi. s,. rnw. l'olf11. Znu,1,-io ... L1~1a, com<' ho accennato, sonnnari:t c<l i11::om1>kta. m.t che buta a md,cart e :1 1,nrr\'" 111t'ndtn:u. la i:ra,•ità dc-1 ma.le r 11. illle c,.)nscgm:nzt'. Xon occorre. difatti, ù1hmgars1 111comn1ent1 l"K:r mostrare- J'a,surdo di una f,ro• ,nisci,ilà m virtù dt'lla quale Marcamonio Colonna, Cristoforo Colombo t' Luciano '.\tanara. 11 f>Qgr Gradt'mgo e il Cardinal :\lorom. Pasqu::1lt" Paoh ç il Santo Aulu• nio Z1u:c:.ria. potrcbhtro t'SSt'r fatti p.1,s• ~rt' ~r ebrd e-. q111nd1, gabellati come ... gior1t ,c1udaicht'. E ho già dtuo m prin• cip10 dt1 8lanch1, Rossi, ttcctrra, cogno-- -nì comunissimi nrl nostro mrd10 cc10: anche (ra chi non roma. nella propria ,is«nde-nza. alcun \\\·iss e alcun Roth. mail' 1talianiz.u.10. Oi Qllt'SIC llSUrJ"I.IZIOlll - forti quali6, caii e falsi ,·eri e propri - incoraggian dal lilx-ralismo, spr,•:uatore e- nemico dei ,·alori del sangue. della famiglia, della tradiziont - non è giusto che toHr.ano tanti hooni haliam, solo ~rchè un bt-1 i;:-iorno qualcht sfacciato cbrC"O ha ritr• m:to comodo 1)rocurahi lo s::-hcrmo d1 llll
nome ris1>euabile e non com1>romettente. E' stata prospettata, come rimedio al male, una disposizione, in virt\1 della quale gli Ariani, afflitti ·da un cognome tbraico, siano ammessi a mutarlo, per e,•itarc cqui,·oci. ~fa 11011 si è riflCttuto che i cognomi promisc11l sono tutti, di regola, di origine cristiana e che sarebbe ingiusto, artifi. doso e illogico chiedere a chi li 'porta, d:i tempo immemorabile e con pieno di• ritto. di smetterli ad un tratto, solo perchè l'abuso fattone dagli Ebrei ne ha po• tuto appannare l'antica spccchiatuza, nell'opinione dei non informati. Provvedimento giusto sarebbe quello inverso: obbligare gli ebrei a rendere il maltolto e a deporre la maschera di cui s; son vestiti, sia riprendendo il pro1>rio cognome primitfro quando se ne consen·i o ritro,•i memoria, sia premettendo al nuovo, come parie intrgra"lc, una aggiun• ta che valga a caraneri:uarlo. Ad esem• pio Israele, e pertanto: lsraclbianchi, { ·raelrossi, /srachleri. Ed analogamente, sembrerebbe oppor• Il 10 che im·ece di permettere agli e Ariani onorarii > - figli discriminati di un matrimonio miS,Jo - di assumere se1u:"ahro il cognome materno (cosa che non è C'sc:lusopossa riuscir sgradita ai parenti e agli omonimi di puro sangue ariano) sian coniati per loro cognomi affatto m1ovi. Infine, e per escludere anche l'ombra di un dubbio circa le rispettive pertinenze razziali, dovr('bbe csS\'r ,•ietato ai genitori ebrei di iscri\-erc i figlioli allo Stato Ci• ,·ile con prenomi cattolici, greoo•rQm:rni o nordici. restandone ristrcna la facolfà di sce1ta a quelli che si incontrano nel Vcc• chi._ Testamento. Con queste pron·idcnzc si otterrà, nella pratica, una demarcazione netta e inc• qui, 1ocabile tTa no11 ebrei W cbrri, senza che tra i due campi si crei una :011a di ombra, propizia alle evasioni. D'altra parte è importante, 1>erlo stesso prenigio della legislazione razzista dc! Regime ch'essa sia congegnata e applicata in tal modo da non riuscir comunque vcs• satoria e molesta per quei cri.rliani vecch~ che ne devono attendere refficace tutda dc! proprio buon diritto, a lungo e impu• 11cmente manomesso e schernito dalla scaltra nequizia dei figli di Assuero. A. A. MONTI DELLA CORTE Il
IIlf Ilm:mlt!Il e Interrogato Israele, figlio di Samuc• le che dica la vcri1à rispc>5c: che nella seuimana di sua Pasqua ... tro,·andosi con )1osè, Samuele, Angelo, Tobia e ~fohar, nella Sinagoga, cd cs:.cndo già finiti gli uffizi, fu detto fra di loro che non v·era mo<lo di far le focacce, le quali si mangiano nel loro giorno §Olcnnc... E ciò pcrchè nessuna aveva del sangue di un fanciullo cris1i:mo V' fu,<, quiti ,1t'11w h<1bcb11tdr .scrn911i11Jcn,t-ri aistit111i) ... e ~ così fu deciso• di dare cento ducati a chiunque consegnasse un fanciullo cristiano, dal quale si potesse estrarre il sangue come so1>ra (dc q1w c.rlrahrlur s<a19,1is 11t supra) ... >. Cosi parlano gli atti :mtcnti~i del processo del Beato Simoncino dn Tremo, ucciso dagli t'brci il 24 mano dclramH; q75, J'K:f finì rituali, mm~ ri._ulla 1lalk Saçritid rih1ali di landulli {Diseg-no del XV secolo) 12 t.1q>0siz1oni rc~c dagh ~ICiS1 cbr~·: n~! C\lr• ~o del J)roce~so che seguì il ritr(n"amcnto del cada,·crc dissanguato del p1crolo martire. L'origrnalc del processo si tr<lY:1 in Roma, negli ,\rchivi Va11cani. Quauroccmo anni pili tardi. il 5 iel>-- braio 1840 ,·cni,·ano ass..1.ssinatì III Damasco Padre Tomma::;o d,l Calangi,11lQe un -.uo seno cristiano; .'l.utori del duvlicc dd1110 16 d,,ci, dm· dei qu;:Ji .\li~c••mi· .\(11,.-.a .\hu El.tkh e :\l1s·1Jnc :\lu ..s;1 Hokor Jud.1, duto ~alonichi. r:thbuu. Co•nc cm an cnut1} nd 11roccsso JX:r l'uccisione del beato Simonci110, .1.nchc in cJt!csto caso risultò che le due , ittimc ~rano state uccise allo sco\>0 di a\"crnt"' il sangue, che era n("ccssario e all"adt"'mplmcnto dt"'i dO\'Cri rcligiosi • (dcr,os1zio11c di Isacco Ararì) e lk'r la fcsia dl'gli azzimi• (deposizione di IJ:nide A rari). Il rabhino Miscionc .\fmsa Abu Elafch, fa1tnsi mussulmano 1,er a\'cr salva la vit~. dichiarò, quando gli venn(• co111e:.tato eh(• per gli ebrei il sangue è impuro. che secondo il Talmud due specie di sangue so11 grate :, Dio. il sangue della Pasqua e <tuello della Circoncisione. e interrogato sull'uso del sangue umano rispose csscrl' ciò un segreto dei grandi rnbbini: e Essi conoscono qu<'"stacosa, e il modo di adopc:r.arc il s.:rngue •· Dal proccbO risultò la piena colpcvo-- lczza. degli imputati, dicci dei c1uali furono condannali a morte; J>(:r imer\'cnto J>Crò dell'Alliancc Israelite Uni\•erselle. che inviò quali delegali gli chrt'i Crcmieux, Grar1 Mal"stro della Massoneria francese e Ministro della Giustizia in Francia, e Mosè Mon1cfiorc, ltllti i colJ>evoli furono graziati dalla facile giustizia turca, oon un Firmano eh(-: però. con astt1zia orientale, poneva in chiàro i veri motivi della grazia, dicl"ndo che. qucSla era concessa a cagione dd desiderio e di tutti gli europei profossallli la religione di Mosè~ di veder liberi gli im1>utatì. 11prOCeuo csis1c, o csisieva, negli Archi"i del Ministero degli Affari Esteri a
Andr.a, Oxner, bambino di 3 armi, 1,1cdao dogli ebrei il 12 l1,19lio 1462 a Rim. presso lnn1bruk Parigi, cd è riprodotto oell'opcra di 1\- Cosi \Villiam, fanciullo di 12 :tnui, è chillc Laurcnt: «Rélation historiquc dts ucciso nel 1114 a Korwieh in Inghiltl'rra; aHaires cJe' Syrie, dcpuis 18.,io jusq· cn Riccardo e San Rodberto sono immolati J842», Paris, Gaumc 1$..i6; tradotto an- a Parigi nel lli9 e nel 1181, S. Domenico che in itatiano ma prcssochè in1ro,·abilc. de Val è crocifisso a Saragou:a nel 1250, Un teno processo damoroso ~r un Ugo di Linooln è anch'c-sso crocifisso dasimile delitto è quello s,·oltosi nel 1892 gli ebrei nel 1255, e giù giù nel 1401 a in segui10 alJ"uccisionc, tl\'\'Cttuta median- Diessenhofen nel \Vurtembcrg un bimbo te sgozzamento a Xanten in Germania, il di 4 :umi è comprato dagli <'brci ~r 3 29 giugno 1891. <lei bimbo Gio,•anni Hcgemann. ~e fu accusato l'ebreo BuschoIT che venne assolto. Il processo, svoltosi a Cle\'l', fu però disturbato dall'intcr\'ento di centinaia di <'brci stranieri. che i111imorirono con la loro presenza i testimoni e i giurali. Chi avesse curiosilà di seguirne lo S\'Olgimento può tro\'arne un ampio resoconto nell'Osscr~:Qlorc Collolico del 1892, mesi <l,'11 mrtrzo al luglio. )ifa i delitti rituali non si limitano ai tre accl'nnati. L'orribile cat<'na, il primo anello della quale si 1ro\'a ad 1mm, 1>aesc: della Siria, dove nell'anno 425 tm fanciullo cristiani) fu crocifisso dai giudei, continu:1 ininterrotta per i secoli, oon una regolarità impressionante. Son per lo più bambini che cadono vittime, e sono uccisi e dissanguati. fiorini e dissanguato, nd 1462 è ucciw a lnnsbruck Andrea di Rinn, poi beatificato ... Pochi anni prima per simili delitti, ol• tre che per le altre e ben note ragioni, i giudei sono espulsi dalla Spagna (1459); cinquant'anni dopo (1520) due fanciulli ,on uccisi in Ungheria tlanilo- ~cl'nti,·o .\Ila c.,cciaia degli ebr<'i da quel p~cse. Troppo lungo e doloroso sarebbe continuare l'orribile l'icm»; non c'è seoolo, nè un paese dell'Europa o dell'Oriente mediterraneo, che sia immune da simili delitti. . In Italia, oltre l'u.sassinlO dd :Ìkafo Simoncino, debbono essere segnalate altre due uccisioni rituali, ci:itrambe 3\'\"tnutc nel 148o, rispettivam('ntc a Treviso e a Motta di Lfrenta (forse si tratta dello stesso caso?) e il rapimento, a\·,·cnu10 a Torino nel 1829. della moglie di Antonio Gcnalone, commerciante, che però iu salvata dall'intcr\'cnto del marito e cklla polizia. Nel solo Onocento gli assassinii o i t<'ntati assassinii a scopo rituale attribuiti agli ebrei raggiungono la trentina: qua:-i tutti nell'Europa orientale (Ungheria, Polonia, Romania). 13
Scucia di Talmud Dopo <li ciò non è più lecito r.1cravigliarsi, o ptggio ! per le sommo~ J>OP'J• lari che insanguinarono i ghetti del me- <lievo, J)er i progrooms che tuttora periodicamente minacciano le comunità israelite dell'Europa orientale. Uno foOlocci delitti di cui sopra, compiuto a sangue freddo e col complicato rituaic <:<ilq11aic fino a pochi mesi or som>, r.ella ~tCSS;! Roma, si sgozzavano gli ar.imali destinati alla cucina t: c.ascèr ,, sarebbe suHicicntc a giustificare cento impclllOse sommosse ariane. Ma su tali argomenti si è fatta la M congiura del silenzio doj)O eh~ ;:li cbrc.i, con la potenza dell'oro, si i111i,adro11iro•10 delle lcl'c di comando delle nnim!i; cd 1 . progrooms furono attribuiti unicamcmc all'odio di razza, o, tutt'al più. a!l'a\versione suscitata nel popolo dall'usura <!egli ebrei, E taluni libri di st,ma arrfrarono anche a insinuare che 1~ s,:mmuse flOrolari costituirono un'ottima arma f..tr akul!i potenti criniani IJ(!r non pagare i de• biti contratti con i pol'eri (ma ricchissimi) ebrei. Ma il motil'O, il vero moth·o di quei delitti? Ce lo rh·ela un libro, pubblicato in moldavo nel 18o3 e tradotto in italiano col titolo: "Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna Sinagoga; rivdazioni di Neofito e.~ rabbino, (Pr:i.to, Giachetti, 1883). In esso è detto testualmente (pag. 19) che i e rabbini dubitano che forSC Gesù, figliolo di Maria di Nazaret. sia il Messia aspettato dai nostri antichi. Dunque dicono. noi c1 salveremo col sangue dei Cristiani (e e cioè di Cristo,, vedi µa.g. J7) che noi ammauiamo, e sfuggiremo cr,sì l'eterna dannazione>. Il sangue delle Yittimc era usato, sia pure all'insaputa della <Juasi totalità degli ebrei e ad opera (ii una ristrettissima ct:r• chia di rabbini fanatici, nella confezione degli .: aficòmcn >, delle speciali azzimt:llc cioè, che \'engono spezzate e mangiate alla fine del J>ranzo di Pasqua, con un rito del quale non esiste traccia prima del Talmud, che, conte tutti sanno, è di qualche secolo posteriori.': alla venuta di Cristo sulla 1erra. CARLO ALBERTO MASINI
INOUINAMENTC:t·· LEVANTINO DELLA FILOSOFIA CLASSICA I Greci a,·evano dimenticato, da secoli, le opere di Aristo. tele. Non cominciarono a conoscerle che quando i Romani si dedicarono alla filosofia. Silla 1>0rtò a Roma la biblio1eca d'Apellicone, in cui se ne trova,·ano gli originali; e, avendo per. messo, a tutti quelli che lo desideravano, di farne delle copie, Andronico di Rodi, venutone in possesso, I<.'ordinò. vi aggiunse sommarii, é le rivide con molta cura. ~fa ohrc a questa iniziativa, sent"a la quale nulla più rimarrebbe del grandissimo filosofo. ciò che rivela maggiormente l'attrazione, che dm•eva poi rimanere costante nel nostro popolo, per il suo modo \J/; pensare, fu il . fauo che i Romani, primi tra tutti gli antichi, ne conoblxro 11 pregio. Come ossen,a Strabonc, furono essi a rinnovarne lo studio. l pcripaterici, che in Grecia credevano di derivare da lui, e che invece, se ne erano molto allontanati, conobb<-ro, solo allora, la sua vera dottrina. Perchè Aristo1ele non era stato capito in Grecia? Pc~ invece, ebbe, fino da principio, il suo ,·ero seguito in ltalia? E# de111emente, per il caranere distinto delle due razze. La greca a\'e,·•a dovuto sempre cedere ad una sua innata e:ml,cranza, J)<'r cui il desiderio del di,·ino, l'ave,·a spinta o ad :1bbassarlo fino alla natura, o a negare questa. Perciò, il riconoscimc1110 della \'triti, le era stato sempre difficile. ln,·ccc. nella raua italiana, è comune a tutti, il senso rile\'ato e preciso della natura e, al tempo s1csso, del di\'ino, separato da essa, e dal quale ha origine. La \'Crità. in tutti i tempi, ha tro\'ato da noi meno ostacoli; cd era necessario che Aristotele, !=unico dei Greci il quale. J)<'r forza d'intelletto. vi si era accostato, fosse il filosofo dcll"ltalia. Del resto, si rifletta un momento: i Romani, cosi nobili e, al tempo stesso, cosi realisti, che, soli, tra tutti i popoli amichi a\'Cvano uu così equilibrato possesso della religiosità e della pratica, 11011erano, per natura, ciò che, ncll.-. dottrina. Aris10tcle insegna\'a dovesse euere ruomo? Furono sopraffalli, è vero, per qualche tempo, da un'ondata della filosofia greca piì1 scadente; ma anche questa, e in pariicolare lo stoicismo, \'enne da loro. quanto più fos~ passibile, migliorata: e quando cominciò ad esserci da\'\"ero una filosofia romana, quando cioè Roma, unificato intorno a sè il cristianesimo, distrutte le eresie (che non erano, se ,non un riapparire, in forma diversa, delle' filosofie greche peggiori), giunse, anche nelle dottrine, ad affermare interamente se stessa, diede, a sua piena manif~s1azione, la più vera di 1t111e: la filosofia di S. Tommaso. Questo, a grandissime linee, fu il comportamento dei Greci e dei Romani dinanti alla verità; ma, per \'edere meglio, quanto, in generale, la rana, per certe sue affetioni, possa contrihlWldlfrf: 15
spirito cimco; cd echeggiano come una sinistra risata comr,1 unta la civiltà antica. Ride di Omero. ride di Socrate. ride di Alessa11dro. ride ili Scipione, ri<lc di Annibale-. ride persino, senza nulla eom1>h'II· dtrne, di S. Ignazio. che. rotto Traiano. avc,•a subito eroi• camente il suppli:uo delle beh-e. Scri11ore brillante ma fatuo, giunge, nelle sue fantasie, sino all'csubcrantc cd al gonfio: ha, insomma, quelle stesse c.-.raneristicht che dis1inguono oggi tanti scrittori ebrei, anch'essi creduti brillanti, rn:t in fondo mono. ioni cd animati dallo stesso odio comro il mondo a.rio. La filosofia cinica fu, nella sua sostan:rn.. lc,·a1uina; ma 110n meno l'altra, che le fu compagna, ndl:t de,•iazion,e che successe ad Aristotele. Dico la filosofia s1oica, fondata dai due kvantini: Zenone di Cizio, nell'isola di Cipro. e Crisippo dì Soli, in Ci. licia. Su Zenone il giudizio J)iù profondo fu forse quello dd· l'italiano Gio\'enalc. Questi <wc,·a un grnn fiuto della natura degli uominJ; cd in una delle su..- satire (Xlii. 121). disse eh('. nella sola tonaca, egli diffcri,,a da Diogene. Era. infaui, egual. mente, un distruttore; solo, a differenza dell'altro, a\'C\'a hisogno d'ammantare, qucs10 suo fondamentale istimo, di ragionamenti filosofici. La natura ,era. per lui, il principio costitutivo dì tutti gli esseri, la causa uni,·ersale, la ragione, fa legge; Dio medesimo. ;\bbass.a"a sulla terra qn('I princiJ)io che Platone a\'c,·a collocato nel ciclo. Annullava. interamente, l'o1><=radi Platone: c. nel suo odio di :isiatico, pet questo genio ddla Greòa aria, non potendogli (X'rdonarc la sua nobiltà. e quel tendere all'aho, che ,,cni"a dalla razza. oltre ai sofismi. come la sua dottrina ddl'e,·i<.!tnza (ripetuta, poi, da Cartesio), non riSJ)armian\ neppure le ingiurie pili volgari. Non occorre dire come questo panteismo sia stato in tutti i temili (anche quando non iossc apertamente confessato) la filo. sofia dei Je,·antini. E' un motivo che viene dalla rau:a: la quak, come disse Goethe (eh(' ebbe modo di OSS('r\'arla nei moderni ebrei) « ha una tendenza spicca1a per tuno ciò cht- è 1crrcstre e momentan('() •· (Schopcnauer, che conoscc,·a gli ebrei. fece pure questa osservazione). Viene a mancare. per conseguienza, ogni criterio di verità: non essendo, q11es1a.snperiOrt' al mondo, ma dipendendo dai rap1>0r1i o dalle successioni, sem1>r<',·aria. bili, tra le cose. Ne ,·ii::ne che il rag:onare si riduce ad un:t \'UOta dialettica. ad una sequela di sofismi, J)m·i di qualsiasi "alore. Fu il più costante rimpro,·cro mosso dagli amichi a Diogene il Cinico· (Mu.seo Copitohno • Roma) Zenone. Carneade, per comballere i suoi libri. dice\·a di do,•cr prendere. prima, una buona dose di ellèboro, ondl' schiarirsi buire a offuscarla, è utile ricordare alcuni fatti d,ella decadenza la meme. Cicerone se ne burlò, pili d'una ,·olla. nelle THSCH· <lella filosofia greca. Contemporaneo di Aristotc::le fu, come unti lime. Seneca, che pure J)assa,•a, per stoico. ne rise \''1lcntieri, e sanno, il cinico Diogene. Questi era di Sinopc, colonia greca non si astenne dal de))lorarne i J)ericoli. ddl'Asia Minore. Ma non era, assai probabilmente. 1111 ;'TeCO. Ma quello che si spinse a un pun10 massimo di im1>11denzafu Aveva una profonda àntipatia pcr tutto ciò che ~tassie della l'ahro s1oiro lc\•antino, Crisìppo. Anva scriuo un numero proGrecia aria. Il suo continuo sarcasmo, non era che llll assalto digioso di opere, di cui Diogene Lacnio ci ha consenato i a tutto ciò cui essa, fino allora. :wcva creduto. Era un sarca· titoli: ma esse non dove,·ano essergli cost.1.te molto la\'oro, smo, fatto non per correggere. m.a per distruggere: scopo sol- giacchè non si faceva scrupolo di ro11iare quelle degli altri. tanto a se stesso. Odia,·a, per conseguenza. Platone; il quale Avc\'a inserito la Mcdeo d'Euripide in una delk sue opere; cd l'a,,,e, a soprannominato: Socrate in delirio. Era, insomma, nel il grammalico Apollodoro dice che non gli sarebhe rimasto carattere. un vero le,•antino; cd è probabilissimo che fosse di quasi nulla, se gli si Loglicssc quanto non era suo. La ricerca <111cstarazza la quale do,,c"a a\'ere molti rappresentanti a Sinopc. della ,·erilà non era la cosa che più gli importasse: 10110 il suo D'altronde, J,enntini furono i suoi più famosi seguaci. Mc• studio 0011sistc,·a nell'a",·ilupparc gli an 1ersarii in argomenti nippo, di Gadara in Fenicia, venduto come schiavo, e riscat- capziosi come questo: e Ciò che tu dici passa per la tua bocca: tatosi, era andato, da gio\'ane, a stabilirsi a Tebe; ed ottenu. tu dici la parola «carretta•• dunque nna carretta J)aSsa 1)Cr la tivì il titolo e i diritti di cittadino, s'era dato all'usura, ed tua bocca~- {)i)purc-: « Ciò che è in Megara, non è in Aten,e: ,·i a\'eva ammassato, con sì degno mieuo, una ricchezza immens,a. sono uomini in Megara, dunque non ,·t-ne sono in Atene> Dopo tuttodò, e per colmo di scherno, faceva il filosofo cinico. Oppure ancora: « Voi a\'ete ciò che non avete J)('rduto: voi non Ecco come Luciano, n,ei « Dialoghi dei morti>, lo fa descrivere avet,e perduto le corna, dunque iwete le corna>. E cosi ,·ia da Diogene: « Costui ~ uu vecchio calvo, che porta un mantello di sreguito. tutto buchi, aperto a tutti i venti, e reso ridicolamente diverso Sembra incrNlibile che in un'età in cui esistevano le opere dalle liste d'ogni colore, da cui è rappezzato. Ride sempre, e .. di Aristotele. ci si potesse perdere in simìli sciocchie:ue. ).fa schernisce, il più delle volte, i Jalsi filosofi>. Levantino fu pure la Grecia non era più la Grecia; e le opere del suo più grande uno scrittorie, non di prof,essione filosofo, Luciano di Samosata filosofo giacevano nell'oblio. Solo l'Italia, alcuni secoli più in Siria, le cui operette cd i cui dialoghi sono tutti imbevuti di tardi, doveva risuscitarle. G. DELL"ISOLA 16
Il IFAILA.SC[IIA I.a conqui,:,,ta .dell'lmp~ro. se ha pru• \,,r-:1.todireltamenle la manifestazione del 1,roblema razziale dal punto di ,•isla ~O· ciale e giuridieo. quantunque la genesi r!el mo,•imento rìsalga ad anni lontlwi; ha prom~o pure una '5erie ,di srndi etnografici cl1e cominciano a dare ·i primi proficui risultati. Sono già pJlesi i tentativi di indagine scientifica. sulle ra:.i:zee sulle lingue del• l'Impero;' però, tra eMi. manca ancora una documentazione accreditata su una stirpe particolare. i e Falàscia » o ebrti di Etiopia. il cui grado di civiltà è utile 11 conoscersi unitamente con i costumi. la religioue. la lingua da essi adottati. Ed f' cpportuno. anche perchè c1 permette d1 denunciare il solito tentativo di specu• lazione giudaica, compiuto a guerra fiuita. lnfalli. già nel luglio-ago.sto 1936. gli «ebrei-italiani> sì affreua,·ano ad inviare e commiHioni >. incaricate di studiare ìa condizione dei Falàscia, con la apparenza di ollriré aiuto ai « confratelli> e con lo scopo reale di annelterli alle comunità israelitiché e dare foro, come conseguenza. una supremazia nei territori dell'Impero. Azione del tullo con. forme allo spirito giudaico. Ecco dunque, sulla scorta dei pochi documenli che pOMediamo, i Falàscia e la .loro ~izione nell'ambien1e etiopico. Il nome con cui sono designati pa,e C'he deriYi da una radicale Genez: Fl.S (Felles). che probabilmente ,·uol dire « andar fuori, migrare>; Falà~ia 11ignificherebbe e colui che è ,,enulo », cioè l'immigrato, il che. !Secondo.alcuni, s'a,•- vicina anche all'etimologia di e Ebreo>. Sulle loro origini qua,i nulla si sa; quando siano andali in Etiopia non è lt'Cito appurare, sebbene sia certo che il paese fosse slalo conosciuto dagli antichi ebrei SOiio ti nome di C1,_1sml1e. ntre molle relazioni commerciali e ch•ili doYetle• ro esistere tra il settentrione d'Etiopia r- la regione di Mizrajm, cioè l'Egitto. Un popolo inYadente. come l'ebraico. stabilito in Egitto ed in Arabia. deYe certamente fin da epoca remota aYer man• dato rappr~ntanti in Etiopia. punto obbligalo dì unione tra i due paesi menzio• nali, diffondendo certamenle aoche le proprie idee religiose. Pare infatti che la loro presenza dati da epoca molto antica, quantunque alquanto dei primitiYi costumi abbiano perduto e lutto della lin• gua. La diaspora dén~ poi a\·er ccceler1110 la diffusione, 5e noi troYiamo m1me• rosi!!limi gruppi. di Falàscia stanziati, nel- ]E1Bl 1Rl ]E1l 1m1l ]E 1r U•m ]p• UA\
l'epoca medioevale, ad est del lago Tana, fino al Tigrai. Assistiamo 1111ìndi ad un proceMO 110n di96imile da 11uello aoeallulo in Eur05>a: gli cbrc-i, pur con5er- ,ando i cara1tcri di rana. 1,i avvicina.no ai popoli che li ospitano, imparandone la lingua e i c09lumi. CNlo, in un pae&e quale l'Eliopia, do"e li, ~volgimento slO• rico si compie in mo(i-1 l,eu din~rso dal no.;tro. anche le gradui-mi del prooeuo 5uddctto Nranno statf' ,lif(erenti. La lingua dei FalaMi.1 ;. l'amarica comunemente detta, aheu.l.1 dJ tracce visi• l,ili~,ime di linguagsi•> A,:Ju, il che fa J>e.n.sarcche in seno alle ltibù Agau. OC• cupanti gii. il Semien e poi disperse ne-I resto d'Etiopia, debba ricercarsi la loro prima storia. Una riprova dell'antichili dei Fala~ia ci è offerta anche dal fallo che la loro religione è rimula quella Niginaria e che C5tli non con09C0no nè la Mishna, nè il Talmud, nè il rituale pre&:ritto dn questi libri; ma seguono tradiiioni particolari non tcriue. Ed han. no ri.cernto i libri :saçri e la Torah in lingua Gene&. non sa~do l'Ebraico. Ma ciò che li di,tingue è l'innato orpglio di razza, la CO!!Cienza di appartenere alla setta d'lshr11hel e di euer dh,er~i dal rimauent~ degli uomini. Nell'osservanza di certe 1>ratiche sono · pol05i: CO!.Ì dello e shabat >, che mo iniziare prima delle quindici del erdi e che protraggono fino a ,·espro lirato di tabato, delle prt:ghiere, che ono recitate in giorni stabiliti e in cap,nne apJ)Olit•mente designate; dell'interpretazione del testo biblico. del digi~ e della «lebruione delle 110lennitM incipali: Pesach. Shavugnoth. Suecoth Alcune piccole difTerenie di ri10 sa no dovute alla lontana emigrazione di e razza in~lvatkhita tra le indip,c. costume dei Falùcia consen-a una I.L---~i-il---"::.:;onn;;;;a inflC1Mibile di pure-z.ia: non aol•
tanto sono \'ietati i rapporti di ogni s 1e con i popoli vicini, ma anche il sem1,lice contano. I villaggi dei Falàscia sono cif. condati da giepi, che \·ietano l'e ta a1li e impuri,; gli ste&!i ebrei. ~ essersi avvicinati per una necessità siasi ad un e goj », devono, prima · sere riamme$$i nella comunità, sot ad una speciale a:rimonia di p zione. L'intransigenza dti Falàscia fino a non mangiare che il cibo Sle:86i ammannito, non usare che · d11 essi a~o. Nulla quin<li di ,-1rano che abissini abbi.ano fatto a questo c lru$0 una guerra ad oltranza, decisi a ~pc li crio; e dobbiamo lamin1are la mancanza di docunienli di quesla antica di lolla di razze in Etiopia. Sebbene non esistano statisliche, si calcola il numero dei Falàscia nei territori dell'Impero ad ohre trentamila, ma c'è clii fa salire la cifra anche a cinquanta• ci nq ua n taci nquem i Ia. La vita ch'Cl3Si conducono è prevalan• temente nomade, consona al loro carattere; sono per lo più pastori, attualmente \'Oganti nell'Amara e nel Semien in mag• gior parte; vivono di razzie quando possono. e si dedicano anche alle arlì, in particolare quelle del fabbro e dell'ora• fo, che sono arti loro esclusive, in modo da suseitare il 808petlo degli etiopi, che in quella pratica del fuoco vedono un commercio di stre]~n~ria. Dare un giudizio di questa gente non è cosa agevole; ma è certo che i f'alàscia, sebbene obbligati a condurre vita 11011 dissimile da quella delle tribù amariche. hanno però conservato con i pristini riti l'intransigente carattere della raua a cui appartengono. il disprezzo del genere umano, la fiducia di appartenere ad una razza eleua. La loro !isonomia è incon• fondibilmente giudaica. CLAUDIO CALOSSO
1EIB I e /Ji si reca nella RomanitJ nqrdica, e in rarticolor modo nel Maranu,res, nrllo Bucovina e nella IJcssarabia, rimani' colpito ncU'asseri,:are, anche nt'i paesi più remoti e sperduti, una moltitudine di ù1divìdui dall'aspetto caraJ/cristico, simili n stormi di conti. S0110 gnippi di uomit1i dal i.•iso pallido, .srmilfascoslo dallo barba scNra, dagli oul,i piccoli e tututi, dal grosso naso riwn•o, dallo largo bocca sc11Stwl<',dal nlt'nfo prominciato. Sollo il ltmdq capprllo nero e unto, pendono ai loti drflr guunce d11e riccioli ritorti; e 11n hingo caffctlano, in origi11c pure HUO, che forse J,a scn,-ito a più di una gcnrra::itrnc, rivntc i loro corpi. sgn1::ioti. Corichi di pacchi che sfuggono dolk broccia r dalle tasche, srmbrono e sotto in rraltà i podro11i det luogo, che fa,rno ri- .suom1rc deUc strida gwtt1milì dt'l loro gergo r del ciabatlare delle scarpe scakag,fllle, mc,itre i loro 111occi-Osci,olle leslr rase a1prrtc da zuccl1ctti ,u:ri, coi soliti rilrtali riccioli pe11duli sullt' orrcchie, sporchi e petula11ti, aflolUJno lt stradt. Il foresJirro che ha areato -un alloggio o un me::zo dì loco1110::iont', si è tlisto assediato e circuito da ,mo scia,,u- di questi individui, che hanno fiutato la preda e non l'•bba11doncrai1no finchè non favranno c<mvt1tic11ttn1enlc sfruttala, pronti poi a ghig,wrgli alle spalle per lo S'Ua dabbt11agginc. 20 Le na:ioni dei paesi occidr11tali d'Europa, clu· hanno ospi. lato od 011com ospita110 ima n,inoranca t.sigwa e rdnti1•amrnte suita di ebrei, con conseg11en:e limitate per q11anJo perfrolosc. non possono neppure eo,eupire quali da11ni mal "ali e ra::- :iali possa produrre una t.·i:ra e propria iiit·r. ,, r1i11dl1ica. Nei Principati Danubiani, prNna dtl I i""° · Jrt1ro110 eh·· individui isolati, nego::ia11ti o ,ntdici; ti rtri~b., mcrosi si introdussero ~ i111•ne i11 q1ul secolo c,l seguito dei greci hrnarioti a c11i la Turchia affidava /(I carica di hospodari di Moldavia e Volncchia. PHrono mrdfolori, mcreanli di cercali r di bes1ian1t, osli, esattori di imposlc UN• dt"li t ntcusari ai go• f>crnalori elle avN•a110 bisogno di denaro; per lrgolì::;arc Ili
loro posi:ione si misero spesso sotto lu protr=ionr tll'i consolati, ogmmo dei q1rnli, per abb<itterc moggÌ()r111cnt1.· la TurcJ,ia già in duadrn::(I e r('ndcre più imporfonlc di frontt ai rit-'flli lo s11a autorità, cercavo tli moncntarc il numrro dei propri pro. tetti e di accrcsarc (quello francese in 111odoparlirolor(') fo sur scarse rendite. Mt1 la ,:rra, grande i,nmigra::io11e sì 1,•crìficò dal 1830 in poi. Diffondrndo.ti it movimento 11nilario, essi si oltrggiarutio " liberali e masso,ii, pronti a sfr111t,1re fo nuQt.-o sit110::ionc e ad impadrtmirsi drl f'tlcsc con l'aiuto dei loro potenti corrcligio. 1wri europei. l,1falli, crr,;tosi lo stato romeno unito cd indipcndr11le, quando tu>l 1866 si, votò fo nuo1,•a costitu:ionc (v. I. P. l'rirndeni • Porunca Vremii, 22-1.3!3) e t·enne a 811carrst il signor Crémicu.r, trnidentr dcll'Allean::a lsrMfitira. Univcrsofe con argomenti i,1limidatori in ,rna lllsca e lo promessa di 11nprrstito ndl'altra, per imporr(' la conassione th-i diritti di cilladinan:a agli ebrei residenti- nei trrrilori romrni :t. Ln Romanit1 resùtette, ma il Congresso di Berlino del 1878, vioit'nttmc-ntr incitato da Disra.:li r da tutJa la diplomada giudaica, erre() t1utn·aml'nte di impod(I. Con la trnllCia rhc le 11t'niva da una triste t'S/'t'ricn::a, la Rorna11it, riuscì ad Oltt'ncre che la cittadi11Q.n::afosse concessa dol Parlamento solta,1to indi11idualmcntc, caso per caso. Ed 11nehe Luigi Lu::;atti in 11n momento in cui era arbitro dd govcr110 italiano, tentò pcrwnalmcnte e insistentemente di ii1fluirc s,d mi11islro romeno Jonel Br11tfonu a fat1orc degli ebrei. Ma lo pressione dh:cnnc più forte dopo le, guerra 1no11diolc. Orn,ai fo Romania non potn.,a più rrsistt'rc: i tra/lati di pace, infatti, le i,nposcro di accordar(' la cilladi,ran::u, scn::a distin. :ione di pr()",Je,nien::ao di rdigionc, a lutti coloro clic nel 19u) si trot•a1•1mo nel suo territorio. E' i'1'1.dl'ntc ancora una volto l!ìn/fuJJO giudaico su q11t'sti trattali della gMcrra mondi(l/e, dato che, tra i 1111<r.tJeir-ritori d1e la Romania acquistatra, la Bucovina avc~·u 11na popola::io11.: in maggioran::a cbrt1iea, stabilitasi durant(' il dominio tlSburgiC(), t' la Transilt'Onio, specialmente nel nord, UVt'f'll sul s110 tcrri- · torio un numero i11gc1Uc di ebrei, f119giti colò nel 1915. di,rt111U l'offcnsi1•a in Cali:i<J drl gc,,era[(- Brrusilof/, t· si ,•olct a cJ,c tutti q11csti giudri fossao sistemati. Ma non bllsta. Nrl 1919 pi1ì. di untomila connmisti, in 11109gioran:;(I rbrei, eomf'(1g11i di Bekl Kun (Abrle Kohn), f1199i. rono in Ro1110t1ia,e ,-rt 1920, d11rm1tc la guerra russo-polacca, 1'10lti rbrei chinr.-ro il f!Msoggio per tol(I fug" lltlrai:crso il territorio della Busarabio; questo e passaggio :t si trasformò f'oì in rcsidcn:o stabifr, quando rssi t!idrro chr il campo ""' propi:;io ai loro "!fori. Infine ,icl IQJ3, dopo l'avvento di flitlcr al potrrr, allr"i ancom offl11irono ticl fertile paese romr,no. Orbcnr, nel 1930 si fcct' un crnsimt>nto dire.Ilo da 11n ro• mrno, mo csrguito do solrrti /11n::io11ari rbrei, in cui ris1tltò cl1t' essi ("rena- i11 numno di 725,318. · icoli nd giornale Uni\'crsul del did,·l C<'ltSimento russo del 1()()8 prr '" BeJsarabia, ,ti quello austro-11n9(1rfro ('er fo 811co.·in11, 1a Tran• sil1'frnÌtl ('ropriu, la Crisci.lino, il Afor,m,ures e il Banato, di quello dr/ Vecchio R,•9,10 dt'l IQl2, e roggiunsr, tu lo Jtcsso tcrritorfo lo cifra di 884.8&) ebrei, con rina dif/ntn• :;11 i11 più di oltri· 1 50.000 individ"i sul u11simr11to ufficiale romt'no postrriort'.
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