~si~ il1111111 -~ 41i/~-- Prima di entrare nella e Commedia dell'Arte,, cioè nel nostro leatro popolare del Cinque e Seicento e nel teatro, il e ti!)O > del giudeo era già apparso nella letterahlra volgare e nella poesia popolare del XIV e XV ~olo da cui, appunto, i comici del• l'Arte lo trassero, · lniaui, nel Novellino (novella 73) e nel Decamerone (Gior• oata I, no\'ella III) il tipo è già tratteggialo, ed anche in alcune ovellt: del Sacchetti. Le canzonette che il pop0laris~imo canta.storie bolognese Giulio are Croce (l'autore del Bert.oldo) dette alla luce nella seconda tà del Cinquecento, volgarizzarono poi anoor più questa « {igura, la cui fisionomia fu prontaroente raccolta negli cs<:e• nari> del teatro istrionico. li rapimento e sacririzio dei bambini, la cerimonia della cir- 'cpncisioo~ e i riti della sinagoga, l'esercizio dell'usura e quello j:lel rivendugliolo e del rigattiere, furono le principali fra I~ caratteristiche del « tipo giudaico, che non tardò a divenire una • vera e propria_ e maschera>, munita di un dialetto o, meglio, di ~ un gl'"go speciale. • 0 Di tale gergo ci dà• una colorita i.dea Giulio Cesare Croce. tiella canzo11etta: « Rissa tremenda fra Mardocai e Badanai, con • • l (estino, colalione e musica, fatta da loro in segno di pace>. ~ • • ,i'traua di un dialogo di oltre cento versi ottonari fra due : i~·ud ·•, Mardocai e Badanai i'•quali lcticano per un papero. Il ., • prir o, qt essi, Mardocai, chiama gli amiCl in aiuto: • " "' • · Trattenil m~sser Abram, : I•*. Aiutetem &daam, .• • .. Non ma,,cher messer Elia. Soccorit rties.rerTobia, Dove sili Beniam.in.? Non fuuiti Neptalin, Ven~ via tMsser lsac, • 0 all' /\retino f:;E~2~~.lr O.:iol' 80((()(0 . d ,,, /\rte NontiretmmerBaruch U e Aiutetem Abacuc/i, (o mm ed lii Conùn« ""''"' Amc,, l Sarnuel non siti mos, a . . t " '.:Il Rom a Ch, tard<t mmer Molhan? d I ~ e U Stet in dret meutr Natlwn. '-e" ql U U Veni, via mmer Noè --~~~-~~~~=-~--------~~;~~;:~ Scompd via messer Mosè. Cinquant'anni fa, Olindo Guetrini, in una onografia t.u Giulio Cesare Croce, giustamente notava, parlando della citata canzonetta, come il dialetto strapazzato col quale Croce fa parlare i suoi ebrei, fosse conseTvato, con la tenacità della loro razza, dai giudei dimoranti a Bologna. 37
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