rato con ammirazione e riconosciuto CO· me la dimostrazione di una immensa, te• mibile potenza. Ciò detto bisogna continuare a preciiare la noslra e d~tinzione •· Noi dicia• mo dunque che le nazioni di razza aria• na, sono il punto di vista puramente bio• logico, corrono il più grave rischio, e specialmente quelle mediterranee. dal frammischiamento coi negroidi. Abbiamo visto poco tempo fa passeggiare per le vie della capitale una iagazza· bianca al braccio di un negro. Lei era bellissima; bionda, -alta, elegante. Lui apparle• neva alla specie più pericolosa; quella cioè dei negri europeizzati, con camicia candida, cra\'alta sgargiante, capelli un• ti, pettinali a pecorelle. Non sappiamo quali fossero i rapporti fra questo negro e questa italiana . .Ma uno spettacolo di tale genere, aMai frequente in Francia do,·e costituisce una prova di quella ro- ,·inosa decadenza che attraversano colà la razza e la nazione, è insopportabile 'in casa nostra. 18 Questo episodio ci riconduce nel ,·ero campo della difesa della razzs, In base ad esso noi pt:W1iamoammettere in modo definitivo il seguente principio: e Tulte le ra:.::e fo/eriori tendono a /rammi,. 1chiarsi con k ra:.:.e superi.ori•· Ciò, quando si realizza, equivale nient'altro che ad un annientamento: le razze inferiori infatti mescolate con quelle supe• riori non migliorano menomamente e per. dono il loro principium individuoticmU;' quelle superiori invece cadono nel dis• solvimento e muoiono. Nel punto primo della dichiarazione degli studiosi fasci• sti pubblicato l'anno 11corsosul problema della razza è dello che affermare che esistono e le razze umane non vuol dire a priori che esi.stono razze umane supe• riori o inferiori>. Ci pennelliamo notare che è venuto il momento di precisare meglio questo punto e di dire che ci SO· no delle razze che hanno creato la civiltà del mondo e altre che le hanno se• guite a più o meno grande di!tanz.a. La responsabilità delle une dinanzi alla sto• ria non è uguale a quella delle altre. Ciò è tanto più importante in materia di difesa razziale, in quanlo le razze infe• riori, come 8'è notato più sopra, len• dono a raggiungere quelle $Uperiori, non già nel caRJp0 in~Hettuale e .spirituale, ma soltanto col mezzo assai più facile del frammi&chiamento biologico. Gli ebrei si considerano razza supe• riorie a tutte le altre, si proclamano il e popolo eletto>,· e non vogliono fram• mischiarsi. Le razze, concl»dendo, muoiono in tre modi : 1) per decadenza .spontanea; 2) per frammischiamento; 3) pelChè ucci• se da forze estranee. li primo C880 .si verifica quando ha luogo la contrazione Jemogralìca: il secondo quando una fu. fione di razze diverse a1rnienta ditTeren• ziaiioni nobili"ime prodotte da millen• ni di 80fferem.e..di lotte e di conquiste: il terzo ad opera esclu~iva dell'azione giudaica. Quest'ultima per arrivare al suo scopo si serve di tutti i mezzi, i qua• li vanno dalla rivoluzione comun~ta alla guerra universale; ma Soprattutto si serve dei ptimi due modi, cioè del deperimento demografico, che si sforza di provocare con manovre 11i vario genere ie quali si &\'olgono sul piano morale e su quello materiale, e della fusione delle razze. QuC8t'ultimo è il punto che de- \'e essere consideralo con particolare at• 1enzione. Gli ebrei cioè, come tutti possono aver notato mettendosi in contatto con 'le loro idee e specialmente giudi• cando la loro propaganda di questi ul• timi tempi, sono e antirazzisti• per CC• cellenza. Però così facendo non intendono determinare il franunischiamento della propria razza con quella ariana; ciò ucciderebbe quest'ultima, ma ucciderebbe anche la loro. Essi ,•ogliono semplicemente produrre la fwWne degli ariani coi ru:groidi. Solo facendo cos.ì arri,•e• rebbero all'annientamento delle razze su· periori e all'a.s.servimento di tutti i popoli alla mafia di Israele, come hanno dichiarato apertamente i <Protocolli> dei Savi anziani di Sion. Ai tre pericoli suindicati bisogna con• frapporre: l'azione demografica, quella razziale e quella ant~roita. Ma quest'ultima deve svolgersi sopra un piano separato e non sulla bue di regole generali; .sì bene secondo il luogo e il mo• mento e come ·se si tratta.Me di combat• rere una guerra vera e propria. FRANCESCO SCARDAONI.
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