STRANI USI DI UNA FORTE RAZZA DEL L' IMPERO ][ Gi~ngerò vh·ono a nord-est di Gimma, nell'aspra zona montana confinante a e5l con l'Orno Bottego - il quale li se1,ara dal Guraghè e dal Cambatta - a nord col territorio di Saagià; a o,·est con quello di Jero, Oannabà, Cardi e Baso; a 1ud con la regione del Caro. L'area c05Ì delimitata, d'una aupcrficie approssimativa di 1200 chilomt:tri quadrali e una lungheua massima nord-sud di circa 160 chilometri, è fertilissima ed abitata fin ,·erso i 3000 metri. L'acces.so meno difficile ad eSM è da ovest, ove l'attenuarsi delle pendici pcrmettf' l'ucesa all'ahipiano di Fofa. Da ogni altro lato l'ingresso è arduo. sp«;ialntente da est ove una serie di ripidi COMO. ni n a cadere sulla destra dell'Omo. Tale separazione geografica dalle genti circon- ,·icine. Galla in 'gran parte mentre ~i IOnO Sidama, contribui a dare ai Giange• rò l'upctto di isola cinica sono il quale oggi si presentano. Fino alla nostra conquista si arrivava a f"ofa, capitale dei Giangcrò, con un miglia.io di abitanti, per due mulattiere principali, una deffe quali pasuva per Succu• rù e Nuba, l'altra per Kumbi e Dari. At• t~lmente vi si giunge per una camionale clic. 9Wbene a fondo naturale, è percorribile con qualunque tempo. Rari studiosi, però, visitarono in ogni epoca i Giangerò. Il primo Europeo recatoti fra ceei è il Gcauita Antonio Fernande.t che nel 1613 lu per alcuni giorni ospite del loro re. ne atudiò le u5anze e dwe che ne hanno e di così atraordina.rie che io .sarò aenu. fallo criticato per averle de&erille». Fra C6liC è la cHtrazione unilaterale di cui uri. trattato più avanti. Soltanto due a,e. coli e meuo dopo, un ahro viaggiatore:, il Borelli, cercò di visitare il Paese ma ne fu impedi 1 o dall'ostilità degli abitanti. Poche notizie dobbiamo al D'Abbadie e al Cecchi; posteriormente occone giungere al Cerulli per nere un contributo notevole all'illustruione scientifica dei Giang,e. ,ò. Su queste genti ho com1>iuto ricerche antropologiche ed etnografiche durante una mia mistione nell'Africa Orientale Italiana (dicembre 1938-maggio 1939). U. tribù. ha un'entità numerica piuttosto ragguardevole: dal recente censimento italiano risulterebbe composta di 13.793 individui. divisi i,. 7212 maschi e 6581 femmine. O,iamano sè stes!i Ye.mmamenIre Ye.m è il nome d1e danno alla regione e Yemsà alla lingua che parlano. Giangerò è invece un dispregiati,·o galla che in amharieo diviene .tingherò; in ambedue i casi col significato di e scimmie». Gli Yemrna asseriscono di aver ricevuto quel nomignolo perchè e ,,·ehi come scim• mie>- Non ultima cau~ di tale e<:<:eiion3le agilità .sarebbe il monorchidi11moartificiale che anche oggi c:on1raddi11tingue una buona parte di eui, mentre in antico ~mhra euere stato generale ad eccezione di chi vantava na.&citareale. Malsicure rimangono le origini del gruppo. Interessanti in proposito sono le dichiaruioni del balabàt Ghebremedìn Ababoghìbò, di ,..ngue reale. Con l'ausilio di una geologia scritta egli u,erisce che da diciassette generazioni la sua fa. miglia domina nel Paese. Capoetipite ne sarebbe alato un Tigrino, presunto figlio del gran Salomone, chiamato Z.ga, che giunto fra gH Yemm.a oc fu proclamato re. Con questo è solo detto, però, che da_pa• recchi &CCOli essi occupano il loro monta• no rifugio. Per i secoli precedenti ogni informazione sfuma nella leggenda ancor più delle affermazioni su Zaga: im·en• zione probabile dei preti copti per nobilitare la dinastia dei Giangerò dandole un'origine analoga a quella de.i Salorno• nidi d'Ahi.Minia. L. leggenda, comunque, indizia l'antichità di un regno gian• gerò di ignota fondazione. Le ultime vicende di es.so sono conosciute. Meno di due generuioni addietro a,·eva ampiena maggiore dell'attuale pcrchè giungeva fino ad Abalti e al Pie· colo Chibiè. Perdè terreno per gli usahi islam.ici fino a cadere sotto il controllo del sultano Abbagifar di Gimma che, in nome del egus,, grnemente depauperò il Paese. La popolazione di questo si considera comp0&ta di varie 11irpi1 in aggiunta ad alcune giudicate spregievoli, come gli Yirfo, fabbri, e i Fugà. conciapelli e va• sai. Non d~prezzano in\·ece il mettierc: di tessitore, a differenza delle popolazioni con cui sono a contatto. Un'importanza
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