lettuale e quindi barbara. I francesi vogliono per rifléssione lare proprio ciò che non hanno per natura. La loro natura li morta da quando ha ripiegalo nella rìflesaione della lir19ua !Citino:.Non sono romani e hanno coatruito un sistema rmlonale di riflessione romana, cominciando dalla loro lingua. La loro na.iione a quindi affidata alla ragione ed alla volontà. Vogliono essere romani. secondo ragione. Sono perciò fatti più d'll• lumina1a volontà che di natura. Quindi inlimamenle politici e non naturali, che è la la loro barbarie. Ess~ parlano di Roma, in nome e dal punto di vista di Roma. Ma il punto di vista di Roma ttslste in natura. E' vivo e viv'rò: finchè durerà il volgare latino. Noi soli parliamo ancora la lingua del Lazio. Quella stessa. Dalla quale nacquero il poema cattolko della nazione italiana &l'jm. moginazione di Giotto, Masaccio, Raflaello. Fin quando la parleremo. Dante e Michelangelo saranno vivi. Vivrà Roma e il punto di vista romano. La nOlltra filosofia n~ sono dunque l'idealìsmo e lo storicismo, ma. è soltanto · quello dolio nostra lingua viva; e tu puoi considerare quale stortura sia stata per noi confondere gli uni e l'altra, che è specialmente accaduto ne1 secondo cinquantennio dell'ottocento, e nei primi del novecento, coincidendo con la maggiore devmtazione della nostra lingua e deviazione poetica. Cetà ~ Lo studente G. B. Pacini ci ho s.crillo da 'Roma: A mio modesto parere, mi sembry contro nalura, pretendere che il giovane, perchè ta!e, sia subito in grado di agire senza curanj di chi lo J)l'ecedelte. EsaJtore lo gioventù in questo senso è, credo, molto dannoso per la società. 11giovane normale e forse ·ancor più se ben dotato, ricerca d'istinto n"egli anziani una guida ed ha per essi rispetto. Uno dei met.- zi usati in Russia, per scompaginare la società è s1a10 quello di creare uno stato di rivolta dei giovani verso i vecchi comin• dando nelle ste.sse fcuniglie. Questa pemlcìoscr tendenza di far credere al giovane che il mondo nasce con lui, è una delle tante mefitiche emanCJ2.ionldei vari Rabbi Josi con lanto di barba, che i ri• spettosissiml giovani alunni della steua razza hanno il compilo di diflondere, complice Il borghes•, elemo lilo-ebreo. In Germania appunlo per distruggere quealì pestiferi lumi retorici è prescritto ai giovani prima di entrare in circolaiione, di sotlomellersi ad una seria trafila di prove, fra cui lavorare la terra e prestare Il ser• vizio militare. Sliano accorti quindi I nostri giovani conno.iionoli, di non cadere in Insidie decrepite quanto lo aono gli ebrei e la loro nefasta mentalità dì criminali. Invece di nicchiare e di filoaolare all'ombra della Sinagoga, aenza saperlo, si scaldino e ~ndono fo~a dal nostro p,::aaoio che è gle>- rioso e non vile come quello dei J)ClKUsiti che troppo genet0$amente sopportiamo. Coal scrive Pacini. · Crediamo ch'99li abbia torto. Non è la giovlneua l"etò: omerica? Chi è più. capace d'illusione, COTOPacini, di sentimento d'onore, d'interesse diainterenato? Chi è più naturolmente por1ato del giovane a latti magnanimi? Quale età è più. lontana dalla lurberia. dall'arrivismo, dcd conere alla posizione? Da que-ste dePM't'mioni? I 9iovani, diceva f'ichte, non sappiano che i loto maggiori ai ailannano appresso all'utilità. Perché i giovani sono per natura im46 muni e poetici. Ci sono ragazzi depravati, per ooatituziono senile, e c'è l'educczione bo19hese, che li. deprava dall'infanzia; ma una ooa<1 è certa, la giovinezza della ne.- stra rmza; e quanto all'educczjone borghese, noi ce ne siamo sbarazzati. I nOSlti giovani sono educali allo militare, e questa educazione li mantiene a contatto della natura. I loro educatori aono !"antica 9ioventù. delle equadre, gente malura, sobria, indurita, genero$Q. I giovani imparano ad apprezzare all'a1fo pratico l'esperienza dei :oro educatori, l'età, e soprattuto a capire che la vecchiaia non è una questione dì annl, ma di animo. Vecchi lattanti e ".P.ar9olet1iantichi non hanno niente da vedere con la 9ioventù. . Si capisce che i giovani aia.no Insidiati dal filosofismo, dobbiamo capire che questo male à penetrato nelle midolle della lingua, e cosl i giovani l'assorbono e senza saperlo possono avvelenarsi; se non comprendiamo ciò, non comprendiamo nemmeno la ragie>- ne che gl'italiani siano insorti a squadre e abbiano ucciao la vecchiaia d'Italia, quella ~la, che non possiamo chiamare altro che borghese; ma non c'à da preoccuparsene. Sarò: proprio l"educa:r.ione naturale della gioventù. a lare che questa ritrovi con lo natura l'immagino.iione na:r.ionaie. Potei~ es.ser certi che so-rà questa gioventù naturale a ritrovare l'indole della lingua e .soddisfare l'infinito nostro bisogno di imbtagi• nare e parlare italiano. · Ed ora ascolliomo qualche osservazione direua d'un &duootore della gioventù.. B•mwdo B.rtoU9 ci. ha scritto da Bra (Cuneo) quanto segue : Bazzico Ira i giovani con funzioni di comando da quando ritomai sollo le armi per il servi:r.io di prima nomina; da allora non ho più. smesao e anche oggi continuo con i miei compiti di Istruttore Premilitare. di Comandante GJ.L, di Insegnante ecc. Stare tra quei e lavativi> che sanno cosi bene farti girare la le-sta; ma da cui spesso sprizzano liomme9giando atti di limpidissima genero<ò:, di CDaoluta dedizione e di squisita delfoo:tez:r.o, è per me unà secondo no, tura alla quale non saprei rinunciare. Capitai quindi che io cerchi tutto quanto possa servirmi per andare loro incontro e indirizzarli veno quell'unica strada che li por• terà ad enere, almeno spero, Italiani di Mussolini. Bene; dopo tutto questo, ti dico che è erratissima la risposta che bai dato a Dario Man-zini (ultimo numero). Che cosa ci sarebbe di speciale se li occupassi anche di spiritismo, religione, occultiamo, etica ecc.? Credi forse che tutto questo non abbia nulla a che vedere con la dllesa della rozza? Non ti aei aocorta quanta incomprensione esisla tra certi giovani malgrado tutto quanto si la per portarli a vivere In un ambiente superiore? E non penai a tutli coloro che cercano cui appoggiarsi per combattere lo: battaglia che combatti tu stessa? Hai l'onore e l'onere di euere unica nel tuo genere, guardano a te mollissimi giovani e non più giovani. Da te a.spettano una parola di aiuto o di conlorlo per la buona guerra che dovrà finire con lo sbes!iarci. con il purificarci da tutte le Impurezze che ai aono accumulate sulla nO#lra per3onalllò: attraverso i secoli da Roma od oggi, olla guisa di certi orribili stucchi sulle bellissime strutture di una chiesa classica. Avevi in principio Ire sole rubriche. Poi aggiungesti il questionario; ultlmomente Ja libreria. Dovrcf' aumentare ancora, assumere anche maggiori" propon:ioni. Come farai? e Arrangiati >. Non li mancheranno certamente i collaboratori che li aiuteranno a lare la luce intorno a te. Noi non possiamo darli la nostra collabormione; noi aspelliamo il tuo oiulo. Aapelliamo: la presto. Con !"occasione li chiedo che cosa ne pensi di quei romanzucd, per bambini, che escono sotto forma ~i lascicolt con mollissime illuslrazioni orripilanti e poche didascalie magari sgrammaticate ma non meno or, :;pilanti delle illustrazioni. Mi JX]re tutta roba di gu.sto eoce•sivamenle americano. Uno di questi romanzi mi è venuto tra le mani. Si intitola e Ulceda >, Ed. Anonimll Periodici Italiani Milano. In tre fascicoli al svolgono le avventure di un giovane italiano il quale riesce poi a sposare la belli.Jsima Ulceda. figlia di un capo tribò pellerossa e, naluralmente, pellet0$sa ella stesso, dalla testa ai P)ledi. Si sposano secondo il rito pellerossa. Me la saluti tu la difesa della razza? Caro Ber1ello, il nostro parere? te lo puoi immaginare. E quan1o all"orro:ngiarcl, ricor. dati che noi conliamo sulle: collaborazione dei co.merati, e sulla tua, che hai un bel campo d'osservazione e d'Hporien-za, ed hai da dir& cose sentite dal vero. Tieni però presente che di spiritismo, reli9ione, occultismo ed elica, noi non ci occupiamo, se non per quanto rientrano nella religione cattolica, e che non li consideriamo altrimenti che da cattolici. lJdnio Glori ci ha mandato da Roma uno scriUo del quale pubblichiamo la primo parte e anzi solo il 'J:,i.ncipio, cioè : Teorico della democra-zia moderna, Edgard Quinet, in un capitolo delle sue Ri- "Yoluzionj d'Italia, lumeggia perché nel Cinquecento e l'Italia è la tomba dei fra.n• ceai. .. Quasi soltanto a loro s'indirizzava quel nome di bea-bari, che almeno mezza Italia non rivolse mai agl'imperioli >. Il perché lt dal Quinet riferito all'incapacità: francese di comprendere l'inconquiatabile nazionalità: italiana. In elletto. lt appunto dal Cinque-cento che la poJitica onglo-lrancese, le-sa o scindere la Gennania da Roma, a fomentme Il pro1estonteaimo • i principali protestanli contro i cattolici, a sfruttare i '()tjml per abbattere tutta la ·Germania nella Guen-a dei Trent'anni e aaservlre la Spagna e l'Italia, sfoma, con Thomas Hobbes e Renato Descanes, i filosofismi, che, scomponendo l'uomo in materia e .spirito, ne inventano la con1rapposizione e i problemi irresolubili di conciliare il malerialismo e lo spiritualismo, tradotti socialmente In individualismo e collettivismo. La Germania di Federico Il il Grande (1740.1786) studiò questo complesso culturale anglo-francese, che si appellava illumini.a.mo, ma Federico li soleva ripetere; se voleHi castigare una mia provincia, la dare1 a govemore o uno di tali Fil0906, Cosi principia lo seri.Ilo di Glori, e corri.sponde a ciò che abbiamo detto riguardo alla nazione francese. Il seguito è un po" troppo filosofico. Saremmo grati a Glori o lieti di pubblicarlo s'egli volesse scriverlo in modo più familiare e comune, e volesse • tener conio di ciò che abbiamo detto di una tramontala lilosofia tede&oa, e che Intendiamo quindi rileri10 anche a Kant. ~ a({,ali,i e, =~ Luigi Pauarelli, aludente liceale, ci ho mandato da Albanova (Napoli) questo scritlo: ' La ~ivolu:r.lone Francese fu guidata e aten:ata- da caporioni borghesi ed affaristi
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