questionario Jusik. studente armeno, che ha fatto il liceo al Coll99io Armeno di Venezia, Ci ha mandato da Milano questa importante let• !ero: sul fondamento aristotelico di Roma e del Fascismo. Jusik dice: Ho lelto con vivo interesse < Giochetti fi. losolici > nel vostro ullimo numero, riguardo lo scritto di Cioli. Ho percorso rapidamente tutti i questionari della vostra rivista e ho notato che era ki ptima volta chili veniva sollevata la questione. La quale è importantissima, e forse una delle più importanti di tulle quelle che concernono la formazione dello spirito della gioventù: quella dell'insegnamento della filosofia negli istituti superiori, e specialmente dei principiì che informano quest'inseçno:mento. lo sono armeno, ed ho 10110 il liceo al Collegio Armeno di Venezia (il quale è del Ntsto parilicato con quelli itolioni}, e non ho quindi studiato filosofia in un istituto superiore del Reono, cioè, non in quanlo al programma, ma riguardo alla base, e sono petlet1Clf'l1en1econvinto che, a buon lume di logica, l'unioa li!osofìa aceellabile è quella aristotelica, o se si preferisce, quella neo. aristotelica, e che tutta la filoeolio, da Cartesio in poi, non è che il susseguirsi inesorabile d'una deviazione e d'un errore spedtico. Voi avete In proposito ben chiarito Cartesio e tulio il suo ra-iionalismo, ma non siete risaliti ai giorni nostri. Eppure materialismo e idealismo, Marx e Kant, Leibni~ e Bergson nascono proprio univocomente da Cartesio e dal suo errore razionalistico. Peraò, ripeto. non avendo frequentato un lice-o Italiano, non ho potulo constatare di fatto questa questione. Ma ho sempre avuto l'impresalone che ai miei co:merati italiani gj inseona.sse la e storia della filosolia >, e non e filosoJia >. Che si dicuu loro: e questo è Spino-za. e ha detto questo e quest'o:Jtro: questo t Heghel, e tale è la sua dottrina>, senza dir loro quale dottrina IOMe errata e quale giusta. In poche parole, qi;iale ioue la ·.-eritò.. Ed io, nello studiare la dottrina politica e la mistica del fascismo, ho notato che esisteva una profonda divergenza tra il pensiero ,del Duce. per es., e quello suJ quale si plasmava la personalità dei miei amici, e mi sono trovcito a discutere con pareççhi di essi, e quasi sempre essi ho:nno dovuto abdicare il loro credo fascista per poter sostenere ancora la loro dottrina filosolica, più o meno id&aiista. lo ragiono press'a poco coel: se la lìlosolia non ci impartisce- un'istruzione tonda, mentalmente elica, co:pace cioè di distin• guere il Bene dal Male, la Verilò: do:JJ'Errore, e dì fissare i termini intocoabili della realtà, non può esisteT6 vera lode, sia religiosa che politica. Se non riusciamo ad avere la cer• tena assoluta di essere nel vero, e ci lo• scioamo tentme dal pensiero che un po' di verilà alberghi anche nelle cuvomentcnioni di chi ragiona in maniera diametrale alla nostra. veniamo a perdere qualsiasi lormo di cosaenza. Giungia:no a dire per esempio: il socialismo, o H darwinismo, o l'intern<nionolismo aroulsta sono errali, ma potrebbe darai fossero veri. E invece- la dot• Irina fascista non ammette mezzi termini è totalitario, e investe l'uomo e la sua v'11a. esleriore ed inlerioro In tutte !e suo mani• lest<nioni unitariamente. Ecco P.(trchè Il fascismo, come Roma dalla quale è nato, è eterno, mentre è lugacissimo U comunismo che non richiedo che l'adesione ideologica necessariamente legata a fattori relotivistiC:. Ed io diC6vO ai miei amici italiani; voi negate l'esistenza d'una realtti vivente al difuori di voi, negate si posso aflermo:rft la tolale verità d'un fatto, dato che visto da voi si presento in una determinata maniero, e visto da un altro diverso: come potete dunque essere laaci;ti, e C'Ctttolici,e razzisti, se il mondo esteriore (e per ciò anche la raz. za, il popolo, la Patria), non è che un'illusione dei vostri sensi o una Cr$0ZiOne del vostro pensiero? Vi pregherei di voler chlarire questa questione, non tanto pe,r me, che sono convinto che la mia fede fascista e co:ttolico: non può. coesistere occo:nto ad un idealismo più o meno post-kantiano. ma perchè dall'insegna. mento della lilosolìo: dipende la costruzione della mentalità e dello spirito dei giovani, perchè dalla Hlosolia come la si insegna oggi non pl.lò nascere che lo scetticismo, che è a9H antipodi del nostro credo religioso e politico. Vorrei spe,rare che benchè :;traniero, mi concedeste ospilalità nella vostra rubrico:, e vi dico di tener duro sulle vostre, sulle «nostre> idee, perchè do esse e di esse si deve formare lo nuova gioventù lasciata. Cosi dice Jusik. Egli appartiene alla civillà classica. Siamo Jieli della sua collaborazione. Lo ringro• ziamo. Non è il caso di preo«UJXlf'Si dell'insegnamento filosofico, se non perchè è capace d~ farci ammalare. Ricordiamoci di quello che dice Vico : che la sa9,enza di Platone era già luUa piovuta nel petto di Omero. A che serve dunque l'insegnamento dei fi. loaofi? Jusik è aristotelico, perchè ha nel sangue la civiltà da.ssica. L<J no:h,ml lo ha guidalo. Avrebbe potuto esser deviato datl'educcnione? E' più che possibile. Ci6 deve larci seriamente pensare. Perb la natura è magnanima e la ragione è piccola. La na• tura non è un uccellino domestico da restare in gabbia. E' destinata a rompere le gabbiette razionali. Ora, co:ro Jusik, ci6 che vediamo risorgere dalle visceri dell'Italia, è la nalura magnanima. Ouosta gulder6, non lo stomaco guasto o il flato cauivo dolio cultura Jilosofica, ma la gioventù italiana a ritrovare Aristotile. ~,i.a,~~ Ma.rio Groeai ci ha mandato da Genova il seguente scritto, col quale esamina alcuni punti fondamentali della questione di razza o civil!ò, mettendo a paragone i tedeschi e noi. Egli dice; Per me - e non so se riesco a vedere bene - il razzismo italiano ha molti punti di contatto con quello tedesco in quanto l'uno e l'altro esaltano il proprio sangue !attore di civiltà e di gronde-ua, ma non si identilicono awunto per la differente compoa:izione delle due razze. E' noto, infatti. che pur vantando una comune origino ariana, Italiani e Tedeschi sono costituìli da mescolan-io diverse dei differenti ceppi arii e soprattutto di ·nordici, dinarid, alpini mediterr<mei. Ma in Germanio: si tende a sopravvalutare l'elemento nordico - che si vorrebbe vantare puro ariano - mentre In Italia s1 oppone l'importanza. storico: di una civiltà millenaria determinata dal connubio nordico mediterraneo. Ed è curioso notare come nella steua Germania tale realtò storico Italiana non fu negata o:n. che se si tentarono spiegazioni non sempre chiare. Gobineau, quando volle fissare in . un quadro di grande efficacia artistica uno di quei P.9riodi di, splendore della ciriltà umano che sono appunlo i rivelatori delle grandi razze, descrisse il Rinascimento Italiano. e i suoi eersonaggi lurono Savonarola. Leonardo, Machiavelli, Michelangiolo. Rallaello. E sulla sua traccia ribadirono concelti analoghi Chomberlain, Wollmann e un po' tulli i grandi divulgatori del rauismo. Questi ultimi però - a mio parere - sopravvalutarono conlro ogni evidenza l'inllusso nordico, me-ntre è ben chiaro che i più grandi italiani' come del resto i più grandi tedeschi, hanno caratteri misti in cui prevalo a,:sai spesso il nordico mediter- =oo. Si dovrebbe OJIZi precisare che nessuna civiltà: è prodotto esclusivo dei Nordici. Gobineau, teste non sospetto. ne è il più convinto <Dsertore·. Parlando della civillà ellenica egli alfermava che ~ Nord della Grecia (in prevalenza nordico) foml Mmpre al mezi.oqiomo i auoi soldati mi9liori, i più intrepidi, i pi\l num•roai ... ma n.!,ente (11'1-ti, Di.site KU.ltori, nieo.~ pittori. oratori, pooti, niente atorici celebri. E cond.udeva precisando il fatto universalmente nojo che i grandi GrOCi fiorirono nel mezzogiorno (nordico mediterraneo) e cioè nella penisola ellenica. al disotto della Beoziq, nelle isole dell'Egeo, nell'Asia Minore, In Sicilia, nell'Italia Meridionale. E trovava una conferma di ciò anche nei poemi omerici. Achille, Jiglio del Re dei Mirmidoni, è un Tessalo biondo e roppresenta il puro nordico, forte, con:19giòso, dotato di tutte le virtù guerriote, mentre Ulisse è un isolano itacense dalla barba nero e dai capelli biondi, cioè un nordico meditemmeo valorooo, ma an~,. astuto, intelli9ente, arti.sto:. Del resto la c viltò germanica s'inizia con Il contatto e con il connubio con genti medilemmee. Goethe, che è il suo più vmto genio, ha marcati infiussi mediterranei. Certo la somiglianza delle due grandi stirpi è molto aensibile quando si esaminino caratteri fondamentali, come l'indice cefalico piultosto che Il colore dei capelli o degli occhi più facili a subiTe modificazioni ambien1ali. Il Sergi giunge alla conduslono che le due razze non sarebbero che rami di 43
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