La Difesa della Razza - anno II - n. 20 - 20 agosto 1939

~ ' ' '~ •:,.-~. <-.?Il~~ iw ··,'#O 1\ //011~, UL Dscorrcndo un giorno con un grecista di grido, che era in vena per puticolari circostanze, di parlare più dei solito della propria attività, lo sentii, a un certo gunto, spinto dalla foga del discorso, uscire nella seguente af. ferm.u:ione. « La conoscenza del greco » egli disse « ha per noi un van- .taggio su quella del lati. no : la prima ci conduce ad una letteratura prolond2 e sensibile assai affine, per questo, al gusto dei moderni; la seconda, ad una letteratura troppo infarcita d'interessi pratici, troppo legata alla ,•ita, e quindi lontana dal nostro gusto. Se il mondo moderno, specialmente ncll'uhimo secolo, si è staccato dalle letterature antiche, la colpa di qunto dC\'C attribuirsi soprattutto a.I latino J>. Rimasi un po' sorpreso da tale affermazione: ma ritornandoci in seguito con maggiore caJma e ricollegandola con altri discorsi, con altre letture, con altre affermazioni, nelle quaJi, prima e dopo, m'era capitato d'imbattermi, mt resi conto che, quanto"avevo asco!. tato una volta dal mio grecista, non costituiva un caso isolato : ma apparteneva ad un'opinione diffusa, nella. cerchia. dei cultori degli studii classici. Una volta le cose si ponevano in altro modo: si studiava la lctt:entura greca, :,,nche più profondamente e più amo. rosamcnte di adesso: ma si amava vederla in un modo natura.le, cioè appunto per cercarvi quella rispondenz.a con la nostra vita, quella consonanz.a coi nostri valori morali, che inv«e, secondo l'opinione accennata, costituirebbe un difetto. Si studiava il greco, per poter leggere Omero, Pindaro, Eschilo, Sofocle. Non era solo una ricerca di sensibilità, un bisogno estetico. Ora, siamo ili punto che questo viene considerato un difetto; sopratutto poi nella letteratura latina. Come ho detto in principio, C: questo anzi, l'argomento che statuirebbe, per essa, una pretesa inferiorità, Ora il bello è che, onde fondare questo argomento, si è, da alcuni dei moderni grecisti, creato questo <'<luivoco: scambiando tra di loro Lingua e nazione, si sono considerati greci tutti quegli scrittori che nell'antichità adopera.vano il greco: scnu più guardare a quale rana e a quaJe terra appartenessero: se alla Grecia e alle isole, abitate da arii, o per esempio alla Siria abitat:t da sentiti: che, se ebbe :1.nch'ess.ascrittori di lingua greca, noo per qucsto di greci si può per tsSa. parla.re. E' una moda di derivazione francese, la qu1le, diffusa oggi d:,,ppcrtutro, ha soprattutto questo vantaggio: che, C$SClldO dotati quegli antichi scrittori semiti, di un ca..rattett molto divttSO da quello dei veri greci, ed essendo la loro letteratura a.Hatto priva delle ispirazioni, eroiche e civili, proprie del c-ara.ttercgreco, ma tendendo invece ad un genere immaginifico, \'Uoto e spesso lezioso, oppure, in altri asi, aridamente logico : solo questo genere asiatico, una volta meno stimato, viene a tro- ,•arsi in piena consonanza con gli a.spetti della odierna letteratut1. francese, La quale come si sa, è, per non piccola parte, nei nos1n tempi, asiatica. Dunque, spostato, in quesl.t direzione l'interesse dei grecisti; e condottili, scnu che se ne accorgessero, proprio .i.Ipunto di vista che più s'addice agli odierni francesi, era naturale poi, come succede in tutti i movimenti, che questa spinta non conoscesse più limiti, sicchè, dimenticando persino Omero, Pindaro, Eschilo e Sofocle, rutti si concentrassero, per esempio, intorno al siriaco Meleagro; e im·«e delle battaglie, o delle gare d'Olimpia, ricercas, scro gli amori « del bell'lsraelita », descrivessero àietro le orme di questo scrittore, i postriboli di Tiro, e ci illumjnassero sul fascino particolare delle etere siriache. Una volta il filosofo loro preferito era Platone; oggi, naturalmente, Epicuro; nè esitano, taluni di essi, a scrivere- nelle loro riviste che l'edizione critica dei frammenti di Epicuro sarà la. più grande gloria che possano attendersi le lettere italiane. A tutte queste cose scn·e ad essi lo studio del greco; od anche per !arei conoscere se le ragazze di Cos avessero più attntttive di quelle di Biblo; le italiche deUe egiziane; o quelle della Fenicia, delle aJte e bionde donne dei Persi. . ·Questo, come sì vede,~ un rega.lo della Francia.; al quaJe non

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==