vivere, al di fuori ddla tribù, una vita individuale alla quale non è in alcun modo prcpattlo lo porta & compiere «cc:ui perniciosi tanto pct lu.i che per la Pot~ colonin&tri«. I centri di maggiori modilicutOni sono le cit11 e le regioni illdwtriali e-, principalmente, i Cffllri minerari ddl"Africa del Sud. Lc-•miniere del Wi1watergrand hanno ocruparo in questi ultimi anni una media di 200.000 indigffli. Sicrome gli operai non lavorano cM per un ~ riodo determinalo e quindi ritornano ai loro vii. laggi, ne viffle di ron.segumu un movimc-nto migratorio continuo. Essi sono giovani che si Jpo5C'ranno btn priesto o sposati da poco. Le-donne si trovano quindi per periodi più o .meno hmghi abbandonate a K" St~.se. Non è raro il ca.so ddl"uomo che la,c:ia la donna nell'i~ e-non si occupa di le-i che quando, dopo lungo aucodcre, ella ha strct:10 nuove ,e. lu.ioni. Egli spcra allora di otiiencre dal nuovo marilo un compc-nso per il danno subito. In conscgucou di questo stato di cose i cam• pi non ,ono più bt1l coltivati, il bestiame non è cuuto, i bambini abbandon.ui. In alcunì distretti ddl'Africa del Sud si conta fino al }O pcr cento degli uomini continwmente assenti. Ne-I Basutoland, durante gli ultimi trc-n• fanni, il sessanta pcr cento degli uomini validi ha lavorato ogni anno nelle miniere. E" evidente che simile- stato di cosenon è favorevole ad un graduale sviluppo della vita sociale indigena e- conduce fat2lmN1tc ad u.na diminu:tione di na,<:ite. Nei cmtri di lavoro gli uomini - per concorde :1ffc-rmnionc di tutti gli studiosi che si sono in1ernsati dc-I problema - hanno appreso a godere di una liberti individuale di movimcn• ti rnt' nel viJlaggìo non è n(ppute pensabile e che minaccia di rompere tutti i legami ck.ll'uoità comune. Hanno fatto l'abitudin( a piaceri che nel villag&io n0n .pouono pagarsi M, d"a\uondc, trovare-. . , ' A •:'lt Attratto dalle prom .... d.-Qli hlg:CMJgio:tori. il neqro lascia il -rillaggio • ei reca nelle mini•,. 9•tite da9li 1D9..1 i. (Queste loto9rolie sono tratte dal!'« 11\ustrirte Zeitun9 • di Berlino) L'ing~r• all'opera: cliM9nl con kmtaatiei mira99i, larg-be promeue, ashiti imknimeati ... 20 Il la\'oro, presso il bianco. è pc-now, ma eia• sruoo è padrone di sè stesso durante le ore di riposo. e le di,tra:tioni non nunC'2/IO. C.OSicchè una volta ricntniti nei ranghi della tribù gli uomini lroYano pesante dovc,-si piega~ agli ordi. ni del capo e alle necessità della vita io comune. La fede religiosa tradizionale ~ perduta. SC"nu che ne abbiano acquis121aiun·attrai superiore, e- il prender parte a riti e cerimonie divenuti Knz:a significato costituisce una noia. In poche parole la vita della tribù appare angusta e vecchia e nffluno desidc.ra tornuc ad essa. Eppure nella maggior parte dc.i cui quc,- sca è una necmità perchè il dmaro guada.gnato nella miniera del Sud Africa o nella piantagione del Qtfflia è presto speso; Il nero per lo più vi compera mercanzie da regalare ai paren1i e a81i •miei per farsi ammiruc- e- rispettare. La somma sfuma in qualche seuimana o mc,c cosicchènon è raro il caso di un operaio che chifflt' a_ll'agcnte di 1cclut2mCnto della mano d'opera un anticipo sul cootutto fucuro. Un grande pericolo del l:1voro migra1orio con. siste nel fano che l'uomo può portare daJ centro del l■ Yoro germi di malattie infcuivc e diffon• derli nel suo villasg_io.• Le coDdizioni di vita e di alimcntnìone nei centri urbani e in quelli minerari non sono poi, per gli operai indigeni, molto più elevale di quelle dc-I villaggio. Tuili sanno quale pericolo per J"igic-ncrapprcscn1ioo gli aB&-lomtrati di capanne dc-i quartieri indigeni cittadini e come il lavor11ore, avulso dal suo ambiente na1wale, ridono nella peggiore situazione di proletario isolato, si 1rovi talora senza lavoro e si nutrisca quindi in maniera saltuaria e dcficicnt~. U dove la dctrib;ilizza:r.ione ha progedito al punto che la coesione fra indigeni è complcta- ~I~ scomparsa C'd essi $000 divenuti Kmplici ind1Y1dualid come i bianchi è naturale che aspi• rino ad un'C'ducnione ugu.1.le a quella dc-i bianchi che- imparano ad odiare pur ammirandone la civilcà. Il parado"° è facile a comprendersi. La ciYillà, per quanto primordiak·, nera, è in pcui cd è impossibile tornare 2d cm. Se dun<iue Bli indig(ni !Ottano per l'niJten:u con• tro i bianchi dC"-ono misurarsi concro dj loro con le stesse umi, A qu.cs10 scopo aspirano alle conosccn:tc cd ~bilità europee che dànno aJ bianco la superiorità. Ora è vero che l'indigcno ha migliorato i mc• todi di lavoro perchè venuto in contatto con la civiltà bianca, ma questo appunto sw.cita in lui il desiderio di un maggior progrnso «onomico e s,ocialc. e· diffiOlc affermare che la s.icuuione ~I nero nell'Africa dcl·Sud e llClle colonie inglesi in genere-. sia soddisfacente-. magiori le sue possibilità di vita e il livello di civiltà supcriort' che nelle altre regioni del Continente. Più del• l'OCtanu pcr cento della popolazione indiaem ~ dd tutto analfabeta e dei ragani in g.r■ do di frequentare le scuole soltanto il n% lo può fuc. Mili in, un africano del Sud, scrive: • Il rolono indigeno è il più urt'llato di tulli, staccato dalla vita della tribù e non putecipc e neppure raggiunto da influcme civiliuat.rici •· Il professore- Mac Millan condividt' l"opi. nione che « gli indigeni dcli" Unione pr~i globalmente rappr(SC'fltino una comunilà che si trascina al più basso tenore della 5C'fflpl.ice ffi. stenza •· Gli stessi cspctti inalcsi ricoooscono che la si1uazione della popolazione indigcna dell'Unione ha pcuiorato negli ultimi anni. Nessuno .può SO$tmere che gli indigeni, nel Sud Africa. nel Transvaal. nel &sutol■nd, nel Chcnia, siano stati trattati con liberalità nella riparli1.ione ddle terre, nel pagamento del lavoro effettualo, nel far loro g,:,dcfc le possìbilità di progresso. Questo perchi la coloni:tu:tionc bt-icannica non si propone altro scopo che lo sfruuunen-
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