La Difesa della Razza - anno II - n. 20 - 20 agosto 1939

52 P.4.Gl B DM\fflQff tJilf.alQ: INTERLANDI StlENZA•DKUNINTIZIO POI.END• 0111\TIONA• L.1

ANNO Il· N. 20 ·soMMARIO 20 AGOSTO XVII SCIENZA LIDIO CIPRIANh STRANI USI DI UNA F'ORTERAZZA DELL'IMPERO I GIANGERO; VINCENZO DE AGAZIO: ATTRAZIONE MATRIMOl~IALE E PUREZZA DI RA~Z,\ GIUSEPPE LUCIDI: TERRA E RAZZA GUIDO LANORA: STUDIOSI AMER:CANI DI PROBLEMI RAZZIALI. DOCUMENTAZIONE C. GENCAREUJ: L ALBANIA E IL SUO POPOLO; EUGE· NIO DE ALOISIO: GLI A!NU', GIOVANNI SAVELLI: SCRITTORI GIUDEI ARNOLDO ZWEIG. POLEMICA NICOLA MARCHITTO: GLI EBREI NELL'AF'RICA FRANCESE; ANTONIO PETRUCCI: IL FALLIMENTO DELLA COLONIZZAZIONE INGLESE IN AFRICA, ARMANDO TOSTI: FORMAZIONE NEOGIUOAICA DELLA BORGHESIA: CARLO BARDUZZJ: I GIUDEI E LE QUATTRO INTERNAZIONALI; G. DEU'ISOLA: IL SEMITISMO E GLI STUDI CLASSICI; WIW NIX: IL RAZIONALISMO CARTESIANO CONTRO LA CULTURA ANTICA. PENSIERI DI LEOPARDI: UOMO E NON FILOSOFO. QUESTIONARIO L ARISTOT[LICO FASCIO DI ROMA. GERMANIA r HOMA PEHCHE' ROMA E· UNA. L'ETA' OMERICA, LA VOCE f,! SJON; CARDUCCI; IL PATTO DI LONDRA ecc IL RAZZISMO IN LIBRERIA I MANOSCRITTI ANCHE SE NON. PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICDI ELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANO INROMA - PIAZZACOLONNA /PORTICIDI VEIOI• TELEFONO67737• 62880 ~ ~ ALSOJODICHE ARSENICALI E SOLFOROSE CLORURATO SODICHE E MAGNESIACHE . 1~ 1~ MALATCTIHEESICURANAOLLAFRATTA ~~::/~"! r,:~~~:.a:~~t~ic".'~hbj~ (G~;~~ ! l::::1~~ 1 :b·.!1::: 1 :r: ::~!I.:,. :'c·~:r~e .. !!~ ·mf~'i'rr!:~r.-:\· ,r:,~~ 1r";."~'1 :::,!!;i:~/: perlottltl • biti di v•rld e di flebltl • Adeniti · llnf•ll1mo Adenoidismo• Afler.lonl croniche delle vie resplretorle (e1du• •• le forme tubercol•rl) • A1m• bronchlole , Cot•rrl cronici dello1tomeco e dell'lnte1tlno. lntorocolltl • C•t•rrl cronici del lo vie blllorl e dolla colflfollaa • Clrroli a parie• noi periodo lnlllole • Alfollonl croniche dall'•pparato 9enll•ladalladonn• SU.llONfJfttO'ilARIE01 fotllMPOl'Oll O DIFORll SUI.I.A UNU 90l00Nl·.ulCONl ~_doAui.~, Stni!le diConiti, CNfOltllCNUSfNA lo,Mil ~i,I OIIEZION[ SIINITAIIA E SCllNllflCA, Prof. 0ott. Yr.. COMEL DELLAR. UNIVERSITÀ01 MILANO (Perinformaziorni ìwolgeraslilaSedeinGenov•aConoA.Podestà2.1

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LADIFES! DEW I Il ANNO Il · NUMERO 20 20 AGOSTO 1939. XVII 'lètCtl IL S & IL 20 01 OCNI MKIUI: U/'11 NUMlll•O 11:P.t.•.t.TO LI&& J ... BOl'l'AJIICl'IITO ANNUO Ll&E 20 .t.9&C)l'U,MI l'ITO IUUU:STILU~ • 12 l,ITE&O IL DOPPIO Dire11ore: TELESIO INTERLANDI Con1iu1to di redas.ione: pror. doli. CUIDO LANDRA pro(. don. LI DIO Cl PRIANI • dou. LEONE .~llANZI dou, ltARCELLO RICCI • dou. LINO BUSINCO Se1retulo di redaaione, CIORCIO ALMIRANTE SCIENZ4.•DOCUUENT4ZIO POLEUIC4. • OUESTIONi\WO BERSAGLIERIALLEGRANDI ESERCITAZIONIDELi'ANNO XVII ~

STRANI USI DI UNA FORTE RAZZA DEL L' IMPERO ][ Gi~ngerò vh·ono a nord-est di Gimma, nell'aspra zona montana confinante a e5l con l'Orno Bottego - il quale li se1,ara dal Guraghè e dal Cambatta - a nord col territorio di Saagià; a o,·est con quello di Jero, Oannabà, Cardi e Baso; a 1ud con la regione del Caro. L'area c05Ì delimitata, d'una aupcrficie approssimativa di 1200 chilomt:tri quadrali e una lungheua massima nord-sud di circa 160 chilometri, è fertilissima ed abitata fin ,·erso i 3000 metri. L'acces.so meno difficile ad eSM è da ovest, ove l'attenuarsi delle pendici pcrmettf' l'ucesa all'ahipiano di Fofa. Da ogni altro lato l'ingresso è arduo. sp«;ialntente da est ove una serie di ripidi COMO. ni n a cadere sulla destra dell'Omo. Tale separazione geografica dalle genti circon- ,·icine. Galla in 'gran parte mentre ~i IOnO Sidama, contribui a dare ai Giange• rò l'upctto di isola cinica sono il quale oggi si presentano. Fino alla nostra conquista si arrivava a f"ofa, capitale dei Giangcrò, con un miglia.io di abitanti, per due mulattiere principali, una deffe quali pasuva per Succu• rù e Nuba, l'altra per Kumbi e Dari. At• t~lmente vi si giunge per una camionale clic. 9Wbene a fondo naturale, è percorribile con qualunque tempo. Rari studiosi, però, visitarono in ogni epoca i Giangerò. Il primo Europeo recatoti fra ceei è il Gcauita Antonio Fernande.t che nel 1613 lu per alcuni giorni ospite del loro re. ne atudiò le u5anze e dwe che ne hanno e di così atraordina.rie che io .sarò aenu. fallo criticato per averle de&erille». Fra C6liC è la cHtrazione unilaterale di cui uri. trattato più avanti. Soltanto due a,e. coli e meuo dopo, un ahro viaggiatore:, il Borelli, cercò di visitare il Paese ma ne fu impedi 1 o dall'ostilità degli abitanti. Poche notizie dobbiamo al D'Abbadie e al Cecchi; posteriormente occone giungere al Cerulli per nere un contributo notevole all'illustruione scientifica dei Giang,e. ,ò. Su queste genti ho com1>iuto ricerche antropologiche ed etnografiche durante una mia mistione nell'Africa Orientale Italiana (dicembre 1938-maggio 1939). U. tribù. ha un'entità numerica piuttosto ragguardevole: dal recente censimento italiano risulterebbe composta di 13.793 individui. divisi i,. 7212 maschi e 6581 femmine. O,iamano sè stes!i Ye.mmamenIre Ye.m è il nome d1e danno alla regione e Yemsà alla lingua che parlano. Giangerò è invece un dispregiati,·o galla che in amharieo diviene .tingherò; in ambedue i casi col significato di e scimmie». Gli Yemrna asseriscono di aver ricevuto quel nomignolo perchè e ,,·ehi come scim• mie>- Non ultima cau~ di tale e<:<:eiion3le agilità .sarebbe il monorchidi11moartificiale che anche oggi c:on1raddi11tingue una buona parte di eui, mentre in antico ~mhra euere stato generale ad eccezione di chi vantava na.&citareale. Malsicure rimangono le origini del gruppo. Interessanti in proposito sono le dichiaruioni del balabàt Ghebremedìn Ababoghìbò, di ,..ngue reale. Con l'ausilio di una geologia scritta egli u,erisce che da diciassette generazioni la sua fa. miglia domina nel Paese. Capoetipite ne sarebbe alato un Tigrino, presunto figlio del gran Salomone, chiamato Z.ga, che giunto fra gH Yemm.a oc fu proclamato re. Con questo è solo detto, però, che da_pa• recchi &CCOli essi occupano il loro monta• no rifugio. Per i secoli precedenti ogni informazione sfuma nella leggenda ancor più delle affermazioni su Zaga: im·en• zione probabile dei preti copti per nobilitare la dinastia dei Giangerò dandole un'origine analoga a quella de.i Salorno• nidi d'Ahi.Minia. L. leggenda, comunque, indizia l'antichità di un regno gian• gerò di ignota fondazione. Le ultime vicende di es.so sono conosciute. Meno di due generuioni addietro a,·eva ampiena maggiore dell'attuale pcrchè giungeva fino ad Abalti e al Pie· colo Chibiè. Perdè terreno per gli usahi islam.ici fino a cadere sotto il controllo del sultano Abbagifar di Gimma che, in nome del egus,, grnemente depauperò il Paese. La popolazione di questo si considera comp0&ta di varie 11irpi1 in aggiunta ad alcune giudicate spregievoli, come gli Yirfo, fabbri, e i Fugà. conciapelli e va• sai. Non d~prezzano in\·ece il mettierc: di tessitore, a differenza delle popolazioni con cui sono a contatto. Un'importanza

tutt• spec:i•le per eui ha la penon• dd re, che è ritenuta dh•ina. a somiglianza di quanto ritrovasi fra altre genti Sidama. Per qudta particolare natura egli è cuslO• dito da una speciale guardia la quale cura che ogni suo o.Ilo av,·enga teeondo determinate e rigide prncriiioni. Perfino parti del &uo corpo come l'occhio, la l~ta e la mano, o eue azioni quali il camminare e il mangiare. !IOnodesignale con parole speciali per distinzione dai comuni mortali. Applicare ad altri qualcuna di coteste parole è considt:ralo delitto di lesa maC$tà e, un 1cmpo, !)unito con la morie. Fino agli ultimi •nni la nomina del re era accompagnata da sacrifici urna• ni; così pure il suo cada,·ere si de1>0neva sopra un uomo vivo disteso nella 1omba. l'Jon do,·eva uscire mai di giorno dalla capanna afflnchè il suo sguardo non si incontrasse con quello dell'occhio-aole ,del Uio-Cielo e perchè. dicono i Giangerò, < è vietato a due soli di mostrarsi al mondo nel medesimo 1em1>0•· Ad ogni novilunio un uomo era aacrifieato alla divini1à, 1ul monte Bor Ama, per < la ulute del re• e affinchè lo aguardo di questi non perdesse i poteri magici. Costumanze tan• to barbare furono proibite dopo la COn• qulSla scioan:t e la com•erfione dei Ciangerò •I Cristianesimo monolìsit•. La tra· sformazionc, però, fu più che ahro nominale. Oggi. interrogati, ben pochi ti dichiarano cris1iani o musulmani, menlre la generalità ha consenalo il suo antico pa• ganesimo, alfine a quello di altre popolationi sidama, adorairici come loro del Dio-Cielo. 11 rispeno per il sovrano ha imposto fi.no ai nostri giorni l'es1irpuione del testicolo sinistro e il taglio ,dei capttzoli in tulli gli uomini. L'operazione è compiuta sui fanciulli, contemporaneamente, alla circoncisione, da un uomo della stir• pe Yirfo o dei fabbri. Dal rito. che ha luogo al quarantesimo giorno dalla nascita. 10110 esenti. bo detto, gli individui di sangue reale. Per tslirpare il testicolo si apre lo scroto a meuo di cinque brevi tagli radiali partenti da un punto comu• ne che corri.!J)Onde al polo inferiore del testicolo. La ferita è f)Oi la&eiata richiudere naturalmente. Al posto del parenchima: testicolare CM:iuo si forma col tempo una musa di tcs,uto connenivo, piuttosto molle :.I tatto, che conferisce appa· renu. di normalità al mutilato. Le. cicatrici <lei cinque tagli radiali e un leggero uvall1rn1ento nel loro punto di incontro. re:Mano vlSibili fino alla più tarda età. Può essere accennato qui che nelle li.e.mbine verso i cinque anni si pratica l'infibulnione ma non in dipendenu del rispelto reale. L'inleressante soprav,·h·enu fra i Gian• gerò di un CO!tume tanto di5eusso, e ;;, ogni caso raro, come il monorcbidismo rituale, merita delucidaiione. Al giorno d'oggi il fatto sembra ignoralo da ogni altro gruppo umano non solo dell'Eliopia ma dell'Arica intera. Non co,ì nel 1>as• salo. Oltre che della mia esperienza per· sonale mi ,·•lgo, per affermarlo, di un accurato studio del Lagercranlz sulla diffusione e presunta pro,·enienu exlraafricana del fcnommo stesso. Nella \'ecchia etnografia fu fam~a la contro,·ers.ia intorno al monorchidismo dei Boscimani e degli Ottentotti. Dopo aherne vicende si giunse alla quasi generale neguione del fenomeno. La disputa ~ facile a riusumeni. Le prime inform;a• 1.ioni sull'uso di asportare un. testicolo pro,ennero dal Sud-Africa relativamente 1tgli Ouentotti. La priorità della notizia fe.mbra spellare al von Herbert. recatosi nel 1626 nella regione del Capo. Secondo ahro viaggiatore del 1639, OolUM Gkm9ffl

............. ,on Mandel•lo, ai ragani otten1011i ,eni,a estirpato iJ testicolo Jir1is1ro. Nel 1653 ript.lè la cosa il Nicuhof ma per il testicolo de,iro, specificando che l'operazione era compiuta immediatamente dopo la nascita. Lo &tesso Herporl nel 1569. Sch~re.r, nel 1669, prtti.sò che alla detta mutilaz.ione ,·e.nivano sottoposti i ragani ollentoui di otto anni per ttn• derli più ,·eloci nella CON;a. Uguale motivuione fu ripetuta nel 1673 da Ten Rhyne1 nel 1685 da Tacbard e da altri fr3 cui von Béhing e De la U>ube.tt. Al motl\·o dato, O,ington. nel 1693 ne vide aggiunto un secondo: la limitazione del sowapopolamento. Nuove precisazioni raccolse il Leguat con due viaggi nel 1691 e 1698. Riferì come generale l'u.so delle madri ottentotte di distaccare con i denti il testicolo destro ai neonati e di mangiarlo. I fanciulli avrebbero do,·uto. poi. masticare tabacco mi.5to ad acqua di mare arfinchè, con la mutilai.ione ricevuta, acquistassero tale agililà da prendere le gazzelle alla cor&a. Non maggiori particolari dànno autori quali Cowley nel 1686 e ~-enbroe:k inlorno al 1700. Minule osscnuioni tuHa maniera di compiere l'operazione e sulle cerimonie che la eeguono riporta invece Kolb. [gli conferma l'estirpazione del testicolo sini.uro in tutti i gruppi ottentotti J)er moti,·i reli• gio,i, tanto radicati nella tribù da vietare trugressioni e da mettere in pericolo di vita, anche per l'UMrit. genf"raz.ione di gemelli, la donna che avesse contatto con uomo non debitamente operato. Gli scritti del Kolb sul monorchidismo divennero oggetto di dlSCuuione e infine di ironia come fantutici; Thunberg. però, nel 1770 parlò di nuovo del fenomeno buandoei au Kolb e Mue"·ell lo riconfermò con propri accertamenti. Per 1ua parte Spnrrn'8,n, nel 1783, lo negò reci.samente, insieme a Le Vailla11t; questi, nel 1790, dichiarò falH ogni us,en.ione di Kolb, pur ammettendo la ca.atruionc unilaterale fra i Ceissikwa ma tohanto come ~gno di&tintil'o di tribù. In un libro comparso nel 1806 Barrow ai mostra pure propenso a negare mentre rifcrilce l'u.!IOdei Conaqua di apin• gere a foru i teaticoli nella regione inguinale per e aumentare di ntlocili nella caccia>, acquistando così l'apparenz.a di castrati. Neuuna traccia della mutilazione fra gli Ottentotti riporta Fral8ch nel 1872; altribuisce aniì, contraddetto da Ankermann {1905), ogni detcràzione del pasuto ad equivoco do8 vulo al trovarsi di norma un letlicolo più in alto dell'altro. Oornan (1925) e Shapera (1930) insistono a loro volta nella negazione. A riguardo dei Boscimani fu rirerito (Truter, Sommtrville, von Luschan ed altri) che, per imitazione degli Ottentotti, appena alcuni individui ai sonoponevano alla castrazione unilaterale. L'Ebu:lter (1934) ammise la medesima cosa per gli antichi Damara. All'opposlo. Ellwbergcr e Thcal SO· atengono per gli'Ottentolti l'acquisto del monorchidl5mo dai Boscimani. E' inlereuante citare qui alcune 1upe~tizioni africane relati,·c al monorchidismo, anche M! non direllamcnte riguardanti l'e.tirpuione. Fra gli Scillùlc. ad tHmpio, il padre de,e per• i.onalmente usicurani della presenta dei due testicoli nel figlio appena nato; in caso di anomalia il piccolo è annegato (Seligman) perchè 1i presume dotato di poteri malefici. Identica credcnu ritro,·ui ha gli Anùak ed altri ilotiei. Pra!e> gli Acioli la soppreteione del neonato an·iene abbandonandolo nella fo. rata; qualora CMO riesca a sopravvhere gli è proibito di prender parte alle spedizioni di caccia e di guerra senza usare uno ipeciale amuleto. In particola~ con•idtraz.ione è im·ece tenuto il monorchidi,mo contenilo p~'"O alcuni @ruppi Nuer. Circa i --· già citati Scillùk, Seligman informa che gli stregoni jolyat sono in gran parte monorehici. Ciò aignilic,i che alcuni fanciulli, \"Olati alla morte a cau11&della loro imperfezione, si salvano e in ,•irtù dei loro poteri soprannaturali>. Non estra· nei a pregiudiii relativi alla presenza o meno dei testicoli, congenita o ~rtificialc. sono anche gli As.andè (fa·ans-Prit• ehard) e i Kikuyu (H0hne). Siccome oe$!1un'altra tri.bù africana sembra mostrare fatti del genere. si dC\·e ammettere che la sopravvivenza J>iù genuina del monorchidismo rituale trovui prcuo i Giangerò. Bencbè questi seguano il loro barbaro coslumc certa~nle da moltissimi IICCOli,oon ne 1ono rimasti in alcun modo menomati. Posso dirlo dopo a\'er osservalo almeno un migliaio di individui durante il mio viaggio nel loro Paese e a\'erne sottoposti 64 (52 muchi e 12 femm.ine) a minuta indagine &J1Lropometrica della quale riferirò io altra ocellione. Nonostante la dc.critta mutilaiione, i Giangerò ai sono mantenuti, difat Jna delle J)ÌÙ belle e forti razze dell'Impero. LIDIO CIPRIANI

ATTRAZIONE. MATRIMONIALE teno e 't'ia 't'IO a!n quasi all'mfi. nito. Tutto il auo euereètnco. munlcazione, de> ve locile. dove <blfìcile, ool mor.. do nteriore e I punti di oontolto non hanno dlra ossegnabl. le. I lenomenJ aodol.i dì com.bino. tlone aono feno,. meni di ecella. I quali guardati nelle loro mani• INtazionl num .. riel>. mO&ùGno dJ ~tarai HD'l· pre dalle leggi di probabllllà, dNunte dalla ipotHi di coal cn.M9nab1Je. Rodollo S.nini. a p,opoe.lto del tauori che c:ontribulacono alla CONione sodole, cosl ai esprime nel 1uo piccolo aureo libro e Principii di Demogrol!a> (Firenze, 1901): «Dalla Hmpllc. occculonole amicizia al partito politico o a.Ila setta .-.ligio.a, dall'auoda- :z:ionelelteraria o aden111ica alla lega di re- .sblen:r.o o al dub di d1Hrtimenlo, gli Individui ai sc.lgono, o Mn:r.a tcelta aderiacono istintivamente oli uni agli altri, In grcnio di ~r1• aomiglianze di carotieri alte a destare 1impatio., nel senao ph~ lato d.lla parola. Oro d6 che tiene unila lo aode«I • li fatto che ognt Individuo pub appartene,. ad un tempo o tanti gruppi, quanti sono I coroueri fisici, mentali. sociali per cui 11 auomlglia od altri individui • da oltti 11 dlallngue. GioYCne Ugurerò tra t giovani, ortitta vi• •rà nel mondo p(D"licdore ~li artisti, ~ dente aimpatiner6 oon i lrotelli d1 lttde e c:osl Tia. Questi cin:oll ai inter.-cano nel modo plò vario; ma quant& volle an1vìamo ad isolare qualcuno del caratteri In questione, ouerviamo all'interno di. daacun gruppo ('(lime un al.ttema di relmion! ecc.- %ionalmente atti••· 0.ntto il proprio on.i~ po I toggenl hanno cc:i.cienza di atcunchlt. da cui IOJ'IO attrottl; agi.cono di conHrva per gli lnlereui comuni, al limitano nel gu• sii, autodiscono ltadl:r.ionl loro proprie, ri• cerccrno la ll)Utua coml)Qgnia, anche la com• pogniQ per tutta la Tlta. dwt lt il matrimonio. Tro 91i indMdul di un gruppo • quelli di un allro qu .. le relazioni non CM.ano già, mo al rlla$1onq, diminuiscono di fre. quenza. O.I nuclei par. ,ùcolari della aoc:ie1à determinotial per le varie alllnllli: degli ln. diTidui compoUna IOQO: ooppia di rurali italkrnl La panmb.la non • dunque mal perfetla in tu.ti. le diN-Zionl dello aocietà umano. Fon. paichiche determinate attro9gono o respin90no 1'1ndiTiduo per certi rapporti verso un aecondo, per cerfaltrl verso un nenti. il tipo piO. 1mporta:nl• ~ la aoc:ietà coniugale, la lomi9lia. L'a1trcn.ione reciproca che porto al ma1rimonlo determinali lndi•ldul di un sesso con determinati individui de11·a1tro lt dovuta, come afferma G.Ma, a varl Jottori, in parte di Ol'dine e,conomk':l::Mlodali In porte d'ordine, dir.mo ooal sentimentale ed estetico. A. base di queat'ulllmi, che 11 riferiscono alla personaHtà palchica e llslca dei contraCoppia di monlcm<rrl ltolioni enti, atanno le affinlib del loro cara11erl Pii· cologid • morlofoglci, con■iderat! ala ain9olarm1nle che nel loro lnaieme (tlP' coatiluzlonall). La parte che spetta at fattort di vario g ... nere nella ac:elta .... uale umana • certa• mente molto •ariablle ed inoo■lante •• pertanto, solo l'indagine statiatica operante au 9randi ma,.ae, pub dire in proposito una parola sicura, come pure easa à capace, con metodi appropriati, di meltere In evidenza tendenze • dipendenze che altrimenti aarebbero mlK'OftOl;ciu1eo per lo meno non a~ preuale nella loro 9lusta enlitò. Lo atudio di queall krnorl, che lt In genetale lntereuo:n1e do! punto di vista demo9ralic:o, lo à poi molto, per quanto rlguorda le aflinhò morfologlche, dal punlo d1 vùla dei problemi della lraam.w.ione eredHaria dei <XD'Clttert,perch• non à poulbile 1tudiare il gro:do di dipendenza tnl le proprletò ao,-. maliche del genitori • del figli, HnlQ tener conto delle rela'Zionl che esistono fra I corollet1 llsld dei podri e delle madri (Genno). Benlni nel 1901 .-c:rivHo in propo&lto: era meraviglia che oJ rig\lOJ'do dello .e.ha matrimoniale mancano le notizie atte a 9ettar luce sulle preferenze o onersionl determinate da aomlgllanze o diuomigllanze di ccuatteri lisid. Neuun demogtafo, per quel che sappiamo, ha sp(nlo l'indiacrezione scientifica Uno a numerare le eoppie secondo che aono aaaortite fra &poli pi.O. o meno almili per magrezza o pinguedine, per vigore o gracilità, per bellei:za o brutteno. ecc. ecc. Fa ecc.aione U Gatton, che dal materiale de' au~ e Family records > ha trollo alcuni dati aulle oombinctdoni per atatura. per colore degli occhi e per lnclina:aionl arti■tlche, dati per6 non sempre aufliclenll per consenlire oonclu■ioni ■icure >. o

Coppia di conta<mi t.dHChl Bisogna arrivare al 1931 per trov(lro in un lavoro di Nioolaeff ampi elementi au tale problema, in parie nuovi, in parte riportati da Pecxrson, Rosinsl:i, Kretschmer. In Italia il primo ad occuparsi oon dati ort9lnali dì tale quistione à slato 'Genna, nel Congreno lnterncnionale per 91i studi suJla popolatione tenut03i a Roma nel 1931. Subilo dopo segui un lavoro di Uggà, e poi altri di Jucci e Amendola, GraJII.Benasai, Tomici, e Landau. In questi studi l'intensitò: della rassomi• glianza Ira marito e moglie à misurata, per i caratteri metrici, col c:oelllciente di oor.-e• lozione r, Per la oomprellfllone dei risultati eosl ottenuti, ocwrre tener presente che que• sto coefficiente ò oapresao in frazioni di uni• tò: e che pertanto Il suo valore massimo può es.sere uguale ad l), ciò che per altro in pratica non si verifica mai. Tale coeflicien• lv, poi, può vssere po3llivo o negativo a seconda che, aumentando o diminuendo il carattere metrico considerato in un coniuge, si verificano nell'altro coniuge variazioni nello stesso aenso o in aenso opPOSto. Io qui accennerò solamente o:ila correlazione tra coniugi nei riguardi di solo alcuni tra i ph). importanti caratteri morfometrid raniali. Una delle pi\). !orti rassomiglianze o al• trazioni fra coniugi si ha per la statura : Boemi 0.057 Grandi Rwiai 0.(168 Ucraini • 0.094 Sidli<lnl 0,118 SCIO'l:zNi , . 0,123 Po1ac:c:bi , , • • 0.138 TrapanNi (Sicilia) 0.139 Gt,tei 0,141 Eb,.i , . . . G.150 Italiani merid. 0.169 Uogbel'M:I •lo•. 0.174 Ebrei ruai 0,226 T.-dMcht • 0.254 Bwg'ari . • 0.273 ing'IMi • • 0,280 Emilicmi • . , 0,305 La correlazione positiva, che, per quanto non mollo forte, si riscontra In tutli i gruppi sopra elencati, dimostra che, nella massa, col •ariate della stalura dei e0niugl di un sesso, tendo a variare nello atesio senso la atatura dei coniugi dell'altro sesao; esiste, IO cioè, fra coniugi un'indubbia attrazione per la statura. Di notevole intc,rosse à l'esame della cor• relmione Ira coniug~ nei riguardi dei oara:- teri di ai9nilicato puramente razzialo, e Ira questi in prima linea l"indic:e c:efallco, espro:i:- sione della forma del contorno cranie0 oriz. zontalo, per cui si distinguono toste relati• vamonte lunghe e te,to relativamente lar• gho. In propo:dlo si hanno quoati dati: Boemi , • . 0,080 Bulgari • . 0.05S UCTain.i • 0.048 Ungbe,-i alo'f'. 0.012 s~nNi 0.G43 Polacchi 0.0S l Gr.à 0.057 Emiliani 0,079 Ebr.i . . 0.082 Trapan-.! (Sic:ilia) 0,092 GTandi Ruul 0.893 Tedndu . • . o.ne Siciliani . • . 0,131 Ca9lio:reei (Sarde(JnG) 0.140 licilicmi merid. 0,147 Si vede che sono più I 9NPPi con corre• lm:ione positiva che quelli con correl02:lone neqaliva e che i valori po31tivi sono in g&- nere più grandi dei n99ativi. In complesso non sembra az2:ardato ammettere In gene• raie una con-ela:r:ione positiva fra coniugi anche per l"indioe oelalic:o, por quanto OS• sai debole ed in ogni modo inferiore a quella della statura. Ri9uardo all'indico facciale, espressione della lonna del contomo facciale, per cui si distinguono !aedo relativamente lunghe e la<Xle relativamente larghe, ai hanno questi dati: Ebrei ucr<rinl . Bul,gari • . . . • Ucraini .• T~(Sicilia) G.oci,.,,,, Grondi Ru.ui , • TedMcbi . • • , Cagli<ttffi (Sa:rde9Da) -0.038 +o.ou 0.021 0,032 0.100 0.103 0,373 0.533 Si vede che l'indice lacciaie •I comporta nei vari popoli presso a poco come l'indice colalloo, tranne che vi sono meno coeffi• cientl n09crti•t e i coelliciénti positivi sono non lOlo più numerosi, ma anche più forti. I !attori di quesla correlazione possono es• sere di natura e:slotica ed etnica. Giusla• mente Nicolaeff pensa che l'alto cooflicien• te dei Tedeschi può rivolare una tendenza ad unirsi fra loro negli individui dol tipo alpino ed uguale tendenza In quelli del tipo noi:_dico, essendo la popolazione tede• sca esaminata in risultato della mescolanza di questi due tipi. fra I caratteri qualitq,tivi che sono stati studiali dal punto di vista cho c"intere»a, il colore dei capelli presenta quosll valori di coefficiente di corTelat:ione tra coniugi: ...... Ebrei . Sidliani .. Jlalicmi merid. Poliaoc:bi Ungh•re•i •lo•. Sc:oneei 0A25 0.095 0.102 0,103 0,117 0,199 0,203 Il colore degli occhi è stato studiato con l'indice di omogamia, non potendo appli• corsi in quesio coso il calcolo del coofli• cienle di corTelazione : Polocehj ... Un.gberiNi •lo•. Bo.mi, Sìdliani . s~suei Ebrei , Italiani nHrid. 0.048 0AU 0.131 0,174 0.197 0,240 0.36S Dunque anche i caratteri pigmentari, quali il colore dei capelli e quello degli occhi, influiscono sensibilmente 1uUa scelta MS• suole, per cui Si può dire con Leonardo che e chi si innamora, volentieri s'innamorano di cose a loro simiglianti>. Riassutnendo, le recenti ricerche dimostrano che esistono indubbie rassomiglianze somatiche Ira coniugi, le quali non ·possono spiegarsi che come un indizio di simpatia o aur,;n.ione reciproca. Ora Genno ha rilevato come !atto parti• colormonte significativo che questa attrazione riguarda, Ira gli altri, caralloti fisici di grande valore razziale, per cui ai può dire che, In media, nella massa di una po-- polcnione, le combinazioni coniugali avven• 9ono a prelerenza Ira individui raulalmente pi\). aim!H. Egli vede In questa tendenza un indizio di un'innata attrazione biologica, pi.i). o me• no incosciente, Ira. i ra.ppresentanti di uno stesso tipo antropologico originario e rileva che, in un certo ae~so. la politica razziale del Regime, con l'impedire i matrimoni de• 91i italiani con persone di altra diaoendenza razziale non fa che <nsecondore questa naturale tendenza biologìca insita nelle masse, per cui, mentre gli indivldul ra:ulaJmente diversi ai respingono, quelli razzialmente più simili si attraggono, perpetuandosi cosi pure attraverso le generazioni il tipo razziale ori• ginario. In conclusione bisogna convenire col Gen• na che al lume delle ricerche sull'attrazione matrimoniale per caratteri tisici, la purezza della nostra razza appare già come una asprtCUione spontanea della massa. In questi ultimJ anni però le atatiatlche hanno rivelato un processo non indillerenle di combinazioni matrimoniali fra individui di roua italioa e individui di razza semi• tioa. Il pià delle voi.te à alalo il fattore eco-- nomico a determinare sillatte combinazioni. Opportunamente il Regime con la sua po-- litica raniale à venuto percib ad amtstare slllatto processo che, alterando la tendenza biologico, minacciava di inquinare la pu. rozza della raz:ta. VINCENZO DE AGAZIO

l(;ua politica agraria, intesa come esahazione di una vigo• TV~a razza rurale. ha sempre ;;uidato ,·erso la ll\8SSim.apo• l<"nzale nazioni; queste decaddero allorquando le ropolatis- \ime capitali, attirando éntro la cerchia sempre più vasla delle mura. gli agricoltori, resero i campi deserti: !!pento il culto di Cerere, isterilita la µotenza demografica, anche gli Imperi .~i dissolsero. fu detto: clddio ha creato la campagm,. gli uomini han110 etli/icoto le città •· L'urbanesimo \'énne definito. come il mo• 10 continuo di migrazione delle campagne alimentatore della forza economica e della tensione psichica della città. Si può dire senza tema di errore, che le campagne somministrano co11tinuamenle ossa, muscoli, nen•i. cervello alle grandi me• lro1)oli che rapidamente tullo consumano, rapidamente distruggono gli elementi che vi accorrono. come il fuoco della lampada brucia le ali della ìn• cauta farfalla. E' il facile miraggio di benessere che volge le masse rurali ai grandi eenlri tanti illusi destinati a perire lungo i margini asfaltati delle citt.ì. simii i a pecore che vantrn al macello attratte da un grano di sale. Tutti coloro che abbandonano i campi giunti nelle città, fiduciosi di rar fortuna, hen presto si trovano di fronte alle enormi difficoltà della vita cilladina, dove il difficile è la ricerca di una occupazione per la crisi commerciale ed indu· • :-I ria le che tortura il mondo in• 1iero. Giuslamente il Ges1ri in una · ~ua inleressantissima relazione al IX Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Fasci- ,,_,a per l'lgiené, notava che si forma così nelle città tentaco• lari una massa irrequieta ed ~a.s1)ernla neHa quale fanno breccia le teorie antireligiose ed antisociali; massa di individui $Offerenti materialmente e• moralmente entro la quale 1ro\•a110racilmenle ricetto i delinquenti. i mestalori, i ribelli 1rJEJR1l Rl ~ JE. JRl-1'Z Z 1' della società, nei quali il vizio, le malattie, la mistria produ· cono aVvilimento, e poi scom• par.ia di tutti i valori morali, che seppure primi1h•i, iono la più bèlla caratteristica della \'i• la rurale. Sorge quindi e domina in es• si la concezione borghe!!e della vita che esalta il presente ed annulla l'avvenire, che è nega• zione assoluta ,della moralità, che annulla ogni sensibilità morale, portando a quella degenerazione, a quel positivismo spurio ed assurdo, che nega ed elude l'atmosfera sacra ed idea• le della esistenza e della famiglia. Dt-eade l'istituto della famiglia nel suo valore etico, il che porta inesorabilmente alla limitazione delle na~ite. Uno dei rrimi coefficien1i della decadenza greca e roma• na fu senza dubbio l'affievolirsi dell'ìstitulo della famiglia. Polibio nel secolo a. C., scriveva da acuto osservatore, che in tutta la Grecia vi era un arresto della proereazione; lenla• mente le città si stavano spopo• lando. I suoi contemporanei amavano lroppo le feste e per godere maggiormente non \'O· levano la responsabilità della famiglia. Se si sposavano si limitavano ad avere un figlio, al massimo due, in modo da per• mettere loro di vivere nel benessere e negli agi, mentre nelle città la popolazione si tra• sformava in una massa di per• ,,erliti e di cortigiane. La decadenza romana ofTrì uno spettacolo analogo. Il fo. colare domestico, una volta tutelato dai Lari, fu a µoco a po• co distrutto, specie in Roma e nelle grandi città dell'Impero. U numero dei divorzi crebbe in modo vertiginoso: la società romana, sempre più depravata si abbandonava all'orgia, cor• rosa dalla crapula, che inva• <levaa poco a poco tutta la sO• cietà. Giustamente quindi il Duce ammoniva ai rurali convenuti il 3 novembre 1928 che i po· poli che abbandonano la terra sono condannati alla decaden-

za: la terra è una madre che re!!pinge inesorabilmente i figli che l'hanno abbandonata. 1..'Agricohura, scrisse Amai. do Mussolini. interess.a da sola tutta la vita di un popolo. La 1 terra è la sorgente prima della ricchez.za; il la,·oro agricolo offre la ricchezza più certa, la collaborazione più schietta, gli attributi più stabili della tranquillità sociale. L'Agricohura nata in seno alla piccola proprietà, tiene attaccala alla campagna quella popolazione agricola che for. ma e formerà più solidamente in Italia il fulcro della sua potenza economico-soci.aie. La piccola proprietà coltivatrice costituisce una base ideale per le imlustrie nazionali. e non solo mantiene l'e<1uilibrio tra µopolazione urbana e popolazione ruraie, il che è uno degli obietth•i principali della c:olida poli1ica demografica del Hegime, ma come nota,•a il Travagli fa,·qrisce la natalità, èia per la precocità delle nozze, che per la fecondità innata dei rurali. Per nessuno come per il conladino i figli costituiscono fonte di ricchezza, poichè ben sa che essi potranno aiutarlo nei duri lavori campestri, aumentare l'estensione dell'avito podere. essere il sostegno della "-U& tarda vecehiaia. Per esso il numero è rie• chezza. Nulla meglio della fredda realtà delle cifre può convalidare tale asserto. l'ln• ghihcrra nel 1815 a,·eva 18 milioni di abitanti, un seco· lo dopo 45; mentre alla prima cli tali date ave,'a una ricchez• :i:a calcolata in 45 miliardi di lire oro, nel 1914 aveva una ricchezza di 450 miliardi circa. I.a 1>opolazione della Frat\çia passò nello iltesso secolo da 29 a 39 milioni di abitanti, la sua ricchezza da 80 a 295 miliardi. 'el territorio dell'Impero Austro-Ungarico vh·eva nel 1816 una popolazione di 24,8 milioni di individui. la cui rie. chezza fu autorevolmente caleolata in 35-40 milioni di lire oro: sullo SIC$$O territorio ,,j. W\'é' nel 1914 una popolazione tz di 68 milioni di individui con una ricchezza calcolata a 490 miliardi. Nel comples.so in questi tre paesi, e nel secolo che abbiamo considerato la popo· )azione salì da 75 a 155 milioni, mentre la ricchezza salì da 75 ti: 1145 miliardi di lire oro. .Mentre cioè la popolazione aumentò da 1.1 e 2,2 la ricchezza proporzionatamente au· mcntava da J a 6,9. Le teorie di ~falthus nolava il GroMi in « Legge e potenza del nume• ro » non poteva essere più violentemente negata dai fatti. poichè le riserve di uomini SO· no più preziosé"e necesMrie al, le Nazioni dei capitali. /..a civiltà che fa dei campi un deserf.O è una civiltà suicida. - Occorre quindi favorire la ruralizzazione e quella bonifica integrale che il Regime ha at• tuato, e va continuamente attuando, onde combattere l'ur• banesimo e le sue tragiche n• percussioni sull'individuo e sull:i Razza. determinate dalle grandi malattie sociali come la sifilide, la t.b.c. e la blenorragia, che rigogliosamente vivificano nelle città, e dai vari flagelli socìali come l'alcolismo, la prostituzione, la delinquenza specie la minorile. Le uhime statistiche sul pericolo venereo, che si può dire alimentato quasi esclusivamente dalle città, ci mostrano come sia necessario rinsaldare ed esaltare la famiglia, favorendone in tut• ti i modi la ruralizzazione. La lotta condotta fin da oggi dal Fascismo per il ritorno al• la terra, alla sana vita dei eam• pi, è un fattore es!!em,iale di vittoria nella battaglia per il numero e la qualità delle futu· re generazioni. A ragione scri,·eva il Trava• gli in« Hurali::.a:.ione etl 1uba1~simo » che se il progresso industriale ha paralizzalo nei centri urbani il sentimento morale ed ha provocato un vero dis.soh,imcnto familiare. nella .sana cd ubertosa ''Hlilà dei campi si rinsalda invece la famiglia. unica speranza di vita per le nazioni. Le famiglie si dissolvono nel gorgo lurido delle città; gli sposi preoccupati della vita aspra, laboriosa, difficile. distratti dnll'esislenza tentacolare delle metropoli, cercano comunque di limitare addirittura 1:i nascita dei figli, e poi si ~laccano inesorabilmente l'uno dall'altro. perdono l'amore per il focolare domestico, mentre pre,,ale in essi il freddo egoismo, che si accentua con il trascorrere degli anni. Dall'egoismo. d:ill'inaspri· mento, dagli inevitabili patimenti, dalla visione continua dei beni vicini, ma irraggiungi• bili, !K:aturisce una serie infinita di mali s<>eiali,tra i quali il neomalthusianismo, I' aborlo criminoso, l'infanticidio. I figli ed il culto sacl'O della famiglia, dalle cui radici si estolle lo spirito :intico della stirµc, trovano nella vita rura· le ·1a poesia più santa e costituiscono la µotenza più formidabile della Hazza. Nelle campagne non esiste la ossessione delle esigenze della ,•ita urbana. e la ma-dre contadina non trema come la madre operaia e ciuadina. al pensiero di una infanzia triste, malata, rincliiusa nei tuguri e negli antri dei sobborghi. oppure esposta ed abbandonaht a tulli i pericoli della strada. Dalla carrtpagna sale il "canto prCJlOtcnte della vita; e dalla immensa e sana forza rurale che la nostra Hazza trova le sue propaggini più profonde ed ascose; da essa con l'impeto tumultuoso di una nuova con• cezione di vita; s'innalzerà an• che la morale forte e pura del• la nuova Italia. GIUSEPPE LUCIDI

STUDIOSI AMERICA DIPROBLEMI- RAZZIAL E' ormai di,·enuto quasi un luogo comune presso aJruni borghesi intcllcnuali l'affermnionc che gli studi razziali, oggi in auge in Italia e in Germania, non che avere una ba.se scientifica abbiano il loro unico scopo nel servire di sostegno ad azioni di carattere politico. Per dissipare defi. nitìvamentc questi melanconici dubbi 1». sterà accennare brevemente al modo come sono coltiviri gJj srudi ra.uiali in una gr.in. de democrazia, anzi nella gnndc dcmocrazia per ccccllenu, gli Stati Uniti d'America. Citeremo cQSì autori recentissimi che non potranno certo essereaccusati di simpatie politiche per gli suti totalitari ma che tuttavia dal punto da vista dottrinario, scientifico, ammettono i principii stessi CM ,cgolano in lt.alia e in Germania la politica di rau:a. • Incominceremo dal dea.no degli antropologi amerio.ni Franz Bou, il quale è arrivato al punto di aHcrm.arc r«mtm'lffltc che la scienza dcJJe ruu umane coincide ccn la storia della società umana. Diffe. risce dalla storia solo in quanto le sue inchieste non sono confinate ai periodi nei quali sono rimasci dei testi scritti ma si spinge molto più indietro nella notte dei tempi. Nei tempi più remoti non esistono docummti scritti di attività individuali e quindi si (a la storia dcll'umaniti e non ouclla degli individui. 11 Boas si è occupato dei metodi di stu. <iio per (are questa storia della prima umanità a incominciare da quello archeologico e pusando poi a quello comparativo lin. . ~istico. Per il Boas la distribuzione gcogu.. fia della stessa ruJtura può essere utilit- :i:ata per la costrutionc della dissemina. zione e sviluppo ruJturale. Il Boas tu. anche affrontato i problemi delle leggi dello sviluppo storico e delle conseguenze storiche. I tre grandi problemi dell'antropologia sarebbero per il Boas: 1) la ricostruzione della storia umana; 2) la determinazione dei tipi dei fenomeni storici e il loro susseguirsi ; 3) la dinamica degli scambi. Questi problemi debbono essere aHrontati nd dominio dei fenomeni biologici e sociali. Alla scuola del Boa.s appartiene il Nel$Òn che però si è occupato specialmente della Faml9Ua di lodkml d.l Brwile ori.ctaLt (1econdo un <X"quorellodi Mauririo Ru9endcu) J3

Umana o indkmi Re.pi d•ll'Anutriccr ~rid.Jono.l• (seoondo una fotografia d•ll'album Damann) p;1-neplogica del problema ruziale, parte di enorme importanu d:Lto che i rC"Stiumani sono stati rim•enuti in strati di grande antichità e che l'interprrtuione dd loro signi6cato ~ necessaria. per spiegare il risulmo gme-n.le dello studio dell'origine e natura della loro cronologia. PC"I'comodità dd lettore non pratico di terminologia geologica riportiamo il se. gumte schema uatto dal Nelson sulle singole ...-re in cui si divide la storia della rern: I, Eoiouo (vita primitiva) - caratteriz- :uta da forme semplicissime di org,1nismi; 2. Pa/,o,zoiro (nta antica) - caratteri2zara da molJuschi, pesci e anfibi; 3. J\1110,oiro (vita media) - caratteriz. uita da numerosi natanti: rettili e prime forme d, mammiferi e di uccelli: -4. Crno:oiro (vita recente) - caratte. rizzata dall'evoluzione graduale degli uc. cclii e dei mammiferi; ). Psi,oioi<o (vita pensante) - aratterizuta specialmente dall"n·oluzione delle ,·arie ruu ckll"uomo. Al Nelson si devono ancora studi suJle suddivisioni del pleistocene, sulle morene glaciali; sulla cronologia dell'alocene. 14 Indiano di uno tribO d•I Miuurj Bazze Numero delle 3ottoraue R•ne coUaterali . • . Numero delle sottornue col• laterali • . . Forme 8pttiaH • • Forme intermedie Europid 9 Poline&ide o VeddiJe AiuuiJe I concetti generi.li di specie in rapporto al problema delle ra.ue wmne è stato trai. - tato ancora dal Boas, e così ancora quello <ldla selezione, dell'ambiente, dell'origine della specie. li fondamentale argomento dell'origint dell'uomo delrumaniti primitiva è stato affroruato da J:uncs H. Mc. Gregor, e da lui cspos10 insieme con gli altri scritti cita.11 nella « Generai Antropology » diretta dal Bou. Jn quQfa brC'\o·ememoria il Mc. Gregor intende innanzi tutto ricordare i ca.ratter1 fisici dei tipi più importanti dell'umani1i estinta, spccialmcn1e di quelli d1e sono distint'all)(nte più primili\'i che le ruu mo- <kmt', s«ond;ariamente dimostrare le C\·e,,. ruali relazioni ira il tronco umano e i branchi simiali. A titolo di curiosità noi riportiamo nella pagina seguente lo schema delle origini umane, quale risuherebbe daglt studi del Mc. Gregor. Come si ,·ede da questo schmu gh studiosi della democnticissima e ugualitaria America fissano le scpara.zioni tra una e l'altra delle razze umane attuali in un'epoca a~anu remota... qualche cosa come 1.:n milione di anni! A proposito poi del concetto di razza dal punto di vista biologico il Boas stesso tiene a distinguere ntttamente tra rane e tipi loca.li data la grande variabtl11i di que. st1 ultimi. In senso stretto il Boa.s definisce razza « un gruppo di origine comune e di tipo stabile». Il Boas è stato anche uno srudioso dei problemi della mescolanza.. dell'i.soJamcnto della domesticuiooe, dell'influenza delle ghiandole a sc«ezione interna. Per la dassilicuione delle razzt" umane egli riporta quella del Von Eickstedt, che noi pure riproduciamo per romoditi del lettore qui sopra. lnteres.santi sono le parole scritte dal Boas a proposito dell'eugenica: e ... l'esperienza fatta sugli animali domest.ci ha ~rato 11 possibili1l di pro. durre delle nrieti scab&li coo determinati requisiti. Teoria.mente sarebbe fOSSibile tnsformare lo st('$.JO le società umane. Per quanto però questo ideale pos..(A essere \'agheggia1:o soltanto da alcuni estrtmist1 resta sempre il fatto che le buooe qualiti d1 una popolazione possono ~re mcoraggiate favorendo la fertilità degli individui sa:ni e con la graduale eliminat.ione di

Negride 3 Me.laue&ide :J Piguride Australide i![ongollde 4c lodianide 8 Esk:imide Khoisanide quelli tarati »; più avanti però il OoJs aggiunge- che in questioni cosi importanti non ~ tntt1 sonpliccmcnte di antropologia nu. essenzialmente di etica sociale. « L'antropolo&ia può agire sulla costituzione e :1.I. cuni aspetti del funzionammto della società. Es.sa può mostrare quali soUnenze indi,-idu.alt possano essere eliminate; nu Lt distribuzione gmt'fale delle forme pa~ol.>- gichc nella popolazione non sari molto ~nodifia.ta. Soltanto le id~ culturali prcv.tlcn1i c!«idcnnno qaello che nsa potrà divmtare •· Largo sviluppo~ stato dato dal 8ou agli studi sul linguaggio. Per questo autore « il linguaggio abbn.ccia i meni coo i quali le r-spcrimtt seruoria.li. (ffl()Zic:inali,e voliziooa.li di un individuo sono espresse c inviate agli altri ». Il Bou ha così passato in r~gna i mezzi di comunicazione tra animali, i problemi della fonetica, della grammatica, la storia delle lingue, le famiglie linguistiche, le lingue miste, e infine la di- !dribuzione geografia. dei linguaggi. Nel campo della preistoria americana va ricordata l'opera di N. C. Nelson, a lui c!obbtamo il Jegucntc sistema di clas.si6cat.ione che può scn·ire ad india.re il metodo di ll\·oro degli amcria.ni. Ogni rinvenimento vìcnc catalogato ìn una delle seguenti liste ncll"ordinc approssimativo appresso india.to: I. • R,111,c,ninunb d11lùh1 n1on11,,1111tJI o fissi; tt11,ralnm1lt 1ront1i alla SNptrjiu J,I suolo. l) Ammassi di rifiuti trovati in Q.\·erne o presso ro\ine «c.; 2) Poni per cibo, tesori, ccc.; 3) Focolari, pietre da fuoco, accam. pamcnti, CCC,; 4) RC$CÌ di case e villaggi, ccc.; ') Resti di mttzi di locomozione; 6) Fornaci, fonderie, «c.; 7) Tombe, cimiteri, ecc.; 8) Giardini, campi; 9) Lnori di sc:a.vi, souerr:mri, miniere, ecc.; 10) Fo111fica.zioni, valli, piramidi, «c. 11) Monumenti nega!itici, ccc.; 12) Pctraglifi e piuure rupestri. li. • Rin11,1ti1tu11,i dntirhi ordù1ttridnt1nt, 01l1nibilisoll4nto ron J<dtl in d,jNJsit, n,1. 11"'Ji , artifiri4li. I) Lavori di pietra scheggiau; 2) Lavori di legno; F<IIIU9Ua di r.c:bimMi del Labrador 3) La,-ori di osso; 4) u,·ori di scaglia; )) Lavori di pelle; 6) Lavori di vimini; 7) U,·ori di ceramica; 8) La,·orì di metallo. lii. . Da qN,Jli dali Ji posso,10 ol/'1t,1t ,,o. 1izi, su moh.i asp,111d,/1,1 rifa r11/t1mtlt, rOII p,1rlirtJIRurig11ardoali, arti , uimu p,tistomh,. 1) Attività manuali fondamcnuli; 2) Caccia e gucm.; 3) PC'SC\con metodi diversi; 4) Viaggi cd esplorazioni per mm: e tcrn.. ') lnduscri.a. e commercio; 6) Conoscmzc mediche; 7) Metodi di conscn•:azione di ogsctti \'ui; 8) Produz.ionc :artificiale di cibo (agricoltura, allevamento); 9) Produzione di m,ueriale da costruzione; 10) Idee costruttÌ\'e; 11) Idee estetiche; 12) Idee religiose. Questo schema della metodologia Jeguì. ta in America sta :ad indicare come lo stu1.o,oya (Sombioa) in omam•nto di guena dio delle rane umane vi sia concepito in 13

Sbilklko (abitante nelle ~ni artiche) TERNARIO EOCENE OLIGOCENME IOCENE 13'000'000fo·OOO'OO:tOo·oooooo anni anni anni maniera egregia, chq esorbita dal campo puramente biologico e poli. tico e investe tutti i problemi della vita stessa dell'umaniti. Per esempio il ruolo che hanno avuto nella storia dcU'umanità le invenzioni e le scoperte a incominciare dalla prllfl.ascoperta del fuoco è stato richiamato dal 8oas a principii razziali. 11 Lowie ha poi studiato i meni di sussistenza nella vita dei popoli a incominciare dalle ferme di società meno evoluta e procedendo poi per successive complicazioni fino alle forme più complesse e differenziate. L'organiz.z.azionceconomica dei pop>li primitivi è stata esaminata Ja Ruth Bunzcl, considerando funzione fondamentale di ogni sistema eco. nomico il mantenimento di un certo equilibrio Ira bisogni materiali e le potenzialità dell'ambiente. I problemi delle- rane umane sotto !"aspetto della vita sociale sono stati studiati .da Gladys A. Reichard, che molto opportunamente premette nella discussione della società umana organiuat:a la distinzione tra· quello che è« naturale» e quello che invece è «culturale». Interessanti sono i suoi lavori sulla posizione della donna nella società primitiva. Sullo studio delle forme del governo presso le tribù primitive sono stati recati dei contributi da Julius. E. Loips, che ha esaminato particolarmente la forma di governo dei popoli raccoglitori e caccia. tori quali gli Austuliani, Boscimani, Vedda, Fuegini, pa.ssando poi allo studio delJa .forma di governo degli Indii. americani e delle primitive società agricole e pastora!~ • • I pochi esempi fin qui ci~ti stanno a dimostrare come gli studi razziali siano ampiamente e appa.ssionatamentc trattati in America e come quindi le basi fondamenta.li di conoscenze dalle quali parte il razzismo costituiscono ormai delle verit¼universalmente accettate, anche al di là di ogni idea politica. GUIDO LANDRA OUAfE.RNARIO P~E15TOCENE 1·000·000 annl RECENTE -=~-==+===e==--- IEMtll?E/J'roscimmia) -.1----f--=~--- FARSI O /o/L/OVOMONDO - S0/111/E PLATIRRINE VE([fl/0 MONtJO_ SCIMMIECATARRINE ~J-------l({IBBONE ORANC,-OVTAN SOLO TALC:,AI RODESIA 80.5/fON SC!MPANZE' (lORILLA All.5 TRALOIOE NE6RO/OE BIANCO MONC-,OLO/DE

I))') tliifl §e la presenta di ebrei ne1 pat-si curopèi è nefasta, ancor di più lo è ~i paesi africani, pokhè qui si trovano in presenza due raue: bianchi ed indigeni. E' noto che l'ebreo non ama la vita disagiata cd i mtsticri semplici e sani, come quelli agricoli, e pertanto anche nell'Africa egli sarà il commerciante, meglio il trafficante e lo specub.torc. Questo traffico e questa SpèCU• Iz.zione si svolgono allor-a quasi sempre a detrimento del prestigio di razza dei bianchi, specialmente quando questi, come avviene in tulle le colonie francesi, non si curano di difendersi, se non facilitano ad• dirittura l'npera dassolutricc. La pr('Scn:r.a tra bianchi t'd indigeni di quoto tt'rzo elemento è altamente dannosa anche 1,erchè esso, per vivere e per ingrassare, si alimenta al!"' font, \'Ìvc degli altri demcnt,, da parassita che guasta il Anguc, po1chè sfrutta, nella sete di guadagno, le 1uù turpi passioni degli indigeni, con evidente alto danno per il prestigio rauiale e con- ~guentcmeme per la potenza dei bianchi. Per e~mpio la pcrieolosa invasione in Algeria. Tunisia e Marocco della stampa immorale ed oscena proveniente dalla Francia ~ agevolata, se non provocata, preciAn1ente da elemcnti ebraid. Infatti i giornalai, i cartolai ccc. del Norddrica francese sono quasi tuni (secondo alcuni: tutti) ebrei e tro\'ano lucroso tale commercio. Acquistando a \'il prezzo tutta la produzione deteriore delle librerie Crancesi, COTfl(': hbri oscem, rfrate con 1lh1strazioni n...,. marocduae che poncmo U llKaloth (~ tr<tdidonale cbe ai mangia il eahato) indecenti, cartoline immorali. le rivendono poi con immenso guadagno agli indigeni, avidi di pascere la propria mente e di saziare i propri occhi con tale prodczionc. E' nota la profonda attrattiva che rappruenta la donna della ruza superiore, la bianca, per qualunque uomo di colore, ed allora ques.ti trova modo, nelle illustrazioni oscene e nella letteratura indecente, di soddisfare in parte cd in un cerio qual modo i propri desideri. Naturalmente la v;sione repHcata di illu.sua.zioni in cui si mostra la bianca più o meno svestita cd in atteggiamenti più o meno seducenti, non può che dargli una ben bassa idea dt'lle donne bianche in gencralc t' crede che nsc tuttt', o quasi, siano dcditt" alla ,•ita corrotta e «nale: con qual danno per il prutigio di razza rìspctto agli indigeni è evidente. Il disprczzo per le donne bianche, -acui10 dal fatto che gli indigt'ni, arabi e bcrbcri J)('r cst.mpio, sono gdosissimi delle loro donne che tengono spesso isolate, ,i riflette logicamente 1ui bianchi, loro mariti, padri, fratelli. $('- la colpa maffiore di quoto stato di COK è dt'i france si .stessi, che stampano prima e permettono poi la diffusione di tale produzione immora~, non vietandola. &lmcno fuori della Francia, l'agente determinante che pro,•oca e facilita l'accessibilitA di eSJa ttgli indigeni è dunque l'ebreo, incurante di altro che non sia il guadagno e per ntf:ntc prcoocupato della dissoluzione che la sua. opera può pro,•ocare e provoca. Di tutto c.iò il go\'erno francese non si preoccupa, in tutt'altra cure cd crrori affaccendato. E poi pcrchè intervenire? Do- ,., ,,a a finire la libc.nà democratica? E - in nome della fraternità - pcrchè gli indigeni norda.fricani che hanno ... il diritto di combattere a fianco ai francesi non possono, come i e frate.lii> francesi leggere cd ammirare giornali, riviste cd illustrazioni che ... allietano lo spirito? Cosa importa la stampa ;mmoralc se si pcrmeue di peggio nei costumi e non esiste affatto una kgislazione cd una morale tutclatrici <!ella uua? Ma se perfino - ci dirannci orgogliosi i francesi - alle J::ianche preferiamo talvolta le indigene, r.egrc e mulatte in particolare, e le nostre donne non di .rado commicttono follìc per i vigorosi figli dell'Africa, a che pensare ad un fatto cosi irrilevante, che dopo tutto agt",•ola la parità t' la fusione fra le razze, a tutto bcflt'ficio della Francia dai cento milioni di cittadini? Perciò, dunque, ribadiamo, se la colpa della enorme diffusione della produzione pornografica francese e degli ebrei, la colpa t' l'onta di non far nulla per impcd.irlo, 17

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