- « Voi siete dei virgulti superbi di questa razza italiana che era grande quando glì altri non erano ancora nati, di questa razza italiana che ha datQ tre volte la sua civiltà al mondo attonito o rimbarbarito, di questa razza italiana che noi vogliamo prendere, sagomare: forgiare per tq,tte le battaglie necessarie nella disciplina, nel lavoro, nella fede :.:.. (Al popolo di SaMCrrl,,..11 giugno 1923. s. e D., TOI. lii. Poti- 1S9). « Al di sopra delle' volontà singole ed individuali, c'è ormai in ·aJo e in potenza una magnifica volontà collettiva: una volontà collettiva. di tutto il popolo italianctche oggi è compatto, solidale, omogeneo, attorno. _al Fascismo, in quanto il Fascismo rappresenta il prodigio della razza italiana che si ritrova, si riscatta, che vuole essere grande>. (Al popolo di Piaçe111a, 18 ,;fogno 1923. S. • D., •ol. lii. pag. 168). . ..., « Altri popoli invidierebbero ed invidiano questa Nazione proletaria, prolifica, e intelligente. saggia, laboriosa, serrata in una piccola e divina penisola, troppo angusta ormai per la nostro razza». (Al popolo di Venesio, 4 giugno 1923, S. e D., voi. III. pag. 116). « Essendo il Fascismo un movimento irresistibile di rìnnovazìone della rozza, doveva fatalmente toccare e conquistare questa Isola dove la razza italiana ha le sue manifestazioni più superbe>. (Al popolo di Cagliari, 12 giugno 1!23. S. • D., nl. UL pa9. 163). « Il Fascismo è un fenomeno religioso di vaste proporzioni storiche, ed è-il prodotto di una razza. Nulla si può contro il F oscismo: nemmeno gli stessi fascisti potrebbero nulla contro questo movimento gigantesco che si impone». (Al popolo di Cremona. 19 9ìu9no 1923. S. e D., YOI. IIJ, pa9. 170). « Roma è sempre, e domani e nei millenni, il cuore potente del· la nostra razza. E· il simbolo imperituro della !lostra vitalità di popolo>. (Per la Sagra dei Combattenti, 24 giu• gno 1923, S. • D.• Tol. t!L pa9. 181). « Voi rappresentate veramente il prodigio di questa vecchia e meravigliosa razza italica, che conosce le ore tristi, ma non conobbe mai le tenebre dell'oscurità. Se qualche volta api:x;rrve oscurata, ad un tratto ricomparve in luce maggiore». (Il 1• AnniT•~ario della Marcia su Ro• ma. 28 ottobre 1923. S. e D., '+'OI. m. pag, 227). « Parlo a te, Italo &:dbo, uomo della mia terra, vorrei quasi dire · della mia. rozza se io non mi sentissi intimamente, quasi ferocemente, uomo di uno sola raz.za. la razza italiana-.. (Celebrcuione Perugina della Ma1çia ,u Roma, 30 ottobre 1!23, S. • D.• '+'OJ. ffi, p(l99". 234, 235, 238 e 2:l9i). o - -
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