La Difesa della Razza - anno II - n. 19 - 5 agosto 1939

A te 09ni commento sulla comprensione di una, e molte 'giovani eosiddetle scrittrici ita1ione. sui buoni sentimenti di donna, ma• dre, sposa ecc. Non ti sembra ci sia poco da stare allegri?! Altro che combattere gli scrittoti stror.ieri. li seguito a te. - Caro camerata, noi non avevamo nemmen l'idea di fogli dì questa specie, e devi perdonarci se non abbiamo la forza di larne lellura. Ecco, bosla leggere che la pianUra romagnola sia tra Loreto e Recanati, per copire che debba essere una cosa poco onesta anche nel rimanente. E' caria da gettare. Ma sii cerio che la dignll~ dei nostri editori non potrò fare a meno di set'ltire alla fine che questi residui di cottiva digostione non si stampano. Marco Lenai ci ho: SCt"illoda Milano che un giornalista francese, parlando di esploratoti d'Africa, dica che gl'ita1iani non abbiano fatto nulla in questo campo, e perciò non abbiano alcun diritto di «>loninare l'Alrioo. Caro Lenzi, i francesi sanno mentire. E· la loro virtù. e i loro gioma.li ne hanno $0J)uto fare un ufficio nazionale. E' carta sporca anche quésta, nemica dell'Italia, non più nemica: però di quella segnalataci dal pi• Iota di Centocelle. Siamo circondati di falsari e mercanti: lantoppiù dobbiamo esser fedeli a.Ila nostro dignitò:. 'JtCJMUo,~ Valeria B<moli. giovane impiegata e nostra auidua lettrice, com'ella si professa, ci ha scrillo da Roma : Grazie a.ll'opera dei vostri valenti scrittori ho potuto formarmi idee chiariaaime sulla questione ebraica. Da molto tempo leggo con lnterosso, questa ud·le rivista che è la Difeea della Raua e leggo e Quadrivio> ed « Il Tevere>. Sul N. 121 di questo ultimo, in tena pagina, comparve un bellisairno articolo Intitolato: « Il segno diacritico>. In esso il voslro redattore de' Bagni riteneva, con ragione, necessaria la pratica distinzione degli ebrei da nOi italiani. Tale scr!llo ha dato molto da pensare sia a me che a diversi miei conoscenti, tutii abbiamo lrovato più che sensata per la difesa della nostra raz.za !"applicazione di questo e segno diacritico>, ossia l'obbligo agli ebrei di portare un bracciale giallo od aJtro distintivo. Infatti ciò è molto importante perchè il" governo fascista, eliminando gli ebrei dell'esercito, dallo scuole e dagli impi&g,hl pubblici, ci difende soltanto in parte do questi parassiti. Ma sul tram. nei caffè. sul treni, n&g,li alberghi, tealri, caso, bott&g,he. cinema, ovunque insomma $i è mescola1i con estranei, come 1cner lontani ì giudei? Non si può ogni attimo aguzzare la vista e tendere gli orecchi per cogliere dalle fisionomie o dall'accento le caratteristiche giudaiche delle persone che d circondano con cui lalvolta si à C'O$tretli a parlare. Ad Osticx. per dime una, di tipi preUamente ebraici ce n'è mollissimi Ira noi cristiani. I bambini, gli adolescenti, cosi pronti ad attaccar dìscorso con chiunque, chi me li preserva do indesiderate conoscenze? Poi per quanto si abbia un corto istinto nel saper distinguere da un insieme di sfumature !°ebreo dal connazionale, si può sempre sbagliare e la ce:- tezza si avrebbe soltanto col bracciale giallo od analogo segno discriminante. Credo olla meglio di aver spiegato ciò che ho in mente e poichà so d'inlerpretare l'opinione di molti, spero che l'idea del segno diacritioo, proJ)O$to dal de' Bagni, sia prosa in seria considerazione dalle autoritè!I competenti. Come pur& per l'integritb del coetume sòrebbe opportuno giungere ad « una netta separazione > degli ebrei dalla nostra vila. Il loro 9he1to mentale deve di nuovo osser reso visibile, non deve più restare confuso e nascosto fra noi italiani, oome dalla rivolutione francese questi figli di Giuda ollennero, per dissanguarci e disperderci. La razza italiana è nobilissima. non porta odio a nessuno. solamente ln CO• sa propria ha il diritto di difendersi. ¼i,~ Salvo Lcmdin. studente universitario, ci ha scritto da Roma : Mi permetto inclirit.zarvl la presente per esprimervi la mia modesta opinione sulla maniera con cui i giornali e particolarmente La difffG della Raua conducono la campagna antigiudalca. Mi ha spinto a ciò soprotullo l'articolo « Let1eratura > apparso nel N. 17 della Difesa della Raaa. Il problema della esclusione degli ebrei dalla vita politica, sociale ed economica italiana è fondato bonsl ool fatto che essi appartengono ad una raz-za diversa do quella ariana, ma tale elemento non è certamente nè la oauso determinante nà la causa principale. Andando a ritroso nei secoli non è dillicile scorgere come sposso raz-ze diverse sia• no vissute in perfetta armonia nello stesso territorio creando tipi etnici superiori. Non credo sia necessario illustrare tale affermazione con esempi storici, Ritengo lnv&ce che I motivi principali, che hanno fatto sorgere e risolvere il problema degli ebrei in Italia, risiedano nel fatto che questi non hanno voluto fondersi, farsi assorbire dagli elementi ariani, anzi hanno voluto sovrapporsi, mantenere una supremazia e rendersi eslranei allo spirito italiano, anzi ostili alle aspirazioni del popolo italiano. Questi sono I motivi fondamentali che hanno determinato il cocente movimento antigiudako del Fascismo, dico recente perchè non era nel programma del Fascismo risolvere un problema ebraico in Italia. Ma sorto il problema, il Duce ha lagliato netto il nodo gordiano : gli ebrei si erano resi insopportabili dopo la loro manifestala solidarietà con l'ebraismo internazionale sanzionista e per il loro spirito anlifoscista. 41

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