Emico Ber"9aon mmènte preceduta. E' vero solo 1uttociò che è nuovo: queslo i: l'unico criterio della \'Crità; dimodochè nessun principio potendo rimanere con saldezza, tanto val: allora presentare, tutto in una, volta, quelli che fino ad oggi si sono pensa.ti, mettendoti sullo stesso piano, e disponendoli secondo la loro successione. E da un punto di ,•ista simile, gli idealis1i oggi guardano la filosofia; nè, come sopra ho dctlo, si limitano solo a guardarla, ma, quel che i: jX"ggio,1:ainsegnano; e, quel che è di gran lunga. a,sa1 rl<'ggio, 11011 la insegnano solo agli adulti, nelle comunicazioni accademiche. ma sono riusciti a introdurla obbligatoriamente nelle scuole; dove tutti i ragazzi italiani, lino dalla più tt'nera ct3., vengono addestrati a questo modo. Ora. si rifleua un momento. Sul' libro di Boezio si avviavano .:I tcm1>0di Dante, i giovani alla filosofi.a: sopra un libro, cioè, che, ad un'alta bellezza, ad una chiara ispirazione, uni\'a un orientamento sicuro, e una certezza assoluta. Donde veniva questa ctrtezza? Dalla fedeltà, norl a molti, ma ad un solo punto di ,,ist.i.: qudlo della civiha romana e cristiana. Dalla scelta di una via, che era la sola naturale: nella quale i giovani si a,•viavano utilmente, perchè sentivano che era quella della loro razza e della loro civiltà. Non tutte le filosofi.e,ma la filosofia, non i pensieri <ii tutti i tempi, buoni t catti\'i, tllili cd inutili, confacenti e non confacenti, resi sacri solo dalla loro appartenenza al e divenire storico•: ma un pensiero uni<"o, ben fermo, ben definito, ben alto: sorto dalla profonda namra del proprio popolo. Cosa si può pretendere da uno studente delle scuole medie, messo contcm1>0rancamente dinanzi ad /\-ristatile e a Spinoza, a S. Tommaso d'Aquino e ad 1-lu~, a Vico e ad Hegcl, a Galileo e ad Einstein, senza che la parola di un libro o dj un !!"acstro, scelga 1~r lui in modo opportu,110, cioè in modo che la scelta possa es5çrgli proficua? Ma non si tratta di scelta, mi pare di sentir dir(', a questo llunto, gli idealisti; non si tratta <li preminem;a: S. Tommaso e Spinoza, Galii.::o ~ Einstein. smio, 1:iernoi, neccssarii l'uno all"n!tro; poichè fanno 1)anc ugualmente del • dil'cnirc s1orico :.. Il giovane, nè del resto alcun altro, ha il dirillo di scegliere. Egli· deve solo contemplare la storia: che è runica verità: ma presa in tutto il suo S\"Olgersi, non in ogni singola affermazione. Non c'è nè il bene nè il male, nè il giusto nè l'ingiusto, nè il vero nè il falso, ma solo la storia, che è percio la sola verità, e, insieme, la filosofia. Ma allora, si può snbito rispondere, non vale assolutamente la pena di insegnare ai gio\'ani questa filosofia; anzi bisogna evitare di farlo, per non ;ù1i1uarli ad una scuola di sofistica e di scetticismo. In che cosa \lìff<.rh•ano. infatti, da questo, gli antichi sofisti? Con quale di20 ritto si può chiedere di essere tenuti più da conto di loro, e si può diffondere il proprio insegnamento, non solo tra i più adulti, come essi facevano, ma anche tra i pili giovani, come sono ai nostri giorni quelli che frequentano le scuole, chiamate medie? Può essere stimato ancora possibile che. in una cosl piena rinascita nazionale. in una così forte rifioritura del carattere, qual"è quella che, in 1anti modi, si va promO\•cndo in Italia, si debbano vedere, nei libri S<:ritti per i ragazzi, jdee affatto distrutth•e, quali quelle dell'ebreo Spinoza, espos_te r:r filo e ix:r s~~no, scnz_a un'ombra di commento, che possa indicare un gmd1z10, un distacco, da parte dell'autore? Vico, platonico e cristiano, messo accanto a St>inoza, giudeo cd ateo, Galileo, classico e cristiano, insieme ad Einstein, rela1ivista e giudeo, tutti, italiani ed ebrei, italiani ed inglesi, italiani e francesi, ugualmente sullo stesso piano, seni.a distinzione, senza punto di vista, solo con !"unico criterio dell'appartenenza al di\•cnire? _ Ed c,,:co intanto, un cscmptO tangibile: un libro di filosofi.a m uso, negli ultimi anni, per i Licci scientifici: dal titolo: • Il Problema della Scienza nella storia del Pensiero> (Firenze, edizione Le Monnicr, 1930). In mezzo al fluttuare storicistico di cui ho accennato, in cui i concetti più c-'Scnziali per !"umanità, com:: Dio. la morale, la naturw, e quindi, giù giù. la razza, la famiglia, la nazione, la icgge. sono abbandonati, senza alcun punto !;1:~~~ s: 1 1v:;gio,v~~~ze~:e ,~:~~!~~;, ~~~/~~~a~:;10i 1 ~r: 1 ~z;~tt a dei gio,·ani 1a cui età ,,a tlai quindici ai <liòotto anni, i tre punti forse più ne\'ralgici ~i tutta la storia della filosofi.ai ~ tr..: punti in. cui la civiltà dell'Italia e dell'Europa, r,er esscn•1s1 fa. talmente impigliata, ha corso e corre i suoi più gravi pericoli. Essi sono il panteismo, o per meglio dire ateismo, dell'ebreo Spinoza, l'intuizionismo dell'ebreo Bergson, e il relativismo pseudo scientifico dell'ebreo Einstein: i tre che stanno, uno al principio e g1i altri alla fine, del periodo, speriamo il più acuto, della degenerazione moderna. Ecco, intanto, come è presemato Spinoza (voi. 11, èap. Vili, pag. 5.l e segg.): e L'ola"drsc SpiNt>::a ha u11 t·rro cHllo pa to ragione, cartesianamentc intesa. co~11c conosccn:" chiara e distinta, cQ1nc sapere che nella matemot~ca hn la sua form(I tipka di esplica:;ionc. E' il metodo geo,n.drico cl1'e rgli applicò rigidamc,ile al .mo capobworo fisico e tnorale, t"Btica. Q"c/la fonua di ragionllnu"to, fredda e rigida 11ellasut, impcrsonaJitci, è per flfi lii meglio adalta aJJa 11alMradrl suo soggetto ~• ,lei suo fine, che è fa determìno:;ionc d'ut1 ordine 1miversale: 11uo1ifesfo::ioncd'una Necessità impersonok, d'un principio da cui og"i rc.ri..-tuud'antropomorfismo è bm1dito. J; mondo ,mwno, cul gi1wco delle sue p11,1.rionir,ie"tra in que.rlt1 cotena, cd è .rludialo C0'1 la sli'ssa freddo impa.ssi-bilità, coii Clfi .ri studiono le linee, gli ongoli, i cùrpi; cd inoltre notJ è la.sciato alcuna pos.ribilitii per uno fede cht.· ammetta altro Dio all'ì,1fuori di questa Necessità natHralc. Ma appu,tlo .riffa/la impa.Jsibilità fredda nrlfo con/ct11pfo:ionc dr.U'ordi11cncassnrio dcUa Natura .ri converti' in t1morc per Dio ... Q"clla cont.:mplaàt>ne dello Nalur(t non dtì tanto "il senso osn1ro, bensì l"a.p/)re,isione luminoso dell't1.ssoluto, la cosci.:,i=a di formare u"a co.~a.fola con l.'cs.r<'rceter,w e infinito ... [aie pote,ite afftalo mi.1tico, da cui J pervasa l'opera suc1, disti"fl"C il 11al11mlismo .rpino::.fono da quello di J-lobbes, sollcrnndolo ... in wna sfera do-:,·cai più alti 1•alori dello .rpirito è data possibilità cli pieno riconosci,ncnto. Rivive nella sull dottrint1 lo spirito rl'/igioso tl1e ii1/o"ma. lullc1 la storia del popolo ebreo, di cui egli. ,fu figlio. E a dt1re a questo spirito religioso 1" espressione e Ili fornta rigorosamente imman(,itistico e p,1nlci.stico clic è propria di liii, contribui.•cono .rio l'lrntico .rtoici.ono, per wi Spi110:ra ebbe grt111.dea1111111ra::.ionc, sia il neuplotonismo otbraico medioevale, di CHi ebbe co11osccn:;a profonda, sia Ìl1Ji,ic il nal:~roli.rmo religio.ro del NOstro Hi.rorgimcuto, cÙlminCI" ,: ,icl sisU,na di Bri•nO . Propr;o così: senza una parola di riserva. Proposizioni gravisstTTle,da cui è scalzata la nostra civiltà: sofismi che co11duco110, come immediata conseguenza, alla confusione del bene e . dd male, dell"ordine e del disordine, all'annientamento d'ogni morale, vengono presentati, a dei ragazzi, senza neppure l'ombra d'un a,,vertimcnto: anzi con un tono addirittura elogiauvo, precisamente per l'Elica, che viene dc6nita, come s•~ visto, e un capolavoro metafisico e morale,. Si traM::ura pt:rsino quell'c imparzialità, di fronte al divenif"e storico , che gli idealisti, hanno
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