La Difesa della Razza - anno II - n. 18 - 20 luglio 1939

Talmud alrAnhco Testamento per II quale li segnalo il Prol. C..uito: P. Giu .. p~ Golia versatissimo in materia che 10no corto non si rifiuterà se tu lo pre9herai perchè già nel 1930 pred1oando il quaresimale nel Duomo di Lucca. ■i mise in pubblico urto per un lema simile con un 9iomale allora diretto da ebrei. Caro Andrem1, !u parli ancora d1 rau1smo che ha valicato le Alpi e che vuol d11tru9· gere il cristianesimo. Tutto quello che 110• mo andati dicendo. è staio dunque fatico sprecala? Non l'hai letto? Potevamo essere più chiari? Siamo noi che abbiamo detto che la vera guerra al enstionesimo, lo vera m.mtesi ebreo sia il Talmud. E non c1 siamo hmilah a dirlo. Il secondo volume della bi• blioteea della Dilesa della Razt\I è stato dedicato al Talmud. Il primo. lo .soi. fu quello Contra Judaeoa di Telesio lnlorland1. li secondo, eccolo: I. B. Pranaitis, CN10 e i cristiani nel TALMUD, edizione coi lesti ttbra1ci a fronte ed una inlroduzione di Mario 0e· Ba9ni, traduzione di R. B., Biblioleca della Dilesa della Razza, Tumminelh 6 C., Roma, Milano, lire trenta. '1'1 nngrauomo di averci segnalato il valoroais.aimo padre Giuseppe Golio, mo anche su questo punto tu dimoatn di non aver letto l'appello da noi fatto ai sacerdoti, per• chè ci diano il loro aiuto, e di ignorare con quanta soddiala::ione abbiamo pubblicato scritti di sacerdoti. L'invito che abbiamo faUo ai 10ldati della Chiesa, ora lo nvol9iomo anche ed in par1icolare o padre Golia. e dobbiamo credere eh'e9h lo aceogherà. Soltanto, ca,o Andreinl, lo:«:1 11 favore di rinunciare o due pregiudn:i, che non lanno onore a nessun italiano, quello cioè che la nostra questione di razza abbia avuto bisogno di valicare le Alpi, e quello che sia nemica di Cristo. li Pfimo è pregiudizio d1 tutti quelli che non hanno mai soputo che !"Italia e la Chiesa sono lo siessa elVlltà. Il secondo è di quelli che non sanno capire che se foeslmo davvero contro Cristo, satem• mo con gli ebrei. Che non hanno mai capito niente dell'attività ebraico. E specialmente eh'es.sa è staia sempre rivolta, eom·è 0991, e in quello momento, e sruà, hnchè avrà fiato. contro Roma. ia,~e,q-U~ Lo studente Galileo Barbiretli et ha scntto do Salemo. ho l'altro, quanto SeQUe; Se ie mie conoscenze sloriche non sono troppo arbitrane, a me sembra che anche lo stessa Chiesa non sia mai 1to1a mollo benevolo ve,so gli Ebrei. Sono gh unici ai quali con infinite cautele, del resto giushnime, somministra il Ba:tteaimo dopo anni di prova e d1 insegnamento. Questo og,gil Ed alloro perchè dovrebbe esiatere un incrinamento tra la Chiesa e lo Stato? Se poi questo dissidio sia sorlo per le misure p1ese dal Govemo su allre queslioni ed altri p,.1nli pure ri9uardantt la difesa dello noatra Rana. vorroi pregare costoro che parlano (non intendo per niente el'(Jermi conlro l'autorità della Chiesa, d1 cui sono figlio obbed1enle ed allezionoto), vorrei pregarli di capire bene quale sia il nostro punto di parlen:to e quali i meni oon cui si sta compiendo que• sia difesa. TUMI Vincenzo, Jasc11ta universitario, cl ha mandato da Catania uno aerino, che non abbiamo potuto finora pubblicare per ra9ione cii spo:tio, e del quale è però oppor• luno che i nostri lettori conoscono almeno questo brano; L'Omelia rivolta dal Vescovo di Cremona 01 suoi ledeh in occasione della leahvilà dell'Epifania, Omelia che raccomanderei a tutti d1 leQQere perchè credo che costituisca un punto fermo nella quesllone. dice «Gesù Cristo venne a redimere tutta l'umanità. ma non venne a sopprimere lo diversità di ra:tzo venne a richiomore tulli 91i uomini a una oomunan:ta d1 lede, di giush2ia. di amore, dei destini ultramondani laeendoi1 tulli li9h d1 D10 e legandoli con un vincolo sopronnoturole di 9ro2io :t. Ma il popolo ebreo fu quello che. allendendo nel suo naz10nohsmo imperialista un Messia d1 grandezza politico. hnl col disprezzare il figlio di Dio, che v~nn♦ a salvare l'umanilà. Cristo vuol com,ggere il diletto, ma il popolo ebreo hen duro e quindi su di esso cade la maledizione di Dio. « Og-ni volla poi. eon1111ua l'Omelia. che questo popolo pare divenuto potente in mezzo alle altre nazioni, ecco che si &catena la bufera>. Il Vescovo nella suo Omelia continua ne• gando che la Chiesa abbia protetto oli ebrei, mo ammeUendo che quando qualche volta un ebreo 11 conver1e, il che - credo io - succeda molto raramente, la Chiesa non può non cons1derorlo eris1iano. Pur tultavio lo Chiesa nienle ha detto, nienle ha fallo por difendere il 91udoismo. E oondude dice:ido che non disoonosoendo mai la Chieso « il diritto agli Stati d1 Umi1we o di impedire J'inlluenza economico. soci.aie e morale degh ebrei, quando questo tornaaae dannosa olla tranquillità e al benessere dello no• :.11one,la Chiesa ha condannato. senza nessuna preoccupazione politica. una dottnna che nega I dogimi londamenlali dello Fede>. ~ e, ~ Un leltore, che si chiama Racili, ci ha scritto da Roma Sor.o un iiglio del popolo, oppass1onalo le1tore della Dileso, e anch'io voglio dire la mia umile parola. Per me !"ebreo è l'essere più crudele della natura. [oli, dopo aver condotto CRISTO sul Golgota e nnchiodato Dio vivo in croce, ha errato per il mondo. seminando la d1· scordio ha i popoli. a cui ha succhiato il sangue, istigandoli in og,nì epoço alla guerra, da cui 991i è sempre uscilo vincitore, sen:to comballere. Nessun liglio d'Israele ha mai tradito la suo logç,e. E se qualche volla atti lurono compiuti da qualcuno di e,ssi, non lu certa• mente spinto do amor palrio o ideoli1ò Ila• liana, mo da interessi ebraici, cosi come li difenderebbe 09g1 e domani. se 11 trot• tasse di abbattere il suo più grande ne• mico il fascismo. Altro che patriotil Dall'ebreo nullo la noslra Patria può at• tendersi ed ora, come sempre. fra i nemici. in pnmissima hneo sto !"ebreo in o;ouato, eolio suo armo insidiosa ed invisibile, pronio a colpire alle $palle. Contro i senza patria. i lraditori, i nemici, nessuna attenuante; bi109no essere ine$0rabili, giustamente, romanamente, eo1tolieamenle inesorabili. Gridino le grandi democrozie oçcidenlali. li loro è un grido aepolcrale. Esse vedono già un'Jtaho epurata doirebreo, libera e unita, lor1e, come non lu mai nel passato. Emilio Ar9enton ci scrive da Padova, mandandoci. Ira l'altro, un brano delle Memorie d'un Ottuo9enario d'Ippolito Nievo. e domandandoci se fu la convivenze con ;;,li ebrei a lare di Nievo un pielì;la. Sal•alore Ana.taisìo, atudenle, ei ha man• dato un lunoo scritto da Napoli, volendo che torniamo sulla queslione di Monin, m Direttor. rnponsabile: TEL&SIO INTERLANDI base a ciò che ne dice Allonso Manarea1, col suo hbro d1 testo. Stona Contemporaneo çer i licei elo11ic1. Nessun hgho d'Israele ha mai 1rodito le, sua leoge. dico Rae1h. Crediamo che Raétt1 sia andato più e londo, con poche parole. Ma ecco un oltfO lettera, sullo stessa qut:oitìone. La possiamo intitolare E' del C(lfflera1a Giuseppe Penaabene: Dice: Ho se9u110 la interessante d1seuss1or.<!>. che si è svolta sulla rivista, intorno ok, parte avuta dagli ebrei nel no.tro nsor91• mento; ed ho constatato con sorpresa come malgrado le esaurienh ri:,poste date nei questionario, parecchi, anzi troppo te. que: che più sorprende, g1ovam), proprio ci tengono a che le cose rimangano ancoro con !use; proprio ci credono alla esattezza d: gNditiO dei loro libri di lesto, o di quantaltro nel liceo o nelle altre scuole. !orma la prima ossatura per lo" conosconza dello nostra storia. Questa fede nel tes.t1 sarebbe molto da approvare, e dimoslrerebbe un sano persistere del principio d'autorità, onche nei libri, al quale sarebbe cosa ottimo che lo gioventù ritornasse, se non ~1 ril\e!- lesae che questa abitudine, presuppone na• luralmente, una condi2ione che i libti siano sieu,i. cioè i loro 9iudizi rispondano a v~· rità; e i::opratutto, i loro al!'tori st19uano 11 punlo di vista della civiltà italiano. Ora noi sappiamo quando, da chi, e con che ideo, è stata scritto I.: alorio del nsor;;,•• mento. r· una storia tutta aerltta da liberali che vedevano negli ovvenimenl1 ciò che moooiormente li riouardava dunque, come potevano preoccuparsi di meuere in luce il fallo che uno dei loro. che poteva esse;< Manin, fosse, per esempio, un ebreo, quan do era stata proprio la dollrina liberale. o distrugoere tutte le barriere, Ira ebre! eo italiani; e come, per di più, potevano rencie, chiaro ai loro leuori l'abisso di puncipii. ci scopi, dt interessi, che doveva separare. mal• 9rado l'azione in apparenza comune, ur. palriotta italiano. che pensavo allo orar.• dez.za e all'avvenire del suo popolo, e un liberale ebreo, ehe non faceva che obbe dire, anche attraverso il risorgimento del• l'llalia, considerato. come un episodio. al piano mondiale della dominazione ebraico? Che cos·ero, per ques1i ebrei italiani, lo lotta che essi sostenevano, se non il meno di combattere la Chiesa, ed anche l'Austno odiato come potenza eottolieo, e, sopratutto df impadronirsi (come poi di fatto avvenne) del nuovo Stato che sarebbe sorto? Oro poteva dire lutto ciò uno scrittore liMrole 1 Si saprebbe mai pretendere 01uslamente en,.- lo dicesse, o che 59mplieemente lo senhsse 1 Certo che no. ragion per cui, è vano ~r• core in uno d1 essi, un g1udi2io veramente obiettivo sull'argomento che qui si discute. Dunque, nessuno d&i hbri 1n cui s'insegna ancora nelle nostre scuole la storia del nsorg1mento risponde al bi109no; dunque. occorre cambiare I libn, che fino ad 0991 !anno autorità 01 nostri giovani; dunque. per non scuotere in loro il sano principic d'auloritò, per cui eaai debbono aver lede prima di lutto, a quanto viene insegnale dai loro maeslri. bisogno mettere I loro maestri nella condi2ione di istruirli be::.,; sottraendo quel libri di testo che nor. .' spondono a quello visione, veramonl• ; ,, liana della nostra stona, olla quale. ,fa;~ ,ettant'anni, ci ha orien1ati ogç,1, ru 'r. primo volta. il fascismo. Stampatori· Società Anonima Istituto Romano di Arti Grafiche d1 Tumminelli & C - Largo Cavallc99eri 6. Romo

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