La Difesa della Razza - anno II - n. 18 - 20 luglio 1939

Giulio CekO'e (Museo Barracco - Roma) ne lu o:bbia un'idea alquanto atrano, e m1 110rg-eil dubbio che tu non abbia ma.i letto nè la Summa nè il Paradiso. Nulla d1 11ra• no, se 1u non desal a divedere diversamente. Comunque piantiamola lii Le mie parole non contano; le tue ancor di meno. Quello che oonta è al di sopra di me e quindi di le. l.e99i la Summa e il Paro.d.iso. e capirai perchè e di meno> e perchè • quindi >. Coro Grilo, 1icchè: prima Dante, poi tu, e appr&sso noi mortali. Ma Dante • l'inventore del volgare. Per le invece l"immogina- :uone della lingua volgare è un"idea strana. E la questione è che lo scrivere astruso non è un modo d'ingannare i letlori, ma le stesso. E' vero o non è vero? E la verità non è una questione d'amO? proprio. Ma d"onore. Non un puntiglio. Vittorio Bertou.i, fasciata universitario, ci aa-ive da Urbino: Come molti aHri camerati seguo anch'io con vivo interesae tutte le questioni trattate nel Questionario della voatra Rivi1la, e in modo particolare quelle riguardanU le malefatte perpetrale in ogni lempo contro di noi dalla Repubblica della e Seminatrice d1 Roty > e nemioa naluro.le dell'Italia> come diceva quel volpone di Bismcuk. Vi di'ro quindi. pregandovi - se lo riterrete opportuno - di pubblicarlo, ciò che io penso della e eredilò: di Roma >. I beati francesi proclamano a ogni piè sospinto la loro lelic. Repubblica, con una facilitò: sbolordit!'va e ignorante: figlia pri• mogenlta di Roma (aie); erede universale della millenaria civiltà di Roma (sic): e figlia pr19dilella della Chiesa (1ìc e sempre aie); per tacere degli altri titoli, non meno risorlanti. Queste cuun.loni sono latte e soatenute da corrispondenti dei fogli parigini e da collaboralori della celebre e Revue de deux monde1>. Segno evidente delle oonseguen:r.e delle 9ucunigìoni senegalesi. .14 Va bene cbe la Francia • la na2.1one dell• trulle celebri, ma questa di dar per morta uC,a civiltà per dichiararsene erede umver• sale, mi sembra sorpassi di molle e molte spanne le varie Hanau, Oustric, Staw1ski, u<J1ton Levy, Natan ecc. lo dìoo che non c"à mal stata eredità", po1ch• an:r.1tutto ai sarebbe dovulo regi• strare il dece$&o del "-de cuius > cioè di Roma Eterna. maestra di civiltà alle genh, • poi l'eredità" presuppone degli eredi ed io non vedo quali sarebbero alati. Non es• sendosi quindi maj constatata la morte e del de cuius a, ogni diritto di ereditò • do rt• 1enersi pnvo di qualsia1i londamento. Mi ai potrà obie11are: e il 476? Ma il 476 non à la data di morte della civ1ltò di Roma bensl di un Of9ani1mo politico. Il 476 può e11ere consideralo come J"ini:r.io di una crisi, del resto naturalissima, come il trailo discendente della parabola, come 1 più a11e:;i1con0; ma non mai la lino della c,,•iltà. A :1-:-iplilicare il mio concello citerò un pencdo O:i Onani: Mu 1"!1a:ia, indietreggiando dalla avan- !Ju...rdia cl'lla civiltà, copr• la propria riti• 1a1a. ccl lanciare Colombo alla ,coperta dell·America • Galileo a quella del (.;1elo; ccii dopc aver dato al mondo l"unìlò romana e crfoliana, v1 ag91un9e quella geografica e l'universali1à" planetaria. Poniamo quindi dire ad alta voce che la civillà" di Roma non conosce solu:uone d, continuità, • una nel mondo e in99uaglia• bile, perpetuanlesi rmnovota nel clima eroico del Faacio. Credo 110 tempo d1 finirla con questo ered1lò~. mai ereditala. Ma chi ha inventato questa favola? Indubbiamente chi vi trovava il propno tor• naconto. n Duce hel di1COrso agli 1quadri11i del man:o 1<:0rso, dette un tremendo colpo di ma9ho a questa stolta c:oetru:r.ione di parentele. Ma non basta, bisogna che la vostro Rivista laccia universalmente conoscere che Roma, anche nei suoi brulli momenti. non acese mai tanto da imbastardirsi con bar• bori (leggi Galli); e che la sede della sua antica ctviltà è · sempre stata, è sarà in eterno nel suo luogo di orioine. La Francia liglio predil•na della Chioso cattolica apostolica romana. Esaa incr♦dula, giacobina e bolaceviCO. [110 che ha aacch099iato le chiese, che ha 9hi91iottinato i preh. eua che ha scacciato Dio dall"altare per porvi la O.O Ra91one; esaa eh• ha sostituito alla lede di Dio la lede della fon.a; euo: che ha combattuto insomma con aadi1mo la religione dì Pietro, sua madtel Questa delle parentele, dellct eredità è forse una faccenda da specialisti? Nella vostro Rivista non à stata mai lrallata. Perchè? Co.l 1cr1ve Bertoui, e noi lo nngra:r.iamo di aver trattalo una quealione, alla quale non ,·era ancora d1re1tamente accennato, e che sollonlo possiamo dir neceuariamente compresa da ciò che siamo Ondati dicen• do di Roma e della Chiesa, e del tentativo lrancese e luterono di cambiare il punto di vista di Roma. Remo Touini ci ha scntto do Borgoma• nero (Novara}: A ri9uardo della Francia trascrivo un brono delle ultime l♦ttere di Jacopo Or1is d1 Ugo Foaoolo; un hbro che molu dovrebbero l099ere. e Moltissimi intanto 11 fidano nel giovane eroe nato d1 sangue Italiano; nato dove si parla il nostro idioma. Io da un animo bano e crudele, non m'espellerò mai cosa utile, ed alta per noi. Che Imporla ch'abbia il tremito del leone, se ha la mente volpina, e ne compiace? SI basso e crude!• - nè 9li epiteli sono esagerati. E che non ha ♦91i ven• duto Venezia con aperta e 9ener03C ferocia? Selim I, che Ieee scannare sul Nilo trentamila guerrieri cireosai arresisi alla sua lede, e Nadir Schah, che nel noelro se• colo trucidò lrec.!lntomila indiani, sono più alroci, ben.si meno spr♦9evoli. Vidi, con glt occhi miei una COIStilu:r.iondeemocratica po1tillata dal 9lovane eroe, postillata da mano 1ua, e mandata da Pas1eriano a Vene- :r.ia perché a·acc.ttasse: e Il lratlalo di Campolonnio era già da più firmato e ratih· calo; e Vene:r..ia era trafficala; e la liducio <;,li.el'Eroe nutriva in noi tulli ha riemptlo J'ITAUA di proscri:ioni, d'emigro:iionl e esili!. Non oceuso la ragione di STATO che vende come branco di pecore le nozioni; cosi fu sempre, • cosi sarò, piango le PATRIA MIA che ml fu tolta. e Il modo ancor m'olfend♦. Nooque T1aliano, e 1occo1rorò un giorno alla nostra PATRIA, ahr sel creda>. ~ e, ~ AUr.do Andteini ci scrive da Lucca. Ogni aera al lennlne della mia gtomatc di oltre undici ore di lavoro, con il cap:> scarico ed intontito dal sonno e dalla sta:-:- che:r.:r.a, strappo qualche oretta al ripog:. p♦r 11udrcchlar♦ un po', e la lua beEc riv11ta occupa il primo posto durante questo frugale pasto dello spirito. Sono tentato a prendere la penna per congratularmi \eco per quanto val lac.!lndo con essa per lo dilesa della raua, per pte9arti pure dt permettermi di esprimljre qualche mia mcdesta idea sull'019omento. Siimi 9eneroso nel giudican:nl • perdonami che approlit1o subito di quanto hai risposto a Tulho R1cc1 riguardo al tu o cui aderisco come vedi co:-, entusiasmo. La cosa che più mi colpisce è la larga ospitalità che tu concedi al pubblico d ogni daase nel Ouestionorio che cosi ha modo di dire ciò che pensa inlomo a questo problema che tultl Ionio interessa e forse di tante idee qualcuna uscirà fuori degno di essere tenuta presente per l'impostamentc. di questa battaglia. Se è vero che chi bene comincio è alla metà dell'opera, lu sei pmprio un peno avanli, percht hai scelto questo metodo ,aggio e opportunissimo da, rende Inoltre il popolo in qualche mode, compartecipe dei suoi atti e lo abitua c riflettere. Plaudo dunque al aishtma sen.z:.. riserve; senonchè a me sembra di esseH coi temi del Questionario olquanto fuori d"oro:;omento e per il resto troppo in marg-ine con tua licen:i:a ml permetto di eslemarti il mio punto di vi1la Credo io che il lato per cosi dire 1pir1• tuale della questione dei valori della ra:r.zo (cultura, &duca:r.ione, senlimento, arte ecc.; che plasmano quella tal lortna menti, ch1o con i vari frulli del 9enio, (se non già pe: se stessa) emana i diversi 9radi di civilt6 secondo la sua poten:r.ialità, sia piuttost'~ un e!fello di quella recettibilità intellettivo dovuta al grado di elevaz.ione biologico (e psichica) nella evolu:r.ione dello. specie e per tanto di secondaria iì:nportanu, d1 lronte ai valori biologici che ne sono ir, definitivo la prima causa.

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