La Difesa della Razza - anno II - n. 18 - 20 luglio 1939

Le 9n1dee comunie:1• Anni• Prc>çirib1ltn • F'reda Jacbon, arrH1ate in s, .. ia P<tr altiYilà terrorilticc X1.1rigu,mli d1 hr.u:k la concezione tradizionale ebraica del dditto ~ qua111Omat rigida e formalistica. lf dcht10 assume sen• /altro il carattere d"infraiione della legge di\•ina. Qui non si ·1klugia III ncsstma analisi psicologica, non si procede in distin. nom, come quelle di dolu.1,culpt1, ecc., non si indagano i mO\'Cnti .: le circostanze e le attenuanti: resta il fatto bruto, che 1>rO\ 1oca i:. colkra di Jeho\'a contro il colpevole: contro questi il potere ,1c11acomunità ebraica de\'e prontamente procedere, reagire oon 1111 castigo e una pena, per la quale il criterio predominante pr,,cede dallo iu-.1 tolioni.1, in tutta la sua unilat<'rale rigidità. Queste concezioni sono proprie non solo all'Ebraismo antico, ma anche all'ebraismo della Diaspora, o,•e esse hanno fortemente contribuito al sussistere dell'unità e della solidarietà della razza t!hraica nella dispersione. Questa rigida concezione del diritto \' del delitto ha1 preservato la comunità ebraica contro ogni ten. dcnza che a,•rebbe potuto essere erosi,•a per il suo specifico modo lii \'ita. La legge dell'Ebraismo nella Diaspora, cioè il Talmud, i:' n::ro che finisce in una casuistica di una comple.>sità quasi inimaginabile: ma è facile persuadersi che dovunque questa casuistica si riferisca soltanto alla \'ita della comunità ebraica, ,·ss.a sempre conclude nel riconoscimento di un assoluto, rigoroso diritto della Legge che difende se .ncssa, non a,·endo nessuna ~ensibilità per i retroscena individuali e psicologici del delitto, i:-iacchè il delitto è esclusivamente assunto nel suo aspetto e po• ~itivo > e e oggenivo > di fatto, che mette in pericolo la ,,ita .: la rc:altà e l'i.mità della comuni1à ebraica, 1cnuta iusiCT11en,ella •ua dispersione, unicamente dal!~ Legge. Ebbene, se noi ora ,•eniamo alle teorie giurièlichc e alle interpretazioni del delitto proprie agli Ebrei emancipati passati a far la e scienza> per le ch•iltà non ebraiche, si assiste al più paradonale capovolgimento di vedute. Di tanto la concezione: già ;i«cnnata, riferentesi ai soli Ebrei, si dimostra insensibile e rigoristica di fronte al colpc,·ole, di altrettanto le concezioni cbrai• che ad uso dei non ebrei fan mostra di ipersensibilità e produ• cono dei ,·eri capola,•ori di e psicologia> per e comprendere> e i;:instificare il colpe,·ole, 1 suoi moventi, il suo destino. E quel diritto dello Stato di difendersi, così dichiaratamente riconoscimo nel riferimento alla comunità ebraiu, ecco che, se: riferito ai popoli e alle ci,·iltà non ebraiche in cui Israele: si tro\'a come ospite, ,•iene descritto come una vera bestia nera, qualcosa di arbitrario e di inumano e di bruto, contro cui si mobilizzano lutti gli argomenti psicologici e sentimentalistici e tutti gli accertamenti di una presunta e scienza>. Si ripete, dunque, esatta• meme. la tattica generale della e doppia verità>. Il Mikorcy mette in evidcnz:a questo punto con una rapida analisi delle principali interpretazioni della psicologia criminale fatte da ebrei nei tempi moderni, nei tempi dell'emancipazione. Esse concordano tutte nel relativizzare il delitto e nel porre una specie di \·eto al diritto sovrano dello Stato di difendersi e punire: e lo scopo inconfessato. secondo il ;\fikorey. lo si ha nelle note parole di Goethe: e Questo popolo :.sturo non vede aperta che una sola via: finchè sussi.llta un ordine, esso non ha nulla da sperare>. L'analisi si inizia con le dottrine dell'ebreo italiano Cesare Lombroso, il quale, nelle sue kttere, non fece nessun mistero sull'avnrsione profonda da lui nutrita contro il e ~IediOC:\'O>, contro i metodi di una e disciplina \'iolema > che e opprime lo spirito logico innato>. Il suo compito, in realtà, è stato di mobi• litare la scienza naturale: contro il diritto classico. Una adeguata indagine antropologica e biologica s'incarica, qui, di relativizure il eoucctto di imputabilità, jnquantochè, secondo Lombroso, la delinquenza t una qualità di razr.a. I delinquenti costituiscono una \'anetà biologica a sè, residuo di quel che tutta l'umanità sarebbe stata in tempi primordiali. Un puro atavismo biologica• mente condizionato agisce nel delinquente: su tale base, al di• rino dello Statv di reagire: si \'a a togliere qualsiasi carattere etico o politico. Esso deYe dar luogo a prOcedimcnti tecnici e 9 ridursi ad un capitolo dell'igiene sociale. Il determinismo atavico del e delinquente nato> \'a a relati,·izzarc e a dis•cticizzare la colpa, il delitto. Se non si giunge, è vero, fino a simpatizzare umanitariamente col delinquente come gli ebrei marxisti, con questa teoria si viene già a sot1rarre ogni fondamcmo al diritto dello Stato di imen•cnire e punire, e quindi a minare inscnsi. bilmente questo stesso diritto. Il Mikorey inclina a credere che il fatto, che la dottrina )ambrosiana, dopo un rapido successo, passò nell'ombra e non fu sostenuta dagli ambienti intonati allo stesso spirito di essa, sia dO\'Ulo a ragioni di opportunità. Fu giudicato pericoloso l'atti• rare rauenzione sui rapporti intercedenti fra certe disposizioni criminali e certe qualità di una razza sui generis in un periodo, in cui in Europa si affacciavano le prime: tendenze razziste e antisemite col Dc Gobineau e con I suoi seguaci. Si mantenne l'obbictti\'o, ,•aie a dire, il desautorare il tipo e medic,·ale > di diritto, ma si scelsero altri mezzi. Ci si ,·olse dunque nella direzione della cosiddetta scuola di criminologia sociale, a\'Cnte per base ricerche statistiche e per sbocco la seguente "edu1a: la delinquenza t un fato sta1istico. I singoli sono come atomi ripresi nel dinamismo quasi fisico dei processi sociali, e col loro urtarsi e interferire realizzano delle uni formi ti statistiche. attuantesi impersonalmente:. Esistono così dei e percento,. di criminalità come un fatto impersonale di e malattia sociale > che: dt't.·L' r<'alitursi: quali siano gli md,. vidui che lo realizzeranno, è cosa indifferente: se non gli uni, sa.ranno gli altri. Per cui, ecco che di nno,·o il delitto perde ogm carattere morale e, in corrispondenza a ciò, ecco che lo stesso accade per la .reazione dello Stato di fronte ad esso. La respon• sabili1à. a poco a poco, \'iene spostata dall'individuo come sogg~tto etico alla collettività e, qui. S\'UOtata, attraverso iutcrpre• tazioni determinis1iche. E questo è il punto di partenza per lutta una serie di \'e,hue pencrtitrici. 33

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