La Difesa della Razza - anno II - n. 18 - 20 luglio 1939

guente sonetto, da lm intitolato • L'arco J, Tito> ~ pubblica10 nel volume « Osinde > nel 1879, « quando neppure lontanamente m Italia si parlava di sionismo e di risnglio nazionale ebraico•: Tito v.pcwcm I L'infame clade Che la pontificai Sol.imo a1'efH E di mNtizia .. oolm 00.,.r,.. O.' miei rna99iori l'ilari C"Oatrade Sull'tffco tuo che poco cielo Unade Mo.tra le mie tribii NrTe • cml)eru; Ma un altro orco •u quello il 1'0lo oderN Che per furor di tempi i:nai non eade Gli l 1'01'00 del peDIPer che 1'inc• i marmi I brom:i anda • aino a Dio ai leYa. A quel Dio cb• al dolor 9Claa1'a un tiglio, L'arco bionkztor dlii bWC,O Niqlio Che alla mio achlatta miniatr<na l'cnmi Onde or le MOOlarion.te &.grHa. Ecco un saggio di patriottismo, ma la patria di Reverc è la Pales1ina, non l'Italia; la capitale è Solima, non Roma. Anzi, l'halia e Roma fanno la parte - se così è lecito dire in questo caso - dell'Anticristo; sono il bene individuato ostacolo che si irapponc alle aspirazioni patriottiche del poeta; sono i simboli ddla tirannia e dell'oppressione, di contro al desiderio di libertà dei giudei. Roma, in sostanza, è il centro dell'odio ebraico, dell'odio di tutti i secoli, che nell'Urbe imperiale combatte il prin• c1pio disciplinatore e legislatore del mondo antico, e nell'Urbe caccolica il principio unificatore del mondo medievale e moderno. I versi di questo preteso patriota giudeo, che ad un tratto tutto dimentica della Nazione in cui ,,ive e di cui apparentemente condh•ide le idealità. e impreca - con la voce aspra e arrogante della sua razza - contro Roma; questi J>Cssimima significativi versi sono una indiretta conferma della sentenza del Talmud: • La nostra redenzione sorgerà non appena Roma sia distrutta •· Si potrebbe peraltro pensare che quamo dd Re\'Crc scrive la « Rassegna mensile d'lsrael >, appunto pcrc.hè scritto nell'intento di magnificare la sua fede <braica, prospetti in maniera unila· tl'rale e perciò da,,orevole, la sua figura. Ricorriamo quindi ai testi stessi del Revc.re; e vediamo quali elementi di giudizio si VoSSOnotrarre da un rapido studio della vila, dell'indole, delle opere di lui. • L'eterno proscritto•• vien definito dai biografi il Revere, vc::r le sue continue peregrinaiioni; e ,·'t chi non esita, per tal mo• tivo, di paragonarlo al Foscolo. Vediamo dunque i motivi di talune fra _queste 1>eregrinazioni. « Nel 1~9 - scrh,e Alberto R6ndani, nella biografia premes.:;a alle O1)CreComplete del X-ostro, biografia, si noti, scritta 111 tono encomiastico - il Re,•ere era a Venezia, ma lril"'no doqurntc r i,rqa,il'to, disturbava Manin, il quale lo espulse dalli città, prov• vedendo però con tutte le precauzioni possibili alla sicurezza dell'amico pcrchè non cadesse nelle mani degli Austriaci•· La notizia è di singolare importanza, perchè dipinge, di fronte all'ebreo ~lanin, abile e accorto politico, l'ebreo Rc,·<re, reso inquieto e troppo oompromenente dal torbido intellettualismo cht germoglia negli individui della sua razza, quando le faccende pratlche non li assorbono interamente. Dopo aH"r soggiornalo per qualche tempo a Roma, il Revere si trasferì a Torino; ma « nel 1855 - prosegue il R6ndani - sospetto di cospirazione repubblicana, fu mandato dall'Azeglio a confino a Susa>. Qualche tempo dopo, lo iroviamo a Genova. Spontaneo trasferimento? Così farebbe credere il De Gubcrnatis, che scri,·e: • Per vivere fu costreuo a rivolgersi al cowmercio e ridursi a Genova•· Ma il R6ndani corregge: « Veramente, credo che a Genova fosse, con garbo, mandato dal Governo insieme con altri patrioti un po' pericolosi per irrcquielei:::o di ttmpcrumtNlo. Ad ogni modo, in quella città tratlò affari, non 1>rOJ)riodi commercio, ma dì banca, per incarico d'un suo fratello hanchicre a Trieste; e lo fece con quella oculatezza ch'ebbi a notare m lui in varie circostanze. assistilo ;rnch(' da una cer1a Fffta d•lla frotellan11ada't'O'ntiall'Areo d:i Trionfo aulla pialllla c;lell'Etoil•a Parigi il 20 aprii• l848 (da .una litografia ®ll'epoca) 19

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==