La Difesa della Razza - anno II - n. 17 - 5 luglio 1939

si conoscano ha loro 1101petchè italiani ed umani e si possano tuUi Ira loro porlare col tu. avendo ciascuno 9ran sentimento della sua e delraltrui dignità: si chiamino col tu a C<J9ione deU-aumentato livello dello: diql'lit6 nazionale. Giusti dunque scriveva Mio caro Manzoni. Quel Voi mi ha fatto un gran pro, perchè davvero il signor Lei è un signore sguaiatissimo messo Il apposta per Imbrogliai"('! un pover·uomo che vorrebbe andare per le lisce. À me accade che il Lei mi tiene legato e quasi rattropp1to nel cerchio delle !rasche e delle gretterie ,grammaticali. e vor• rei essere frustato se col Lei alla mono ;ni riesce di palesare un qumto delranimo mio. Confesso però che sul punto di dare del voi a Voi, la penna mi si rivolta quo.si tra le dita come s·annoda la lingua in bocoa nel cimento d1 passere al tu coll"innamorala. O.kar Rutb. sludente tedesco dell'università d1 Tormo. ci ha mandato la seguente lettera A proposito della lottero dell"universitario Allilo Rizzo (Il rauismo tedesco) nel numero 12. anno Il, della Vostra pregevolissima rivista, reali:i:zo la mia inten:i:ione. di partecipare olla discussione. finora non osato. come straniero. E oppun1o ledesco. Ma devo subilo affermarvi, che il razzismo italiano mostra 1n fatto pochissimo inllu.sso della dottrina tede$Ca. forse troppo poco. Senza dubbio o,gni popolo deve adattare uno verità ai propri bisogni. Mo tuttavia deve d1alonare la verità originale. M1 spiego più chiaramente: I fondamenti del razi::smo /JOno oggi luori di ogni di:teu$#ione. Ciò è che 11 C<Jraltere d0un popolo non è soltanto lormato dalrambienle, dalla storia occ., ma da un altro pnncipio biologico e spirituale; la rana. Due Weltau.schannuoen, come noi diciamo, si appoggiano su questo veritò scienhlica, il fascismo, è 11Nazionalsociahsmo. E a quealo punio na.,ce il problema Come mai accade. che io, sapendo la doltrino del roxzismo ted&Seo. mi trovo dinanzi o quello del razzismo italiano come dinanzi a una cosa assolutamente nuova? Cioè: lo non vedo piu - o quasi - la vo• ntà comune. Cd ecc:>, che devo rispondere al come• rata (perehè anch 0lo sono :iludente) Rizzo: Hai ragione che bisogna conoacere il raz.• 2.ismo dell'altro paese - mu: spiegando quello della Germanio. lol subito questo sbaglio, Oppure l:"llroduci quel concetto ila• hono. che io non riesco o capire. Dici che Hitler identihca n02.ione con razzo, che sono del resto inscindibili. Sii ln...cmdibili. ma non idenlicil Voi parlate di razza nordica, mediterraneo ecc. - ma anche di raua ita• liana. Sbaglio, se intendo questo secondo concelto come: popolo o na2.lone Italiano? AUnmenli quei due concetti di razza mi sembrer 1bbero incompatibili. Noi altri tedeschi diciamo: C1 sono tali e toH ra.&H ariane. di cui si compone il po.polo tedesco. Un°allra questione •• che razza sia lo più adatta a certi compiti. Lai:ciamola do parte. Ma tali sono le relazioni fra razzo e nazione. E' vero. che bls09na considerare lo rozza come laUo biolo,gico e spintuale. Ma ml plre che il razzismo italiano· ponoa l'ac• cenlo quasi, totalmente sul secondo punto di vista. Non devo e non vaolio ailicare. Negro d•ll'Africo occid•ntale :n co1tume di gu•rra (da Rollenel • Viaggio nell'AlriC<J Ocdd.) V09lio soltanto accennare alle dillerenzo - assai grondi - Ira il raui.smo tedesco e italiano. E rìpeto che ml plte utile. cho i due concetti sì avvicinino - altrimenti non potremo mai dire. che la scienza possa provare -le noslre concezioni della vita dei popoli. O almeno: bisogna in\ender,i. E perciò avrei una domanda. Come potreste spiegarmi il razzismo italiano, considerando, cho sono tedesco e sono inhllrato di concetti molto diversi? ::redo. che quosto servirebbe anche per !"approfondimento de!la amicizia Ira i no- .stri. popoli, perchè prima di tutta bisogna :ntendersi. Ed io potrò dillondere la mia conoscenza della vita italiana nel mio paese. quando s:::rò rilornaio. Caro camorata Ruth, Voi non siete stra• niero 1n Italia. Nessun connazionale di Goe. the è staio mai straniero in Italia. Sapete quanto gl'italianl amino il poeto del secon• do fausto. Quanto l'Italia sia stata da lui amata. Capita. E oro abbiamo un destino comune da assolvere. Sapete che li nostro destino è di finirla con le potenze merconli e mettere il popolo in cima alle nazioni. alla vita del mondo. E" un destino cavalleresco. E' lotta d'onore l'epoca: della Ger• mania e dell"ltalia. facciamola dunque sempre più profonda questa nostra unione. Collaborate con noi. Lo vostro lellera ci :-:::= fatto grande piaceNI. V1 preghiamo d1 continuare qu&gta discussione. Voi dite che bisogna distinguere rau.a da nazione. E come si può conoscere senza d1stmouere? Come avere concetto della razza, senza dìstin:i:ione? Siamo con voi. Però vorrete ricono:teeNI che la distinzione è un momenlo &Oltanto logico. Il concetto una conoscenza. Dobbiamo astrarre dalla nazione per ottenere il concetto di razzo. Perchè r02:"zae nazione sono aogi una cosa sola. Porlo. s·intende, dolio razza o delle razze che formino uno nazione. Dobbiamo cioè astrarre dal vero essere della razza. e non do un particolare. ma da coso es• senziale; porchè è divenlando nozione che le razze pNlndono corpo e anima. prendono con lo lingua lorma d0 immaginazione, che è la !onte delle opere, cioè della civiltà; perchè la civiltà non è lorma1a tanto dal pensiero. quanto dalle opere ,come la civìllb classica ci la chiaramente vedere. Per questo cr&c!iomo che le più profonde rogionj della razza 9ermanica le abbia detto f1chte. E per questo noi mettiamo l'accento. non sul secondo punto di visto, come voi dite, ma sul lotto effettivo e totale. Lascia• mo ai biolOQ'i d"ìndagare la parte naturale di questo !auo o non possiamo tare a meno d, tenerne conto. mo la questione sale alle scienze morali. ed allora è la lona interiore la que.s1ione della razzo; e la lona interiore pN!nde la sua pri.ma lormo con la plrola, cosi viene al mondo la forza d"una rana. Allora insomma lJOno Vico o fichte cho ci possono guidare. Non /JOse mi sono spiegalo e se questo punto di vista vi potrò sembtare fondato. mo oonliomo sullo vostra collabora:iione, per chiarire questo punto e vi rìn,graziomo. I nostri lellori sovente ci hanno domandato induxnione di libri riguardanti la questione di rana; spe&SOsono stati studenti che per i loro JXJrticolari lavori ci hanno domandolo plrticolari indicazioni. Abbiamo risposto. come abbiamo potuto, cioè incompletamente, perchè d'un'opera bibliografica della nostra questione non esisteva neppure l'idea. E continueremo a lare il po:s.sibilo per corrispondere in qualche modo allo domande dei Jeuori. Ma oggi possiamo dare una buono nohzia. Lo lacuna è stata almeno m JXJrte colmala. Una piccola plrte. Ma im• portantissima. Quella dei libri di lingua ila• liana sugli ebrei di ebrei e non ebrei. E infatti ora è stato pubblicato dall'editore Cremonese di Roma il libro do! camorata Carlo Bo:rdun.i do! tilolo BibliograHa •braico • giiudoiea in lingua italiana con aggiunta dei C09nomj, portati da 9iudoi resi• denti nel Regno e Dodeconeso. Costa dieci lire. Contiene una introduzione alla quo1tione ebroiC<J dello stesso C<Jmerola Barduz.zi. L0 indicazione completa del frontespizio di mille e trentasei opere. Un elenco di 2332 cognomi d'ebrei, mentre l'elenco dii Schaerl ne contiene- soltanto 1650. Voi conoscete il camerata Barduzz.L Siete lettori dei suoi scritti. Non ho bi.sogno di dirvi ch0egli è uno dei più Informali- conoscitori della questione ebraica. Lo conosce a tavolino e per esperienza lotta girando il mondo. In questo non facile e non breve lavoro egli ha messo la aua va.sta inlor• mazlone e pul"('IZZ.dai ooncelto e obielliv1tà o tenacia. E non ha terminalo, Egli ci dar6 in questo campo altri notevoli aiuti. Perciò lasciale ch'io lo ringra-z.i anche a nome vostro.

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