La Difesa della Razza - anno II - n. 17 - 5 luglio 1939

UNA NUOVA PARLATA ARIANA 1 flJt uando si farà un ùilancio consuntivo dei progressi compiuti dalla linguistica, e dell'aiuto altissimo che tutte le scienze fj. iologichc le hanno offerto lungo il corso ddla sua· più recente evoluzione, non si farà certa.mente, degli ultimi nostri quarant'anni, un bilancio troppo magro. Almeno una quindicina di lingue una ,·olta (C cioè tino al principio del nostro secolo) 1otalrnentc. o quasi, sconosciute, e ddle quali si ignorava perfino l'csistcnta, son".) 1mprov, 1isamcntc ,•cnutc alla luce. E' molto recente, e ,,aie la pena di farne mt cenno fugace, la scoperta di una lingua completamente nuo"a, e che riguarda molto d;i. ,·i<::ino i nostri più intimi interessi storici, e i misteri delle nostre più lontane origini e più segrete affinità razziali: la lingua Ideario; una denominazione. premeuiamo senz'altro, convenzion.,le e dotta. Fatta una debita eccezione per le iscrizioni pcrsiano-achemenidiche di Dario e dì Serse, da. mille anni la hnguistica arianistica, o indoeuropeista, non a\'eva ancora avuto mai la occasione di una sorpresa cosi sensazionale. Si tratta, dunque, di una lingua ariana. o indoeuropea, morta ormai da quasi un millennio, e elle era parlata nel Turkestan orientale. Una serie di esplorazioni compiute tra il 1900 e il 1914 da missioni i.cientifì.clle ufficiali, da ri-cucatori pri,·ati e da appassionati collezionisti appartenenti a quasi tutte le nazionalità del mondo {1 russi Bcrezowskij e Klementz; il giapponese Otani; l'inglese Stcin; il tedesco (jriinwcdcl; il francese PcJliot; e ahri) scoprivano una ~rie così numerosa di te· sti e di frammenti di testi, da rendere chiaramente e facilmente possibile, nel giro di poclli anni di indagine testua• le, una sistematica ricostruzione di quel. la antichissima lingua ariana, di cui non sono rimaste ormai elle quelle trac• e.e scritle in una speciale scrittura indiana sanscrita, molto variabile nei ti.pi, e .con l'aggitlnta di quakhe segno nuo-- "o, secondo le esigenze fonetiche della nuo"a lingua, Il Dio Siwa Questi ritro,·amcmi hanno, s1k.'d;i.hnc1U<' per 1101 italiani {oltre che per il ircddQ calcolo glottologic.o e storico) un intere·sse !-pirìtuale di prim'ordine, per le ragiom che esporremo in seguito. lntanto, però, bisogna subito rilernrc come l'u1ilizzazione ,cicmifica d1 questo vasto e importantissimo materiale linguisti· co non sia ancora stata compiuta razionalmente e profondamente, fino al punto di permetterci di 1radurre conc.lnsioni ~1ret1amente scientifiche e precise in no7.1onid1 P\<liblioodominio. Tutti i testi ri• tro\'ati furono pubblicati dagli studiosi E. Sieg e W. Siegling (Tocharischl' Sprach• rrste, Berlino, 1921), ma 1u11a, 11a non fu. rono rt>si accessibili elle a una ristrett:>. cercllia di arianisti e indiani~ti. Dicci anni dopo, e precisamente nel 1931, appari,·a il Ja\'oro promesso dai due studiosi nella prefa. zionc all'edizione dei testi, di una gram• matica, almeno pro\·· visoria; mentre, nel frattempo, altri studiosi a,·e\•ano recato il loro contributo di ricerca e di coor• dinazionc dei dau grezzi: essenziale il lavoro del prof. Holger Pedersen. Pell~no del Turkfflan Questa lingua s, presenta però sotto la forma di due dialetti così differenzia• ti. elle si comincia oggi a pensare pcr• fino a due ,•ere e proJ)ric lingue, data la forte di,·ersità morfologica e lessicale. Intanto, anche la denominazione esatta e con\'incentc. dei due dialetti, non è ancora stata fissata dagli studiosi su dati scientificamente sic.uri. Tocario A e tocario B, sono, per il momento, le più certe ma anche le più astratte denominazioni: una considerazione approssimativamente geografica ave\'a indotto il prof. Pedcrsen a usare pro,,,·isoriatnente l'indicazione di oifr11tale per il dialetto A e di occidt:Nlnlc ~r quello B. Altri hanno proposto di cons1:r\'are il nome di tocario solo ritr l'A, e di de1K>minare kurco il dialetto B. Z..fa veniamo ai caratteri che. ci riguarc!ano più direttamente. La caratteristica essenziale; che subito ha colpito gli studiosi elle s'craM applic.tti allo smdio della morfologia e del les- ~io> tocario. era che in questa lingua. che s1 prcs~ma,·a ariana lì.no alla prima C\"i• ,I, nza, si attestava la presenza di un sistl·• ma ,·erbale con forme deponenti e pass1\'\' 11)-r, proprio precisamente come nelle !in• J!Ue celtiche, e, soprattutto, nelle Jing,w italiche (osco, umbro. ecc.) e nel latino. faempio, un po' banale ma chiarissimo: i•mo e io amo>, ha in latino la forma passi,·a: umor « io sono amato>. Ora, tutti gli arianis1i 3\'C\'ano, in passato, ammesso o i;ostenuto che questa oomugazione passi. "a in-r, era una 111no,,a:i:ionc nel grup• po delle lingue aria• ne. e non appartenesse all'ariano ori• ginario. Ne seguint che tutte le lingue chl" possede,·anoquc• sta coniugazione. do- ,·e,·ano aYere tra d1 loro una affinità spcci"lt:. Ma è possibile che il ramo in• Capo iranico doeuro1~ 1>iù occic.!cmale (rappresentatQ dal cchico, dal1'1t.t• hco e dal latino) sia legato strc1tamc111c e '-!)CCialmemc alla famiglia piii orientale. com·~ jl tocario? Si comincia, pertamo. a ixnsar,e che qudla coniugazione deve essere assolutamente origiNaria ndle lingue :rriane, e che si è con~rvata soltanto in alcuni rami, e, precisamente, i rami llC.ri• ferici. ~la quale razza parla,·a questa lingua? Certamente una razza ariana stabilitasi nella Battriana, o Tocharistan, verso il I o 11 sec. d. C. Anclle le altre qualità dt e.nesta rana, oltre che la lingua, dimostra110 chiaro trattarsi di una purissima razza ariana affine ai latini. 11 nome di Tocario. però, dato a questo popolo, i, come abbiam j!ià detto, puramente convenzionale: certo la razza tocaria era semplicemente una razza coabitante con la razza ariana di cui ci occupiamo. Del reslo il popolo che rarla\'a la lingua tocaria, come risulta dai testi esaminati, dava a se: stesso la denominazione di arsi; che- si può benissimo ricondurre a quegli Asioi di cui parla Strabonc (XI, 8), e eh<. rioorda come allea1j dei Tnc.,ri, i Tacarioi. Natnralment<: qllcste identificazioni sono, per il momento, e allo stato attuale delle ricerche 610logichc, quelle più superficiali, ma anche quelle più evidenti. La filologia, ad ogni modo, sta la\"Ora.udo con pazienza e intensità alla possibile clliarifica:r.ione del problema che riguarda cosi da vicino la storia della e"oluzionc. e della diffusione geografica della razza ariana in generale, e deUa razza italolatina in modo del tutto particolare. EMIIJO VILLA

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