Le ricerco: di .o.tanae toa,iche n•II• patat• ,,itò da porte dell'operaio, affermano il giusto perch• essi 1,i basano appunto sul fatto che l'operaio meglio pagato si nutre m&- glio e quindi dispone di maggior forza di lavoro. Del reato per convincerci dello stretto leg-ame che intercorre tra ahmentc:nione e fo1"%Q di lavoro e di produttivitò boato che e1 guardiamo intorno per convincerci che gli uomini che mangia.no meglio sono i più attivi e i più produttivi. In Italia non si mangiano ovunque gli stessi alimenti; il consumo dellq oo:me, che è la ba.se di una buona nutrizione, è maggiore nell'Italia del Nord che in quella del sud, sebbene la provinda ove il consumo della come è maggiore aia il Lazio; segue poi la Lombardia mentre il minimo consumo di carne si risconlra nella Bas:\.lloota e nello Puglie. Il consumo delle uova, che costituiscono una parte importantissima del nutrimento per la quantilò di albumina che contengono, è abbastanza uniforme in tutta la penisola, seppure una certa prevalenza, sia puro minima, non ai riscontra nell'Italia settentrionale. Nel consumo del frumento non notia• :no la ate$1(1 uniformi!~; nell'Italia centrale, in quella meridionale e nella Sicilia in par• ticolare il consumo del frumento è di gran lunga superiore a quello dell'Italia del Nord, e ciò può sp!egcm,;i col prevalere in queste regioni di popolazioni agricole nelle quali, come è noto, il principale nutrimento è oostituito dal pane. Ricchi di aostani.e albuminose sono i legumi ed alcuni come le lave, i piselli, i lagiuoll, le lenticehie, ne contengcno In quantitò maggiore di alcune qualità di carni, come Il vitello, il bue, il maiale; inloth mentre queste contengono da 15-4 (maiale) a 184 (bue) di albumina, le lavo ed i fagiuoli ne contengono 242, I piselli· 228, e le lenticchie 257. (Tavole di KOnig). Il consu• mo dei legumi, sia !teschi che secchi, al pari del frumento è maggiore nell'Italia meridionale; tale maggior consumo sembra debba controb)lanciare il minor consumo di carni che si riscontra in queste regioni. Tuttavia bisogna tener presente che l'equilibrio non viene ugualmente a s1abilirsl, perchè mentre gll alimenti animali vengono molto bene assimilati, non ugualmente bene vengono assimilati quelli vegetali perch6 le parti nutriti:r:ie di questi sono contenute in pareti di cellulosa difficili ad onere attaCC(lte dai succhi digestivi, sicehè molto spesso parte delle aoatanze nutritizie possono, avvolle nelle oellulosa, nel c<1nale digerente e ven• gono espulse senza essere assimilate. Un'altra neces11tò del nostro orgamsrffo è quella del sede, del quale però il bisogno è più o meno necessorio secondo li genere delle alimentozioni; ebbene il consumo del "1le 6 maggiore nell'Italia meridionale che non nell'alta Italia; infalli menlre le alimentazioni prevalentemente o base di car•· ni hanno meno bisogno di sale, quelle vegetali Invece ne richiedono molto di più e se ricordiamo che questo genere di ahmen• lozione prevale nel meridione, possiamo fa. cilmente renderci ragione del maggior con• sumo di sale. Dando un rapido sçiu<f?'do olla nutrmone delle classi proletarie in alcune regioni, notiamo che 11 contadino veneto si, nutre prin• cipalmente di palenta e fogiuoli ragglun• gendo, secondo gli studi del ~Ili. una media giornaliera di 87 grammi di sostanze albuminose auimNate, 64 di grassi e 561 di amilacei; il contadino emiliano si nutre dì polenta, minestra • pane raggiungendo una m~ia giomalitira di 100 grammi d1 sostanze albumi-nose, 56 di grassi • S98 di amilacei; l'operaio romano si nutre di cibi vari, prjndpalmente di minestra, raggiungendo una media giornaliera di l IO grammi d1 sostanze albuminose, 41 di grosai • 5-44 di amilacei. Il contadino dell'Italia del Sud completa la sua nutrizione quotidiana con ca.stagne e raggiunge una media giornaliera più bassa di quelle sinora osservale : 98 gr. di sostanze albuminose, 56 <li grassi e 448 di amilacei; anche la media g,ornaliera di sostanze assimilate dall'operaio napoletano à alquanto inleriore e cib devesi al lotto che egli sostituisce parte degb albuminoidi digeribili nel cibo, con equivalenti di sostanze non ozotale. Per concludere possiamo dire e.ho in Italia il problema dell'alimento:tione è stato affrontalo in pieno ed in pieno risolto, i pochi dati che abbiamo citalo ne :sono la più limpida conferma, ma anche se non esistes• 1ero doti e statistiche si potrebh. ugualmente allennare che il popolo italiano nella ~ua sobrietà à più che sullidenlemenle nutrilo ed a ciò deve di essere annoverato tra le rane torti e robuste. EDMONDO VER'.:ELLESI
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