La Difesa della Razza - anno II - n. 17 - 5 luglio 1939

tini. Natalia Levi, Aldo Borlenghi, Alberto Moravia, Ettore Levi, Lorenw Montano ecc. ecc.}, e che fino ~ questo momen• 10 altro servizio non ha potuto rendere all'Italia che quello di irretire giovani scrittori nostri nelle maglie di una lettera.tura a tono e europeo> (un'Europa che erriva sino all'Ameriea!). Lo !COpoideale di questa rivista, (che del res10 anche nel suo aspetto materiale non è che la copia della rivista francese e Mésures »), è implicitamente quello di fare, dell'ultima letteratul'8. italiana d'ar• te, una provincia di quella f rartee!le democratica e bolscevizzante. Ogni libro di Valery, Sc.hlumberg, Charles Du Bos, Fran2 Kafka. Faulkner, WooH, Coc1eau. Huxley, Hene Clair, ecc. (senza contare i soliti richiami ai più soliti Proust, Gide. Joyce) viene in essa portato rumorMa• mente alla ribalta e magari a,~e tradotto e imitato, nel suo dato stilistico, da accaniti zelatori delle letterature straniere; i quali. cqui\'ocando sulla famigerata arte pura, la fanno portatrice di un ideale internazionale e non universale. Voglio con questo dire che una letteratura come è concepita da questi ebrei o ebreizzali, viene a negare implicitamenle ogni riccheua ideale delle tradizioni letterarit-. contenendo qut"lla che è la loro aspirazione politica. Nell'arte ebraica, inoltre, il documento, la cronaca, l'analisi morbosa e defOrmante sostituiscono completamente, come già vedemmo, la fantasia; tale arte quindi è proprio la negazione dell'arte pura. E non si \'enga dunque a parlare di su• periorità della razza ebraica: e&sa, pur essendo ricchissima di ingegni, non ha mai avuto neppure un genio che rappresenti realmente lo spirito umano nei .suoi massimi vertici. Che eo.sa mai rappresen• tano Heine, Mann, Spinoza, Freud, Men· delsshonn accanto a Goethe, Dante, Baudelaire, Manzoni, Kant, Galileo, Leonardo, Marconi, Verdi. Beethoven?. La superiorità degli ariani è indiscutibile. ~la spceialmenle noi italiani, figli dell'eterna Roma, abbiamo il dovere sacro~nto di difendere in ogni campo le nostre tradizioni dalla piovra giudaica. NOJ1si deve, per esempio, permettere che la nostra narrativa, ehe - avendo avuto on Manzoni e un Verga - non si può as• solutamente definire povera di tradizioni e di caratteri propri, continui ad essere inAuenzata ed avvi:ita da una schiera di maledetti. Ben scompaiano dunque dalla circola2:ione i romanzi, le riviste e, in ge• nere, tuui gli scritti che, essendo di intonazione semita, non siano in linea colle nostre tradizioni e con le sane diretth•e del Fascismo. ROBERTO BRIGHENTI PGESIE DI GIOVANNI GUAROUCCI E veda il nuobo Sol la Piazza Grande Piena di calzerotti e di mutande. FronlNpbio di un ..-olumetto di poe•i• in qervo ebralco-Jio,om ... 13

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