\NNO Il -1\. 17. Sl'EIJIZ. IN ABU. i'USTA i-E . 5 LUt;UU XVII Il " Uomini siate, e non pecore molle, sì che •t Giudeo di voi tra voi non rida!" (Dante • Parodi.o VI D I R ET T'O R E TE L E S I O I N T E R LA N D I SCIENZA•DOCUUENTJ\ POLEUICA • OUESTIONAR L'ombragiudau:asulla vita italiana
ANNO Il· N. 17 SOMMARIO S LUGLIO XVII DOCUMENTAZIONE S. PEBnCONE: IL PROBLEMA DELLA RAZZA NEL RISORGIMENTO; UMBERTO CARAMORE:. LA BEll.EZZA DEU.A RAZZA ITALIANA; CARLO BARDUZZI: IL GIUDAISMO NELLA MUSICA. POLEMICA LAMANOMISSIONE EBRAIDCAELLNAAZIOINTEALIANA ROBERTO BRJGHENTI: LETTERATURA; G. DELL1S0LA: ARTE; GUIDO LANDRA: SCIENZA; GIORGIO ALMIRANTE.: GIORNALISMO; ANTONIO PETRUCCJ: CINEMA; FRANCESCO CALLARl: BANCA; GIORGIO PICE• NO: DIRITTO; GIUSEPPE FORTEGUERRI: flNANZA. SCIENZA EDMONDO VERCELL&Sl: ALIMENTAZIONE OEGU ITALIANI; ALFONSO PETRUCCI: LA LOTTA CONTRO LA MALARIA; BRUNO DELLA MAGGIORE: LA PATOLOGIA CIRCOLATORIA NELLA RAZZA ITALIANA E NELLA EBRAICA;EMJUO VILLA:LA LINGUATOCARIA. PENSlERI DI LEOPARDI: IL POPOLO SENZA GENIO. QUESTIONARIO LATIFONDO SICILIANO; LA RESTAURAZIONE DEL POPOLO; CH! t· BORGHESE?; BOTTEGHE E ACCADEMIE; CHIESA E FASCIO; SOLUS AD SOLAM; IL SIGNOR LEI ecc. lL RAZZISMO IN IJBRERIA. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICA TI NON SI RESTITUISCONO
1fHt111 BNL :,,,u,o •AZ•ONM, onu ASs.cuRAz,oN, ha ravvisato un seflore della difesa dalla razza scarsa. mente esplorato e generalmente neglello, quello de/la medicina preventiva. Essendo tale sellore affine a/la sua attività industriale, f' Istituto si è assunto come un •uo dovere sociale il compito di far convergere con una assidua propaganda l'allenzione pubblica sulla medicina preventiva e di dimostrare con un'allrezzatura adeguata e con servizi gratuiti i benefici immensi della difesa della salute quando la salute è ancora intalla o i germi del ma/e appena iniziano la loro azione. Sono così sorti ìn molte cit" il1tliane f f: de/I' btiluto Nazionate delle As,icurozioni, do101idi mezzi di { ricerco più progrediti che lo •cienza offre : es,i •ono po,1; o;-:: di,po,izione grozio,o di lulli gli as,icurati. • Ecco. le principoli~:: ~=-= ==~= s::: Y-..<; 1. Visite mediche periodiche • 2. Esame del sangue per ; il do,aggio della glicemia, compresa la prova di carico , 3. Esame del sangue per il dosaggio dell'azotemia. . 4. Esame del sangue per il dosaggio dell'Uricemia;.;:_❖; 5. Esame del sangue per la reazione di Kahn • 6, Esame di sangue per la reazione di Menicke • 7. Esame del sangue per la reazione di Wassermann • 8. Esame com. pleto chimico e microscopico delle urine • 9. Esame dell'e- •pettorato • 10. Misurazione della pressione arteriosa' 11, Radioscopia del torace· 12. Teleradiografia del torace /Raggi X) • 13. Visite consultive per /'idoneità coloniale 14, Consultazioni d'igiene /alimentazione, ca,a, lavoro_ vestiorio, sport, ecc.). Oltre a/ servizio Medico della Direzione Gen. T•U• •• ••••dpau "''- "•"••-. • -••'•"•~ ••• ~ .. ,.... , d; ~ .......... •~ •• ·····~ ., ...... ~~ ••• ··- ., •• c...... ... ,. .. ,,. doU' I•Uo.,o "- doUo A--•-~•••· .....,..._,.,_•- .. ·1~%fi@?W?liM?~ .
I. 8, P R A t-1 A Il I S H "''"'chio di sporcl-'•·" su cul sono get• iati i cani morti • gli ■sinl morti • dov• sono ••:ohi i figli di IHtl (cri1ti•ni} • ~~::•.:.-~•:: ~;1;.:•\::~: 0 :r.i"~dnl::.~ ,.o .. di, caro9ne di ~nl,.. tbh ... 112 tt.l NON CREDERETE Al VOSTRI OCCHI l SOCUU, ANONIMA ISTITUTO ROMANO 1uMM 1 INTEi:i:1:E e Gli stablllm . , meglio atttezull in Roma per la ,tunp. rot~alco~-rallca di sethmanali illuttrati r!vi■ ta, edhìoni d arte, cataloghi,monogralìa, calendari • altri lnorl di slam.• PI artistica a piceot. • grande tintura ST.unomm BD omcr ~f~T:
l!DIFDEE~W! I - ANNO II - NUMERO 17 5 LUGLIO 1939 - XVII t:8(::t; IL S E IL 20 DI OCl'II Mt:!Ui UN l'iUMr.KO St:l"AKATO LlllF. I ABBOl'iAMt:NTO ANl'iVO LIIIY. 20 ABIIOl'iAMJ!.NTO 5&.'111'.'JT■AU: • 12 I\ l' T t: M O I I, Il (t r I' I O Direttore: TELESIO INTERLANDI Comi1110 di redazione: 11rof. dott. GUJDO LANDRA prof.don.LIDIO CIPRIANI. dott. LEONE FRANZI ,1011.MARCE I.LO RICCI . dou. LINO DUSINCO Segr .. 1uio ,li rrdnione, C !ORCIO ALMIRANTE ·' , /f.. "' ' '·. • '-1, . ' .., ~ SCIENZ4•DOCUUENT4ZIO POLEMICOAU•ESTIONARIO d.iMgno cli BEPJ FABIANO
doe11111t•ntazic,11e IL PROBLEMI\ DELLJ\ R/\ZZJ\ ~EL Rl~OR(ilME~TO Il problema della razza, chi ben consideri, presenta due aspetti: un aspetto positivo, con l'affermazione del principio di nazionalità; un aspetto negativo, con la difesa di questo principio conlro gli attacchi, gli inquinamenti, le insidie., che ne ~la• colano più o meno copertamente lo sviluppo e il po• tenziamento. Durante tutto il periodo del nostro risorgimento nazionale, il primo aspetto del problema, che ne costituisce la fase di mera impostazione, 1i può rilevare nettamente, da Romagnosi a Man• cini. Il primo costruisce la sua dottrina dell'etnican::hia su premesse evidentemente nazionali e, in questo senso, razziste. Il secondo svolge, dalla celebre prolusione torinese, 'il si!!tema giu• ridicamente compiuto dalla autonomia statuale sulJa base del nuovo trionfan\e principio della nazionalità, che dall'arena politica si espande per tutti i piani della qostra vita spirituale. fino alla codificazione positiva. Dopo Ire quarti di aecolo, il problema, che ha avuto dal Risorgimento l'impostazione, e11tra nella fase della soluzione, prrisenta l'altro suo aspetto, che abbiamo chiamato negativo: dopo l'affermazione, viene il potenziamento, la difesa di questo valore fondamentale, halzato al primo piano della storia nazionale. Dunque, nessuna frattura con fa linea del risorgimento, ma continuità processuale e s,·iluppo reale e concreto. Il Mancini, nella ricordata prolusione del 22 gennaio 1851. afferma che e: la razza :t, espressione di una Klentità di origine e di sangue, è un importante elemento costitutivo della Nazione. E' sotto questo rapporto appunto che la Nazione più ritrae della famiglia. Dopo la iniziativa di Linneo, la storia naturale dell'uomo è dh·enuta argomento di profondi studi, grazie ,i qu31i l'antropologia può oggi dirsi in possesso di questa verità, che tra gli uomini vi ha una evidente pluralità di razze». Qual'è la differenza che passa fra le razze? Qu11l'è l'inAuenza di questo fattore sull'indole e sulla civiltà dei popoli?? Sono questioni che il Mancini si propone, nella sua fondazione del diritto pubblico e che allra\'el'$8nO tutto lo svolgimento del pensiero ila• liano: filosofia, economia, diritto. « Coloro che vogliono caldeggiare la restaurazione de) diritto de11egenti - dice il Mancini - si devono convincere della necessità di profondar la mente anche negli studi di storia naturale dell'uomo, perchè i rapporti inter• nazionali p06S8no nel campo della scienza appoggiarsi alle basi più sicure ed innegabili di fatto :t. 11Mancini è fennamenlc con• vinto e: della durevole persUten:a di certe proprietà trasnie.uibili nella razza e che di ceri-Oinformar debboM lo spirit-0 na.- =ionale ». Qui è il nucleo di una ,·era e propria coscienza razziale; e: è questo !IOMratodi se stesso, questo fondo di qualità fisiche e morali, che ai hanno comuni coi proprii fratelli. che l'uomo amar .suole nella ra.:.:o onde na.sce: ed è questa piu grande analogia di sentirpenti e di tendenze, che compone un u vincolo più kMCe fra &li indit·idui di uno mede.sim<i ra.:.:a. in confronto di quelli che le sono estranei>. Il principio, ammettiamo pure, non è nuovo. Nella ste~a corrente del pensiero pubblicistico italiano, si può risalire fino a Vico; e, fermandoci all'età del Risorgimento, a Romagnosi. come abbiamo dello. Dalla tesi romagnosiana, il Cattaneo aveva ricavato la sua dourina della « psicologia delle menti associate :t. che è un'anticipazione brillante della « Voelkerpsychologie :t 0 « psychologie dcs peuples :t, che ebbe tanti e illustri cultori in Germania e in Francia, da Steinthal a Durkheim. Ma dove questo priocipio rauiale opera potentemente, è sul terreno politico in senso streuo, in quanto dà la base incrol• labile al programma nazionale dell'unità e dell'indipendenza. e: A ogni popolo la sua terra e la sua libertà :t. E' la formula del '48, in ciò che questo anno fatale portava di vivo e non perituro. Per due generazioni, questo principio razziale si svolge in tutta la .ricchezza del suo contenuto positivo, sostenendo il gigantesco sforzo della Nazione. della « razza » italiana, che loua,·a per la sua libertà e per la sua uniti. Il concorso. la solidarie1i, la timpatia di altri gruppi etnici. - si ricordi la presenza di polacchi, magiari, tedeKhi nelle nostre file - era il riconosci• me.nlo de) valore universale della formula del nostro Risor• gimento. L'ebraismo non diede e non poteva dare alcun effellivo con• tributo alla lotta delle nazionalità, Non poteva I\Cntire alcuna identità di ideali e di internsi coi popoli che sanguinavano per la conquista di un bene che la razza ebraica aveva disconosciuto. Essa )oliava per il dominio della terra, e non per il riscatto della della sua terra. Essa mira,·a a una forma di dominio, in cui l'unità di sangue era rimpiazzata da una astratta unità di cultura e spirito: il dominio economico. E dove non ))Oteva perseguire questo programma, mirava alla conquista del potere politico. attraverso la-distruzione, precisamenle, di tutti i valori nazionali e di razza. E cosi la staria del razzismo è entrata nella sua seconda fue; che è quella, come abbiam detto, non più della semplice affer• mazione; ma della difesa - in senso larghissimo: legale, poli• tica, eugenica - dell'unità, della efficienza, della compalleu.c. e quindi della capacità d'azione del nucleo netta.mente definito ad individualità nazionale e razziale. A un cerio punto cioè, In minaccia della di<ssoluzionc irreparabile di questa unità, falla dei valori della natura e della civiltà, non potè non essere a,·. \'ertita. E la '61.tMA indifleren1a, la $lessa ineriia dei nuclei eslra• nei non combattivi, fu percepita anch'essa come una minaccia. L'azione dello Stato, per .la difesa di questi valori, ci si presenla dunque come la continuazione dell'opera svolta per la sua stC$SAcostituzione: per l'unità e per l'indipendenza, che fu il compito e: razziale :t de.Ile generazioni che ci hanno preceduto, $. PERTICONE
La bdln:u della ruza iuhana è incoofond1b1le per la regola. ntà dei tratti, l'armonia s.n.atomia.. il colore della pelle, dei capelli, l'csprts$ione del viso, la vivacità degli occhi. Per tali cantteri l'italiano costituisce un vero e proprio tipo, la sua bclleua non è mai stata negata da alcuno, ed è l'ideale plastico delle arti romana e italiana. Di questa prerogatin ooo vogliamo menare vanto. nu è cnto che madre natura ha rao b oostn razza un.a delle più perfette, per quanto perfetto possa esserel'uomo. La bclleua esercita una grande influenza sulla formazione dd carattett. Le ruu noo si distinguono fra loro solo da tutti materiali, ma anche da un complesso di usi, costumi, temperamento, inclinazioni, «,., e noi vogliamo veder-e l'in(lucnu della bdlc:ua su questo complesso. La soddisfai.ione che provi3.ffl0di non trovarci brutti influisce molto a mantenere elevato il nostro spirito. Se il giudizio che facciamo dd nostro fisico è buono, ci sentiamo padroni di noi stessi, 11nostro carattere si dispone alla fiducia, s'inclina alla giovialità, alla bontà, rcadendoci più espansivi e fattivi. Se, al contnrM>, il giudizio è cattivo, ci nu.nca quella padronanu.. il a.ratttte si fa ombroso, brusco, aspro, inclina tlla tristnu, alb misantropia, così dannosa allo spirito e ti corpo. L'attracnu delle qualità fisiche di una ruu è un coefficcnte non disprezzabile della sua feliciti. Poss.edcre una figura piacevole è un mezzo inb.llibile di farci avvicinare, pmncttcndo cosl agli aJtri di conosctrei cd appreuarc aocbc le oosttt buone qua.liti, le attitudini di cui pos,siamo esser dotati; ed ogouno sa quanto tuttocciò influisca allo sviluppo deUa vita. di relazione. La bcllezu ! il vi.so stesso della felicità, e pc:r questo la donna particolanneote mette ogni cura nel rwcondere, ma.scbenre il più possibiJe le impetfc:tioni del corpo e specialmente del vito. f Ila sa - e oc ha sensibilità spiccata - che la sua belJcz:u, la sua gruia snvono pc:r affascin&re l'ucmo amato, e pc:r dargli, .:oo 11 pro( umo delle ,·irtù, la fouA di Jotu.re contro le aV\·ersità. Peri'>, molte, anzi troppe, male interpretando 11 gusto maschile, abbondantemente dipinte, disgustano per la loro maschera grottesca, spesso inumana, e si tolgono volontaria.meote il più bd carattere della nostra donna: la. n.aturalcz:u. Noi amiamo la bclJC'ZUreale e la nobiltà e vivaciti dell'csprcssiooc, che sono proprie della nostn. ruu.. E se qualche volt-a è opportuno cwrcggerc le impc::rfezioni che la natura o le malattie abbiano determinato, non ! con quegli arti(ici che si possa raggiungere lo scopo. l'Autore della natura è la sorgente stessa. della bclleua. La vita che è il capolavoro della natura, è bella specialmente nella giovi. nczza e consi.ste nd vigore e nella buoru sa.Iute. Le deformità. le malattie, il dolore ispirano infcliciti. una istintiva ripugnanza. pcrchè sono contrari alla legge della natura. Un cuere umano quanto più è conforme al tipo della sua rana, tanto più diviene attraente, pc:r la sicureua che ha dj K, tanto più spianata ha la strada della fortuna. La brutteua, al contrario, deprime l'animo, pc:r la sua disarmonia, mentre b beUczu. è il concuto delle proporzioni e dell'ordine, e perciò avviva lo spirito. Scnu dubbio vi ! in quoto mondo nutcritle, dietro queste impronte corporali, un modello; esiste insomma un principio costante di annonia, d'unità, nel quale noi ravvisiamo la. nostra rana. ed è un raggio della Messa.divin.itl. L'amore e l'armonia ci sono da.ti dalla natura e dal suo sublime Autore. Da questi princ:i. pi derivano b ttgolariti dd oorpo e la virtù, J"annonia dell'anima. La di,cordan.za e l'odio sono invece le sorgenti della bruttcua e del deforme, da cui derivano tutto il male e tutto il dolore. Vi sono, per quanto abbiamo rilevato, due sorta di bcllena: l'una che riguarda l'anima. l'altra del COff!O, e possono essere unjte; ma la bclleua del coq,o la il va.ntaggiti, e qualche volta ! ;ndispcnsabilc, di cucre il meno per far conoscere la bcUczu dell'anima. la qua.le, quasi $C1Dprc rimane nascosta in un corpo disgraziato. 7
8 « Un corpo nul fatto - dice Buffon - può contenere una bel. l'anima». Ma anche quando noi abbiamo scartato tutti i pregiudizi, la bcllcua del corpo viene s,cmpre a deporre in favore del• J'anima, e piace per se stessa. La natura ha prodigato alla. razza italiana regolarità di forme cd aspetto piacevole. IL sentimento di queste qualità corporali ha permesso alla. n~ra rana di formarsi un inestimabile patrimonio di bontà, gentilcna, sensibilità, a.cdimcnto, coraggio, in armonia con Jc qualità fisiche. Ma questo tc:50f"oatavico, del quale oggi ptU che ma.i andiamo fieri, c'impooc il categorico do,·cre di con. servare, migliorare il n05tro fisico e mantenerci all'altcua della tradizione. La bellcua ha bisogno di cure costanti, csscndo un bene che si perde facilmente, un fiore che l'aurora vede nascere, che accarcua il respiro del zeffiro, che attira i raggi del sole, ma che declina e può perire. I nostri più lontani nipoti ricorderanno quel che ha fatto il Regime per lo sviluppo fisico e mora.le della nostra. gioventù, ma è necessario altrcsl che ciascuno faccia quanto la ginnastica, la medicina, l"igiene consigliano all'uomo e alle famiglie. Sopratutto una guida infallibile per mantenersi sani di coq,o e di spirito è la morale. I popoli che hanno dimenticato la mora.le e si comportano come se questa regola di vita non li ri. guardasse affatto, sono destinati a perire. Roma deve la sua dcca. denz.a al rilassamento dei costumi. Sotto i nostri occhi sono i segni precursori della decadenza d'altri popoli. Sono la loro dcbolcua fisica, la diminu.z.ione delle nascite, il disgregamento della famiglia, nucleo della nua, Ci servano d'insegnamento. UMB.ERTO CARAMORE
~l G~U A~SMO NEllA MUS~CA N cl 1850, sotto lo pseudonimo di K. FTei• gedank, Riccardo Wagner pubblicava nella !Vcue Zeilschri/t /ii.r Alu.sik di Lipsia uno 'scritto intitol11to: « Il giudaismo nella mo.sica•· &so ,enh·a poi inserito in francese in un giornale dì Brusselle nel 1369; tradotto in italiano era riportato nella Rii:i!Jta Musicale Italiana solo ~ nel 1897. Co studio è di capitale importanza per la 11ua mera,,iglioso. chiareua e geniale pre,•ìggenz.11;andrebLe riprodono per intero, ma poichè lo s-pazio ce lo ,•ieta. ne citeremo j. passi più salienti. Scrin: il sommo musicbta: e Noi non aLhiamo bisogno <li pro,are che l'arte moderna è dh·entala essenzialmente israf'lita: è un feno• meno che colpisce ognuno e che cade sotto i -.engi, Bisognerebbe rimontare troppo addielro nella storia della nostra arie se noi vole»imo ,.piegare questo fenomeno. Ma se a noi importa, prima di ogni altra cosa, emanciparci dallo spi• •rito Jel giudaismo, bisogna pure che consideriamo come cosa della più alta importanza il renderci conto delle forze di cui -Oisponiamo per la lolla. Queste forze non le attingeremo in una definizione astraila di queslo fenomeno, ma nella cono~n,:a completa della natura di quel sen• timento inn.lt"o e im·olontario, <'he !Ì manife.3111 in noi sollo forma di una ripuguania is1ir11iva per l'elemento ebraico. Confe:!$$ndo francamente e studiando questa ripugnanza im.:incibile noi ci rendiamo conto di ciò che noi odiamo nell'elemenlo israelila; ciò che noi av-remo ben conosciuto, potremo combattere; mostrando completamente ignudo que• sto cattivo gei1ìo noi potremo già sperare nella vittoria; poichè esso non è forte che allorquando è avvoho nelle tenebre, delle quali noi stessi, umanitari pieni di bonomia, l'abbiamo ricoperto af6nchè il suo aspetto ci facesse minor ribrcuo. L'ebreo. che ha il suo proprio Dio, ci col• pi$Ce già nella vita ordinaria ~r il .suo aspclto e.steriore: a qualsiasi nazionalità noi si appar• lenga, si trova nell'esteriore dell'ebreo qualche cosa di straniero, 'che ci rcpugna tOVTanamente; non si vuole avere nulla in comune con un uomo che ha un tale aspeno. Ciò è stato sin qui considerato come una di~grazia per l'ebreo; ma ai nostri' giorni noi conosciamo che egli non sta peggio per ques1O; dOJ)o i succesei che ha olle· nuto. egli può considerare come una distinziooe la diHerenza. che esiste tra lui e noi! Senza occuparci dell'eHeuo morale che produce que• sto spiace,·ole fenomeno naturale, noi ci limi• !eremo a dire, a riguardo dell'arte, che que.3ta esteriorità non t-arà mai agli occhi nostri un ,oggetto che r11rte po.s1,a riprodurre; l'arte ~ ·~ w~ Coricatu.ru di Stuuber (1851) o
'fU&ndo mole rappret-ent.are f'br~. chiede ordì•,--------- .. religiose «Ila 1inagoga, taprimc quc:sto gU:ilOAO nuiamenlc i modelli all'immasina.zione nobilipara~one: e O,junque ha 088e.rvatola di6trHionc ta.ndo o sopprimendo completamente tutti i cae l'indifferenza che moetrano $Clll& alcun ritcrat:cri. di&tinlivi dell'individualità ebraica •· gno gli ,-hrei durante la celebrazione mu!icalc Wagncr ritimc che un ebreo non poua imper• del loro culto, comprendeni. perchè il compoe.iaonare un ~l"50naggio dell'antichità o dei tempi torc d,reo non si !M:nla per nulla o((eso quando moderni sulla .scena, aeru:a che ci si possa eei- \-·ede il pubblico del teatro manifestare le mcmere dall'eeeerc colpiti da "iò che vi è di acondesime d.isposi,ionì; egli comp~ndcrà che l'a.r• ,esticnte, anii di ridicolo, in una •imilc rap- ti.sta ebreo può continuare a lnora.re malgrado pr~IHione. Ed aggiunge quesla frase inci- tali manifet!Luioni, poichè gli debbono apparire siva: « Ma quello che v'ha di più importante, assai rucno indceenti nel 1eatro che nella chie&a >. di veramente significativo è la considerai.ione "L'EBREO (I DIVENTA DEL Wagner non rispa.rmia neppure Mendeluohn: dell'effetto che !'ebtt0 produce in noi per ma:o U JQ OPPOT BL « Le opere di Mendelseohn, di questo art.i.sta d,t ""' /i,.guauio. L',b,eo pa,/a la lingua della T T INS RA I E dotato di mo taluto, ci !orni,cono la p,ova no=ione nello quol.e l'gli cive di gem:razion.e in. ge- QUANDOTRASFORMA IN rlell'1mpolcnza del genere attuale dell'arte mu.sinuo;i<>nf', naa egli la parla umpre da SlronUro. cale, della nullità della nostra vita pubblica. Con una con,idera:r.ione di una forza sintetica CANTO ILSUOLINGUAGGIO" L'assem.a complet11 Ji vf'ri &enti~nti e bisogni lapidaria il genialiuimo artitla taglia corto nella WA G NE R artistici viene dimostrata colla maggiore evidenza di~ione •ull'auitudine degli ebrei per le art/ dal •uc::..:csso ottenuto da questo compositore figllrath-e: « Per cagione del loro modo partiebreo. colare di considerare le cose, gli ebrei non La conclusione del vl\acì ..~imo studio ~agnehanno mai potuto prodursi nelle arti plastiche. riano è di somrno interCS!t, ...pecialmente ora che, I loro occhi si sono sempre rh'olti a ~ più ,;j può dire. non v"è angolu della terra in Clii la pr•ticbe. che non si•no la bellezza e la signifiqu~tione giudaica non sollevi i più appb!ÌO· cuione morale delle forme. Non esiste, per nati commenti; ar6oramento salutare. questo, quanto ci consti, alcuna opera d'architetto o di poiehè indizia che il mondo, sia pure ra1icosae:tatuario e~reo; la.ciamo 3gli intenditori il giumente, tanto profonde ~ono le radici del male dicarc se esi<Jtonopittori di raua ebrea che abgiudaico, va vereo la Nlute. ,erio l'igiene 1pibi:1no prodotto delle opere Vf!:ramenleoriginal1,; rituale che il FaòCismo impone colla sua lolla, è tuu.a,•ia probabile che quesli artisti tiano nelle giustamente senza quurtiere, verso il giudaismo: arti plutic:hc ciò che sono i compositori ebtt.i « Oiiunque indietreggia dinanzi a que:;to studio moderni nella musica. Noi ci occuperemo ora faticoso, sia per difdto di naturale dispo,itione, specialmente di questi uhimi •· sia perchè non vuole riconoscere falli che do- < I.a musica è il-linguaggio della p&Mione e vrebbero fargli abbandonare la via indiHerente l'ebreo ci dn·enta del lutto inJOpportabile quando nella quale egli è rimuto come 1,ri,·o di idee trasfomu, ira conto il suo linguaggio, il quale ai e di. sentimenti, noi lo con.sideriarno quale pl"QO nostri oochi non può e!primere che una animadall'ebreite dell'arte>. i.ione ridicola,· ma. giammai una p~ione che Con espressimo verismo l'artista rappresenta il tteiti lo nO'ltn. •impatia. Tutto quello che ci nefuto potere drn-ohente del giudat!mo: ripugna nel suo C'lleriorc e nel suo linguaggio, « Quando la morte, che con5uma l'interno di un ci rivolta nel suo canto, a eegno da eottringerci corpo, dive.,ila m11nifcst1t, allora solo gli elea fuggi~ appena il colmo del ridicolo per lal menti al di fuori di esso ~no abbastanza forti produzione principia a toccarti•· Off•nha:cb per impadroniniene e dWOh·crlo. Allora la carne Wagner affrontA 11oideeitamente l'interroga• (oarkxrtura pubblioc:rta si decompone e produce la musa vi,·ente dei lho se l'd,,reo civi.liz:nto p08sa dh·entarc arti5ta O LipsMI Ml li?&) • vermi: ma chi considcrercbhe aucora, al suo e conclude: e In queste manift.Stuioni artistiche, aspetto, il-corpo come fosse vivente? Lo spirito l'ebreo ciYiliu.ato, i.:1,:onseguenza. della 5ua pO- ha. la..~dato (JllfflO corpo per eongiungeni a ciò •n!ione 5pcciale, non JIUÒ eHere Ì$pirato che da <"he gH è analogo, che è prec~me.nte la vita coee comuni e triviali, poichè tutto il ,uo istinto gtesu. Nu" è dunq~ che n.ella 1-'tla reale eh.e arti.stico, non è gdl uo risultato n~rio della noi pot.rem{} lrotwe lo spiri.lo dell'or~ e non natura, ms un a!fArc di. lusso. In lui le mani- u L'EBREO N NPUo·ESSERE ~iù nel .1UO ctui,wcre corroso dai. t.~rmi! f,...,t3zioniar1isticl1e di1,endono da tale o tal altro . Ognuno oramai eonosct quanta parte abbia capriccio, d• que11too da quell'intereue ea.t.raneo ISPIRATOCHEDACOSE avuto in mezzo al popolo t~o l'arte 5ublime all'arte; la produùonc non è mai in IU1il frullo cd eroica di \\'11gnernella preparazione. :Jpirituale di una ispiruione positiva, reale, MM)luta. Poco COMUNIE..TRIVIALI" dell1t rivoluLione nazionalsocialista. r.oi italiani gli Imporla quello clie egli crea, purthè si fac-1 WAGNER profondomcnte ammiriamo ed abbiamo sommaeia notare; egli non ha che una preoccupuione: imnte caro quf"'to impareggiabile artista poichè quello. della forma ,. lo aentiamo dei n05lri, per quell'affetto sincero e. E contnta "ig•.:u~1~nte che H canto reli• colori10. per quella ecttzionale compren•ione, @io~ ~braic., 11hhi~ contenuto artistico: « Oii ch'csli ebbe della e.pirituali1à del u05tro popolo. non ha avuto oeca!ione di convincerti dell'a.- Nell'identità del nemico da annientare, le due iurditi ridicol11 del canto religioso degli ebrei, rivolui.ioni e,primono l'identità dell'origine. epiquella confusione di suoni gulturali e &tridenti rituale. E poichè la civihà occidentale è per due che turba lo 5pirito e i scn!i e che neMuna eateni almeno acaturi1a dal com,,le•o romanoricatura potrebbe esagerare?•· germanico, la p•~z.ione della mtMione è per Mentre osservando J'aMeOza di raccoglimento CSl50" non 50)0 un HCrOKnto diritto ma un impre- ,. Ji 11piriluAlepietà che caralterizza le funzioni scindibile do,·ere. CARLO BARDUZZI IO '
pole111iea LAMANOMISSIONEBRAICA DELLANAZIONEITALIANA Che &li ebrd obbiano rwuto il prtdomi11io dtlle COJt nurlt• wrsero dopo quella 1.arifja. Quali &uada&ni. Quali rtrimoni. rioli ed abbiano dato indir~ alla cosiddella economia anche Ch1t uj/icio eb~ il Juwnziamento. in /tal,a, t' cosa naluraliuima, ~rchè gli ebrti .wno slali non Siamo luUavia altCOro così imbnuJ.Ì di co.uunu tt0nomiro, solo i priAdp,(lli uuton' della wcieW bor&Mse, in ogni contrada cM non C1 ~rsuodtrtk a pieno della deprtn:a:ione consisttnle del mondo, ma sorio il urvello delfoligurcl,UI mercantile. nt!ll'incarurare una 11azione a Ji~ mucantile; u non d /cuetc Qiullo elle 010, dobbiamo 1:edtre è come l'oligtuchia borghese w:due la natura, la ,truUura. l'onirrw di. qiulla rhpratwi.o11e. J~ il colpo In foJia, come a /orlo 1i trot:arono insieme ,oli- e non ci Jartk toccare con moM ch'eua i do.vwro depro1Y1• Jo/1 borghesi ed ebrei. =ione di quaJclie CO.IO, du: dobbianw chiamare il gtn.io della I..ascMUldo.si.art fte.:~rsiott< dei feudi, oon lo qU(J.lt la bor• M#ro 114.tk>nt .. 4lloro ci persUl.ldertlt che lo rtli&iott< esiste ghesia /ttt ltgak t compì l'u.surpa:WM d,lla terra pos.sedulu e l'abbiamo penluta. Quello cht noi .siamo è dunque la pie.Ira per diritto secolare ,lui con.ladini.. perchè questo avvenimtnl.O di para&Ont del iuasto cM abbiamo . subito. Dobbiamo dini è anteriore aJla coslilu:ione del regno d'Italia; dobbiamo con- che siamo lo na:iont di Darne, Masoccio , UOpardi? la ,ola siderare c:ht bor,;htsi ed ebrei il oolpo lo Jecero co11- lo larljja no.:ioM do.ssica? Il cUU$ico dt11'tt.Ure la oostra p~tra da po• dogOlllllt d,I 1886. Allora t"i je«ru delil1.olia u1t nw,wpo/,o rat,one. di sfruitamento muconlile, allora rltalia dfrennt Lina società E allora dot'f!.ltti'T hru a areare quale altro t,tnio abbiano a11onima, governata da UIIO bar1cache rapprtstnlat·a anche gli inJ~mt formato borghui ed ebrei, !k di genio si tratta. a::ionùli stranieri. Allora il popolo fu definitit.'Omtntt Jchiac- Doutlt studiort st la soci~ da tni formala abbia rùcontw ci.oro. messo aJ/a dis~ra:iont, coslrdto a em~rart, Fu crMI.O in qualche popolo, quak, e ~rclii. Se il fatl-0 e~ gli ebrti il .socialismo, e i borghai _,;, organi:.:.arono il loro esuciJ.o rfro• lwnno da mi/lennii abbando,u,io fuso com.une della loro lingua, lu=ionorio dtl tira e m()l/a, t posero in luogo d'un popolo d1 abbia nitnle da ~due oon. f.,,.,o che delle loro lingue nazioJHJrtcchi.milioni, tre o qualtroctntomila operai, di.scendenti di nali ha11noJauo i borgh.tsi. St ci sio una li11iuo cM .,;, con/oc• contadini, debitame,1le obbrutiti ton i delitti di Dio di Sebo- eia a questo situo uJO, e ~rchi tbrti e borihesi. ,siano buoni st.iono Paure, e,·oluzione e ri,·oluzione di Rttlu.s. t con la ma- parlatori della hngua /ran«K. Pere/ai Prowl sia il mag&iort: nipola;iont degli e,slralli di Mor-x td EngeU, e tulJ, queilt opu• scriUOrt moderno di qiuu.a sk»a lingua e Cabbia porUll-4 /in scoli, chi! fanno parie della depravo:iOM di cui siamo .slal.i tu· oltre le sue possibilità, dato che Prowt è ebreo. Do~lt dirci paci. Yia uia presero form<1case editrici t 1,Wrnali. Fu ,scon, Jt borihui ed ebrei abbiano immagina;Wnt od operino Mr /ilio il ma/trialismo, e la Un«ua ideista prtJe il suo poJto n,el/e riflessione e ~rchi la pJicoloiia e il documento siano lo. loro ltru pogine, per poJSUrt alla prima. quando gli eroi topot-ol- materia, e che abbia da ,-edert q~sto materio con la poa,a. gtt'(JIIO le toiY>k dtlf0Uonlil1Wi:c. ln1:ue del denaro, la que• l'alt a dirt cAt rl fondo della qut-1tion.t bisogna ce.rcarlo nelstione tra il finun:iamtnto: questo fattai parte dtl[(J nuora forte e nella ltlleruturu, e di que-1IOdot-'Clestudiare la lingua, lingua. i.A., patria di l..eopardi fu giudicata proiincial.e. Un 00$0 Dovete f,uci capire clic è lingua d'tbrei la linguo i1aliona scrill.o prot:incinle. Verga, la lillgua dì Verga, fimmaiina:iont di da ebrei. E che ha da 1.~derecon la lingua dti cosiddeui ,scrilYerga. AUtn:ionie che non u ne parlasu. CM mat-Slri d"as/is- I.Oriborl,Msi. Allora po,rtmo copirt anche UI materia e lt idee ,sia! Ora bi.sopiat10 assimilare. libri, rfriste. iiornali.: organi degli ebrei e pe,claè e.brei.e borghesi ci hanno au,u/o.Ui a ttrti della assunilo:ione. l'assimilaz.iont delfincrttinimento na.:.i.onale argomenti, Se ci. 1.,enilea fare farwliJi t.Jtetica e psicologica, ebbe il .suo centro. Che ci Jlau, u /«re la patria di Dame? non ci parlerete degli ebrei da italiani, ma t'i metterete sullo Quando la liniua fu di.ueslata alla radice, capimmo clae a,1chtf stesso loro terrenO, e noi ci capiremo poco. la leUtral.Ura è facunda di propaganda t colpi di mono, e lo pitlra di. parar,one. di qut-1t'altra indagine dev·e.ssere dun- jummo Mn ~rJucui di esure. de.gCimbroglioni: allora fummo que la linr,ua. Bi.rogna ronos«rt la devast.a:ione JIICQ!,sJO nella anche pronti a dare 1/ sanpe del popolo alla gloria di u.n'oli~ · linr,ua italiana t re.si&en=adella sua rinascita. Non. l'esir,en:a garchia più grande della noJtro, alla casa m,1dre, come diccmo i aJtralta. Qut-lla deili scritl.Ori.Abbiamo il coraggio di. dire dello mercanti. .scrillore. Perchè Vinttn.:o Cardarti/i è ,staio il primo di tuUi a Bi.sogno CM ;, no.stri collaborawri. studino il colpo de.114 la• ritrQ1,art la lingua comu~. Ilo asM>ltoqiustujjicio cidl~. St rijja doga,u,le del 1886. Dobbiamo conoscere qu,-1/a de fu lo amiamo fltofui dobbiamo dirlo /ranca.m.e.nJe e non andare a dtpravo:.ione mercantile della nOJtra patrio e per forza dob- cercare il cn"ttrW dalle m4scht. cocchiere.. Non continuare Il ctuo biamo cominciort da /alti maltrialis.simi. Dovete dirci chi. enwo Ver1,a. Es.sere one.Jti. lo .studio più ùtrutùvo cht .si possa /art quelli della pattuglia parla~nlart, che c:onquÌJIÒdi sorpresa è di comprendere. perchè dopo Cardare/li ,sia potuto ttnire uno il comptltnlt ujjicio ddla Camera, Chi discu.s.st la IQrif/a al scri.uort, come per esempio Moro1.ia. E' di mttkre a paragone parUl.m.ent.o.In cAt stlUO, QuaU /uro,ao gli a1,ricollori, che ~r della lingua dì Cardare/li qiuUa di Moravia, per capire uno un pial.lo di lenJi.cchie, chiamai.Oda:io .sul grano, t-~ndettero il buona volla che cosa abbia da-wdtre con la lingua italiana popolo italiano a un'industrùi che 11ort~sisleUO,Quali impre,e queJto intt/Jigente ,critlore ebreo, cht cosa con la poesia, ll
,(}~ ~._.. ''~affla,\,e,ea.- ~,, ~. (Adriano Grego) "'UM. ~~ e, ~CO, ~,co,-udti,,q/,i,O{j-- ~~a.~ uoi ... '' (Alfredo Segre)
§ ta scritto ne e I l'roloc(.,llj dei Savi anziani di Sion :t: e Nei C<N!idettipaesi dirigenti ahbiamo fatto cireolare una letteratura $quilibrata, sudicia e ripugnan• te. Per un bre,·e periodo dopo il riconoscimento del nostro regno, continut-remo ad incoraggiare questa letteratura acciocchè essa dimostri, più esplicitamente che mai, il suo contraslo con le dottrine che metteremo in cireolazione dal nostro &eg· gio elevato » (Prot. XIV). In ha.se a 1ali direltive ed in attesa... del « riconoscimento :t del loro regno. gli ebrei continuano ancora a diffondere ovunque la loro squilibrala, sudicia e ripugnante letteratura. Sono ormai ben pochi ovunque i narratori le cui opere, non rientrando nella sfera di questa produzione letteraria standardizzata a tono internazionalistico. tf'ngano ancora in ,·ita le tradizioni e i caratteri delle singole letterature; cd a tal proposito è opportuno chiarire un equh·oco. constatando che proprio soltanto questi pochi scrittori hanno dimo- ~lrato di poterci dare. magari anche attraveno la deiM:rizionc di un ambiente pro,·incialissimo, un'arte che raggiunsa valori univer$8li. Solo eui, invero, sono in grado di interpretare serenamente '"l'a• nima genuina della società, con le sue virtù e le sue debolezze; e di arrivare ad un'arte Che. C$S<CodO la vera arte uni• ,·ersale. è prima di tulio essenzialmente nazionale. Fatte queste considerazioni di carat• tere generale sulla manomis.,ione ebraica delle \'arie lenerature. è oppor111nopasfare alla documentazione; la quale. in qu~to articolo. si riferirà soltanto alla letteratura italiana, e non sarà - per OV\'ieragioni di :Spazio- nemmeno com• pleta: ogni opera di ogni scriUore ebreo - neMuna ~ndo serena e costruttiva -· potrebbe infatti. anzi dovrebbe C!oCre citala. l giudei S,·evo, Da Verona, Pitigrilli, Moravia, Loria. Grego, Scgre, Terracini e compagni inserendosi totalmente, come .ipirito e come ~tetica, nelle pratiche fi. nalità della letteratura ebraica internazionale, lurnno svisato i caratteri esscn• ziali della letteratura italiana; e sono da considerani i principali artefici della sua manomissione. in quanto hanno allresì determinato, con la loro deleteria influenza. una manomissione indiretta da parte di molti scrittori, specialmente gio- ,ani, non ebrei. Pur dal rapido cs.ame. che ~guirà, della loro produiione, rl$uherà ~n chiaro come anche in Italia la es&· sperante analh1i della narrath·a ebraica, si traduca in turibile ironia - tutta in diJperaz.ione di vivere; la società umana, esclu!a naturalmente la razza eletta .... ,•iene dipinta con un pessimismo e una unilateralità incredibili: gli uomi• ni .sono tutti rappr~ntati come abillici o psicopatici u delinquenti o invertiti; e donne essere tulle di malaHare nel:a migliore ipotesi, quando cioè non siano Je~hiche. Italo S,·evo, che rimane tuttora il più grande Ira gli ~criuori ebrei d'Italia, è .stato il primo a manomettere, con l'al• tes:giamenlo mentale ed estelico pretta• mente ebraico della sua produzione, il sano e(1uilibrio e la serenità tradizionale della letteratura italiana. I per1onaggi dei suoi romanzi rientrano sistematicamente nella vasta gamma dei mafoti di mente: Alfonso Nini di « Una \lita», Emilio Brenlani di e Senilità• e Zeno de « La coscienza di Zeno•• 11011 .sono che dei vinli, degli abulici. dei maniaci. Un e po,·ero di danaro e anche di qualche cosa d·ahro, energia e coraggio :t si au1odefinisce per esempio Emilio Brentani in uua delle prime pagine di cScnilitb; e, al pari di lui. i protagonisti degli altri due romanzi, ricono,cono, con una analisi introspeuiva veramente ossessionanle, la propria miseria cd ineuitudine $pi• rituale. Questa psicanalisi romanzata di S\'C\'O::1aràpoi il materiale di costruzione dei suc«ssivi narratori ebrei, non escluiO Oa Verona, la cui narrath 1a è $Olo in rarissimi punii più ricca di fan• tasia che di analisi. Quest'ultimo scrittore, non contento di a,ere insudiciato la letteratura italiana di questo secolo, con la ,olgarissima libidiue dei suoi numerosi romanzi, ha tentalo di ahba$8.re al lh'ello della sua produzione, ben di rado artistica. il capola- ,oro della nostra narrati,·a del secolo scorso: dopo 8\'er negalo l"amore e la f.iamigli.s.col trionfo di una bestiale sen• suosità, eccolo a distruggere anche le tradizioni, con la parodia de < I Promessi Spo!i :t. Non c'è che dire: questo giudeo dimostra d'essere nato addirittura con i «Protocolli• nel sangue: ... < ìl lato ironico del mio spirito - scrive nell'intro• duzione ai suoi e Promes§i Sposi• - quel demone che in me sghignazza perfino quando piango, non traltasciava di farmi ,·edere quanto facile, quasi indispensabile. foS:Sela caricatura di un tal gf'nere d'arte t arte dell"Ottocento) ... :,. Senoncl1è la caricatura, oltre che all'arte, fu diretta ai costumi: questo singolare Parini non esila a trasformare Lucia iu una Mimi 81uette che esercita la professione presso una cerla... donn; Pra!!ede, e Renzo nel perfetto tipo del becco contento che, )a prima nolte di ma• irimonio, cede la sposa al primo che capila. Egua.lmenle sensuale, ma di una &en• sualità più cerebrale e<Ieusperala. ci apCONFINE S- Doto qui, ul coutin•. ~-:!'.:.~- ......... ••I TOho latto COftfin•. llli •breo • •bnol Guardai• SGD9u• con la i.nt•: og111atilla•"àunnaaoc:urYO, ,.._ di capro. • il brMdo lii .,a•W cbe m"ban sr•n•ralo .. coli fa ch'io l'i;gnoro. le NDO \Ul confin•I giorno eh• Yin•. io dico: al • PI aL •breo. ~ ~ giorno - alumt - al contin• • aon poNO partirmi, ro in poltroaa. f-do in poltrona. I Sopnr la .abbia io li innalHrb ~ .._pli che bwogua coatrui.-., ~ D011 li ltCOlatai. ridicolo, animo mia. DOA puoi liberarmi; eh. tocca, • ad "9Da il con.tifte,, IO, EBREO Q... allt d"• aiglllifkotiy• poNÌ♦ _,.o •lat. lr<IIN clol YO!ume dì Eli♦ur ha Dancli " lo, •b.- ", ..tito o UYOn10 n•I l'27, DISGREGATORI D dNotr1o. b~a ch'io faccia il...._ ~ quNl'cm.ima m.i(L do ... aorridao icnmelto cinto di pompini • •iole: l'arena c<dda che I aomadi padri tra ... ~•ano a piedi nudi, IJ9nor• a:nd<n'a con loro, il SisrDoN più del deffr1o • pià del Cie1L la un'Area di l~o. il Si,pon, au. ICIKial•Cifon il deMrto. in Yoi dobbiamo fan il d...,.._ ~ ..ar Arca, tra,..rao i mart di IIGbWa. 0oae una Yolta, 'ri port•r•mo il s....._ J.3
pare il romanzo di Alberto Moravia: in Moravia - cosa che 11011 si nota in Da Verona - trionfano sempre disperazi'one ed incubo. L'indifferenza ad ogni cosa e la pas:1ivi1àdi fronte al vizio sono l'abito di tulti i suoi personaggi: e tanto ne e Gli indiffcrenli • che nei cinque saggi de e L'Imbroglio», l'ouusa inerzia del protagonista si com·erle in azione solo pèr l'improv,,isa entrata iu scena di un secondo personaggio (Elena de Guperis ne e L'A\•aro •, Amelia de Cherini ne e L'Architetto», la pulzella ne e L'Imbroglio• e<:c.} che imbroglia la passività del protagonista e lo fa agire: ne nasce una crisi e di regola lutto si risolve nell'amplesso. Anche Pitigrilli, da buon giudeo, riduce nella sua produzione lelleraria. ogni a!!pello della vita sociale a uua que~tionc sessuale; ma, mentre Svevo e Moravia raggiungono l'arte, Pitigrilli rimane completamen1e fuori dell'ambito di e~a. La sua ironia è quella stessa di cerlì umori• Sii e scrillori dozzinali della Germania prehitleriana; essendo quindi dj seconda mano, ril"ela senza infingimenlì la ·pro• pria funzione pratica. Cionondimeno la produzione di qut:!!lo scrillore da bou• lc\ard è deleleria quan10 e più di quella di uno S\evo o di un Moravia: quest'ultima influi!!Ce- è \'Cro - anche sugli sviluppi della leueratura italiana oltre che sulle classi intclleuuali; ma l'altra semina in compengo la conuzione ne:le dassi della soeietà meno ele\•ute, \'aie a dire in un numero ben più grande d'a• nimc. Ritornando alla murativa ebraica (a quella cioè che aspira o realizza l'arleJ, aggiungeremo che dal romanzo \'DSlo ed arehitellonicamenle equilibrato di Italo Svevo, si è arrh•atì. attra\·er$0 al roman- • zo bre\'C di Moravia, alle no\elle ultra• documentarie di Terracini. La tendenza di .Mora\'ia. al e racconto di una crisi » s'è fatta strada tra i gio\'anissimi: la novella tende sempre più a gostituire il romanw, Ma la. Frammenlarietà non è la sola e nemmeno la più notevole caraueristica dell'ultima narrativa ebraica: tanto nei coetanei di Moravia, come Loria e Crego, che nei più giovani Segre, Ter• racini, ecc., il documento e la cronaca hanno del tullo soffocato la Fantasia. Non più figurano negli scritti di questi ultimi quelle oasi di poesia che riscontriamo .nella produzione elm:,ica prebellica. (Voglio 111ludere. limitandomi ai soli scrittori ebrei d'Italia e tacendo quindi di uno Zweig, ai bagliori di p~ia - rari peultro e nient'affatto e:dantescamente pe• riodici • come ebbe a dire Raffaello fran• chi - di «Senilità», e al lirismo diffu. so nella meno sca'dente produzione di Da Verona. Chi non ricorda. per esempio, il finale di e ~1imì Bluette ... •?J. U.Sen• zialmenle documentaria è infatti 1'01>era di Arturo Loria. Nien.l'altro clic deì po\·eri esseri, in preda ai più ba.ssi istinti e quin• di capaci delle più ba.$.SCazioni. sono poi i personaggi delle sue novelle, dal sozzo caffelliere di e:Caffè Arabo • alla ragat• za di « La parrucca• che, slanca di ri• manerc ,·ergine, corre. 1.tnto per non perder lem1>o.a genarsi nelle braccia di uu . ,etthio. e si giustifica pensando che l'o• neslà• non dia alcun pregio alla donna; dal muratore morbrui:amenle assetalo di nudi1à muliehri di e Muratore $1anco • e quel po,·eruomo del signor Muzio de cl..a scuola di ballo> che, do1>0 e..-sersi M:Jn• pre contenlato di avanzi e per essere più facile l'averli e., forse anche per la coscienza di non meritare di più ~. riesce poi, con mezzi ha~i e pietosi, a legarsi con una ragazza di cui non è degno cd alla quale Fa schifo. Ed ora pa..."Siamo ad Adriano Grego e precisamenle a quel suo romanzo e Remo .Maun, avvocato• il cui eroe è un tipico ebreo, malato di una e frenesia di grandezza, di una ricerca del suo io di cui tro,•a brandelli in ogni storia eroica», Orbene queslo eroe di Grego, un bel giorno, per determinale circostanze, pensa che ogni ebreo - ad un certo momer110della sua ,•ila - s'accorga di avere fino allora < perduto il ~uo tempo, copiando la vita dei sanli e degli eroi> e decida di cam• biare rotta « 1>er servire la sua razza. odiando». A questo punto critico ... il giovane Mirnn pensa di essere arrivato: sente infatti e in que.:otipensieri, impro\'• visi per lui, la cllia,·e di tutta la sua vita>. Difaui, mentre, prima del cambiamento di rolla. aveva pen~to di ricattare la conle~sa Barel al solo scopo di poterne $posare - lui plebeo - la figlia. che in fondo gli piace; eccolo invece, dopo la crisi e il capovolgimento di coscienza, compiere il ricatto al solo scopo « di d1,·e111arericco da un giorno all'ahro ». unicamente pt"r ,·endicarsi < in una ora sola. di tullo •· Quanto alla contessina, « continuare a scriverle delle lettere d'a• more, baciarla di nascosto, come prima, come un ragazzo .. ora non può più. Spo• &aria no, a nessun costo, mai, per nessun • motl\•o »,Sarebbe.stata infatti questa, per Hemo i\hun dhenuto ebreo militante, una soluzione as!urda. incompatibile con l'insorto odio di razr.a. e Sarebbe slato un ricatto da bor&hese... ». Ma pur dopo questa rabbiosa ,·endeua sul des1ino che gli incombe, l'ebreo rimane sempre in p'teda alla sua disperazione. « Sarò sin1ile a tulli gli altri. Una Ca!la. una donna, delle idee fis.se e monotone, dei figli a cui non Niprò cosa insegnare>. Così si chiude il romanzo, con questa disJ>erala negazione della famiglia. che ben corona l'a• potrosi di un ebreo. Ahra apoteosi della razza ebraica è il romanr.o e Agenzia Abram Lcwis » di Alfredo Segre. E' la storia di un ebreo, Abram Lewis. che. con la sua morale e non imperniata &u alcun principio trascendente, ingegn0!.8mente flnodata. maneggevole e poco ingombrante come tutti gli oggetti destinati a 1,arecchi · usi> riesce, da po,·ero dll!graziato a di- ,·entare padrone di quasi tulla una cìttà. Privo di coscienza, che anzi egli ironicamente .definisce « un tribunale interiore. illimitato per competenza e alla mano per territorio » che lddio, giudice supremo, aveva deciso tJn bel giorno di creare per sbarazzarsi dell'immenso ruolo di oause che continuamente lo tediavano; il giudeo Lewis., trafficando in cocaina, ingannando funzionari. tradendo correligionari e goym, finisce 1>er lrionfare :-u tullo e su tutti. E' quindi chiaro che l'autore, circondando il suo eroe di una aurco:a di trionfo, viene implicitamente a giustificare, purifican,Joli. i mezzi illeciti che altuano l'odio di razza e la sele di \'endeua degli ebrei. Visla cosi l'opera narraliva di Grego e di Segre che, data la sua intonazione ed il suo significalo quasi messianici. si altm( .ancora nella slesura vasta del romanzo; eccoci di nuovo al genere di narrati,•a ebraica più comum: di questi ultimi anni: cioè alla novella, Più ancora che in Loria. la tendenza di Moravia al « racconto di una crisi • ha tronto eco nel giovanissimo Terracini: e racconto di una cri..,i » è infatti ogni no,·ella di < fantasmi alla fesla >. Vido Borghi di e Haga:u.o staneo » e Giovanna di e Fenlasmi alla festa• - tanto per citare i protagonisti delle due prime no\·elle di questo libro - sono esseri abulici, completamenle privi di pe~onalità e di energia, e quindi incapaci di uscire dal loro stato di iner• zia. Solo l'inter\'ento di una seconda per• sona li fa agire, provocando una crisi nella loro passività. Questa crisi però non si risolve sempre nell'amples.,o, data l'impotenza psichica -del protagonista. Anch(." quesli racconti di Terracini, sistema1ica pinacoteca di ritratti psicologici da trattalo di psicopatologia, diffondono nell'animo del lettore un ,..enso cli pesa.me incubo, di ffl'Jarrimento e di melanconica inerzia, implicitamenle esaltando una vita sessuale torbi-da e ragionante (il cosidel• to e soliloquio interiore». regalatoci dal giudeo Freud!), Crediamo poi ov"io insi.,1ere su un fallo d1 cronaca letteraria. essendo il libro di Terracini uscito proprio nella collana creata da una delle più significative rivisie letterarie d'Italia: rivista che prende il tono specialmente dagli scrilli, sia Cfi• tici che creafo,i, dei molti collaboralori. ebrei (Enrico Terracini. Gianfranco Con,
tini. Natalia Levi, Aldo Borlenghi, Alberto Moravia, Ettore Levi, Lorenw Montano ecc. ecc.}, e che fino ~ questo momen• 10 altro servizio non ha potuto rendere all'Italia che quello di irretire giovani scrittori nostri nelle maglie di una lettera.tura a tono e europeo> (un'Europa che erriva sino all'Ameriea!). Lo !COpoideale di questa rivista, (che del res10 anche nel suo aspetto materiale non è che la copia della rivista francese e Mésures »), è implicitamente quello di fare, dell'ultima letteratul'8. italiana d'ar• te, una provincia di quella f rartee!le democratica e bolscevizzante. Ogni libro di Valery, Sc.hlumberg, Charles Du Bos, Fran2 Kafka. Faulkner, WooH, Coc1eau. Huxley, Hene Clair, ecc. (senza contare i soliti richiami ai più soliti Proust, Gide. Joyce) viene in essa portato rumorMa• mente alla ribalta e magari a,~e tradotto e imitato, nel suo dato stilistico, da accaniti zelatori delle letterature straniere; i quali. cqui\'ocando sulla famigerata arte pura, la fanno portatrice di un ideale internazionale e non universale. Voglio con questo dire che una letteratura come è concepita da questi ebrei o ebreizzali, viene a negare implicitamenle ogni riccheua ideale delle tradizioni letterarit-. contenendo qut"lla che è la loro aspirazione politica. Nell'arte ebraica, inoltre, il documento, la cronaca, l'analisi morbosa e defOrmante sostituiscono completamente, come già vedemmo, la fantasia; tale arte quindi è proprio la negazione dell'arte pura. E non si \'enga dunque a parlare di su• periorità della razza ebraica: e&sa, pur essendo ricchissima di ingegni, non ha mai avuto neppure un genio che rappresenti realmente lo spirito umano nei .suoi massimi vertici. Che eo.sa mai rappresen• tano Heine, Mann, Spinoza, Freud, Men· delsshonn accanto a Goethe, Dante, Baudelaire, Manzoni, Kant, Galileo, Leonardo, Marconi, Verdi. Beethoven?. La superiorità degli ariani è indiscutibile. ~la spceialmenle noi italiani, figli dell'eterna Roma, abbiamo il dovere sacro~nto di difendere in ogni campo le nostre tradizioni dalla piovra giudaica. NOJ1si deve, per esempio, permettere che la nostra narrativa, ehe - avendo avuto on Manzoni e un Verga - non si può as• solutamente definire povera di tradizioni e di caratteri propri, continui ad essere inAuenzata ed avvi:ita da una schiera di maledetti. Ben scompaiano dunque dalla circola2:ione i romanzi, le riviste e, in ge• nere, tuui gli scritti che, essendo di intonazione semita, non siano in linea colle nostre tradizioni e con le sane diretth•e del Fascismo. ROBERTO BRIGHENTI PGESIE DI GIOVANNI GUAROUCCI E veda il nuobo Sol la Piazza Grande Piena di calzerotti e di mutande. FronlNpbio di un ..-olumetto di poe•i• in qervo ebralco-Jio,om ... 13
16 l'internazionalismo: verbo ebraico della cosld detta arte moderna
~ qual punto i prowedimenti per l'eipulsione degli ebrei dalh1 noo:lrascuola fosstro necessarii . .si ,·ede in ispecial modo nel cAr11podell'arte. Nell'immediato dopoguerra. la scuola fu. purtroppo. la slrada e il preleslo per operare in modo rapidiASi.mo la sna• zìonalizzazione dell'ard1ite1tura. La strada. perchè allora ,i o:i i11canalò un culo numero d'ehrei slranieri; il preteslo, percl1è la parola « ~iovani >. sapientemente adoperata, dh·enlò, in 11ud 1cm1•0.la lt>,a per i.'Sl"ah.are distruggere la tradizione naziona:e. Verso il 1927. un primo contingente di ebrei slranieri si ltrnre:n-a in arc-hitettura. E fu allora che l'ebreo ungherese Faludi. a Milano, e l'ebreo italiano Levi Montalcini, a To• rino. coadim·ati da elementi <li ahra J>rO\'tmienza.costituirono i primi centri tl'inlema diHusione del C"O:!d!eÌtto razionalismo: bCrvendosi d'una nuova ri\'ista d'architettura, fondata allora dal• l'ebr(!(J Bo11fiE?:liolie, nella quale. in seguito. tra i più aui, i propaiandisti. dove, a 1lis1inguersi l'ebreo. Rogers. Asse• comfou,lo il giusto sco11ten10che c"era in molti contro ~li accapttrramrnti degli incarichi. ,spinsero a poco a poco In 1113-3,sa in una direzione dil'érsa da quella che essa realmente crde\a di seguire. Desiderosa d'idealitit., la impigliarono in una teoria, che fu c-re<lutaliberatrice, mentre non era che un mezzo 1,er 11ggiogarr l'arcl,itettura alle 1lirelti\'t ebraiche. Il mo,,ìmc11lo. perciò. ebhe questa caratteri.;;tica. Serpeg• giando. in principio. qua.;;i esclu!!ivnmcnte tra i gio,,ani. fu lra~formato in un'aperta ri\'Olta, non ,solo contro l'arte dei più an1.ia11i.ma .soprattutto contro il carattere italiano del• l'arlc. Confondendosi, per inl"!lperienza. i più anziani con la tradi1.io11c.si creJcue cht' le forme. in gran parte estrantt, da e--.si allora u.;;ate, quali. ad esempio, il bar01Xhetto \'ienneM:, fo,s.sero la tradizione. ,\la quando si vide che questi stieui an• ziani, impauriti della ri\'olta. non face\'ano nulla per oppor• ,i11i. d :!!iconfermò sempre più nel;a legittimilà. di qul"!lta, e si pcrdelle aHatto ogni orienlan~c~to~ Finirono con !'esseni coimolti ugualmc11te gli uni non meno degli altri. Anche tra gli aniiani. del r~to. l'elemento t'braioo era sfato prcstnte. Vi sì nota\'a solo questa diHerenza: Hl gli uni agi,•ano gli ebrei intellettuali- su gli altri l'inleres..-.e. Gli chrei che si annida"ano in tuni i grossi affari dell'edilizia ,i a,e,ano. ~nza dubbio. la prima parte. Ma sintomatico. ,;o. pra tulli, appare queslo fotto: nel 1932 ru bandito il Con• cort'lo falck. Falck era un ebreo. al quale face,•a capo gran parte dei commercio del ferro nel nostro paese; e il 1932 era l'anno in cui la propaganda per l'architellura razionale comincia,•n aJ allec<:hire, pres.so larghe schiere dei nc,3tri ard1ite1ti. \J)profittando del momento f8\orernle, egli lanciò, con que,:to concorso. :·idea, 11011ancora penetrata in Italia. che ogui ge• nere di cclifizii. e, prima di tutto. quelli d'abitazione. do,el'l~ro c-ominciare ad eMere c~truiti in ferro. Infatti, ~e si riflette un momento, quelle ca-tt bUi trampoli e a lunghe finestre orizzontali. ideate da Le Corbusier, e quegli eclifoii a gabbia o a forma di serra. immaginati da Gropiu$. che cos'ahro erano se non modelli. da diffondersi in tulio il mondo. pt'rchè. anche nell'architcllura. dl\·eni!!St' il più forte cd e51eso 1>ossibile. l'impiego drl ferro? Questa presentazione t!i modelli. adatti all'impiego di certi materiali, era. del rc-.-,lo, un rilro\'ato di\enuto da qualche tempo abituale- nella propa• ganda per •1e forniture. Mendels.sohu, Tau!. Gropius. Le Cor• husier, c-reando il razionalismo. non aw,•ano fallo che et'ten• derc que:ii'u:!!O,al campo. ancora non ahbastanza sfruttato. delle costruzioni edilizie: in modo da permcllere alla l}lulo• crazia. detentrice del ferro. d'imporre il consumo di qu~to. anche là do,·e, con \'&ntaggio, se ne era fallo a meno. Per::iò " Rcrbbino" di Cha9all i modelli da loro Ì1Hentati. furono, con una inlensa campagna. diffusi rapidissimamente in tutto il mondo; nè è difficile com• prendere come: quando sì pensi .sotto quale inrlucnza si trovavano. e ~i tro"ano tuttora. circa i tre quarti della stamps. mondiale. Ecco in nome di che co~. si batteva in bre«ia la lradi• zione. togliendo ogni nobiltà all'architettura; s.i rinnegava l'halia. dichiarando morto il suo HinaM:imento; si vitupera• \"ano come « passatisti > quei pochi..'-!imi, che. non ddlettcndo d\111 pollice. sape"ano. con ciò, di custodire, in questo campo. i valori della razza. Tra CS!i ci sia permesso <1uiricor• dare ii nome di Gusla\'o Gio,annoni: che, ostinatissimo resi• stelle finchè gli fu possibile. in tulle le giurie. e quando non ili fu pO&libile. intensific-ando la ~na clotta e nobile opera di storico de:l'architellura: della quale. per trent'anni, attra\'eri.o l'incomposto fluttuare delle mode. unica ru sempre la direi• tiva: la nece;siliì, per quest'arte. di non distuccar~i da Roma. Ora il di~lacco ,eni,a rid1ies10 in nome di s.emplici interessi materiali: dei quali incoscientemenle la maS!a dei« no,•atori > si rende,·a l'inlerprele; e non sapeva neppure di chi f0-3SCrOquesti intere:§si. Meni re essa ,•ocia,a di \Oler di,enlare «moderna>. il ferro inutilmente importato, fattrn scendere ahrellanto oro nelle tasel1e della plutocrazia in1erna1.iona:e. Ciò che CSM11011 ,·ede,·a, lo ,·ide, pr0\'\ 0 idenzialmcnte. il Regime: clie. onde for c-essare il giuoco. limitò l'impiego del ferro,nell'ard1itettura. \1a altri gra\'Ì danni non erano, intanto, mancali di manifes1a~i. Prima di tulio, la di.stnn:ione dell'ar1igianato edilizio. Intaglia• tori e fa;egnami. dalle cui mani erano uscili, solo fino a pocl1i anni prima. i capìielli e le colonne del Viuoriano. i bugnati tlel 17
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