La Difesa della Razza - anno II - n. 16 - 20 giugno 1939

dal1'1mmagm.uione del volgare Come la Gr«ia ~6n:l~!~n:t~~n:~t% c:~~~e:~ oontmuado a pentere, e a nnch,uderci sempre pifi nella ling:1a delle sette, che è stata tutta la ragione d'ogni nostra piec»lt.u-t. Le 5ètte hanoo 11cuoce paccolo, come la ras)()ne: specialmente le filo5o6che. Il cuore della na.a:ione lo J'IOS!iiede il popolo. S, fa ,·edere con la lingua e la J)IX'Sla. !\on lo ~no le sètte, che 10no razionali, oon volgari; tendono alraristocra.ua. perchè 110noimpoeti-che Yot Gnfo lo col\08Cete A~te letto le sue Olief\'37.ioni a Cart~io. alla ~hesia. Si tratta d'una per:,;ona inu-lliiente Ed ,'J ancor più SJJl:mfìcativo ,I pencolo che propr)() rmu-lhaenu. ~ farsi acca.rtoociare dal lm\t\laggio astratto. Ed ora t11tatea !JCnllrt' Gnfo dm1(111c di<:e; Rssenztale pttme,,,,a ad un h-1.IUC di c,ò che s,a l;a cultura italiana o qualsia,, ahra cultura storicamen1e format.as1 è resa.me del 001w:et10 d, culturn O forse sarebbe più prec1J10dire la rice,ca th tale concetto che superando l'empmc-1tà !l-1 pon(ta come 1>nnc1p)()pregmdiz,ale per la mtclle-i,:1l>iht.dì.e, fatti f.: frt(Juente la. (hstinziOfle che ~i fa tra cultura e c1v11tà. Taluno pone tu di es;,e lo ste<...~ raJ>Po_rtoche tra la ()()lrn·azione della terra. perioc.lo preparatono. n~ttwo. J)llSS1\'0, e fa ~~~~nazione, periodo conclusivo, fruttifero, Però malJ:ra'1o tale 1~riodo ,·en;::a definito JlG"'-"·o 111 potrebbe immed,atamente osserval"t' ("he (",;,o è l'e'!.llen.uale condihone pen;.liè ~• abbia. 11 1rntto \nche d CrOCt" 111 C1,lturç,, nli:, mora/~ 1xi,to_,.ullo !IIC'.'I)() pimto di \"J~ta che 1i J>'"Cpone la ~ultura o.I fare. afferma che • un popolo che SUI d1n,ci dalrorbe. 11 quale inH·nt;1.._,;e d1 nuo,·o per suo c-onto 11fuc,le a p,etra non solo farebbe co-a umtilt', ma non a\·rebbt: con ciò 11moclo <li r~u.tcre aih altri popoli Jl')s.$e'>-.Qr1 th h1<.1hben altrimenti perfetti \Itri al ctJntrario ;a1Tern1ac-h<:la cultura non altro è c-hc la sterile flffiU'!lll3l)()llt' d1 CIÒ C'ht' è 1I concn-to <'0!$lruire li m,ero CS$cl ha pur l'appa1"nza di un 1-l,·orio di riOe'i~IOtK'critt<:a. ~torio,,;:r.lfica, filoc;oliça che non t"ISendO per 11u~tonspetto nè artt. nl' ~toria n,·a. n~scienza, !!embi-a debba ri.,()h'('r-i in una vuota cr.eK1ta• 21011e inutile. ;Ila 51 1111ravede subito quale C,1rattere e1npmco in qut"'ito ca90 1wl't'bhe l'uuht.à, e oome non <;1aan,:;ora ,ntran~ta l'b- :i.enza ,lclb cultura. \Itri a1w:oraafTerma clic cultura non è Ki"nza, cioè dounna r oono-,cenua d1 una determinata i,peoe d1 rapporti fenomenici, ma qualo»M <l, !>uperfic,almente r1a.$..,unti,o, com(' una nsione panoramica del <;.lj'lt'rc umano vista dalla e-una di un monte, 11 !aof{::-etto. I' 1 eu1 detta,i.:h -10no tani'> meno &hi.m quanto meno <;(! ne ha una :~:n:sr~~=a~ 1 e co'!i~~~~r~~n<llal~ :i,,çienza,·era e propria, alla vera ,onO!KCnzac-,oè, perdendo cosi yran parte del iuo v;alore d, elemento intrin.scco della prassi in cui come ,•e, dremo 51 e.trmst'Ca Infine c'è cha dice che la cultura è C0009CCnza pttvalentl"ml"nte lik>6ofica, interpretativa ddla slOria <:delle opere umane. (1u1nd1separata dalle scienie matemattehe, fuuche e naturali Grandi d1ffiooltà l',()f){OllO per dchm1tart' questi due c-am1>iche nemmeno in astratto :!IOno disunii Infatti n<:ll'unuà della per10na tutti µh elementi oozionali 10no OCJ;anicamentl"conllti!<, Tutte que5te impr-ioni che si hanno o J>O"· llOnoa,·cre della cultura, e che io definisco, im- i::~~ d,~:1~:::. rht:~: ~: {o~;~~h:~~ un qualche moti,'O che le giustifica, una specie d, legitt1m1tà parziale; mentre vi §ODOdc, mollvi che ne negano l'a:!80lutcua dt ,•alidità Non si può negare che fa cultura sia pi,~ o meno oom1aputa cond11ione per lo slancio dal passato al futuro, per non ricominciare Olòl'."',•oha la vita dalle 1ue origini, la v1t;a dioo dell'umanità, oltre che qu.-:lla dell'individuo; nè che essa sa.a anche riO~ione sul passato; nè che sia per altro Mpetto sintesi umtaria delle nouoni Ol'ftll• mziate dal soggetto umano ; n~ che !lia nel s.uo sign1fic-ato profondo un'intMptCta,ione drl mondo 1otocko. umano, e delle sue opere. Ma non §Ono questi d,versi Hpetti di una mede!>ima atti,·it:I. spirituale. la quale emerge dalla sua storia e riflette su di essa. unifica i dati moltc-- phci e-mterpreta i moh\"H È necrssano perciò - come d,rebbe il Vi<:o - • ragionare dei parti<:olari per a,,...)()mJo sien massime• cK>è andare al d, là de, particolari sino ;,ii principia. B~na cioè risalire alreYime del processo con.Cl"Citivoe ,'C'flere in che rapporto n.w sta con 11 fatto •cultura• onde appunto 1n onhne alla realtà 8J)Ìriluale che ~ universale !>lab;hro ,I concetto assolutamente valido d, cultura. 1..a oo~nu. empiricamente si intende come la ricettiva paMi\·ità dcli:. mente c-he si infonna drlla r<tsa l'n suCCe<1'l1veosame critico conclude affermando che la mente nella • sua • for111a ca dà tutto ,I valore. Infine rieono,cendosi come t'll!lenzi.alc rlello st<:S§O oonoscere 11 r,fer1mento all'essere. s1 mette in e\•1dcnu l'elcmcn.to U/1.- scendcntale dell'att1"ità oono<;e1t1va. come 11 deternt,nant.-: di ~. in quanto \·alore d1 tra• ,;cendcnt..i immanente al COllO'ICl're ·~ ~di~ Caro Gnfo, t1 abbiamo sempre a<.eolto a bra«i.1 aperte, è 1ua la llO>ltra rapanna, come dkev:a la buona ospitalità. E tu ora e-ientri in calla oon q11('1;tOJ)•~\,o_ Parh /a!IM.,,.10,s, non 1, fa, cap1rE-. !lei ffiL'<tcrio!lo.mortifichi noi f"O\'fft contarl1m Che 11 abbiamo btto? Quale può C$$C'l't' una deten11ma1a specie d1 rap1xirt1 fenomen,ci? 1-'a1noma1 N~mr,u, ~ ~~tlp~~!I:., :;~\:~e:a~~,~~~~~t/PJ:~~ naturale. Tu ''IIOi 11tudiare un rapporto di fenomeni? l'n rapporto matematiCQ o un•altra relatione? Si tratta di fenomeni fi,.1d' Spte:;at1 COI\ quakhc e<1en1pi0 Gli elementi nozionahl Cioè del COn(),l(:erd E do,e hai pe,cato tJue<ltOMzion.1le? Qu~nt'è brutto e o;.tico. :,;on u ba11Ctnaozione? E l'a.'<SOluterr~1. di vahtht.\ che 'ii<c:nifiea> l'as• soluto ,·alore' l'e-rchè tor.:1 11 collo alle parole) Sono la no,,.tr.1 patna. Ahhi un po· dt ciuità. I~ mente nelL1.,ua forma ri d.\ tutt◊ il ,-~!ore? Con la 111a form;i E s1rumento, non luO'"..,'O Con la sua forma. (111<.rnutà.quah1à, modo, rclaz,one, oc:c.. e-i fa comprendere 11 ._,gmfic-,1to del di~. l'erchè <lki valore? Abbiamo detto sc1nptt >iignificato. l~nlial<: del cono!iCere l' il riferimento all'CMerc; che significa? Rifcnmento al soggetto o all'og((etto~ Con questo riferimento, si mette in evidenza - dici - l'elemento trasicc.ndcntale dell'atta• vità conosc:i1iva, come •I deterrumante di essa. m quanto valore d1 tnucendcnza immanente al oono«:ere. Pcrchè dici elemento trucendenta~? Ci tono forse altri elementi d'altra specie~ No. Tu stCMO dici che ques10 P 1Ideterminante del conMOere E parh dt coDOS1Cenu.,non d'altra cosa. L.a parola elemento d111.lt:1uneon c'entra. Tu parh d1 traseendenu del collQIIICerCp':c; r,:.hè l'attt, ,tà ()()005(:itlva non è altro che Il cono.teerc, -:,i tratta di_.due ~upernue parole. in luogo di una n~na. Si«.hè il riferimento all 'es.,ere mette in evidenza che il conoscere è tr.ucendeot.ale. Q\iC61o volevi dire. E allora è supernuo aggiungere che la tra,cendcnta 11iadeterminante del conoscere-, prima di tutto perchè è ine!atto. poi percbè t, 1111 kn~~~Ò. pereh,'J 5e truecndentalc t il modo di ~~re, la natura del COIIOllCeren;on ne è la causa. Superfluo. perehè (1uello che volevi dire è ehe la COII08«nza ~•a trascendentale S,cehè il riferimento all'Cbll"re mette m c,•1• dcn:ca che la CODMCen,.a i'> trasccndeot;,le Questo a~ti ,-oluto dire E al{11tung1: m (IUanto valore di lrateendenta i111manente al co1MJSCere In quanto valore: <111este sooo trt' p.irole muuh. l)al momento che parli d1 tra-.«'ndeni..i, quC!>la è c-iò c-he è, e vale •1uello ,:.hc vale Immanente al oono-.«"re? \"1101 dire che l propria del cono-.crrc. m•1ta. '""''· come d1ce- ,a1)() i latim Pcr,:h~ vai a ,;co,·ue l'immanen1el \'uo1 fatti vedett lo strav<'<lerc d'11na lraKen dcnl'.a immanente> Sicchè: La co1)()'1(;cnz.1è. 1ra~endentak>, perchl' I., tra!!iC('ndenta l' propria del coT)()kere :,;on è c1ue<.toche volc,·1 dire' E <jllt'$lO tu dic-i, perchè ricono1;ccnd0'-i COm< ~nz1ale del cono,,cere il r1ferimcn10 all'e<,-.ere s1 mette in c,•idc1ua la tr!l.3Ce'ndcnza Allora vuol dire ebe 1'eSt1Cre t- ,I ~1te110' I ()()lui che conosce Ma ci può t'!,.-,Ctt altro cono,,,,cerc chi" •1uello Qel ~getto> E allora che ~,gmlic-a che l""~n- :ualc del ooooqçere srn. 11nferm1cn10 al ~i:etto> Che altro 11i1::nifK'a «.e non ~he bsenuale del oollOtic:e-resia il eonO<'ICcre? l{iconos«1lt:lmi1 come es-:,enzla.le 1I riferimento all'r.s<;('l't',d,ci. In \'erità, 1>1 dice riOOn<$;t-ndc,,,1 C'i-ilen7iale il riferm1ent0 ec. (._.)uesto e molti altn tuoi come fl 10 •1uanto non ('•entrano . .'.\la c, vuol<: un ncooo;;cunento J>("r dire che 11 u>noscere ~ il conoecerel lii

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