Per tutto il ~lcdioe,·o e il Riuascimento la Chiesa proibi ai feddi di prestar danaro, traendone beneficio, con la famosa formula te '.\ummus non parit nummum >, cioè il denaro non figlia; ne abbiamo un ricordo nel sermone XXXV di quell'onesto e ,,irlUOSOFiorentino, che fu Franco Sacchetti, là dove dice che e prHtar fiorini cento e riavune c<'ntodieci qu~to 11011 è tost<'ntamen10 di natura, ma struggimento è: però 11011 ~ licito,. Dante pose gli usurai nel cerchio settimo, girone terzo dei \'iolenti co111rol'arte umana, nipote di Dio. Tanto rigore morale non a,·cw, 1>eròalcun potere contro i figli d'Israele. Pro,,eniemi specialmente dalla Spagna, essi <'ntravano nelle ricche dttà d'Italia, a impiantare banchi, cautelandosi con speciali convenzioni. l'n cscmpio di convenzione municipale con Giudei e soprattutto della avidità e cautela di tali banchieri è in una pergamena inedita del 1446 della Civica Biblioteca di Vercelli. In un latino sapido di forme popolari e barbariche si narra in tale pubblica scrittura chc addi 18 febbraio dell'anno del Signore 1446 si radunò al suono ddla campana, ~condo il solito e con gli usati procedim<'nti, il Consiglio dei Sa~i del Comune di Vcrcelli, a richiesta del nobile e specchiato cilladino capitano della Cittadella e luogotencme dct Podtstà, ,per trattare intorno alla domanda dei nominati Abramo e Angelo e Judei sive Ebrci • i quali, assistili dal procuratore Giacomo da ).Jargaria chiedevano di potersi stabilire in Città, c che il Comune decidesse delle loro richieste. Provemvano dalla Vencria. nello Stato del Duca di Sa,•oia, il quale aveva ammesso e tutdato gli Ebrei fin dal s«:010 precedente; ed erano attratti dalla notizia del buono stato della Ciuà e dt:lle fiorenti condizioni del distretto, come rirorda il documento. Chiedevano di potcrsi fumare in VcrcelH p~r dicci anni, godere i dirini dei cittadini Cristiani e di essere esenti da ogn'onere fiscale e gra, 1amc civile, essere sicuri dai danni dclla guerra, e di ottenere tkenza di impiantare un banco di prestiti a pegno, e non sola fede di cartc o di strumenti, con l'interesse di denari dicci mensili per ogni fiorino, cioè del 333% annuo per i prestiti fatti ai cittadini, e a piaccre per gli abitanti del contado! Parve al Comune ben fatto e utile per la Città che detti e Judcij sive Ebrei> fossero accolti ed esentati da ogni tassa sia sulle persone che sulle cose, mentre si esaminavano le loro richieste. · In adunanza del 2 marzo 1446, in assenza di Angelo e Abramo, rapprcscn1ati dal Margaria, i nobili Vercellesi Enrico de l\1omo, Giacomo Tizzoni, Manfredo de Cagnoli, Cristofano dc Salomoni, Enrico de Mosso, Antonio de Marga.ria, Antonio dc Vass.,lli, Antonio da Cacaglià, Bollino Bolla, Giacomo di Magliono, Franceschino de Leria, Ludo,·ico de Cagnoli, Andrea dclla Serrata, Banolomeo dc Uria, famiglie non tutte estinte, stabilirono in nome del Comune di Vercelli di accogliere provvisoriamcntc i due Giudci, munendoli di salvacondotto, acciocchè, mentre si trasfcri,·ano con le masserizie i sen·i e le famiglie, nessuna autorità di qualsivoglia ordine e grado potessc molestarli ed imporre loro pedaggi cd angherie: fu fonnata poi una deputazione di sindaci per trattare riguardo allo stabilirsi dei due banchieri in Vtrcelli. La co1wcnzione fu stipulata per la durata di dicci anni; le due parti si impegnarono ad osservarla e farla rispettare lealmen1c. Do"evano gli Ebrei Abramo ed Angelo, i loro servi, fattori, procuratori e garzoni esser trattati come Cristiani per quanto riguardava il diritto comune, inoltre avevano libertà di praticare i loro riti nelle loro case e non erano tenuti a far prestiti il sabato e le altre iestc e vigilie ebraiche, nè potevano esUN INTERESSE DEL 333 PERCENTO LE ESOSEPRETESE DEI GIUDEI 2J
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