La Difesa della Razza - anno II - n. 16 - 20 giugno 1939

EBEDITABIETÀ E LIBERTÀ JIOBALE e Tu S('i costretto a pensare cosi, non puoi pensare divcrs.amc.nte d., quel che sci> (F1chte). ' li 5igmfica10 rt'ale di qu~ste parole ci apre la vfa al problema dcl!'creditarictà. !\'cl rinno\·ainento storico-spirituale dd nostri ){ic.rni si n1cl ,;ttcncrc che l'er<'dità del nostro piu prezioso 1>a· :rimonio spirituale sia ri\·olta sit.tcmaticamcn1c al suo fine -~s1 ragKiunga così un'efkttiva riorg·uliuazionc e ricomposizt;ine cl: quelle che sone ie nostre attitu<lmi spirimali. Rnmcr.dt). amaigamanòo insieme degli clementi ert'ditari sani, eh..: si imegrano a vicenda, si ,•uol trarne un\1m.in1tà la quall' abbia ..iur.lità supèriori. Si .Jà grande 1mf.10rtanza :\Ila conscrvationc degli ekmenti origmari della I azza, che, conk' fati ori di civiltà. ,1anno guidau nelle giwne \'ic. pcr.::hè si possa rendere libero hnto ciò che è \'Ila crcati\'a. e , s1 i1,gtgm, a separ:.rc questi clt>m,mti, questo nostro patri• monio spirituale dalla scorie rappresentata dall'eredità di materia :nalata. I ris•1\tati delle indagini sull'ereditarietà richiedono paciò una soluzione chiara cd uni\'OCa sul \·alorc da darsi alle pili intime faooh;i. spiritmdi iu qucHo completo rinno,·amcnto della per~ naht..t umana. C()n ciò il problema d..:i rapponi fra Anima e Corpo è po5:o su nuo"e ltasi e richi\·dc una st>luzione reale, che scaturisca dal'a nostra intima \'ila spirituale. \\'erncr Schòllgen nel sno scritto e Ere<iitarie1à e libenà morale• ci ha indic..110quale sia l'essenr.a della libertà morale cd ha dimostralo che la fona aniva dello spirito è il principio formati,·,,> dell'uomo. Vt-<liamo cosi che le leggi ereditarie non de,·ono rappresentare il e trionfo de6ni1irn delle indagini meccaniche cd anali1ichc :t e comprendiamo dd pari quale gra"e pericolo sia per la nostra ,·ita ~pirirnalc l'anribuire eccessi"o valore alle esigenze geobiologiche nel problema rauialc. SchOllgcu prende lo spunto da ~ie1z~hc, la cui aff:mnosa ricerca di una p::rfeua immagine umana culmina nell'esclama• zionc: e E' un coq,o più elevato che ti devi procurare! , e Xietzschc si str.igge dal desiderio di raggiungere questa perfetta appa• rcnza umana e muore con qut.!>tosuo desiderio. !Ju.ale rappresentante dell'unità spirituale Schòllgen ci pone innanzi agli occhi la concezione antropologica del grande Aquinate. Esistono infaui dei rapporti assai stret1i fra l'odierno problema ddl'ereditarictà e la concezione dcli' Aquinate, il quale COJ\ molta intuizione e chiarezza ha visto e dimosrra10 qual sia la pcr1c1ta immagine dell'uomo. Schòllgen afferma che bisogna a\'erc sempre prt'senti i due clementi che compongono l'esistenza umana e che di conseguenza il ,·oler dominare arbitrariamente la scienr.a della natura può usere d'o~tacolo a che si raggiunga la meta desiMrala. E' necessario. infatti, conformarsi al contenuto reale ed alla forma n:nu· raie dell'oggetto, su cui si fanno le ricerche. Certo un corpo malato può impedire l'atti"ità dell'anima. l'armonia fra corpo ed anima può esserne pregiudicata, ma in ultima analisi. quello che più di tutto conta e in ogni caso ~ la sanità riell'ar.ima. h sonilos ,,nùnat'. come dice Tommaso d'Aqui1lQ. L'uomo possiede in confronto degli animali il lib<ro arbitrio, eh<' nc>n è condir.ionato mat~rialmente; esso è un'espressione dello spirito. il quale rappresenta nell'uomo il principio formati,·o 1.. crcati,o. Per questa ragione SchOllgen riehit'<le che in ogni nostro sfar, zo. in ogni nostra aspirazione ci sia un riesame da parte del nostro spirito. Per lui la libertà morale ~ un fatto primili\'o che non ha biso• gno di esS<:rcdimostralo. La libertà del ,•olcrc...è il fanore morale dell'anima, che dttcr mina coscic-ntcmcnte tulle le nostre decisioni. La libenà morale-. come 1>urt·l'agire sotto l'impulso di una volontà libera, è: il dono miglior~ che l'uomo abbia a\'uto da Dio. In ,•irt\1 soltanto della nos1ra più intima vila spirituale siam,, in grado di Jistinguere il bene e il male, mcntr~ im·ece le mi gliori disposizioni naturali a nulla ,,aJgono senta la facoltà di dis1in~ucre e di ,•olcre. La libertà non è: rosi sc-nz'altm un fatto naturale. cs,a t pi111 tos10 un'auitud111c spirituale. SchOllgen dice: e t.ssa, in ultim; analisi. non-è altro che la possibilità e !'allo dovere di so1101,orrc le nostr'" azioni all'c~ame dello spirito e di a~irc sotto la sua 1?:uida. la possibilità per l'uomo di uniformare la propria ,•ita a quegli ideali che risplendono nel nostro animo di h1cè preziosa e non cono~cono limiti d1 1empo :t. Questo, applicato al problema dt-ll'er«li1arietà. null'altro !òÌ• ~nifica se non che; occorre inserire la soluzionc del problcml4 stese.o nel giusto ordine e grado dc-Ila nuova antropologia. Riconosciamo alla fine dell'opera di SchOllgcn che l'uomo, nono~1antc tutti i suoi sforzi e le sue fatiche. è: soggetto ad i11f111ss soprannaturali. \'o~liam() formare non una supcrumanità, ma un'umanità p-'.'rfetta. La responsabilirà di <1ueste nostre ricerche, di questi nostn .,forzi va sempre riferita ad una realtà .soprannaturale come ~ Dio. Oa noi stessi poniamo fare- ben poco. e Dio non è: 1ut10nel sangu::, tutto nella terra, tutto nel popolo, ma parla a noi con la loro ,·occ •· Anche noi possiamo accettare queste parole e tradurle nel linguaggio del Cristianèsimo. Esse dicono: e Dio è: al di sopra di noi. ma mediame la sua grazia egli è: polente in noi,. Egli si manifesta a tutti i popoli nella loro natura e nella loro essenza. esprime i suoi 1>Cnsicri ,1alendosi della hngua e della mentalità d1 quel popolo. ool quale ,•uole comunicare. E' l)io che ha creato le basi della vita popolare; è: Dio che ha crc:..to la , arictà delle razze e-dei popoli ed ha affidato a ciascuno la sua missione. L'amore l)friuo aleggia Sll 1utti noi cd è: attn·o in noi st~ss1; quando esso è lontano da noi, noi siamo malati e scon1cn1i e allora seminiamo odio. lnconsape\'Olmcntc at1i1>giamo lutti alle fonti ctern~. anche laddo, e si rinnega Dio. L'inten~o e puro dcsidtrio # che dalla gio,•inezza si ele,·a ,•crso di noi, ci obbliga nel più profondo dell'animo; non ci è: pcrmcss. di rx,rtarlc incontro J'incompr~nsionc; dobbiamo darle esempio di un.1 vna !>anta e anl\'amcntc cristiana. I contrasti esterni non ci dimostrano an .-.or nulla: l'affinità. la fratellanza interna. che non può essere t'liminata. ci an>icina di più alla comprensione. Chi di noi è perfetto? E' già una grazia se ci è consentito di camminai e per sicun Sènticri. ~oi dimostreremo St'mpre comprensione, do,·c ,•cdrcmo sincerità t' ,·cri1à. perchè là sorgono i nostri do,·cri. WJLLI NIX

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