La Difesa della Razza - anno II - n. 16 - 20 giugno 1939

L.1 SCIENZil•DOCUUENTAZ \\\ti 11. ,. I(,. Sl'El>IZ. I\ "'"· l'OST\I E. tU ,.11 '·'" \\Il POLEUICO4.UESTIONARI

ANNOU · N. 16 SOMMARIO 20 GIUGNO XVII POLEMICA GIORGIO MOlfTANDON: LA SOLUZIONE DEL PRO· BLEMA EBRAICO; FRANCESCO SCARDAONI: L INSQ. LENZA GIUDAICA PROTETTA DALLA LEGGE; W1W HlX: EREDITARJETA' I UBERTA MORALI. SCIENZA GUIDO LAHDRA: GU STUDI RAZZIALI NELL'EUROPA BALCANICA; VINCENZO DE AGAZIO: GU ULTIMI NO. MAOI; A TlllZZIHO: DECLINO DI UHA RA72A PENSIERI DI LEOPAllDl: VERITA DELI.A RELIGIONE: CRISTIANA. DOCUMENTAZIONE LA FABBRICA DE:I MERCANTI; G. GASPARJ: EBREI NEL TRENTINO; GIORGIO PICENO: EBREI E FRANCESI IN ANCONA; UMBERTO SORm: GU EBREI IN ANCONA. CESARE ZU'MAGUHl: GU STROZZINI DI VERCELLI; FORT\TNATO MATARRESE: GU EBREI IN PUGUA; PAOLO GUIDOffl: BOLLE PONTJnCIE CONTRO GLI EBREI; SALVATORE COSTANZA: GLI ETERNI NEMICI DI ROMA. PIETRO nCAl•VELTRONl: USURAI GIUDEI A CORTONA OUESTJONARJO nLOSOnA E DECADENZA. UN ALTRA SPECJE DI ESPERANTO; UMANITA CLASSICA E CATTOLICA, LA DONNA; ITALIANI ED EBREI IN AMERICA. RAPSO DIE MUSSOLINIANE ecc. eo:. IL RAZZISMO lN LIBRERIA I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICA TI NON SI RESTITUISCONO ~ e,~

Jl~iWWiij lr,B:, La Dichiarazione XXVI della Carta del Lavoro dice, previdenza è un'alta manifestazione del principio di collaborazione. Il datore di lavoro e li prestatore d'opera devono proporzionalmente concorrere agli oneri di essa". L' I,tituto Nazionale delle Assicwcuioni ispirandosi a questi principi fondamentali, ha adottato aYariate forme asaicwative convenienti e pratiche non soltanto per i prestatori d'opera. ma anche per i datori di lavoro. come, quella detta "DEIJ.' IMPIEGO PRIVATO", di cui diamo un esempio pratico che, per maggiore chiarezza, riferiamo ad un aingolo individuo, sebbene, di regole. queata forma di aaicwmione ai applichi a interi gruppi aziendali : « Una Ditta ho: stabilito cli collocare in quiescenza il personale al raggiungi- « mento del 60. anno cli età e di garantire agli impiegati indennità ptopon.io- « nali per il cmo di collocamento a ripogo, di premoriell&<l, di invalidità totale >❖, .>:..;....-.. e e di licenziamento. Se un impiegato ai trova ad avere all'atto della stipula- :;.::;..;:~~-:◊ · ... e zione del contratto auicurativo, L' ETA' DI ANNI 28, UN'ANZIANITA' DI :-:-:-:-;;.:::•%>:,.-..._,.. • ' • SERVIZIO DI ANNI 3 ED UNO STIPENDIO DI I. 1.600 MENSILI, ne derive• ::::-:g• ... . ; ==~=~o pagamento di un premio annuo di L. 1,077.60. le seguenti :::~:. ~ ~- ,•~ _;~ .. 1 ~:~: •"❖'.;;..,·u·- ~w•,•X 1) Liquidazione per il caso di collocumento a riposo al 60. ~❖:•;·,;°"; · :'ZlOl{l,-,11~❖-,> anno di età • • • • • . • . • . 1. 56.ooo~ ~x:;&ltt · '$tt~_:;~ 2) Liquidazione in caao di premoriema ad esempio durante ~::sftOJt." {~ =•~-~,-;~ il 23. anno di aervizio • . • . • • • • I. 36.800~ .• ..,.fJr.r:A'°i" Ml'.ill: > 3) ~1td:icn:e:=d.i ~ in~ali~tà a~~mpi~ d':1'ant~ L. 2 S.SOO.- ~/~~:.~ii~~;~: 4) Liqu.id<u:ione nel caao di licenziamento ad esempio nel ::::::~;~::::;: ~ ; 8

ARRIGVIIORNAUERI DIPESCAEli MENTACNONTINUAMENTE GLI SPACCSI.APPTIAELOCUCINARE CHIEDERGERATUITAMENTE IL COMPLETROICETTARAIOL: CENTRONAZIONALE PROPAGANDA PESCHERECCIA ROMA. VIAREGINEALEN6A8 TELEFON4O85.201 Rendete più saporita ed allettante la vostra tavola. facilitando nello stesso tempo il vostro compito in cucina. con un più largo consumo di pesce. Preparato in cento modi differenti: in bianco. fritto. arrostito, bollito. con saìse o senza, il pesce è sempre molto apprezzato per il suo gusto squisito. la delicatezza della sua carne e la sua facilissima digeribilità. Il pesce inoltre è un alimento sanissimo ed economico.

Comit.a10 di ~duionc: pro(. don. GUIDO LANDRA pro(.dott.LIDJO CIPRIANI. do1L LEONE t'J(Al\ZJ dou. MARCELLO RICCI· don. LINO BUSl~CO Scgrcurio di rcduionc, GIORGIO ALMIRANTE SCIENZA•DOCUUENT4ZIONE POLEUIC•4OUESTIONARIO DIFESADELPRESTIGIODELLARAZZA Dal nuovo testo del dbegno di legge sulle san:rJonl pe• nall ln dlfHa del prestigio delJa rana dl fronte al sud• diti dell'Africa Italiana (testo cbe In questi giorni la Commlulone JeglslaU•a è chlam.ata ad esaminare) stralclam.o alcuai del più Importanti paragrafi: ART. 1. • Lesione del pre11tiqio della razza. - Agli eUetti della presente legge à circostanza lesiva del prestigio di raua l'avere il ciltadino com• messo un fatto abusando della sua qualità di appartenente alla razza it:i• liana, o venendo meno ai doveri che da tale apçartonenza gli derivano di fronte ai nativi cosi da sminuire ai loro occhi la figura moraJe degli italiani. Agli effetti della stessa legge à circostmua lesiva del prestigio della razza italiana l'avere il nativo commesso il fatto con l'intenzione di offen• dere il cittadino nella sua qualità di apçartenento alla rana italiana o CO· munque in odio alla razza italiana. ART. 3. - Aumento della pena per real5> commesso dal cittadino in circo• stanze Jesive del prestigio della razza. - Il cittadino che commette un reato in circostanze lesive del prestigio di razza è punito con la pena stabilita per il reato, aumentata fino a un quarto. ART. 4. - Reati in presenza di nativi. - Il cittadino che commette un reato in presenza di nativo dell'Africa Ilo.liana è punito con la pena stabilita pe1· il reato, aumentata fino ad un terzo quando tale circostanza implichi lesione de! prestigio di razza. ART. IO. • Relazioni di mdole coniugale. - D cittadino che tenga relazione di indole coniugale con nahvo dell'Africa Italiana è punito con la reclusione da I a S anni. ART. 11. - Inchiesta relativa ai m~ticci. - Il Procuratore del Re, al quale consti l'esistenza di u.n meticcio, figlio naturale presumibìlmente concepito dopo l'entrala in vigore del R. D. L 19 aprile 1937-XV n. 880. deve procedere ad una riservata inchiesta per accertare se esso sia nato da relazione punita ai sensi dell'articolo precedente. ART. 12. - Frequenza abituale in luoghi riservati ai nativi. - n cittadino che in territori dell'Africa Italiana frequenti abitualmente luoghi aperti al pubblico riservati a nativi, è punito con l'arresto fino a 6 mesi o con l'ammenda fino a lire 2n00. ART. 13. - Lavoro o impiego e prestazione d'opera manuale. - Il cittadino che nei territori dell'Africa Italiana, aenza autorizzazione scritta generale o speciale del Governatore, accetti da nativo lavoro a carattere continuativo o impiego, ovvero svolga a favore dello stesso prestazione d'opera a carattere manuale. è punito con t'ammenda fino a lire SOOO. ART. 18. - Meticci. - Con separate nonne aarà regolata la posizione dt,i nati da genitori di cui uno cittadino italiano o parilicato e l'altro nativo od assimilato.

polen1iea G II•~:.:.:"':"'~.::~,:;::<;'., l•,r.1 ;uium: ~~1.11, 11 li\ Kluah.:n d'111..i1.:mcl l"' <·''I<' n.ilupJJ,1r.,1 anonim,, ·. mt·ntc, st·iu:a ch1: l.t loru )('r,-,maluà, t·tmca o rao:ia e fouc !i\"t:b.t.a al pul,bhco 1.-, se •• qun1c paf;:111".nun è: di q:ru. t.irc i moti\ i, Jl\f!ionah u gt·nculi, dll li ,pmgono .i IJth.:.,lf>. La prima <1ucstio11, d 1 1,nrr1.: è: m, ,·et·; qn.11'(: il lii"' 1.:btaico ~ IJ'altra. Jl;IMl·, 11011 si tr.t1U di ri~pi,n• tlt re, io11d:u1o'°'"'"''l1ra ra,:11,m di 'Cnti memo. '.',tUth,:.1,1 'k:cond,-, J,· norme crnn• h1i,:1ch(', 11 ftnouwno ~i prucuta 1,111.litn con m1.1 c1.:rrn com1)k\'1ta, JK:t <limo ,1r,,r ..1 JlO'IImolto ,em1,lic,·, t411ando "l' nt ,-1:1 n)hu il 1,w~c.;i.ni~n10 Qm, una 1-.arcntc,-i 1•a definire le ~rok: Uh.: co~'è la rana> Che cos'è l'etnia? La 1>arofa raua si ap11lica, o don(bh<- "rl1lin1r,i, t· cvntinua', almtn,) pt:r la mas:- g1uranz.a dt:gh c-tn,,log1 c d~·,:li antrop,► lo,:i, a.-1 awhc,U'-1, a un gru1,po umano <.llf1n1toumtam, ntc dai 1uo1 caratteri fi ...ici n Y>ma1ic:i. \l:l oggi. nei 11acsi fa~ci- ,11, per ~, mplihcarc. chiamcnmo p;,u.:,, ia<;('utt qu,·lli çhc confonm:m ntc a1l'ahi1udmc ~tcol..r, d, gli l.'brt1, fanno a lnro , uha ciò che l ..,,i chiamano rau1smt), ma cht lusogm·rlhht.• chiamare etni~mo e eh:, infine, 1,c:r farsi comprendere p1ì1 facil• nwntc. hi'-l•~ncrchht: chiamarc tutt'in una ,oha ctm,-mo c raul'-nl<I, - ne-i IMt:!ll fa. (i..,1i,d1cno, si ch1;1m;1rau:a ciò che- noi chiami:imQ cmìa t, <111:indo si tiene a vr('• e1sarl' i due sensi dt:lla parola rau.,. si ,hec, in quti paesi, uua etnica pt:r dire emia, e rau.a antropol~ica J)('r ruu nd ~ ..n.-.o 1•roprK>. La raimnc di quc,1:, termmolo,:i3, nci paesi faM:isti. (' ch1.: l.1 rarola raua è conosci111a da 11111i, 11w111re che la J);.trolaetnia è iJ:"nOratadalla ma,~a. \la è c11dtnlc chc ciò può crcarc ooniu- "inni; p:r t1itarlc, dth111am0 '.'ìuhltr, cht CM'è J"einfa. L'ernia ~ il gruppo naturale d'1•omi11i. ialc quale t: riconoscmlo dai suoi mt·mhn i· d:\i suoi ,·icini. Da eh(' cosa è d(u•rminat.a l'ctnìa? l>a tutll, dico 1uui i c2ra1t<.ri, thc ,-i pos~no raggrui,part ~•tto cmqut \'OCI, Cl~: il llsico, la JillJ{llll, la religione, t c:o<tum1. la mentalità ; 1;ues1'11lt1ma. che l\J)particne .a1 cm111m1 nelle sue apJ)lic:uioni, ma che dipendi.'. nella sua C'.'ì5CIIU, dall'crcdità, CC,ml' il fi'.'ìiCO, si che il quinto punto. la mcmali1à, ci cong1ungt, sono ctrt1 Uptlli, al primo. c.lOè al fisico. I gruppi che hanuo una funl.inuc ndb swr1a "'1)00 ìirima di tutto k c-tnit: ,. h.. nauoni; m gc:n,·rak Jc ran<'. nd ~n-..1 a111ro1••log1co,11<>!1h.alll\f) 1111,l 1uni-101H Jirimonhak. ma poi,'!Ono :n1.:rnt una con ~idHnolc comt f;111ori di un'etnia. J:MII• chè la 1na,::-~iMa11,-a o i princ11-ali men1hn ,l'un· tni.a i"'~•.ono CS'.'ìUt car:u1nistì::-i. com,• razza. nSJ.M.:110 a1 memhn <fun"ahra etnia, Orti rernìa ebraica è un gruppo defu1i10 6a tulti insit'ml' 1 cinque fa(lori indica11 comt 00.!>titul':ntid'un'cmia. :--i ,l':ntc qual• che volta dirt: e Qutl tal(: nnn i: ebrc-c, pt:rchè non ,·a alla sinagoga•; npp1.m e JK:rchè non mans::1a il Aushu ... Ptrch1.: ,uno non ,;ia da, \'(•ro cbroo bi~o~rnache non I<, -.ì,. fo,icam.•nu·, che non J)arh l'd1raic1, o lo) iddi~h. eh<" 11011 !tOlo non 11ratichi la rt • h,:1unc c.-braica. ma. chc lit' ahln.a adottalo 1111'.ahra. cht n<m frcq~nti alcuna comu 1111.à l':braica, cht· non abbia la mcn1ahti <br:uca. Bisogna confessare eh.: di tuni qudli che òi~ctncl,,no da qm·I ungut. be.Il pochi wddisfam all'nuit>m<· dtllt' suddtllf' r1ch,e,-1e.e poichè I.: rq:-ok nc.,n<,onfallt' J)('r I casi e«ui-,nah, l'ernia thraica puù " dnc u:.erc con~iderata o,mc un't"ntitil. de1111i1a prn1mo dalla !>Ommad ·i fauori chl': oos11tuiW)ll'l l'ctnì.a, moho piU definita di ahrc ttnit, che si d1~11ng11onQdallt etnie ncine 1010ptr uno o due dt·i fattori <..0111i1dcra1i.Ond(' sonohncar .! 11 fauo che

l't:tnìa ebraica, accanto ai fanori linguisuci e culturali, ha un aspetto, una maschera fi~1caparticolare. la si potrà qualificare col nome di t't"ìa ra::.::mlc. Per quel che riguarda la questione soinauca, si giunge alla conclusione seguen1e. Quelli che dicono: e Non rsis1e una razza ebraica>, oppure: e Cli Ebrei cos1it11iscono un'etnia, 11011 una razza, ~u.aocanosulle parole. Certo, esiste prima di 1utto un'etnia ebraica: l'etnia ebraica ha rappresemato una parte nella storia. 51 J)U'• anche dire, dal punto d1 \'iSta an1ropologic<>: e Non esiste una raua cbraic:i.~. nel SlllSO che l'insicmc dci carancri gmdaici non è sufficiente per mencre qucMo tipo in parallelo con altri, ai quali è ~tala conferita la. dignità razziale. )ta se non vi è razza ebraica in tal senso, \·i è un tipo razziale cbraico, che ptrm(!tte, in un grande numero di casi, di ricono~cre j?li Ebrei dal loro fisico. Occorre darne d<-gliesempi? Andrea )laurois (Henog) nella ltueratnra, Leone Bh1m nella poli-· t1ca, sono indi\·idui nei quali si mostrano, ndla maniera &)il,netta, i caratteri che abbiamo menzionati altrove. Per rnornarc alla questione d.-lre1ni• )mo. quale si manifesta nella pratica, è certo, qualunque sia la pane che ,·i rappresenta l'elemento razziale, che, a fianco d1 questo elemento, altri fattori debbono ..-sscre considerati, e, nella maggior parte dei casi, diwngono anche preponderanti. Senza dubbio, quelli che fondano certe tendenze sociali e J)Olitiche sull'app,.uter.enza ad un gruppo umano, hanno, all'inizio, vo!Jllo fare del raT.Zismo. Ben presto. ·hanno dovuto riconoscere che il razzismo era impossibile. Essi hanno fatto allora dell'e1ni~mo, continuando a chiamarlo razzismo. Anche in Germania, l'appartenenza al germanesimo non si riconosce più dai soli caratteri !IOmatici,ma anche dai caratteri psichici e linguistici, che non appartengono più al dominio della razza, ma a quello dell'ernia. Il razzismo in Germania, quale dm•rebbe essere se corrispondesse ,·erameme al suo nome, è stato condannato da un gran pezzo. cioè da quando le indagini hanno rivelato un numero d'individui nordici, infinitamente meno grande di quello che si credeva. Pc:r tale mo1ivo le cane rauiali pubblicato! (dal 1887 al 1896) dalretnologo france~e Deniker, lascia,·ano la Germania in bianco, mentre vi si presentavano dati precisi per i piccoli paesi, come il Portogallo, la Finlandia o la Bulgaria. D'altronde, se in Germania sì coltiva l'etnismo, vi si fa,·orisce, come elemento somatico, l'elemento nordico, cioè il tipo biondo con gli occhi azzurri. Ma \'i è un'altra etnìa eh.:, molto prima della Germania, ha messo in opera l'etnismo o il razzismo, come si dice comunemente, ed è la comunità ebraica; anzi si può dire che proprio l'etnismo ebraico, accuratamente mantenuto dagli ebrei, è la base stessa della questione ebraica. Senza essere, per questo o per quell'altro fattore, cosl lomano da noi come gli appartenenti ad altre etnìe (l'ebreo. per la maschera, è più ,·icino a noi del negro, per la lingua, più vicino a noi del basco, per la religione più vicino a noi d'un seguace d, Confucio, p~r la sua cucina Kashcr più vicino a. noi d'un giapponese, mentre, bisogna dirlo, per la mentalità, è quasi altrcuanlo lo111anoda noi che gli a1lpar1enent1 alle etnìc più lontane), non è meno \'ero che l'ebreo, si distacca da no,, r»er tutti i fattori considerati insieme, cd è questo che ci spiega perchf:, nel complesso. è così dissimile e, per conseguenza, così difficilmente assimilabile. D'altra parte. proprio la cousen·azione ,·olontaria d1 questa ernia razziale cosi distinta, fa dc-11\:brco l'etnicista e il razzis1a pili antico. Gli altri, come fa benissimo osservare C~hnc, oggi non fanno ahro che opporre il loro ctnismo e il loro razzismo, all'ctm:,mo e razzismo ebraico. Se rebreo 11011 l'a\·e:,se cohi,·ato per primo, ques10 mo,·i1111.:n1n0on :,i sarebbe risvegliato altrO\·c. Gli t·~empi illustrano talora singolarmente una tesi. lJn fatto rcceme mostra che sono gli ebrei, Jl('r i primi, a dichiararsi non assimilati. Tutti sanno che Enrico IJernstein ha rimandato, di recente, k ~ttc di:corazioni al go, erno italiano. I fa forse. come francese, preso l'occasione per esempio dalla guerra d·Etiopi.,, che numerosi franee:,i hanno disappro,·ata? ~o, il MIO gesto, a lui francese, ma d'origme ebraica, è slato suggerilo quando Mussoli11i ha emesso decreti non contro franct·si, ma contro italiani d1 origine ebraica. Cito quest'esempio, che potrebbe essere moltiplicato, per dimostrarè il buon fondamento della tesi costrutti\'a. chè sto per prcsentani. Prima ch'io m'inoltri in questa seconda J)artc, è necessaria un'ossenuionè .. M"è accaduto di parlare di una soluzione della questione ebraica ad un uomo di destra, col quale, d'altronde, mi trovo in ouimi rap1>0ni c, senza nominarlo, riporto qui la sua opinione perchè la credo quella, cosciente o incosciente, di numerosi a,,. ,·ersari d'una .soluzione pratica della questionc ebraica. e lo sono - mi dicc,·a 111 sostanza - contro 11miraggio d\m territorio agli ebrei. perchè sono condanna1i ad errare fino a quando saranno COn\"ertiti, e noi non dobbiamo far nulla per mutare questa condizione>. Qu.:sto non è che un sentimentalismo biblico, o un sentimentalismo senza altri aggeui,•i, ed è evidente che, se si ha di mira !"interesse pratico della Francia, è difficile discutere con quelli che mettono questo se1Hime11talismo alla base dei loro argomenti. Qual'è l'interesse france~ nella questione ebraica? Q11es10interesse è multiplo e il soddisfare ad uno dei suoi as1>e1ti può essere contradiitorio col soddisfare ad un altro. ~la il primo interesse. per la nazione francese, mi sembra la sua li• berazione. la più completa r,ossibile, dall'etnia ebraica. Quando qualcuno disturba in casa d'altri, che cosa si fa? Lo si mette alla porta. La disgrazia è che non vi sono strade tra le nazioni, e che tutti gli edifici nazionali si toccano, senza spazio lib:-ro. Si sentirà gridare: e Morte agli ebrei! , ; ma 11011 è che un grido di piazza. La Germania, anche la Germania, che ne a,·e,·a la possi• bilità, non li ha, per cosi dire, uccisi, dOJ)O rultima agitazione. E lo stesso Ataturk, al tempo dell'ultima tirata di comi con i Greci. ne aveva ancora lasciali in dia 1400.~ - dei quali, verameme. ha ripulito il suo territorio 1ler esJ)ulsione (io non ho nulla contro i Grt>ci, ma si può ammirare Ataturk, da.I punto di \'1~1att>cnico. per la sua operazione modello). La questione, dunque, de\'e essere esaminaia razionalmente. Introdurrò la questione richiamando 1111 caso che s'è presentato al Go\'erno s,·izzere alla metà del secolo XfX: quello dcì s<'nza patria (e Heimatlos ,, come si dice in tedesco). In seguito alle guerre napoleoniche ed ai movim(:nlì ri\•olutionari del secolo XIX. s·erano riuni1e a poco a poco, nel territorio della Confedcraz1onc, 7

alcune migliaia di senza patria, pri,·i di carte personali, senza patm che le quat1m potenze O"lnfinanti con la S, izzera. non face,·ano più rientrare nd loro territorio (non erano, si osservi. in maggioranza ebrei, ma zingari). Il Go, erno S\"izzcro, infine, de,·eue decidersi ad adottare uua soluzione, e conferì loro la naziona• lità s,·izzera, disperdendoli in tutto il territorio (faccio ossen·arc che la nazionalità S\'izzera fa appartenere il na1uralizzato, non già all'insieme del paese, come in Francia, ma un comune particolare). Se fosse t'S1stito un paese dove questi M"nza patria avessero potuto essere av- ' iati, questa soluzione di ri11iego non sarebbe stata adottata. La Francia si trova nello stesso caso eygi, con i rifugiati che le giungono da 1uuc le parti. Se esistesse uno stato ebraico, con una sovranità ebraica, non vi sarebbe niente di più facile che dirigervi i rifugiati, per terra o per mare. Il Partito popolare francese (partito di J)oriot) ha già proposto, con ragione. la rhoca del decreto Crémieux per l'Africa Sette111rionale. Se il pro,•vedimento fosse adouato, ... la popolazio11e potr.:hhe a\'ernc m1 reah. sollie,·o solo 54.' una huuna 1>artc, sia di rccalc1tranti. sia d'indcsiderabili. sia di cmelh che lo dcsidcrasSf:ro essi s1cssi. potesse essere allontanala. E che ancrrebh:= domani (pcrchè no?) se un pronc<limento sinuJe fosse preso anche in Francia? Poi. per uscire dalla Francia, non ~ucbl>t' 1,urc facilit:\ta la Germania. nel MIO dorzo di lth,:razione, se: esistesse uno stato ebraico? E' chiaro che questo stato ebraico <loncbbc t'SSCrc so, rano, in moclo da \}Oter aHrc kgazinni e «,usolati all'estero. da cui di1,cnderebbero gli ebrei che continuasS<.'roa, i,·en· fuori <lei loro p<1el>e, m modo da poter foruirc cos1oro di passaporti ebraici; poichè soltanlO in questo modo sarebll\: 1JOssibilcagli stati occidentali di 11roccdcrc a l>llaz1onalizzazi'>n1 in L' ASSIMILAZIONEVENTUALE DE6LI EBREI Se un ebreo rifiuta d'assimilarsi, va benissmio ! Se ,m governo toglie la nazi 1mlln.\ agli ebrei, come la Germania. va ugualmcmc bene. lo dico soltanto: se s, , uolc JJCrmett.:re l'assimilazion.: 111 certi casi, bisogna allora che cS'-3 ~ia reale e che ~i applichino i mezzi che pem1dtunv d1 nnckrla reale. Riprendiamo i cinque f:mori da cui è costitui1a un'etnia. E' chiaro che ,;e ,;i , uol raggiungere mùtssimilazione reale, bisogna agirt' sopra ciascuno di quC:ilÌ cinqu: fattori. Bisogna dunque richieder!.' da quelli che desiderano realmente d'assimilarsi: a) un dis1acoo completo da tutti gli alni ebrei, con l'abbandono della lin!?ua e di tutti i costumi ebraici; b) la rinunzia a Cfllltrarrc matrimonio con l'!brci, in mni i gradi, oramai, della genealogia. Qui si vede quanto C poco adatto l'esempio di l\lajorca. Si sono 1m~·sidegli ebrei, che in principio si ha an1to il torlo di ,·oler con,•cilirc J}('r forza, poi si è lascialo che si moltiplicas· scro tra di loro. Bisogna, in\'ece, procedere com.:=negli allcvalll(:nti. Se di due geni1ori X cd Y, si \'\IOie, nella successione, rinunziare alle carauerìstìche fisiche e mentali di V, ogni figlio donà accoppiarsi con un indi,·iduo solo della razza di X. Tune lt'! varietà si cancellano alla lunga. mediante J'apphcazione di. questo processo. L'ebrro che non potesse tro\·are un congiunto 11011 ebreo, 11011 si sposerebbe; e) la rinunzia alla religione ebraica. Leggendo questa propos1a, 1)uhhlicata a cura del e Centro d'esame delle nuo\'C ten• denzc >, di Bruxelles, quel ,·ccchio liberal.: che è il sociologo Enrico Mazcl, fece un salto, e mi disse che io riS\'Cgliavo l'mtollcranza religiosa. Ora, questo prov- ,·Wimento non implicherebbe per nulla un atto di proselitismo. Quando il Governo italiano ha proibito qualunque tentativo per influenzare le credenze religiose degli ebrei, i due principali organi del razzismo in Italia, riproducendo a 200 mila copie le tesi da mc enunziale a Bruxelles, hanno sottolineato ciascuno ti passo sulla religione, per metterlo in evidenza. Vi è Miniatura di un codi~ ebraico (dal cod De Ra1a1 6S3I fors<' contradizionc? ).;icntc affatto. l\lai un ebn:o do\'rà esseri.' obbligato a cambiare la ~ua religione, ma un ebreo che non ha cambiato religione, qualunque sia quella che lkl"'"'aadonare. non si può con• siderarl.' as,;innlato. Perchè? Perchè delle dic-ci grandi religioni (cattolicesimo, JJrOl<')tam<:)imo, ortodossia, islamismo, bramanesimo, buddismo. confucianismo, taoismo, sh1111oismo),la religione ebraica è la sola che corrisJJOndc ad un'emìa e che è ignorata dalle altre etnie, ai modo che nessun'altra religione è caratteristica di un'emia, e che, 1>erlasciare l'etnìa ebraica, bisogna anche abbandonare la religione ebraica. ~on entreremo in considerazioni secondarie. Per riassumere, ripeteremo che il grido e )forte agli ebrei> non risoh·e la questione. I.a sua soluzione dipende da un certo numero d1 pro,·veduncnti bene calcolati - si può differire 11ei loro particolari - poi, una volta decisi, rigidamente. brutalmente ap1)licati. Allora, al• )ora soltanto s.,remo in grado di dire, con efficacia, agli ebrei: e Ciascuno a casa sua! a. GIORGIO MONTANDON

ANTIRAZZISMO FRANCESE L'INSOLENZA GIUDAICA PROTETTA DALLA LEGGE Mentre la situazione auopu n oscillando fra le possibilità della pace e i pericoli della guerra occorre tfflcr sanprc d'ocdiio, oltre le decisioni dei governi e i giuochi parlamnuari delle nazioni democratiche, l'azione sorda, implaabilc della internazionale giud.t.ica che regola tutto nel va.sto tentati\'O di accerchiamento antitota.litario. Molti risultati politìci e~ Stmbrcranno mostruosi 2I lume della logic;1. più dcmmtarc, in realtà saranno agc. \·OlmffltC spi e g al i dalle necessità dell'ebraismo impt. unte il quale pc-r conservare le sue at. tua.li posizioni od mondo, si scrviri di tutti i mcui e non esiterà a provocare le a.tutroli più spanntevoli. di resurrez.ionc e di puri6cuionc, hanno corrisposto in vari p«SÌ mo. vimcnti contro gli ebrei, in misura e con caratteri più o meno di. \'Crsi. Quasi dappertutto sj è cercato di chiudere le porte alle correnti tmigratoric di questi eterni ra.ndagi; ma il pericolo di disintegrazione da essi costituito in alrunc nazioni dove erano radicati già da ''«chia data ha cominciato ad C$$Crc compreso dalle muse con una certa pr«isionc. Ciò è parso a.wi gr.1ve agli clementi, se non proprio misteriosi certo ben nascosti nell'ombra, i qua. li dirigono in qunto momento J" ebraismo universale e che pc-I trionfo dei loro principi e dei loro intc. ressi si stanno adoperando pc-rchè abbia luogo una nuova gru1dc guerra. Essi sono corsi ai ripari e in alcuni paesi più direttamente mano. vrati cbll'duai.smo hanno pro,•ocato <k:1le misure di non dubbio significato. Esi~ono a questo riguardo alcuni segni rh·datori di una gigantesca e minU?iOsa organiuazionc la quale non si riferisce soltanto alla politiaa ìntcrna:r:\ona. I e, ma anche alla politica interna dei disgraziati pop o I i soggetti alla tirannia giudaica. Si fa del tutto pcrchè questi popoli rui si è apprtSO il culto della cosi detta li. btrtà restino incatenati e più schiJ.\'i che mai degli ebrei e pcrchè ogni indicai.ione o rivelazione sull'uionc e le responsabilità ebraiche sia per essi impossibile. Alla politica ru.zista dd le nazioni totalitarie, la quale ~ stata essenxialmcnte ~ ... ~.... .. •e f• Ull'M _._ .;;~ E' sulla ba.se di queste considen.zioni che debbono essere interpretati i nuovi d«rcti-lcggc presi in Francia poche settimane or sono, quando vigcv.a ancora il regime dei pieni poteri, ad is1iguione dei ministri ebrei Mandcl e Zay, per modi6care I.a le~ sull.a stampa nel scn. so di protcgg"c da ogni C'\'cntuale attacco le comunità giudaiche e con esse lo spirito d'lsr.1clc che domina sempre più Uno dei kmti fovli antiliucl.U di Parigi, tra le mani di uno cl.i tanti 9iudei pioY11.ti a Pariqf !I

poc:mtcmcntc- b. Tc-ru. Rcpubbl,u. Pc-t meno d, quN(1 d«rct1 gli articoli 32 c H dclla legge dcl 29 luglio sulla liberti d1 stampa sono « compkuti • nel 5t'pucntc modo: All'anicolo 32, per ali la d,ffamuionc commcs.sa ,·erso dei pri. ,·a11 è punita ton b. pngtonc da ) g1orm a 6 mo, c con una muha da 2') franchi 1 2000 o con una sola Jcllc duc pcnc, è aggiunto: « L4 dilf111111n1onr,om,,,rsu ,on tli Jl,m mnil ,,_,,,o "" tr11P,n J, pnson, non dw1n.11, d.J/f.ut. 31 dff/4 p,,,,,,, l,gt,, "'" ,h, 11pp.m,,1tono PER LA LORO ORIGl."•\E A UI\.A /UZZA O A Ut,;A Rf.LJGI0/\1:. Dl:Tl!RMINATA. s11rd p,nul.z ron J., fr1tion, d11 1111 ,,,,,, ,Id ym ttnno t ron ,,,,., m11/la d" 100 fr,mrh," 10.000, 'f"·111do n," da.rii Jul(J lo Jfofo J, ,;rl/4rt fodio /r,1 011ad.•nio ABITANTI lt. L':anH.:olo H per nu l'ingiuria contro il corpo o lc pcrsonc ddign:at1 dagli anicoli }O c 3I dcll:a JC:CSS:1 Jcgge è pumt1 con la prigione d:a 6 giorni a 3 mesi e con una mult;&da 18 a )00 franchi, oppurt-, nel caso in cui tisa sia $1:ataprNt'<luta da proHX'UIOOt', con la png,onc da ) g1om, a 2 mcst t- con una multa da lt\ fran. lh1 a 300, ~ <ompleoto come sc-gue: • Il maJsimtJ dtlla p,·iziont Jllr.Ì di 6 rlltJI , <jHtllodtlla m11/Ja IAJ',Ì di )000 f,11111& s, r;,,,,,,,,~ i JIJltl "'"'"""J I hlo ,,,,. GRUPPO DI PERSOI\E CHE APPARHSGDSO, PER LA LORO ORIGINE, AD UNA RAZZA O A UI\A RELIG/01\E DEfERAf/1\ATA, AUO SCOPO DI ECC/1"ARE L'ODIO rRA CITTADINI O ABITASTI•· lnoltrt- il paragrafo 2 dell'an. 60 ddla ICAAC' citata è così modificato: « I\',/ <llJO Ji d1f/4ttll1%1"'1t ,,rio i p11.11i frnlJM d.Jt11rl 32 , ,1tl ,,,10 di ,,,,,,,r;,, froU1t, dall'ari. H /",n.10,,, µn4/, no11 o1uà INtJKo ,h, dttlro '{Nrr,la dtlla JHrMna d1/l.u114fao mg1N1i111a. TUr1AVIA L'AZ/01\E PE.'\AI.E POTRA' ESSLREESERCITATA D'UFFICIO DA PARTE DEl PUBBLICO .lflNISTERO QUANDO lA DlffAMAZIONI; O l'I/\GIURIA COMA/ESSA VERSO U/\ GRUPPO l}I PERSOl'E Al'PAR1 /'-;ENTI, PlR l.lf I.ORO ORIGl\·t:. A Ul\-A IUZZA O A l 1 ,·A NF.LIG/0\'f DETERAll.,.ATA, AVRA' AVUTO W SCOPO DI f<'CIT ARE L'ODIO FRA CITT AD/.\., O ABITASTI•· Qucste gravi moJ1fiu21oni alla lcggc sulla tanto nntatJ. libcrtl d, $t1mpa 1n Francia hanno provocato una imprcssionc cnornl<: coll t- non poche rcuioni. Ma non ci S)rl n1m1c- da farc: gli dxci, a fnore dea quali i d«rct1-lt-ggc, come s, ,cde ch1au.mmte, sono stati esdusi\·unmtc decisi, saranno ormai protetti contro 1 i1oma.l1 c , ccnm d1 propu:anJ.a an11,scrruta, in ,entl assai bcne organiu.at1 a P,rng1, la cui u1ont- poc:rcbbc utte npcrcuss1on1 piuttosto gr.aù ncll'opimonc pubblica, proprio mentre ,I ,i:iuda,smo cerca d1 tras<inarc, per b dif~ da 500t interns, 4' un1,erYlt •. l'mtc-t.&nu,one: ,n un·a"cntuu. ani., pericolosa La lcnura dei d«rct1 citati di luo1,.-oallt- sc-gucnt1 tonsidcu 21on1: 1) P« la p,ima ,olta 1n rrancia si fl'Jrb. ulf1<1almtntc ,t. razza. Se-ne parla - caso p,U che mai smtomalllO a proposuo Jcl raz:usmo C'braico. chc rsistc da 4000 anni, lhc ~ il più 0,1. sperato d~ s1 sia nu1 con0k1uto, thc ,orrcbbc J1stru,'?g'C'fe pd trionfo dc,th C'bre, tutte le ahrc r.1.nt-, e <ontr<.o11 qu.1.lc 11 ut 11smo altrui, SC'f1lprctroppo IOJ,!ÌCO, Ji,cnta un caso estremo d1 au1oconstrnzÌont" (Tutti quC'~li imb«,lh c.hc h.inno per prin up10 comb.auuto il r.lll,.smo. sostmcndo thc lt- nnt- non ai.stono. sono ora M:n 111d,11 loro st«s1 protcu,). 2) Nc, decreti in qucst1onc b. parola riJ1n è <1t.1ta con in\r, SlcrtU. lnut11C'qui riço,dare la famc».1 frase ,li Slum a1 fran(ti1 « f, t'fJNJ lws.' •; l'od10 rnt.1 SC'mprc un.& panllolar1t.ì dcll,1 razza cbr.i.ica. Come-nota opportunamente a questo proposito un s:1omale antisemita Ji Parij,!i, il nui,mo ariano non <onoscc l'odio; l'antiscm,hsmo non h.1 chc uno Sc.opo ditft-rcnziatore; esso Jun quc non odia .i:tli ebrei come nC'.\sunoodia i b."llilli p.uogcni t!J. ou bisogna premunirsi. La parola oJlo, ,lunque, la qu.1.le \iene J.l'Cf'IC'falmtntcpronunciata solt.1.nto lii coloro (he odi.ano. ~<1u1\t.6 qui un \·.&lore p1ì1 the m.ii ri,·elatore. ') Questi <lcocti infinc, non ri,(:uardano ~ltanto i ci11adim chrC'i. m,1 .l"'-he ~11 .,bit. 1, chrci Il lnkco non potrchbe e<r,,ae I 9i11dei Giacomo e CiuNppe llelnach YUolcmo le tasche del conlribuenl• ffl111c.M tc<lricoluta a~ •u .. La libre parole ..) IO

più ,i:r.._,,,ol.mo: .~li J/,1/,mti wno ili d>ru )lnnic-ri, cJ è dunque .1 favore- J, essi thc- )I imb;1'.1g_li.1 .t stampa. IU~nc. <.tò ~.l ,1 prO\.JrC: non 5010 al ur.iuc-re intcrnmon.llc Ji quest.cmisure- f;l())(fllilc, ml an. lhC- 11 loro !o(.Opoc-ssem:i11eche cOn, smc in una :aff('rma:uonc gcncr;ilc (' p.ut11..obrmente .uro,:;in1e Jdlo spmto J'lsr.ac:le ,. Abb1,1moJn10 \.~ 1,. nuo, • le ;:e sull.t st.1mp.t i: M.1t.1.soprattutlu ,·olut.,1d,1Ju<: m1n,~tri c:br('1. M,rn. ..kl e l....1)·. Quoto ,lt1t,1,::l10h. I. '41.A 11nport,1,n:u..non "Oh,1.mo pc cht lOO(c-mu1n moJo troppo prt uso lOffiC- I uni,ers.1lismo ,1,:iuJ.11lo "JtÌk.l ;.omoJamc-ntc.:,111u,erso 1J b"O,·c-rnoJ1 P.ui;:i, nu ltn,hc::per,h fom,s..e un.a nuou J11no,trJ.1n Jc-l 1-uJo J1 roHnO).,IJt,,.a,lrn:u è giunt.a I.i democr.az,.afr.in,csc, )I, ne-I c.ampo politilO d1e in quclk morale. M.tndel, 1mp.arrobt0 ;.01 Rollu;.hil,f. è rr1:>rco multmulJo. n.uio afflh0 J, .\10$(,1 f.autorc.: ,1, • ..:.1.mtolltll.l t,,rutrr.a.1nt110l"11ur1.1 l.t qu.alc: Jonrobc pro\01..,ue J'11nnit'flt.1men10 Ji tuuc le n.at0n, e d trion(o Jell.1 ri,olu.l.1onc-mooJ1.alt Jc:;an i',,1), ministro Jrll Nul.ll:Jotlt nn,on.alt. lUl il p.tNC ,ufiJ.1. ro I appunto l,1; iornuzwm: della lO- ~ienu dc, ,1tio,·.1.ni e I.a ;...luguar Ju Jo ,,1Jon mar.ali. r l".autorc J, lfuC'll'U)<.t"f\Obrano J'«'tK0 >Ull 1 « b,1nJ1Cu•· J, t.ui IU'UI p.tcl,1,nu r.: .hc ,.11t I.a pt.:n.a l'o..l,bÌOOC i: p1op,,1,1 Ji riproJurrt pc--rintero (tratlulcn.lolo. n,1tur.al11)('nle, fin Jo,e ..:e lo pamc1:1e I.a dcxcn.u) e Sono un m1l1onee mtuo ;.oloro d1<: -.uuu mon, pu t 1 u1..-.1.1 pord1c:r1.1.... « Un milione e mu.t0 nel m,o puse, quinJ,~i miliuni in tull1 I p,&nl « Lin m,l,one e mc.tm J1 uomini moru. M,o Dio'. « Cn milione e nlCUOJ1 uommi moni per questa pord1cr1.1 triwlorc.,. « Un m,ltone c.:mcuo di uomini mom. , i.1. . ...uno de, q,uli a\CH. un.a maJrc, un·.un.intt-. Jt'i Nmbini, un.i us.a, un.a -.,u, ucu sper.anu, un cUOfe « Che cos.a è qu~o 5'U(liO per il quale ~no moni? « Un milione e mrno di morti. M,o 010; un milione e ll)('.ctO J, morti per qucst.1.porlheri;i., un m1hone e mcuo .ncntr.ati. ,,!:,r.a. nati, a.nnientata nel lOl'knne di un l.lmpo di b.an.1.,eh1,un milione e mc--uo lhe noi non udiremo ptù Gf.,,,,,,,JJ, lhc I loro .unon non mc-Jr,1,nno p,ù. G1,1,,,mJi, un milione e mu.ro 1mpututl1t1 1n qu.ikhe l1mitero. Knu ussc e scnu pt('_l:hicrc- ..,. « Non \edcte \Oi come- tssi cr.ano be-lii. risoluti. feli~i J, "· ,·e-re-.lc>mc I loro s.~udi splende-uno. lomc- le loro donne.: 1t anu,·~o) Essi non sono più dlC' dd putridume ... « Per qu("Slo immondo piccolo cc-ncio' « Tembile pruo di stoffa 111d1io,bto.1.llatu.1 1\t,1, io ti o,.lio ferocancme; si, 11odio nc-ll'aninu. ti odio per tut1.1 I.a mi~1iJ. lht tu rapprnmh. per 11s.anguc- lrc-sc.o,il s.,.ng:ucu,ru.no ll,1,:I, odori ur11. lhc spnuò $Otto le- tue pieghe, io t1 oJio m nome: degli M.hclnri. • b~1 u.mo un 1mho11c.: e 1111,u.o « lo ti oJio per tutt, toloro dic 1i :>alu1.1110; io t1 odio ,1 \..&u>.& Ju lt"-o•..:..•, \lei l0 , e-Jelle p.. d1<: tr.lkm.UlO nel fango 11loro l.1.ppelloJm.1ni.1,1llacu.aombu.; io oJt0 m te 1uu;1 b. ,·a\.hi.1 oppr~1one >C\Olare, 11Dt0 bc:s(1alc.la sfida agh uomini e.be no, non s..1pp11 ..mo o~re; 10odio i tuoi >Ulli<.,l0lori, il ro,so <leiloro sangue-, l'az:turro ..he tu rub.l.Sci.1.loc-lo, 11biamo liv,Jo dei tuoi runors1 « Laxumi, •~nobile ~,mbolo, ptangc-re solo. p1,1n~re a 1,:umh sm,i::h1o.c.t.1. il mihone e ~uo J, g10~ani Lhe sono morti, e noo JuncnUllfC, nul~r.1Jo I CUOI,_,cnc:r.ih,11 tuo (e-no dorato e- le tue ,·1ttonc, <he tu per me .1pp.i.rt1('ni;1llarnu \tic-dei netta-e.. » Quc:,to Jocumcnco dc-I furore .i,tiu~bi,onon h.t bisogno d1 <om• mcn11. r,.;ot,;imo tuu.a, 1.&:quel J ,,,,.,lf, .1Ssais1mboli..o. non (O>lo<' ..he rc,:r un.1 ra~1one Ji asson,1nu, nel lm1,:u.1.,ll:Sl:10 della 1-"t.af\\ta ,1nt1l.&e moJern.a <: )(;mpre mternuion.thwu; quel « ~n,tue um.ano, fresc:o e d.1.,:hoJori aspri• nel quale, l0I pretesto d1 <omp,an,ttcrlo, sgunza l'im.a~m;izione .lSSetat.adc-ll'c-brco; e qud. l'« oJ,o » ripetut;uncnte espresso 11qu.1lc-i: l,1 mdu,one d, uno -.1.110J·anuno cosu.ntc- Ma Jo,e l'autore spieg.a tutto è ne-Ila h,1<,e « ,:li uomini lhc: noi non urriamo e»crC ... Il dmiJ,o (r,1 le due une :ippuc tJUIht.1.lc. Or.a in Funu,1 S\llltde <lle mentre un ebreo può insulurc- rnsì h,rpcm<·nte 11 b.mJ1er;1naz1on,1.lc-,le nuo,c le~• rooJ.ann.ino ~,cu.mcnce (hi o,assc, s,J. pure nel moJo p.ù be-, t, insult.1.rc-~h c-brC'1 FRANCESCO SCARDAONI Il

EBEDITABIETÀ E LIBERTÀ JIOBALE e Tu S('i costretto a pensare cosi, non puoi pensare divcrs.amc.nte d., quel che sci> (F1chte). ' li 5igmfica10 rt'ale di qu~ste parole ci apre la vfa al problema dcl!'creditarictà. !\'cl rinno\·ainento storico-spirituale dd nostri ){ic.rni si n1cl ,;ttcncrc che l'er<'dità del nostro piu prezioso 1>a· :rimonio spirituale sia ri\·olta sit.tcmaticamcn1c al suo fine -~s1 ragKiunga così un'efkttiva riorg·uliuazionc e ricomposizt;ine cl: quelle che sone ie nostre attitu<lmi spirimali. Rnmcr.dt). amaigamanòo insieme degli clementi ert'ditari sani, eh..: si imegrano a vicenda, si ,•uol trarne un\1m.in1tà la quall' abbia ..iur.lità supèriori. Si .Jà grande 1mf.10rtanza :\Ila conscrvationc degli ekmenti origmari della I azza, che, conk' fati ori di civiltà. ,1anno guidau nelle giwne \'ic. pcr.::hè si possa rendere libero hnto ciò che è \'Ila crcati\'a. e , s1 i1,gtgm, a separ:.rc questi clt>m,mti, questo nostro patri• monio spirituale dalla scorie rappresentata dall'eredità di materia :nalata. I ris•1\tati delle indagini sull'ereditarietà richiedono paciò una soluzione chiara cd uni\'OCa sul \·alorc da darsi alle pili intime faooh;i. spiritmdi iu qucHo completo rinno,·amcnto della per~ naht..t umana. C()n ciò il problema d..:i rapponi fra Anima e Corpo è po5:o su nuo"e ltasi e richi\·dc una st>luzione reale, che scaturisca dal'a nostra intima \'ila spirituale. \\'erncr Schòllgen nel sno scritto e Ere<iitarie1à e libenà morale• ci ha indic..110quale sia l'essenr.a della libertà morale cd ha dimostralo che la fona aniva dello spirito è il principio formati,·,,> dell'uomo. Vt-<liamo cosi che le leggi ereditarie non de,·ono rappresentare il e trionfo de6ni1irn delle indagini meccaniche cd anali1ichc :t e comprendiamo dd pari quale gra"e pericolo sia per la nostra ,·ita ~pirirnalc l'anribuire eccessi"o valore alle esigenze geobiologiche nel problema rauialc. SchOllgcu prende lo spunto da ~ie1z~hc, la cui aff:mnosa ricerca di una p::rfeua immagine umana culmina nell'esclama• zionc: e E' un coq,o più elevato che ti devi procurare! , e Xietzschc si str.igge dal desiderio di raggiungere questa perfetta appa• rcnza umana e muore con qut.!>tosuo desiderio. !Ju.ale rappresentante dell'unità spirituale Schòllgen ci pone innanzi agli occhi la concezione antropologica del grande Aquinate. Esistono infaui dei rapporti assai stret1i fra l'odierno problema ddl'ereditarictà e la concezione dcli' Aquinate, il quale COJ\ molta intuizione e chiarezza ha visto e dimosrra10 qual sia la pcr1c1ta immagine dell'uomo. Schòllgen afferma che bisogna a\'erc sempre prt'senti i due clementi che compongono l'esistenza umana e che di conseguenza il ,·oler dominare arbitrariamente la scienr.a della natura può usere d'o~tacolo a che si raggiunga la meta desiMrala. E' necessario. infatti, conformarsi al contenuto reale ed alla forma n:nu· raie dell'oggetto, su cui si fanno le ricerche. Certo un corpo malato può impedire l'atti"ità dell'anima. l'armonia fra corpo ed anima può esserne pregiudicata, ma in ultima analisi. quello che più di tutto conta e in ogni caso ~ la sanità riell'ar.ima. h sonilos ,,nùnat'. come dice Tommaso d'Aqui1lQ. L'uomo possiede in confronto degli animali il lib<ro arbitrio, eh<' nc>n è condir.ionato mat~rialmente; esso è un'espressione dello spirito. il quale rappresenta nell'uomo il principio formati,·o 1.. crcati,o. Per questa ragione SchOllgen riehit'<le che in ogni nostro sfar, zo. in ogni nostra aspirazione ci sia un riesame da parte del nostro spirito. Per lui la libertà morale ~ un fatto primili\'o che non ha biso• gno di esS<:rcdimostralo. La libertà del ,•olcrc...è il fanore morale dell'anima, che dttcr mina coscic-ntcmcnte tulle le nostre decisioni. La libenà morale-. come 1>urt·l'agire sotto l'impulso di una volontà libera, è: il dono miglior~ che l'uomo abbia a\'uto da Dio. In ,•irt\1 soltanto della nos1ra più intima vila spirituale siam,, in grado di Jistinguere il bene e il male, mcntr~ im·ece le mi gliori disposizioni naturali a nulla ,,aJgono senta la facoltà di dis1in~ucre e di ,•olcre. La libertà non è: rosi sc-nz'altm un fatto naturale. cs,a t pi111 tos10 un'auitud111c spirituale. SchOllgen dice: e t.ssa, in ultim; analisi. non-è altro che la possibilità e !'allo dovere di so1101,orrc le nostr'" azioni all'c~ame dello spirito e di a~irc sotto la sua 1?:uida. la possibilità per l'uomo di uniformare la propria ,•ita a quegli ideali che risplendono nel nostro animo di h1cè preziosa e non cono~cono limiti d1 1empo :t. Questo, applicato al problema dt-ll'er«li1arietà. null'altro !òÌ• ~nifica se non che; occorre inserire la soluzionc del problcml4 stese.o nel giusto ordine e grado dc-Ila nuova antropologia. Riconosciamo alla fine dell'opera di SchOllgcn che l'uomo, nono~1antc tutti i suoi sforzi e le sue fatiche. è: soggetto ad i11f111ss soprannaturali. \'o~liam() formare non una supcrumanità, ma un'umanità p-'.'rfetta. La responsabilirà di <1ueste nostre ricerche, di questi nostn .,forzi va sempre riferita ad una realtà .soprannaturale come ~ Dio. Oa noi stessi poniamo fare- ben poco. e Dio non è: 1ut10nel sangu::, tutto nella terra, tutto nel popolo, ma parla a noi con la loro ,·occ •· Anche noi possiamo accettare queste parole e tradurle nel linguaggio del Cristianèsimo. Esse dicono: e Dio è: al di sopra di noi. ma mediame la sua grazia egli è: polente in noi,. Egli si manifesta a tutti i popoli nella loro natura e nella loro essenza. esprime i suoi 1>Cnsicri ,1alendosi della hngua e della mentalità d1 quel popolo. ool quale ,•uole comunicare. E' l)io che ha creato le basi della vita popolare; è: Dio che ha crc:..to la , arictà delle razze e-dei popoli ed ha affidato a ciascuno la sua missione. L'amore l)friuo aleggia Sll 1utti noi cd è: attn·o in noi st~ss1; quando esso è lontano da noi, noi siamo malati e scon1cn1i e allora seminiamo odio. lnconsape\'Olmcntc at1i1>giamo lutti alle fonti ctern~. anche laddo, e si rinnega Dio. L'inten~o e puro dcsidtrio # che dalla gio,•inezza si ele,·a ,•crso di noi, ci obbliga nel più profondo dell'animo; non ci è: pcrmcss. di rx,rtarlc incontro J'incompr~nsionc; dobbiamo darle esempio di un.1 vna !>anta e anl\'amcntc cristiana. I contrasti esterni non ci dimostrano an .-.or nulla: l'affinità. la fratellanza interna. che non può essere t'liminata. ci an>icina di più alla comprensione. Chi di noi è perfetto? E' già una grazia se ci è consentito di camminai e per sicun Sènticri. ~oi dimostreremo St'mpre comprensione, do,·c ,•cdrcmo sincerità t' ,·cri1à. perchè là sorgono i nostri do,·cri. WJLLI NIX

d oe 11111 t.• 11 tazi o 11e ]LA ]FA]m101]Hl][C 1' 1D>JE1lMlEJRlCAMrl _",u/la iila dl't,li f'brt·i Mt,li antichi jl(IIÌ ,f/lalio. diamo (Ù nQtlr, lettori u11 altro t,ruppo di soiui. Jn, qual,. ri.suftu di, ul'li, da no, j/ popolo dù~r.,o raon ailrCJ o«upu:ionr ,btw pn ,uol, chl' .•u«hiorr wngul' t' o«Umuluu oro. t rlSultu cht' al culmin, di sii/alla o,wro:.ionl'. C'O.\Ì bf,M nt' utt'WnO inJe«ll(ltO l'nrlt da poltr Jinolmt'nt, a11ch, in Italia Jar nuu.1a rol bort,ht'-'1 1· in.tit:mr c,in l'J••·• f' ro11 (au•ilio ,/f'i. f ('•rtrilu d,11" riiolu- :font' /ranct'Jf'. /"r /ru11tf' al popolo ar• mot,,,. ms<>rto. J>ot,bianw JranCfl• mt11tt' d"'• cht' cii, d,~ di,Jmo ai ltttori soprt, qunlo Sff'Ondo punlc, ,wn i nnro,,, n,mnu no u11u complla:.:one. I 110S1ri collulx,rotor. non C'l hanno nu•JM rompif.1<1mu1lt' al eo,. r,ntr nenww11c, di quunlo rùulla dlllh ('fONUht', d'lllf' "'"'"' :.ioni dl'ili slm,ci. in, e.,empio qudlu ,ii In Ionio lobi. m·lln .,11,. ria Jdla To'-<a1w. cr,q tullo che lol,; .•torc,-_,. St U m11so ('hr i popoluni u _l;je,w at•'l.M'TO /am• la ~llr a bor- ,-hrsi NI ebrri. IA" ùle dt't,li autori 11u11 co11t111w. Om dtJbbiwn.o rucC(l,-liere fatti, C'OnOJ,ft'tt'~li ut tt'nimcNti, 1fa appunto ~r lr 1J<r ,lr~li autori. non /,a1tano le narra=iun, pn rono.~ere lutta la tnità. Bi.wJ;nll andare- negli nrchit:i. ,-rollare- tulle- I,· carte ·'Jff"CIUimentedrlfo fine ciel 1cttecr11to. Chi ,orrà fc,re ({14('$/.Q luwro? Chi cnrà compreso che Clu,lia s'i acC'inta a costruire un altro ('(/if,'cio. Chi ama ciù clae flrolia coslruùtt; citi non rim• piant,r la pri~ù,ne del popolo, mn_ la u1.olt dùtrulla prr srmprt'. /,u!:.alli tlissr mi pare in parlamento eh.- ,.n cbui a1ttt..11no saltalo il mondo nel medio et'O. Jlolera dire lo ricc/te;.;;a. Il mondo f' foro. Quesu, i il conttllo di tiUte le Jecaden:e, com,'n. ciando ,/alla ,.,eca. E non è ailro che fort,uni::a::.ione di q~sto ronct/lo la second,1 dtttulen::a di Roma. qudla incomin,ciala con Lutero e (umane.cimo di Erasm-0. culminata con la c-rudeltò mtrNJnliU: dtifin&leJi t la riuolu::.:ont franttse. In quel ~rio. do lu 1ttel11<1l9dt:I mondo fece OJSO delle oortilaiini dell'uomo tt0nomico .. S-,mpadronì dellt: arti. rom, si t'liiamamno le inJt,. Jlrit:. pn dos,arr a t,n tt:mpo il prodotto e il biso1,no, t: fin lo 1 iu, ilri r('. Cucci(/ il popolo dalle $lit: terre ne-Il, corti dà mi1acol1. J,'eu t'COnomicu 1,, ra&ione di stato. li t'ommncio 1nt~llruut1lr r mJJJ.triak lu SOt'ielà I! il decora1ivo di t'iassf' scoyJ dtllo I ìta. Dit~ntarono cos, dùpnalt fonore, il popolo, la poe,U,. ltt li11i11ul'Omunt:. Ai:emmo rideiJmo. faf/dW:io,ie. lu lin,-u11 di sètla. ~at'quno quelli c/u ci atubbno inM,.mllo ,I ~'"'' ,. la 1;,;n, riflt:\CÙ-(J ron De '1WJet e falrssandrino drlla Sorbona. Fu srpollo il punto di tùt,, di Ronw. J)an1e. P,:trart"I? Clrt' nt sonno d,·I m-0ndo classico. Dmnu11dttlo a Mo111n1tUl'n " alrutt!ldem,a /ronu·- .s#', -~ non .tti ulnsundrino, non sr1 ni: act'atlnnko nè potrtOlU Altro "''" Rvma. ln1,lt:u r framvsi eduraro1w il popolo .scim mia Mi loro t ne-; pal'· JÌ Jr,.u altri. f)r,Jrt• spirilt,a/e fu.omo eronumico. Qursto pili'· C'Ofllropo dirru< lu K"Uola, la porcUJ. la ba,i('a. E' sua fini::.ia- ..ionr scoz:('Jt dello sa<U'tù modnna. la l'<.ntru.:iot«>del tem· pio di Salomon,. Ch, non ha porùllo ,w II1111to11e alla /11bl>rioo ,lei mercanti. al::.i la ma11O. f il popolo? Ptrdtf' non finl aolamtttlr il p1.1ntodi tisia di Rom.a. finì il popolo. E. se nt>not.e.uimo perdwo qur1to. non 01 rcmmo pl'tJuto Ili lin,.ua. Cimmo,.ina::.io11t il punto di uJta di Homa. l.'or,-anh::.u.:ionr dei patrimo,1i e dei doMJlOridtll.o t·ila altrui ci rostò funo t f11ltrn t'OVJ. Il popolo. 9"""0 po,rro rat,q::.:.o,'abbia la leiiJa:io~ soeialt', dicu10no i doJ410ri. Ua come po1rà somlt,liare al 10/gare di Dante, essert la na:io11r. se 1C.1t,liamoproter,&erlo. dosorl-0, mrurrgli il calaplmmo. con qudl'ipocris;a con lo qualr ; più crudeli 1n,.lesi sono J,.mprr staJi tn,rri con I ro,U? /.,a na.:.iaM (' il popolo. I.o /onte drlfim· ntagiftl1:ione. drlla lingua è i/ popolo. Il corpo e l'anima dell'/. lalia. Il suo fi11e. Non la fabbru:tJ d,i merconli, Qutsta (' l'.Jdecisiont delfltalia. della CrrmolUa, e~ il f,nr f' la na::ion,. t:i{;f' il popolo. QutMa deùmert: della Spasna. Il popolo ha finito d, fare la KJUlrdia ai patrimoni. smlit'ne la na=WN>,non il ~so drllt' t'la.ui. della mnl.eri.a.Quesw è la for..a nuota t:11,t,lrmolirù la fabbrko d,i mtrcanli. 13

D rabbino Sapinlta. CMllo dinado d•I MW>k.- ... 1) Leggende. Quando vie,pasiano e Tito dispersero gli cbrtt, dopo la dntruzionc dì Gtrusa• lcmmt, per tutto l'impero e specialmente ai confini, una notevole colonia di tHi si sarebbe stanziata pure nella Venezia Tridentina (Rendena, Gardena), o,·t ancbbcro formato delle libere comunità e si .,.rebbcro affermati per molto tempo con la loro religione e con i loro hbtri prin. cipi. Gli attuali conti KUnigl \'On Ehrenburg (Castcldar~) sarebbero, secondo il Sem1-Gotha (19u), 1 discendenti d1 una famiglia principcKa giudaica, La supposizione di stanziamenti giudaic1 ,n qualche località trtntina durante l'età romana sarebbe confermata dalla leggenda che Carlo :\taino avrebbe vinto al campo denominato dal suo nome, presso Madonna di Camp1glio, 1 locali principi giudaici e nrebbc regalato le loro terre, le Giudicarie, al \"esco,o di Brcs~none. Sella eh.e- s., di S. Stefano di Carisolo in Val Ren• dtna si tro"a una scritta che rammenta tale kncnda, e di tu1 si dice che si tratti tuttavia d1 una ,·cndctta dei piltori Aschc. r.u. per lo scarso compenso u·uto in caml;10 della loro opera. Anche nella chiesa d1 S. V1gilio d1 P1nzolo, purrc nella Reo• dena, 11tro\'a un dipimo raffigurante C.:ark e i principi che ili fanno omagp). il cui originale s1sarebbe trovato nel ta'1ello di Stc·nico, e che starebbe in conneHione con tale racconto. Quc--stenoti:ue dc,·ooo essere accolte con Il riscna che il carattere essenzialmente ag-rtCOlo della magg,or pane dei rendenui e gardenesi, e del ceto da cui usi hanno arnto origine, se inurbati, è la più i1cura garanua della loro pureua ariana, r-0sto il (atto che gli ebrei e: gli ebraizzati odiano e disprcuano, come hanno sc-mprc fano, sia la terra, sia chi la hn'Ora. Anche l"ananirà dei con11 Kunigl (da Kiihn, co-- r.iggio,o) sembra fuori dubbio, (Più pri!- c1sc informazioni in proposito si po1,ono tro,·are, oltre che nel $(-m1-Gotha. che l: particolarmemc importante per la cono-- sccnza ddla penetrazione giudaica n<"l1~ nobiltà trentina, anche nei lavori del Lortnti, del Bolognini, del Tait ccc. sulla ~toria trentina). 2) Storie fino al 1475. La prcM!nta di ebrei nella Venezia Tri• dentina l: attestata per la prima ,·olta dal1(1 statuto di Bolzano redatto nella seconda metà dd 1300. 11qualt contiene delle miture prc-,·entt,·e contro di e"i, che erano nati incolpati d'a,·er causata la pe~tc del 1349. Molti vi giunsero quando il duca Sigismondo del Tirolo, nendo sperperato il patr1ftlQnio del Padre Federico, ne chiamò molti da Licni e li protesse per averne denaro, cosa per cui 6nl coll'immiscnrc e perdere la contea, che dovette ttdcre all'Jinpcr:uorc Massimiliano I in caml,11)di 111\a pcnsione. La k>ro prescnu. sul principio del '--100a Trento, centro d1 1ran- ~1to importa1111ss1mo{centinaia di veicoli e di passeggeri pana.uno in quei tempi iiomJrilmente per la c1t1Adiretti ,•er,o l'Italia oppure la Germania), risuha da un pri,·ilrg10 di t:lrico 111 Vcsco,·o di llru- 'Jlnonc- che- nie fa cenno; ma direttamente T-...•Lacatlednd. ne parla sohanto un atto emanato il J settembre 1440 dal ,•escovo di Trento, AJeUJ1.ndro d1 Mai:o,•ia, col quale certo Pe1er rnn Rido ,·ic-ne condannato al pa,. gamcnto di imcrcss1 all'ebreo Isacco che aveva ottenuto l'jus poHc-ndi c-xcrcere i;suras in cp1scopatu. Da tale sentenza ri- !inlta rmre che l'interesse: legale che gli ebrei potc,•ano riscuotere a Trento era del 25 % (un grmso mensile per ducato che ctJuivalc~,-a,nel 1440, a 48 grossi). La loro posizK>ne giuridica nella ciuà era proba• bilmtnte dirterminata, a giudizio del Mcnc-s1rina (e Tridcnium >, H)OJ, pag. 3o6), da prlVllcgi concessi di volta in volta. Fra questi privdc,gi ,,•era anche il diritto d1 ciuadinanu, ossia di godere e d1 tutti i diritti e statuti quali cittadini•• che ~ra Stato loro accordato dal duca Sigi~mondo del Tirolo, come appare: dagli atti relativi a una contMa sollevata da cui ntl 1450 contro I consoli della c1tti che es,i accusarono di ner loro imposto degli oneri eccessi,amcntc gral'Osi. Anche il ,-csco,·o di Trento conces~ k>ro larghi fa,·ori 1n cambio di corr1spondcn1i benefici per le cas~ episcopali, Un Tomaso Ricius (Rnius, Rizius), c-brt0 epi• scopale - che godna cioè la protezione d::I \'esoovo -, al tempo del vesco,·o Hinderbach pa,::ava un'imposta di 1000 du• ati all'anno, somma che costituiva la massima entrata della curia. Nel 1469, lo lt~MO Yesco,·o con«ssc alJ'c-brc-oSamuele e alla Su& famiglia. accanto al diritto di dimora a Trento e ne-I princ11>ato,la prer tc--zione ,·csco,•ilt, inoltre facoltà di comn e,-ciare, di prestare ad interu~ e di te• nere banco di pegno. Con tutto ciò gli ebrei godt\'ano a Trtnto, in confronto dei cittadini, di una situaztOnc- d1 ,·ero e pro-- prio privilegio, pcrchè: 1) protetti dal principe locale; 2) proietti dal duca regio.. nalc; J) au1oriu.a1i a esercitare: l'usura

che era vie:ata a, cristiani; 4) tquiparat1 a questi nei d1rini 1n forza d:lla cmad1• nanz.a otknuta; 5) unili fra loro e con gh ebrei degh altri pac!iÌ sulla bue. d1 vincoli di sangue e di religione onde essi forma,•ano nel 1,eno della popolazione locale un nucleo compatto, un cuneo nel tronco ariano, una cinadella nella c:itti appoggiata alle altre c11tadelle ebt2iche sparse: negli ospitali centri ariani dd tempo. Che questo stato di cose, che cnstituiva un \'ero e proprio affronto alla cinadinanz.a trentina, non po1csse a lungo durare, era ine\"itab1lc. A pr~ip1tare la situazione sopraV\'ennero le prediche: di S. Bunardi• ne, e l'ucc1stOnc ri1ualc del piccolo Simone t;n,·erdorbcn compiuta dagli ebr;:i il gio- ,·edì santo del 1475. Vivevano allora nella ciuà una tren1ina di ebrei distribuiti in tre [amiglie i cui capi erano rispettivamente Samuele e An. gelo, che eK"rcitaYano l'u,ura tenendo hnco di ptgni, e Tobia che faceva il ~ed1co. Tali famiglie erano ori;oinar-ie, ri1pcttinmcn1e, di Norimberga, Verona, Magdeburgo. La loro condizione di prh•i• lcg10, la loro ms.uiabili1à e il loro paras1i1ismo avr:vano creato malumore e dettnninato qualche indindualc reazione. Fra Bernardino esortò dal pergamo la popolazione a non comunicare con essi, e accusò Tobia e Brunetta, facmina eiusdem gcntis ,·a(errima, di entrare nelle case e d: ingerirsi ndle questioni dei cristiani. Egli estese l'accusa anche ai principi e a tuni coloro che li diCcnde,·ano, ai quali "~ a rispondere: e Quanti mali v'apporti que!ita ,·ostra bra,·a gente ,·oi non lo ~pc:tc, ma non passerà la Pasqua che co• storo vi daranno un segno ddla loro bontà•· I loro beni ohrepassa,·ano i 20.000 fiorini renani, somma in KfUIIO ricavata dalla confi1a e vendila ~I loro patrimonio. Quando si pensi che il valore d'acqu1 sto del fiorino renano equivaleva all'incirce a 200 lire attuali (un cavallo aveva il ulorc di 16-18 fiorini), t facile calcolare che la loro ricchezza parassilariamente accumulata uol, per testa. infinitamentt maggiore della mcdi.a ri«hcna di ogni singolo cristiano, e precisamente nella proporzione di circa 15 a 1. Ed t altrettanto facile considerare quanto dissanguatore fosse anche a Trento il pa~i1ismo d>raioo. Dal pro«sso riguardante d beato Simone t pure trapelato come l'usun esercitala specialmente dall'c.brco Samuel" ,·crso i debitori cristiani fosse spie1a1a. 3) La leggende di San Simoni no Avvenne che la sera del 23 marzo q75 scompan-c un bambino di nome Simone Lonfcrdom ddl'c1à di 39 mu1. Fra fkrnardino accuMl senz'altro gli ebrei d'.nerJc, rap110 e ucciso secondo il n10 giudaico. e Quanti fanciulli, - egli prcdicna - credete voi sian morti per la mano di questi scdlcra1i. quali poi li loro padri. et madri h.\n s11ma10si sian affog-ali, ov,·ero per qualche ahro accidente smarriti?•· Il vesco,·o lhndcrbach, che da prima si era mostrato au.a.1 set"ttico dinnanzi '.\ (aie accusa. istituì ,I 1>rocessoche si concluse con la. condanna a morie <l1ben 15 l!"brei, Se tale proces~ avesse riguardalo dei cri- ~tlani, esso avrtbbc a,·uto scarse npcrausaoni fuori dd Tremino e nessuno dubit,:- rtbbc dcll'onutl dti giudici; ma poichi c~to riguarda,a gli ebrei, lutto il mondo d1 allora. d~I papa alrimpcra1ore, fu mcs. so in moto dalla solidarietà e dall'oro ~iu- ~.11co, ciò eh.: ebbe tuttnia jk:r eHeuo d1 rorre piil che mai in luce i ,·tri caratteri <!t'I iiudaismo, e che ques10 formna uno 11ato nello e topra lo staio. Ora che ;a storia ha dcfimtl\·amente fatto luce !iulla questione degli assassini rituali d<:i bambini comm«-Hi dai giudei in odio ai cri• stiani e per liberarsi dai p«cali, in obbedienza al principio che il sangue di una vi1tima inno«ntc assorbe i peccati di chi compie il sacrificio, anche rauassmio ritual'° di Trento non può più csstre mes~ in dubbio per il semplice fauo della sua stranezza. in oontrasto con i risultati stcs• ,: d«-1proccuo. Quello che il padre B«-nedeno Bcnclli e il 1acerdotc Giuseppe Di- , ina hanno d1mo~trato per quest'unico ca to di Trento, altri l'hanno dimoS1ra10 per centinaia d1 caM. In un'opera classica sull'argomento (e L'uccisione rituale presso i giudei a, Swiatoslaw, Bdgrado e S1ùrmcrVerlag. N'orimbtrp) lo studioso Eugcn Erwin Brandt ha storicamente dimostra10 l'autenticità di ben J3.l usassim dtl :cnerc compiuti da.i ,t1udei. Ecco i fatti. Dopo il rapimcn10 del piccolo Simone i sospetti della popolazione indussero le au1ori1à a procedere -i una perquisizione nella casa dell"cbrco Samuele. La pcrquuiitOnc riusci ,·ana. Il sospc:- to popolare rimue lutta\"ia ~1 ,·i,·o cht mohi cittadmi si dicd«-ro 1I turno a far la tuardia inton10 alla casa dcgh ebr«-i, nel timore che usi tcntass«-ro di libtrarsi del1:;.lt's!imonianza della supposta uccisione. Ed :eco che ntl pomeriggio della domenica d 1 Pa!l(lua gh ebrei stessi denunciarono al Podc-!itl il ntroumento del a.1Ja,·ert D ro.bbino A~ dello dloClltia. - cli Sopbei. 13

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