~.~~:-~ ~~:~i ~::~ q:r~~~. ~~01;:o,q~~~ : ): .,. la guerra, parlando con ulhciali della ~:on Brettagna. non volevo che crodesMero che l'usare la loro lingua Ione un riconoscimento de!la loro :supremazia? Trovare modo di m;ordore che se esai avevano r i:i t!erhne. :i.oi ov".'vamo glorie :,loriche • OMl$tichc: era non ~mipal!co. b quonto o rapporti Ira ebrei ed t:spe- ~n!o posso dire che Ira i primi trenta stu- :hosi m Livorno vi furono un avvoca10 ftd .-na :uaeslra di tal rana. Quando si coshl\J.I il gruppo e N1 :.oma.1, pa9orono con :alleo le due lire annuali. che andavano çi D(':1e-lic,o dello Federazione_ ma quando ~.:e.1.ta con mio $01hevo si troslerl a M1- !<'.lnO o la quota fu eleva10 o lire venti. non !\. posa:b1le indurii a conunuare i.a rkt~a fedNoz1one può dare lo lista :lotlletraduz1cni d1 Op,lri, del Duce. d1 Dont11 ?~;m:i ecc. che hanno potuto roggrungere p'?H.I che non etvrobbero potu10 prenderei .1 tuuo di '<'etmparle ne!lo propno hnguu '✓: locc10 grazio della leueraturn ongm:zle Jn ·:ie ç~tica, n~llet quale :.i <:biuar-rioeo- .--.olr.,magmQh\·e di ogni rozza. mo ho il dov .ri, di ricordar11 che la Umane Po1tele• ~:-,fica Universale ho disposto che \'Espq- =~.tos:a 1,conosc1uto come e Lingua ci'ua ; e ciò dopo uno inchtcstQ lanet lare d..11· :i segretena dc!lo Soc,c1à delle Nçiz1oni tN rileva:e quetle fra le vane lingue oufaare progettate fo"9 da preferirsi. Uno :tegh argo:nen!i a lovore d-,ll'E. lu il bc- :iehc:ia che i ciechi dl tullo 1\ monda ncava:,o dalla mod1ci1à del costo di un'unica ::v:~!a men~1!e stampata m tale la-:.9ua. a ,;orat!en rilovah. 3,.-i ha fatto 11 Minir.lero della Cultura :1 valer.n del nuo\'O mezza d1 camunioo• 110!'.:e~rché con pubblioo:ziom sul turismo •. C.,. pPricdiche rad1od1llwhoni nel!a stes5.:z 1::-.gua si a1t1rino simpohe et\ n031ro pae.1e 'J:iche da parte di chi non conOllce le hn1-''' che vonno per lo maggioro. ln quan10 alla Francia avote ro91one -:i: 1emere lo concorrenza della sua e bello l:ngua > d1 cui sa voi'} per es1endere sui popoli quol!et che ch1etmate sotu!e 1.<,h1etv1hJ • che io deh:mcl per,col030 torpore dello n!a nel ptocere. sempre preludio d1 dolo- '.'JIIII ru;vegli. Appunto per questo è bene liberare p1u -;ente poss1b1\e da!la necessità dt 1mporaro !.:'IO lingua ommohotnce.ma pur pieno d1 :.:;$1die nelle eccezioni. nei verbi e ne9l1 :m:itnlt. 10$htuendola con la pn) semphcc: •~pressione dolio lingua che I lroncesi steosst chiamano e Latm Popula1re >, mo che. per C!vltare conlus10n1 col e Latino senza l!os• $10:·ù > del nostro Peana, (do nservarsi co..;o :r.ai a chi ha la fortuna d1 parla:N!I lo do.:.- s1C<l!'avello) noi continueremo a chiamare EURO?EA 1; 1.ien:;:: d1 ovl'!rla bauenata co:!ll è del v~J. ..:,ustriaoo Josel Zouner, che, partend-, dal princ1p10 che la umtà hnguuuico aveva lc~il::..:i!o uni!à nazionoh in hoho e Germ-::i :iio, incoraggiava, col suo Organo de lo Europaismo pubt:lical() a Temisoora (Roma• ;-;oi l'u~ della sintesi delle lmgue europee c:r.t- corrente spirituale inteso a realiuare u?"la unione Conhnentale, in modo meno :oi1onale già patroc1netto dal conte Coude• nov~ Cclerg,i. lr'l seguilo a nuove dispolit1oni del governo rumeno, detto periodico :ion s1 stonipo: pi.)_ No:i. credete che m lutto le J)Qrli d, Eurovi sia dello 9ente che, pu, essendo 90- !Olla delle prerog-otive della propria nazione. ,orebbe disposla a qualche rinuncia per giungere ad una 1istem021one contmenta!e, che faciliterebbe lo groduo\e soluuone d1 problemi di comune mtere,se. eotnpreso quelle d1 conc1licre 1\ principio dello ospitalità col diritto di difesa. verso ron• non •uropee? Avete pen:;ato che, speciolmonte nell'Am•- ric:<r d•I Nord si è ondota lonnondo un'oltro rozza d;e sebbene in moggiorant.a d1 ori· gine europea, non ho oneora trovato un'ani• ma eh~ lo corat1enzz1 o la elevi? Volete avere un'idea della immarunlà dello spinto americano' Domandale al più s1mpahzzan1e per 1! nostro pae.$0 (per averlo studialo come turis1a, sportivo e 91ornali.sto) che pttnso dell'ltolia v1 dirà che tutto è m!llo. ma che è ineoncep1b1le colr1deo americana dello libertà chi'! non siano permesse BOC1etàs-egrete. Ogni studente si vantet nel suo paoso di opporter.ere a poreoch1e di e:we. :<on vi pare tret gli or909h dello n011tra rcuo. !HO m prima linea quello di avere portalo nella vita ncn1onale ed add1taio m quella mk'rnaz1onole il pnnc1p.10 della Veritò aila Luce del Sole? L'1mped;rt1 da lavorare nel buio è azione dovNOllQ. i::' coma proibire d1 vivere ove !'!On g,ungonc- raggi che impediscono 1·azione de; microbi che nmoccmno lo soluto fisico {come 11 cieco t'Q'Oismo 1ns1d10 quella sptrituole). 11 Sflgreto auiro I ragou1, mo i popoli pro!ond1 lo obborn~eono. 1 nOllltl J(,uori e collabora!on esperanlish, parlano del loro amhciole s1rumen10 di CO• municoz1one. come :si parla d~I oommerc10, delle peste e tel119rah. della iwcietà delle ncrr.ioni, del formaggio svizzero, del contratto :aociole. Essi parlano dello lingua. eome i 91usn:itur<Jlish parlavano della sociot6 r· dunque stato vano lutto ciò che smmo andati hnoro dicendo. Van..:, quanto è stato detto iuli 1mm:igmai1one e la rog1one. sull'umanità e \'umones1mo. la civiltà e la ctv1liuo:z1one, lo na• t.ione e la borghesia, il punlo di vista d1 Roma e quello lronce,e. il dets.sico e 11da:t;• SICl8Jl10 Cont1nu1omo O' credere che au1or1 dolio c1v1ltò possano essere lo ragione, lo tecmea, lo vclonta. Ne siamo morhlicoti. Non e<111ererr.o per questo di lare il nos1ro dovere E' pos.;10ile rendeui conto d1 ciò che s1gm. hca parloro. senza avere almeno 1en1010 d1 sJX>9liau11dei propri pregiudi.t1 utilitari? Sul• lutihtà dell'esperanto, del socioli:smo. dello società deJi9 nazioni. della stanza d1 compensazione, della protezione de,g,H ammali; bastano gli opuscoli di propaganda. Se volete aver ragione, perchè siete persuasi di ciò che dicono 9h opuscoli etccomodatevi. Ma la lin9:.ia appartiene alle eose mulili. E con lo i:;:roi:;:agand:i non la capnete mai, perchè non ci ho mente da vedere. Cor.siderote piultoslo che la patola è uno. modihoozione del neslro e:s.sere. E che è un lotlo. Non uno chiacchiero. Considerate che lo parola è sensazione, e lo sensazione li per eccellenza una mochlicozione dell'essore. Una ..,odilicozione dei sensi dell'essere. I 11ens1danno corpo allo sensazione. La parolo talla li un suono. Dir•ttore respo~abile: TELESIO INTERLANDI Dellet senS(lzione del tetto, l'udile forma ur suono. E gh occhi lanno un'immagine. Un·imma9ine sonora dunque. Sono~::. ,. plastica. Sicchè lo no11tra lono intenore ha creato qualche cosa che p,ima non esisteva. Ho fai!:> un'1m1r.09lne. Questa Iorio interiore che ha lauo un'imn:.agine, si chiama imffl.ogmazione. E ques:a larza d'im1no.ginozio:1e e quella che ci la parlare e che ci da:1mgue dagli etmmah. che nor. setnno !are imrnagmi tanto meno sonno dargli corpo e con~1stenzo, come noi iacc:iamo, che è 11 principio dell'arte. P~rc:h.:) la parolçi letto è un suono. doli udito posso ogh occhi, la visione della sua immagine ~hmoio 11 tono e 9)j altn sensi o darle corpo, o faro corporeo la sua formo se puro non è fin dal suo nascere :sonoro.. v1,111vo!,otllle. al tempo stesso. S1cchè noi siomo 1rolh o dire q1,:el çhc, unmoginiarno e o. farlo d1 :nate:ia • corpo . Dal che viene che lo lm9ua è un lotto naturale ed • la !onte e 1'1.1maginazione di tulle le orli. fotto na1:.irale vuol dm~ eh~ non è d1:la r1fless1one, perchè la rtfless1one ri!ieae ie immagini. le pen.so, quando sono sta:e folte, ma non le la. Perciò, mentre 1'1mmo91na2.1one 11viluppQ la !orza mteriore. con le sensa::ioni. dandole !orma d'inlinite immetgim, il pensiero elo• bo•a rimmo9inato, vive di riOes.so. E perciò i popoli decaduti hanno att1vi.1• simo 11pensiero e languido l'imma9inozione. Sono rrdoth solo pensiero, e per conseguen• za, coscienza. vc>lontà, ottività. Fanno poco e pen!ano molto. Fanno poco anche s.e og1:scono molto. E perciò una hnguo costrn11a dalla n!!e-s~ sione. eoC'le l'e,;peronto. va bem3simo ~r popoli decaduti Met è un carc'Jre per I popoli doto:i d, !orza interiore. perché mont1ene inoperosa 1·1mmag1naz1one, l'1n11sich1sce. E dal che viene che autore dl'!!la lingua non t la ragione, ma il volgo. Non diml'!nhcate ma, che Dante ha lolla i! vol9aro dei volgari. e 11volgo dei volg~1. della nazione itohana. e ce ne ha: lotto v~- dere il gemo, cioè l'11:nma9moz1one. qu<J:e possiamo toccore eon mano 1n Masocc10. Ra!loello, M1chelangelo, ecc .. m Metcchia• velli, Vieo, Leopardi eon un poema. Oue! che è llaho, è ancora lut1a immogmoz1one dantesca. Perchè la naturale forza 1nter1ore d ;,.1na nozione è- il volgo. La le91sta1rice del su~ 911mo, la poesia. LasC1omo dunque staro l'Hperanto. la $0cietà delle nazioni, il oontrauo :aociale. l'economia poht1co, IQ p::lCe perpetua, la sve,gha del missionario, il popolo scimmia. Quello d• cui abbiamo b1~09no è 11senso del n0.1tro volgare. Tuili i popoli decaduti lr-!)"''J pioni d1 universale log-1co. Noi abbiamo biS09na d·u:i. umversale intraducibile, come quello della poesia. Non perchè J'lhade f,:,gse 1raduc1bile, la Grecia omeric-a Ieee parlare il greco lino alle colonne d'Ercole; ed Ennio Ieee parlare romano I Brittonni. non per opera riflessa. Una lin9ua deve conquis!are l'immagma· zione. per ordinare il mondo a uno. come la greca omenoo e la Jahna. E queslo non dipende nè dalla volontà. nà dalla prapo• getnda. Dipende dalla forza poetico. Stampatori: Socie1à Ano:iirr.a lslituto Romano di Arti Grafiche di Tumminelli & C. • Largo Covolle9geti 6, Roma
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