La Difesa della Razza - anno II - n. 15 - 5 giugno 1939

dendo lo 11ud10 di una hngiu• con la poh1ica della rana. Gineua Dall'Orto. alla quale rbponderò che il Dr. Zamenhol anztchè preoccuparsi di dare a1 suoi ammira1on un ideale d'1n1ema• zionohsmo dì marca ebraica come esso o.aaensce, dop0 essersi laureato oculista presso la Univertitò di Varsavia, r.ac.i essendo vissuto nel gihelto di colti, consacrò o.I beneficio dei 1neno abbienti diverse ore del g1omo, curandoli grotuilamente senza preoccupar,11 della loro lede, pur non tralasciando l'Esperanto. che d1vul9ò (senza alcun hne recond110) hno dal 1887, ottenendo !"approvazione di quanti riconobbero la nuovo lingua unico au.ulio a fianco d1 ogni Jmgiua parla1a nelle più lontane regioni del• !"orbe. Co:'1 tulio probab1h1à la Dall Orlo non parlo per scienza propna dal momenlo che si scagha con accanimenlo contro gli esperantisti tum e por conseguenz.a (cutamente a sua insaputa} contro l'esponente. che assi• curo d1 aver piena cosciem:o da quello che asserisce e che s1 è dedicato allo studio delrE1peron10 (d1 cui è insegnante) dopo es.sere stato in relazione (per lettera) con non pochi esperanlisti dei cinque continenH senza curorst aUauo dello loro razza, ma solo por lo passione alla nuova lingua universale, pa.sslone delta!a dalla soddislazione di poter lenere corrispondenza con lulli gli esperantisll della terra, pur senza aver conoscenza dei loro idiomi. Non trovo quindi scuso 1ulliciente per infierire contro gh csperont111i meltendo all'indice ogni princ1p10 della loro sana e disinteressoto a11ìv11à, desiderando vivamente che non 110 messo al bando lo studio di questo disprezzato Esperanto, unicamenle per il fallo che esso è stato creato da uno studioso che non apparliene (secondo i sullodati contraddittori} alla razzo cristiana. Candido Roncolini di Torino c1 ha scr1Uo Non ci ■ombra sullicienle per un·ad09uata persuasione quanto Carlo Cumano e la gentile Ginetta Dell'Otto hanno creduto oppor1uno poter dire In merito alla interlingiua esperanto. E' lacllmente comprensibile come le allusioni ivi contenule non siano davvero contro 1Imovimento sionista, nè per la difesa della ra:r.za Ariana. Il loro scopo è ben allro ed estraneo al periodico di cui si son serviti. Trattosi di 06troclsmo all'e• speranto. Risponderemo confermando che Zomenhol, polacco ed ebreiss1mo, nacque nel 1859,mori nel 1917 • venne seppellito nel c1m1lero dì Vartav1a. Per6 i suddetti soltanto oggii (1939) s1 accor9ono che costui ero ebreo! La s1repiloso scoperla non Ci sorprende; però si deve anche avere 11coraggio di dire in• 1era la verilò:. e dovevano aggiungere cho Zamenhol, ebrelssimo, terminati gili studi dassid, (e~a lervente latinista, d1 quel Latino che tuuo pervade e civili:r.:r.al ben tosto s: aecort• delle grandi lotte e del grande male che il movimenlo sionista anecova a!- l'uman11à, Si •e1"90CJ'llÒamcrramente che la Madreoatura lo a•e•a posto a far parte della rana ebraica. Si rihr6 mor1ìlicato, lontano dal mo:'ldo,hno a diventarne ateo o libero pensatore in fatto di religione. Per comodità citiamo: e Vivo de Zamenhol:. di Edmondo Privai, Brito Lett. A.oc-io. 17 Hart Stroet. Londra, o presso i gruppi esperantisti d1 ogni ciUtl italiana. si pertuaderanno). Dovremo aggiungere che l'esperanto non lo della pohlico; almeno nel dopoguerra. Per contro, non potre.bbe dirsi ogualment• delle lingue inglese e francese. cosidette interna16 z1onali ed egemoniche, imposte per servilismo a chi se n• serve. Cue conhnuano lndis1urbali11ime a lare una guerra auenlissima contro i Paesi Totalitari. E" lapaliss1ano? L'esperanto si fregia di mottì l01m1. perchè è Hngua Mediterranea. E· stonco che Zamenhol, con la sua invenzione, si appoggiò prevalentemonte su radicali Ialini per 180 per cento e greci per il IO per cento; il resto, voca:boh già internazionali. In Italia. l'esperanto, meglio d'ogni altra lingua, svolge la aua othv1tà culturale a disJ>0$izione del Turismo, della Moda, dello Sport. della Leneratura. E per ques10 mo- . tivo che esao riscuote !"autorevole appoggio dell lstttulo dl Cultura fascista. dell'En1e Provinciale per il Turismo, del Dopolavoro Ferroviario. come lo du.nostrano spec1ah squadre di ferrovieri tacenti servizio alla fron1iera l!aliana, ed inhne è al servizio d1 numerose altre a'.avità e manifeslaz1om. a finì l)OZionali. Il Turismo Italiano. è risaputo,. ha assunto un tale sviluppo cosl potente per concorso di stranieri, che l'Enil, nconosdulane la impellente necessità, ha accolto In suo seno anche l'esperanto, in s09uito a nchiesle di slran1en che transitano per il noslro Paese; ed oggigiorno li ellettuano due dilhuion1 per se111mona dall'Ente l1aliano Audizioni Radioloniche in lingua esperanto, con apposita Direzione Generale al Ministero della Cultura Popolare, che 01 hnt nozionali ne conlro\la la dìllusione. Per quanlo riguarda la letteratura Italiana oJl'eslcro, sogg1un91amo che n:olte opere llaliane ven• nero già diUus• In tutto il mondo e leUe con interesse veramente lusinghiero. fra queste opere citiamo le pii) impor• tanti: Dante, l'lnlemo; Mu.s1ohni, Discorsi; Cuore d1 Deamicas; Papmi, I.a Vita di Cristo e Leneralura Italiana e tanle altre, por non dilungarci. nonchè la Bibbia e la Carta del Lavoro, che varc:ono monti e mari. L"Accademico Papjni coel si espresae intorno airesperanto: e l'opero ri.lMNf"a di tec:ni• ci sperimentali non dovrebbe riusdre qualche coso dt meglio dei linguaggi na1ura!i, che sono opera irrifl•Ni•a dei YOl9bi?>. Ecco quanto scrisse LIBRO E MOSCHETTO il 18 luglio 1936-XIV:e Con l"uso delle lingue estere nei rapporti con 9h stranieri, si viene ad attribuire alle medesime una superionlà rispetto alla Lingua Nazionale. il che 1ignilica riconoscere 1"impa1enza dello propria Lingua nel campo intema:r.ionale. « La Lingua E1p,oranto, opera geniale del dolt. Zcn.nenhol. vive dal 1887. Da Quell'epoca euo 1i è dillusa gradatamente in tulti i Paesi del mondo, in luth I compi dell"othvità umana. « Molto semplice nella sua strut1uro grama:aticale (poche regole) nessuna eccezione od irregolarità, pronuncia lac:1le e ben deter. minata) mollo piò. locile di tune le linguo naturali, per llmitote:r.:r.adel suo v0c0bolar10; meno di 6000 radicali ufhciol~ le quali. com• binate con prehssi e sulhssl. e composte Ira d1 loro, permonono la lonnazione di un grandissimo numero di vocoboli. per nulla inlerioro alle lingue neolatine, l'esperanto per l'intema:r.ionalità dolle sue radici lessicali, per lo sue alte possibilità, si mostra pieno• mente idoneo oJ suo compito di lin9ua ausi• liare comune moderna>. Prima di lmire vorremmo ricordare anco• ra che l'Esperanto non vuole e non ha mai voluto enere uno hngua totahtaria, come 1 denigratori la vonebbero credere; ma soltanto e Ausiliaria>, la più tacile ad apprendersi da tutte le 9enli del mondo ed è anche poata a salvaguardia delle singole lingue della Terra, sen:r.o alcun interesse, perchè non egemonica. ma lingua d1 1u111. 3 1 ai sullodati Cumano e Dall'Orto non p10CL presentino proposta di una hngua rnighore. l'accogiheremo. Ma lascino 1tore l'esperanto e se lo desiderano veramente, si occupino d: più in dife.sa dello razza e ne diano veramente pratici risultau. li tenenle colonnello d1 porto, Arturo Pa1Hrioi di finale, ci ha mandato da Livorno Zamenol era ebreo. L'ideo d1 trovare ur. linguaggio che costasse allo gente modesta meno speae • lauoa delle lingue in U.30 (quando vengono 1n rapporto persone di diversa nazione) gli venne nella nahva B1alystok, polo=. mo mezzo secolo la 109· getta ai russi. Vedere compaesani maltrattati e proceuati per non aver compreso ordini di gendarmi, gli dette l"idoa dì prendere dalle lingue europee le parole comprese dalla mogigioranza conhnentale (una sola per ogm sign1hcoto) ed unirle con le più semplici regole (senza eccezioni). Che, per l09ge d"ìnd1strottibihtà, !"ottanta per cento d1 !ali parole sia di ori91ne latina, per me• rito dei conquiatalori romani. si poteva supporre, ma neuuno aveva avuto la paz1en:r.a di dedicare vari anni di lavoro per offrire all"Europa l'ulilizzozione di tal• unità linguistica. Che anche oJtri continenti traggano benehdo nello imparare detta 1mtes1 in luogo dello molte lingue che la compor: gono, non guasta. In quanto al non adoperare l'Csperanto per la ragione che fu costruìlo da un ebreo. mi laccio bello dell'aneddoto raccontatomi dal rev. padre prolesaore Modesto Corolh O. M. di Cortomaggiore (Piacenz.a) Presidente della Unione degli E1peran11s11 col• tolici d'Italia (Vedaai e Pro fam1gha > del 10 agoslo 1925, che ne riporla il ritralto) trovandosi in treno con prelati esteri, uno di essi. vedendolo leggere un periodico Esporanto 11 meravigliò che egli studiasae una lingiua ideata da i.:n israelita. Ed egli pfOl'\to; • Reverendo, pt"rchè, non Si butta dal treno> - e Perchè? > - e Come non sa che la macchina a vopore lu Inventata do un polestonte? >. Per conio mio posso dire che appresi I Esperanto dal generaJe Carlo Cordero d1 Montezemolo, in seguito a sua conlerenz:: nella Univertilà Carducci d1 Livorno, conlro la servitù hnguislic:o nei convegni internazionali, che d danneggiò ( e potrà danneggìarci ancora ove manchino roppresen• tanli che siano padroni di lin9u• estere). Non potei esimermi dal serv1re 11 veglìardo come M9re1a,io onorano della Federazione Italiana di Esperanto. quando egh ne fu eletto presidente dal Congresso d1 Bari (1925). Confe-sao che, oltre la gralitudm•. mi spmse la curiosità di venire a conoscenza di tu111i vari elemen1i nazionah ed esteri che sono m corrispondenza con uno istituzione, eh•. quando ero 1n 1er-v1zio. mi ero s1a1a dipinta con le sole parole è roba da math. Ebbi anche l'incarico di preparare IX! Congresso Nozionale (Livorno, seuembre 1926), e in compenso, il pJ.acer• di veniro o con:atto di persone che non avevano altro di anormale che studiare ed applicare un mez:r.o d1 compren1ione, che, lavacro do! peccato di presunzione ricordato dalla Torre d, Babele, nsparmi, almeno ai nostri nipoti di studiare tante lingue estere che, non servono ma1 abbastanza. torturano con tonle eccezioni e insidiano con inattesi id10tism1. Che dire del sollievo d1 poter parlare specialmente con inglesi (nell'occasione avemmo vari ospiti europei)

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