La Difesa della Razza - anno II - n. 14 - 20 maggio 1939

C<ffolier• romano òtl principio dell'etc\ imperiale quel• 09:·u YoilG che era Tenuta a conte con altn popoli h aYeYa t:aslormab. romaniuatl. non alterando il 11po del proprio c1ltadmo. ma modtheando quello che aveva fNO 9099e110? Ecco i.I bmore di Taato che. avendo duara co.cicnza dei suoi tempi, non poleva non proiettarla nelle opere, • non poteva. pera4. non ... re ad un tempo ■lon00 ed ammo,uto~e. ammonitore n••r0 ed aspro, ■corçi•ndo che runica via della salvezza non ero vista I.Jà meno eniaro a appare ti problelll<:I eh razza nella e Germania • che MCOndo Lo archetipo Horsleldeae aveya quealo 111010 e Comeli Taciti de origine •t ■itu GermanoNm •- Do queata titolo detrope!'lllta. ... condo gh 1tud10.1. ■i ricoYa che eaaa era. nell"inten:uone d•ll'aulore, un·e■pos1:z:1one ge09ra:hco dello Germania d1 allora. Il con• tenuto ,t..., dello ■cnno kl<:lhano, a Pf9· scindere dal hlolo. i apparentemente 900grolico; ma se lo scopo di Tacito Ione alalo .ola:mente questo. pur ... ndo ulili .. uno. ac!'llbbe stato in londo non de,gno della grandena di quel grande ,torico_ Il Mom mHn, che ,·ede nella e Germanio > un la YotO Yeramt>nle 9eogroh00. eaagera e na• Iulo ca.\ 11:nporton:z:a dell"opeNlla. nn:z:a contare che d~lorma anche il caran•re em,. n•ntemente storico di Tacilo che non si aa• !'llbbe Q>nlenloto dt 1.:00 Mmplic. -pc»lt.1one geografica, ,e no~ loue 11010 e.rio che, pur non e1phclla~1enle espreuo, uno scope pò alto era Y1:1bile 1n tulb i c:opttoh dello sua operetta. :~ apPQtYe nel Sl8 Nel gennaio d1 quel' ~1nno mon•a Nen-a mentre Traiano, el•tto- Imperatore, ancore nmane•a per qualch..• ttmpo 1n Germania, don si tro•ma dall'o'l!l, ')) come legalo del- ! 1 proY1ncta Germon1c,1 r.,aperiore. Certo pr•. occupaya non poco I ·J-i11:o dei Rom01\1 11 bllo eh• un lmperat::1,, detlO In •uo aa,- f'nt.O, 1ndugiau. toni> • •omore per pren• ltl d•r• pot _ dc,- onda. S1 cape•a bem..... 1Oche Tr.:uano g1ud1cavo di .omma ed urgente 1mpor1an:ta le opere d1 lort1hca:t1one che appreatava 1ul Reno • sul Danubio, po1chi pi::.ponHa ad ..... 09n1 altra au ... vllG ed ogni oltra tt>nsidercmone Ora. Mbbene molti altri acr11ton, precedenh a Tacito, OYe... ro senno aul popolo germanico, lt;llaYlO I Romanj di ollo,a poco ne c:onoaNYano. • tanto più se ne P,eoccupaYano in quanto •apevano che In tondo le legi1on1 romane non aYeYanO mat domato d~I tuuo quel popolo che ora appanYa o»I mmoc• oo.o do preoccupare lo ■teno Traiano, le cui opere d1 lortahca:z:ione potevano appa- """ anche- uno nnunuo ad una h.itura espansione detrlmpero. D momento poh11co era dunque Iole che sembrava nenaaario uno sctlllo. •ia pur breve, come quello d1 Tacalo. che faceaM cono.cere al popolo ,o. mano le ••re cond1:z:ion1 • la natura da quello germanico . S. questo fu lo so:,po 1mmediato che Tacuo 1.1 prefJaM n•I comporre e nel pubbhc:ore il suo opuscolo, non b1.ogno per6 credere, oon alcuni •ludioel, che eno loue puramt>nle i.nJormobYo e ai hmilaue all'•I· lello da f'0991ungere in quel del•rmmalo momento. Ad un fin• più allo m1r6 Tacito Volle anche In questo operella moetra:re Il suo pri.noJ)l,o. che °°' la pnma lori.a dei popola consi.ate nel manlenere Nmpre vive ed lnteg-re le proprie qualità tisiche ed et1• che, pnmo e più aaldo cemento di unità • di. conootdla. Si aggiungo che per Taa10. che YiYiulmo OYHa il MIUO deUa mise.ione di Roma, Il popolo germanico l'QpJ)l'Hentava un lnleN&&e vitale, che egli YOle•a mo.I.rare, tanto più che quello rul■IHa allo pen• trazione romana e ne oetacolOYa l"eapan• slone. Tult0Y1a il problema del rapporti Ira Roi:nanl • Germani ~ •L riduceva MmpUc.m.enle a quello m1htaN:. ma più speaa). l!lente a qu:111lomotClle. e perciò non a.J.., era neceua11O ~ t Romani conoec.ue:o 1 Germani. ma ancor più necea■ano era che cercaaHto di ngenerare la propria vutù. pole~ <l'l'e•ano •1cmo un pencolo quanto m01 91OYe • urgen1e. [ TC1010CTedelte eh• nessun incitamento a ngen•rara1 polene •••re più forte che 11mo.tro.re le cause rj. polle ond41 il popolo germanico poi .... esaere cos1 forte da rea111ere au·1nhl1rcz1one de, Romani • cos11tu1re una uria minaccio d•U·fmpero. Ora una delle cause dt quella robua1eua Tacito r1tro•a n•ll·OY•r I Ger monl mantenuto integro la loro sl1rpe. Nel ◄• Cap. egh di.ce IHtuahnen!e < ipse eorum op1niorubu• ace.do., qui G<!trman10• popu. 101 ahu alia1um na11onum conub1u 1nlect011 propnarn et 11nceram et tantum sui 11m1lem gentem exaht1ue arbltrantur. Unde habitua q1.1oque oorporum, quamquam m 1an10 homltlum numero. idem omn1bu_.,» S• cons1denamo che nei tempi d1 TaC1to, la nlaaciat•t.t.a d•1 c»aluau. l'inhltra::z:1one 91b da te~po i:uuat<u, .::ielle 109911. onen• 1all. la ~H-colont.a con elementi barbanCI, tendevano a trasformare aempre p1ò I CO· ra!len dei Romani. comprend•remo tulio il 1.19n1lica10delle poebe parole di Ta<:ito. eh~ nel 1uo laconico ■hle, nspecch1<n"0 la fono e la aeverità del proprio 1enhmento Que11O pureu:a della r:JUO bcubaric:o era oò CM conservcn-a l'alto • robusta corporalura. d1fott1. seguilo Tac1to e mo9na c«p0ro et lantum od lmpe1um valido» L'olla atatura del resto. • nota1a anche da oltn scnllori Cesare dice < ing•nh magn1tud1ne corporum Germanoe >; e noro e ud 1\la 1mman10 corpora (Germanorum) quo eront ma1ora. flO m091• 9lad11s l♦rroque poluerunt ». R problema ckllo rcnza. dunqu•. p,,r quanto nguardavo 11 hs1co. eia do Tacito chiaramente posto. anche i.e non omp1Omen1e 1volto. 11che non avrebbe potulo lare per la pmpott.lone Ira le Tane parli d1 uno scritto, in tondo mollo breve. • per la 1ua steua naluro dì xnt1O1e eh• a, comP1aceva di pochi penoc:b ma nei quali 1'1ntell19ent• lellore avrebbe ■apulo acorger• I 1nllmo pensiero dolio acrit:ol'II. Ma Tacito nell'oaMrYOie I 1nl"9ntà d•lla r<rno 9ermanica colse anche l"imporlania morale dfll problema e volle, parlando dei malnmom, •· per du-la con lraae moderna. dello pohtioa demogralic:o. n•elore c:n Romani un"altra cauaa della loro debolezza la sca:rao no scita dei hgli, uno dei paù chian 1nd1:z:11 della deciaden:ro di un popolo. Nel cop XIX dice e Numerum hberorum finite a1.:t qu•mquam e• adgnoti■ necare flag1llum hobelur, pluaque 1bt bon1 more1 Yalenl. quam alibi bonae l09n >. Quel e Ji. mre , Ya 1nteao nel precuo aeruo dl h.m.1• tare 1I numero del lt91i, o coll"esporh op. pena noli, o col non lame nascere che un numero li.m1tafo; ed e oli.bi:, • chiaramente nlento a Roma. doYe Augusto OYeYa emanate molte leg9i appunto pe, dare sviluppo olla politica democ;,,ralic:o [ ora Tactto ricordc:na con amareu.a cbe le buone )9991 a Roma non Yalewano per I con-o111co.tum1. mentre Ira quei popoli ba1bari, il aol buon co■lume val...-a plÙ delle buone 10991 Se, d1.1nque, il problema della raua Ya 1nlff0 tn un sanao più am~o da quanto qualcuno intende, e ciot Integrità li11ca • morale, da ir.anler.ere col dare NmP,e m09g1or SYi• Jupi;-e o.I carattere nanonale, od eY1lcue perc-;ò conlalli con oltre rm:z:•. poich• .ola• irer.te coal la na:t.lone potrà euere più bile laicamente e moralmente, certamente 7 :::i-:-ttone 'l'id• l"importanza e ne dette chiari cer.nl In più punii, facendosi band11ore dì un prindc 1o quanlo mai. romano. OSVALDO COSTANZI

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