Gueniero etn.aaco detrVIlI Hc. 1;1. C. Sn:ton,o: e At celibatari uom111i e donne impose ammende più graYi e, per contrario, decretò premi per i conicgati e le fa. miglic più feconde>. Appro,-ò cd esaltò Orazio la legge dell'Augusto e nell'immortale suo Carme,i saec11kirc formulò \"Ot1 perchè la proY,·ida legge raggiungesse gli dictti desiderati. Cn popolo numcioso: ceco ciò che il poeta i1woca per la grandezza di Roma: ma non b.1sta: è neccs~ario che il popolo \ c.:ngaeducato secondo l'uso romano, pçrchl! se è H!ro chi! e dai forti e dai buoni nascono i forti > (Orazio Libro Iv• - Carme .,.♦), è pur vero che per formare una maschia nazione è necessario educare fortemente i giO\ ani. In ba~e a questo principio, alla cduc.i ,:ione g'reca, che e&li nvro\"a là dO\·c dice..· (L1hro lit•• Carme 24·): e non s.'l il mal dc~tro giO\·an.: s:ar saldo sulla ~ella e n111~gc dalla caccia, :\~sai esperto, :wl che tu l'in\·iti, nel giuoco greco del cerchio, o ~c.. preferisci, in quello dei dadi. \"ictato dalle leggi•; O ratio oppone la iortc cduea1.ione romana (Libro lii" - Carme 4•): e il gio,·inctto che vuole irro~ustirsi nell'aspra milizia. apprenda 0011 lielo animo <i ::;opportarc le strettezze della povertà, e pcr.;cgu;l I Parti feroci>. li ricordo tlci soldati di Crasso. che 11d• la S\'cnl\1rata battag-lia di Carrhae <;i arresero ai Parti, non solo, ma osarono un· parcntan.1 con essi, strappò al poeta, offe. so nella -.;ua dignità di romauo, un grido di sdegno, in un carme di ,·cramentc epica solennità. E' in questo grido la dimostrai.ione del reale, com·into, orgoglio di razza oraziano, <.d è \;1 pro,·a che la lotta che abbiamo iniziata co111roquelle J)Ot<.nzc, occulte o manifeste, che tcnla11n di indebolire la nostra razza, non sì è iniziarn oggi. non ci è stata indicata da altri. ma è il don110 ritorno a quella dignità, che fu tradizione di Roma: .\lilcsne trassi conmgc barbara Turpis maritus , ix.it et hoslium Pro. curia inversique morcs ! conscnuu soccronun iu armis, Sub rcgc :\ledo ::\farsus et .\pulu~ Anciliorum et nominis et togae Oblìtu!ò .,ctcrnaequc Vesta.e, Incolumi JoYc et urbe Roma? {Libro 1119 - Carme 5•) Guerriero campano •a.nnila del lU ••e:. a. C. Che press·a poco siguiiic.:.t · Potè dunque un soldato di Cras~ \"l\'t:r~· da turpe marito con una moglie barbara e inve<chiarc, oh cambiati costumi di Ro• ma! fra le armi di nemici, suoi nuQ\•Ì parenti, un )larsicano, un Pugliese, di• 111e111ioso tto un re ).ledo degli scudi e del nome e della toga e dell'eterna Vesta, essendo vid GiO\"C e Roma? IRMA MARIMPIETRI Mo.a:ico con carro Cl9flco1o (a: Bo.c.cn, pr.,.ao Oz-be, in S-rinero)
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==