La Difesa della Razza - anno II - n. 13 - 5 maggio 1939

ti mondiali, 1,crchè soltanto la consuma• zionc giusiifica la J)roduzionc che egli sogna di monopolizzare a beneficio dei suoi ccmpatriotti. Ridurre le nazioni protezioniste alla condizione di clienti forzati di Albione, significa per lui ricondurle al buon senso e, per ottenere questo risttJ• tato, il donrc dell'Inghilterra è di assu· mere la responsabilità dei paesi non ci,•ili. come la Persia, l'America del Sud, il Portogallo, la Spagna. Si sente che, a bnon bisogno, l'autore allungher<'bbc, \'Olenticri, l'cknco. Nei fatti la c..11npagnasud africana e la liddite dei cannoni di Lord Robt'rl'I hanno un po' compromesso il buon nome di questo imperialismo civilizzatore. Il sognatore d'una pace anglo.sassone più vasta di quella romana aveva dovuto riconoscere che la guerra è ancora la lcgg<' suprema di questo mondo imperfetto e che, dopo essere stata la condizione necessaria dell'egemonia sassone nel mondo, non tarderebbe a rinascere sotto una qua· lunquc form.t, tra i pa.rtecipanti della Fc• deruionc mondiale, come ne diede, nel dicianno"esimo secolo, memorabile esempio l'Ameri<'a del ~o~d~ Se la vc>liticacoloniale britannica è un uempio - sollo un certo aspetto mirabik - di opposizione colalboratricc che ha assicurato sinora la durala e l'accrescimento dell'Impero di,•ennto e la forma per eccdlcnz.1. della \'ita inglese>, i Domini IJritannici, ereditando questo realismo hanno però portato alla situazione di vero e proprio e complesso> quella coscienza di superiorità razziali dimostrata dagli ingle. s: Cosicchè la politica dei Domini nei ri· guardi delle popolazioni indigene è stata sinora riassunta da una sola parola: sterminio. Nel Canadà gli indiani supersti1i non sono più di centomila. confinati in speciali riscn•e. In Australia è soltanto negli ultimi anni che i missionari sono riusciti a far impiantare dei scr\'izì sanit:ui per gli indigeni. Alcolismo. miseria e abbrutimento sono la sintesi della situazione dei neri australiani. Nell'Africa au• strale la Nati\'e Land Act del 1913 condanna alla fame i contadini intligeni con• linati in limiti territoriali esigui. La Nuo,•a Zelanda ha, dopo la ._,ucrra, :-.<lottatodei prO\'\'cdimcnti umani nei riguardi dei nativi. La colonizzazione anglo s.,ssonc in bre. \"e ha a\'uto cd ha di mira soltanto uno scopo economico, nettamente definito e perseguito con ogni mezzo. Non ccccssi- \'amcme dh·crsi sono i metodi coloniali degli olandesi, uomini d'affari, positivi e calcolatori, generalmente orientati \'Crso i benefizi tangibili. Nelle loro colonie come in ogni altra loro atti\'ità, ha1momesso a st'n•izio dei loro. interessi quella leg. gendaria testardaggine e quei doni di mc• todo s,•iluppati e fortificati in loro da una secolare lotta contro la natura. Non si può negare che la politica del « profitto netto> applicata a Gia\'a nella prima metà del secolo XIX• abbia dato sorprendcn1i risultali economici. Sono sta. ti gli olandesi a dare l'esempio di una colonizzazione scientifica, del tutto tesa 4S all'aumento delle risorse naturali attra,•erso un pazieute studio del clima e del SUO• lo, la sostituzione delle colture razionali a quelle estensive e, specialmente, attra• \'erso una rigorosa, per non dire ferrea, regolamentazione del lavoro dgli indigeni. :\fa, a partire dal 1854, gran parte del. l'opinione pubblica metropolitana, sollevala d.'l una campagna condotta d.1.Van Hoè. veli. da Van Dc Puue, da ì\lultauli, do, manda ed ottiene l'abQ,lizionc del lavoro forzato e Jci monopoli statali, un minimo di intcress.,mcnto a favore delle condizio. ni materiali e morali degli indigeni. Verso il 1875 la politica del e profitto netto :t è ufficialmente scomparsa dando luogo 1.d una prudente e sagace politica di protettorato che tiene presenti le necessità degli indigeni senza trascurare quelle della mc• tropoli. Gli affari africani del re Leopoldo li furono accolti dai belgi con una certa indifferenza. Essi non s'a""idero, si può dire, di possedere un impero coloniale che Guando una c.1.mp.1.gna 1 non del tutto disin. teressata (bisogna ricordare che gli inglesi non perdonano a nessuno di possedere qualche lembo di terra) mise in causa non soltanto gli agenti di re Leopoldo, ma il loro onore nazionale. Di qui la trasformazione dello Stato indipendente del Congo in colonia sottoposta al controllo del Par. lamento. Per ridurre il profitto economico delle compagnie commerciali occorse un non breve periodo durante il <1ualebagliori di sangue (suscitati dallo scandalo s,•e• lato da sir Roger Cascment e abilmente sfruttato dagli inglesi che qualche anno dopo dove,•ano fucilarlo per avere tentato di ridare la libertà all'Irlanda) ossessionarono quasi i belgi. Per a\'ere ,1n'idea delle attuali tendenze di quel popolo basti ricordare le parole Jlronunciate nel 1933 dall'allora Duca di Brabante, oggi Lc,o. poldo 111. in Senato. Egli rimproverò in quel discorso ai sistemi coloniali di aver basato la messa in \'alorc esclush•amentc su imprese capi1alistichc europee e di non a\'er considerato la popolai.ione indigena che un mezzo di protluzione. Al tempo stesso la colonizzazione belga, fin nella sua forma di maggiore generosità, si guarda però bene dal cadere ndl'cqui\'OCOdel; l'assimilazione, ... Assimila,:io11e,centralizz.i.zionc, unifor. mità, sono le conseguenze delle tendenze coloniali francesi che riposano sulla par, ticolarità, tulta francese, di kgi Cerare in astratto, facendo rientrare i fatti in prcor. dinati schemi teorici. Le genti di colore , banchettano ai e pranzi celtici> alla Renan, dopo le atro. cità dell'Indocina e dell'Algeria. Do1l0 lo sterminio, il confino in zone esigue, il contrario: l'assimilazione. Assimilare - dice Littrè - è con\'ertirc in simile: la cil'iltà assimila i popoli differenti. Senza preoccupazioni di razza, di ambienti, di adattamento, forze che determinano la società, i francesi con leggi, regolamenti e ogni mezzo, hanno cercato di strapp.1.re gli indigeni al loro mondo. Assimilazione amministrati,•a, giudiziaria, fondiaria, sco. lastica, ;>0litica ccc. La e stupidità francese :t ( che cosi b definisce un colonialista francese, il Vi- ~non) è in due tempi. Dopo la e ragione :t, fa e logica>, l'autorità della legge, comrare il sentimento, pcrchè il francese ama essere sentimentale o, come· si dice cer. cando le doti spiccatamente nazionali, socievole, ceminentementc socie\·ole>. E' cosi che accanto alla brutalità del colono nei riguardi dell'indigeno, si constata b. bo,llcì familic,,-,, l'intervento affettuoso dello stesso e in genere dell'amministra. zione per la massa. Nello stesso tcm1>0l'OJ>C:rdai assimib• zionc è impaziente, ininterrotta, crudele: 1871, naturalizzazione in blocco, con un tratto di penna, di tutti i giudici indigc-ni; 1873, legge sulla costitu1ione della proprietà immobiliare; 188o ,estensione smisurata del e territorio demaniale>; 1882, istitu1ionc del!O stato civile; 188c),sosti• tuzione dei giudici francesi ai cadi; 1905, separazione delle Chiese dallo Stato; 1912, coscrizione militare ... E si potrebbe conti• nuare fino ai giorni nostri, fìno cioè agli uomini di colore nel Go\•erno della Terza Repubblica. • • • L'imperialismo dei popoli europei, oggi ancora, nonostante tutto, i più \'itali e progrediti del mondo, non ha lasciato ti può dire angolo del pianeta senza averlo penetrato e temporaneamente o definiti• vamente legato al proprio destino. li sogno di Rhodes non si può dire che sia stato sempre e sòltanto una maschera per tutti gli inglesi, come la follia egualitaria dei francesi una scusa più o meno comoda. Se oggi una crisi mina alle basi i due imperi delle democrazie è proprio perchè - ridotto l'imperialismo alla sua più a• \'ida espressione di diritto economico e spogliato quindi di ogni moti,·o e impul. se. ideale, divenuto questo niente più che una retorica immagine da agitarti in\·a· no nelle assemblee internazionali - la crisi che attra\'ersa l'Europa è ideologica. Il fallimento dei sistemi coloniali inglese e francese è dovuto al follimento di quei presupposti teorici ai <1uali i sistt• mi si is1,ira,•a1l0 sin dalla loro prima a~ plicazionc. Non è il tramonto dell'Occidente chedal 1914 ad oggi \'a illuminando con bagliori di fuoco il JnOndo intero, è il tra· monto del capitalismo occidentale al quale rartc dello stesso occidente - i più gio- ,•ani· popoli d'Europa che una rinnonta forza vitale spinge inesorabilmente all'e. s1>ansione- 1>rep.i.raun domani che vedrà il trionfo di una e pilt alta giustizia sociale». · L'onere e l'onore di quella missione, che nella colonizzazione tro,·a la sua immediala e più glorios.1.realizzazione, 5pctterà dunque in un a\'\'enirc più o 1neno prossimo, ma ormai non più lontano, a chi nel mondo ha un'idea. nuo,·a da espandere. A quei popoli che, alla testa della rivolu1ionc rinnovatrice, prendono il posto dei 1>0poli stanchi, sfiduciati, falliti, ~ pur ancora tenaccment'e aggrap1>atial bot. tino in tanti anni violentemente conqui. stato. ANTONIO PETRUCCI

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