La Difesa della Razza - anno II - n. 13 - 5 maggio 1939

L'ARCHIT E L'IMP SI coatnalac. la Caaa Littorio dJ Dir.Dcv.et ~ J>rÌncipio della litoranea libica. nella 1,ia• nura petrosa della Marmarica, là dove t8.sa tocca l'Egitto, stanno. isolati, una colonna e una cua. La colonna indica il termine della 1trada., la ca.sa. a due piani ,un posto di guardia. Una porta e <1balche finmlra 1i aprono nei muri biancht51imi. Per chilometri e chilometri non un riparo, non un palmo d'ombra, nella Va!la pianura. Il primo abitato che 1'ineontra, ritornando \'C...O occidente. è diviso in due parti: per gli Italiani e per gli indigeni. Le çax sono tutte a uno o a due piani, con rade fine&lre e coperture a terraui. Cotì a Tobruk, eoei per tuu.a la Marmarica: doni il rhcrbero del grande piano, che t'interna inddinitamenle, ha già tutta l'afa del d~rto. Per un lunghiMimo trailo, it0lo posti di guardia e tue c&n• tonicre accompagnano la strada; ma quan-jo le colline della Cirenaica cominciano ad innaluNi e. cambiando intuamente il paesaggio, la cam1>agne già appaiono riv~tite di ,·erde, e, dalla sommità delle valli. che 1boocano con varie intenature fino al mare. 1i ,·edono di9Ct:ndue i prati. i boechi, e Ira cui, <1ua e là. non infrequenti i rusttlli, allora, tui ripiani più ampi, sulle doraali più aperte, s'incontrano. abbutanu fini i villaggi. Sono le colonie agricole. tutte di haliani, che a poco a poco, nell'uhimo quinquennio, erano &tate inviate a ripopolare que;i.te parti. Tronndovi un clima ~ una qualità della terra non dh·er1i che in halia. non dh·eno. anche, vi hanno iniziato il modo d'abitare: poid1è i villaggi, costruiti per loro, ben j>OCO ti diHerenii..ano da quelli che avrd>be-ro potuto sorgere in Sicìlia, in Campania. e pen.ino in T09Cana. Cuolari lindi ed aperti, oon qualche portico ad arcate, e con qµalche loggia; con ampieua e con numero di finestre adatti al più temperalo clima mediterraneo: nulla di troppo ombrato. di chi~, di desertico. come s'era '"'o in Mannarica. Pur nella &tCMaforma d'in11ieme, !Kmplice e n~trale, ti &ente. nei due tipi di abitazione, la dif(erenu delle due regioni. Un cambiamento imerso si trova u,cffldo d.slla Cirensics ed entrando nella regione delle Sirti. U ricomincia il deterto, non petroeo. ma tabbiOM>. Ritornano per lunghi.Mimo trailo. le case cantoniere ad accomp!lgnare, cuc so:e, la 11trada. Tra le dune e le pianure. che ai succedono inle.rminabilmenle. i loro cubi bianchi 11puntano di lanto in tanto ad acee.ntuar~ col loro chiuto updlo, l'aspelto africano del paeMigio. Que&lo dura fino a Mi~urata. dove risorge, a poco a poco, la collina; riap• paiono i seminati ed i chiusi; qua e là i muri ed i potzi dàrmo, "'Cfflpre più 1pe950. gli indizii d'un abitato hequente. Sono gli ~ran.i poui arabi, oon i sostegni per la ruota, fatti di due muri a triangolo; ma pure vanno dh·enendo frequenti le fat• torie e le ville. da quette parti 1pt:NO mollo ampie. dt-i coloni ilaliani. Anche ne:gli abitati. non manca mai. nuovo di zecca, un bel quartiere nostro, con la 1ua trattoria e col suo albergo, c~ a dire il ,ero, non 10no difettati, anche nei tratti più aolitari, per lutla la 11rada. Un'OMCrvazione d'insieme •i può fare su queeta architettura minore. Vi ,i dimostra, prima di tulio, buon ae.nso. Vi ti rilpetta il lipo della casa italiana; intatto, do,·e il clima lo rende poaaibile; ma con le n(M)tMarie modi6che dove il clima din:nta, inv«e, ahicano. In tal caso •i accresce )'UM> dei cortili e ai diminul!Cono le fincttre e le logge. Ma, non ai indulge al~e mode. non •i dà credito alle teorie; la tradiiione. cioè l'esperimu, :1i ,prende come guida. Alquanlo diveqo è il cuo dell'archilettura maggiore. EMa ai trova nelle città, ed è quella degli ediriii pubblici: palani del Go,·erno, case del rucio, chitM e teatri. F.aa ~·e uere un ,•alore 11imbolico, lanto più importt::nte in colonia in quanto vi de,·e significare, con la sua presenza. la prC11Cniadella metropoli. Ciò presuppone, nella metropoli. un1archite1tura monumenlale. Anzi, Ml m5ere dotata di qunta, è imporlante pu una nuione. tanto più lo è quando qllf!l'.lanazione ))O&Siede un im1>e.ro.Allora diviene per e1sa maggiormenle necCMario ri• cercare, nell'architeltura, le caralteri.stiche sue. Quanto più il dominio d'una nazione diviene ,asto, tanto più forle, chi.ara, definita, dC\·e apparire la ftsonomia di eN&, fino a che Roma non compl l'impero, non ebbe architettura proi>ria; quando. invece. formalo l'impero, cominciò a contolidarlo e a difenderlo, !!Orle nella città l'architellura più nazionale. che eMA mai uew: arnto. Allora. liberatasi dalle forme c~mopolite dell'el1C11~mo. che pure per un certo tempo nC\·a accolte, sviluppò quelle che, trucurate fino allora. pure rap• pttsc:nta\lno nel modo più certo il se.ntire della raua italiana. Sviluppò, cosi l'arco e la ,oha; Roma di,·enne il ct"ntro m<>- numenlale dell'impero. I suoi edifici. ripe1u1i o,·unque, porta• rono ovunque il segno del 1110 dominio, Oggi anche l'Italia già poMiede un im1lero. E.so è dostinato fatalmente ad accreeceni. Mf'Rtre l'architettura minore dei coloni, sempre ·mantenendo le tradizioni i1aliane., va ritrovando caso per CtiO, secondo i luoghi e il clima. le sue forme più adatte, quella dei grandi edifizii pubblioci, •imbolo del dominio dell'Italia, potrà interamente defmini qualklo, nella metropoli, Nri intera.mente definita. CoM che in que1ti ultimi anni, potta dal Regime a quetl'arte una chiara e dcciu dire1tiva nazionale. si va lenlamenle av,erando. · G. DEIJ."ISOLA

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