Le 11>eciedi anofeli etioJ>icierano infatti pochi.SAimo niente con0teiute prima della conqu.la; in tre anni anche in quC!!IOcampo molto ,i è fatto, ma aarcbbe uaurdo pemare che una tt~ione ,~lll.'!ima come l'Etiopia poua eMere ttAla studiala. notomiuata e dh i&a in &nlori in un tempo CIMÌ breH~. La carta de.H'anofeli9no etiopico quindi non eti&teancora per la totalità del territorio, ma già 1>~iamo dati proci11iper molle regioni e criteri gene• rali che co.!litui&conouna guida e una bue s.Cure. Il problema, se ha una nole\'ole importanta ecicnlifica, ne ha una pratica di nalora , it.le. La malaria è malauia che mina l'integrità e la l'anit.à della razza come fonte poche altre for.nic morboM. L'eUeuo che ha il paludl11cmo1ulla gra, Kbnu ad t$ffllfJiO è gra, i»imo, e mollo 1pa,,50 tale da pro\C)Ure l'interru1ione della g~uione. La(font e Jahicr da ricerche compiute in Francia allrilrn~no alla malaria l'8% di aborti e il 29% -di parti llremaluri. Nel 1930 da,ano per l'AI• gcria le seguenti cifre: I l,2% di aborti e 19% di parti prematuri. Si .cttrtava CO&Ì quella lmdcnz.a della malaria che faceva dire a Pa:squali nel 1881: e la 0maluia sia al parto prematuro come la sifilide all'aborlo :t. I cHi di malaria che lia11110pem~ alle malate di Jl0rlare a termine la gra\'idanu, secondo le ttatistiche degli autori citali, darebbero la per• ccntuale del 37, t. Ma in que,ti ca.,i è nott:\'ole il fallo che il peso dti feci portali a termine è q1JUi 11empreinftriore alla norma di un quinto circa. Oltre all"influire in modo C06Ì dannO:iOsuita gravidanza la malaria può anche lru.mettcni dalla ,nadre •I feto, t-d nsumere ~rtanto nel neonato una forma cong~1ila. Smu ,oler addentranii nell'tlencaz.ione dei c:a,i par• ticolari ria.ssu~rtmo i ri!uhati degli s1udi compiuti da LofTonte fulconi1. Per questi autori la trumiMione del pa• ra~ita malarico dalla madre •I fiNo~iele nel 4 % dei cui. Opinione confermata dalla prtsenta del parauita nella madrt-, nel pngue della placenta, del cordone om• belicale e nel neonato. aenu p,erò che il pa»aggio sia coe1an1e op,i ,olla che la madre è malarira. ~ la malaria congenita è ancora nlCl'IU in dubbio da alcuni, tanlo che al rr:ndono ne«e1ari &tudi e conferme, non è ~rò in akun modo diJCw.sa l"ìnfluenu gra,·i&aimache l'infezione malarica ha sulla gra,idanta. Il Regime f'tiCi!tA, coti ghutamente geloso della sanità. della ra.ua, dopo i mc-ravigli~i risultati ollenuti nell'Agro, nel f"c-rrarcse, in Sardegna, non poteva ignorare che il problm,a sociale e ra.u:iale della malaria, ri"4>hoin halia, 1i pre&entau di nuo,o nell'Impero. Ed infalli con Decreto del Covemo Generale dell'A.O.1. 27 dicembre 1938 XVII, riconoteiula Ja n()QtSlitàdi dare alla lolla contro la malaria una stabile organizzazione che ulga ad U!kurare la continuità e l'efficac::iaddla campagna antimalartCa • a'in.ttituiva pre:tllOl'h~lorato SuptTiore di Sanità dell'A. O. I. un Servizio Antimalarico. Il compito -più importante affi~lo al nuovo Servizio è predsamrnle quello di e mprimere il proprio parere tecnico 1ull11acclta delle zone di colon.izzuione da,tinate a lnora1ori nazionali•. Qualtro anni di 61udi e di ""fl'C"enze personali (in corpore auctorit e non davvno vili) 1}('i ce:nlri abitati. pl'C'NO i cantieri operai, al seguito delle truppe opt:ra11li.dai ba!l&Opianierilrt:i alle più lontane regioni dell'ove&!- dove la tac ue (fortunatamente pericolosa aolo per gìi animali) 11i alterna all'anofele. mi hanno CO!tretlo a ricon0:teere tuua la gravità dell'infnione malarica per un popolo di coloniuatori. Su qumle eeperienzt:, come sul polimorfismo {e qui entriamo nella cl inia) del paludi!mo africano convr:rrà lomare più ampiamt:nte. Ba.alioggi, nel ltno •nnuale della fondu.ione dell'lmpuo, poter aHnma• re che la campagna antimalarica condotta a eo110 di qualunque sacrificio dalle più alte autori1à, come dai colleghi, tante volle ignorati e dime111icati, medki reaidenziali e di cantiue nelle più ApC"rduteplaghe dell'Impero. au• tenlÌ<'ipionieri di civiltà e la cui opera di pmelr.azione preMOla mMN irwligena non uri mai abb.a!Lanu ~ in valore, ci ha pemKUO di avanzare e di rmi.&leree di guarda.re all'avvenire di qucste tene retleo1e dal 1udore e dal tangue con 1e.rena fiducia per noi e per i nOlltri figli. ALFONSO PETRUCCI
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