La Difesa della Razza - anno II - n. 13 - 5 maggio 1939

S.ttitilo al km. 44 CNUa IUIO'fG •tra. da Haro:r•Dir• Dcua. mazionc 11 uno dei princi1:.ali artefici il Corradini, iniziatore quclb. corl'ente di pensiero che, rinnegnndo l'immagine di u1la Italia mcxksta e casalinga. ricondu. cc,·a a più _.;rili concetti sui com. µiii e sui dc11ini dtlfa razza. Ccrtamtmt quel n.uionalismo non fu 1111 partito; fu piuttosto un Klllimemo, una ft'd<',una spcart1za che si €ccc strada, come dice il Volpe, acca1110alla insoHercnta e al tedio della ,•ita politica, 5:t.tura di sc:hcrmaglit: J>arlamcntari e di zuffe elcnorali, Co~ ~ noto il culmine della prOJ>,agandanazionalista, dopo il primo congresso di fircnze nel 1910, fu la cam. pagna italo.turca. RK.hiamati dal !)rimo annuncio di guerra, tornava. no gli emigranti p,crvestire la dh·i. sa dei ,·etlont:.ri. Dai principali por. 11le 11a, i s;tl11.1,·ano,·crso f.\ frica portandosi la migltor parte delb. gion:utll gucrricra e, con c:ua, l'entusiasmo vh·o e s1x.mtancodi chi intr:wedc,·a nella guerra una rh•endicaztone dell'orgoglio nazkmale. Fenomeno questo che richiama ine,1itabilmente gli e,•enti africani del 1935-J6, quando, rafforzato in snodo definl• ti\o il scn~ dell'unità per mtrito del Fascismo, l'Italia si afferma tra le pi1'1grandi po1c1ue coloniali con la conquista dd. l'Etiopia e la fondazione dell'Impero. Al cli,Hax di 1>assione nazionale corri11pondt:il massimo sforzo Hnora compiuto oltremare. Così i bitti dimo!ltrano la ,·crità d,·llc premesse sullo stretto rapporto fra atti,•i1à colonizzatrice e cosc:ienxa nazionale, inie· sa come coscicnxa Ji rana. Vt'drcmo ora se il colonialismo, nell'attuale diml politieo, si è e.le,·a10 in Italia a ,·ero e proprio Si§tCtll.;\, "La risposta non può usere che affermali\•a e non solo per 13 oonsideraiionc. ormai dh·enuta eltmemarc che ogni Stato cotoniua a suo modo (non potendosi 1>arlare di un metodo assoluto oppure di delerminati mc-todi di coloni:cu1ionc), ma anche e soprattutto pcrcM l'Italia ha indicato in Africa vic mai prima d'og~ stguite, mediante un:. uione originale nel campo eco, nomico, morale e demografico. Quella italiana è una coloniua1ionc di poJ.10lo. Lasciamo che gli studiosi siedano 2, tavolino per affermare che l'espansione rimane sempre in strcuissima rela1:ione con le possibilità di risparmio e d1 capitale della madre p.atria. Fra l'Italia proletaria e il mondo plutocratico è u~ abisso: rM>ciolonizziamo con gli UOmini, IM>llcon l'oro. L'anenirc africano del. dell'Italia è certamente ltgato alla disponibilità di mano d'opera specie nel cam1,o dell'agricoltura. A fare di quelLo italiano un popolo colonizzatore, concorrono con le 011imc doti spirituali una spiccata capacità di acclimatai.ione in Africa, fatta cccczione pcr lt: estreme regioni tropicali, Altrettanta. altitudine costitu. xionale di ordine climatico non è invece posseduta da altri po. poli europei, manco a dirlo, proprio da quelli che hanno avuto finora l'esclusiva nella colonizzazione africana. Tipico è il caso ùegli anglosassoni, che si tro,·ano in Africa alquanto sfasati per l'alimentaxione e de,'Ono portarsi un poco della loro casa per ,·i vere e JOstenersi; quando non ricorrano agli alcoolici pcr mobilitare: le difese organiche con quale nocumento della salute è facile immaginare. Dato ciò, l'africanismo italiano non poteva non ri«vere dal Fascismo un"importanza rauiale nel senso più umano di qucsta parola. Di umanità c'è richiesta a gran ,•oce, in tutta la storia della coloniuazione, intusuta spesso di sangue t: di stragi nelle varie parti del mondo. L'Italia, chiamata, come abbiamo <kuo, ad un grande compito, quello di colonizzare con le braccia dei suoi figli, è razzialmente lo Stato più ,•ic.ino al senso arcaico della coloniuaiione, se non altro pcrchè il Fascismo trapianta in Afri. a i coloni con tulle le famiglie, ammetlendoli ali:. 1>ropriet.1diretta del fondo. Certamente pcr dire una parola nuova in Africa occorre, pur S<'nza.venire meno alle convinzioni 5eien1ifichc sull'inferiorità biologica delle razze di colore, non ritcncrc questa inferiorità fatalmente e irrimediabilmente trasmissibile nc.Jlc generazioni. Sulle cause della mancata civiltà. delle razze di colore si sono assunte tah·olta posizioni molto nette: c'è chi ammette e chi ne• ga alldiriuura la possibilità per euc di portani cffi~cmc-ntc verso la civihà europea. Noi riteniamo contrario al buon SCflJO che un metodo di coloniz.uzionc, una lqislaa:ione, un ordinamento amministrati,·o possano in coloni.a ispirarsi dcfinith•amcnte all'un.a o all'altra tendcnza. Ciò infatti contrasterebbe pienamc:nlc con l'estrema dinamicità della politica coloniale. Dalle leggi in vigore e in progetto per la difcg e per il prestigio della razza gli Italiani non traggono moti,·o di falso orgoglio, ma. di incitamento a restare fodeli all"antico ideale romatM>per cui i cittadini metropolitani rappresentavano, a.nc:hc nelle più lontane troviJt<ie l'c-k:mcn1·0couh·o e coordinatore verso l'Urbe di tutte le energie delle razze indif('nc, grazie ad un primato morale basato sulla giustizia. UBALDONIEDDU u

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==