La Difesa della Razza - anno II - n. 12 - 20 aprile 1939

Jlaaoc) i V-,ri LAttwarl, eduiooe di Ou•· ~ ~~':']~~::::., 7::! :=..n't~~°:. ~~ S::°'1/ = Telelio Interla.ndi vi ha preme.o un avviao «-do quello tn. i no1tri cooteropon.nci ebo •puieotemeute, con abMgu:5ooe, a'à guada• r..: ~ ~':i:-~ ~n': f~= della argento oeceMità di aopprimett io noi. la Fraacia. prima d'C'9Stt costretti a aoppriDlff"la t.ori di DOi•. AIOftN ............. 1tudentc, dtl Uceo =~L Roma,. ci ha scritto le 9epe:nti All'Univmiario Fagiani che vi acrhoeva ..U.. rdi«ioM di Giacomo Leop&n:ti, avetci, rilposto che, pubblicando un ben onlioato ptaaitto di tale Scrittore sulla. religione. avreste pato mostrato quali erano le sue idee. Io non endo che li.a Mgli intendimenti della critica moderna volel' adattue tutti I l_)OC!ti e pensatori ~~~~ci;~~~ s~;~:: F.-nando J.~agiani, • non blq:na prendttc la ~ di uno acritt.cn a spiuichi Pff dame un ~ia": ~~~i::- In blocco, Non li verilìcheri., cosi, il cuo di ver pubbli• =~~tit~:~::o:!:°dig,~: riDi prKUniore del socialismo • e • G. Parini c:r::~iJ,~=~e~s="~:. !:° :ntittdti;:r:/~~la ~~ :=a~j ~ ~~a::c!~ "= .. __ lo credo che per aitic:are l'opera di uno acrit• tore bi9ogaa ioql&Mlrarlo nel tempo in cui viste o noa. l&nciarlo avanti tofJ)Ulando addirittura IOOOli. E, tornando a ~i. quali furono kl - idee ripardo alla rehgiooe Cristian.a ? Fu lerveate cattolico nei primi anni della :o ~~t:!.1i!·~~~ ::it~t,t= Ltopardi, al Rantffl li ~e: • Una volta alla età di circa 14 anni IOgglaCqUO al travaglio degli tcrupoli, e tanto ~lamr.nte che temeva di cammioattJ ptt non rnetttre il piede aopra la crnce nella ~unzione dei mattoni•· Aloolt.ava molto \'Olt,nheri le Sante Me.e, tanto ~~~:•~~il giorno in cui ne aveva potuto Cornpotea~.d di Inni Sacri, maessJ furono dovuti tpeci.almcnte all'Of\data di neocattoli• CNimo prodotta dall'apparizione degli Ioni s.cri di A. ManllDnl. Ma ool puare degli 11.nnl, =~~ : =e:~~figi~,:11~ n profondo pt#imiamo. 11ooooetto di dolore. aprellO in ma.nien. uaolut.a e ln-e-pa.rabile dal Leopardi, non trova posto nella COOOl'ziooe Cri• ltiana, che pone come conforto al dolore la lede e la vùione del premio etttn0. Ed il pe#i• mismo 6 tanto evidente in Leopardi. aia che lo giudtehiamo come uomo che CC)ffl$ artista e ibolo (pit'.:I quello che questo, pttb) da l'IQII p:,tenl confondere col cattoHoe&lmo. O.asta, a ripova di ~u.anto ho detto. ieggen, le ~ ed =e d~3~G=: che ooon. no&tn. COII ICrive A.lfon!IG Sterpe.Uone, e noi dobbiamo ring:ruiarlo di que.ta U1mnata letten, =::tr ~ Q~q:n:" ~~ ilil::::;. detto pe.iroismo di Leopardi, come non ce lo ~ ~Ste';:uoni ac ora DOi ciaffret• tuaimo a apiatte~Li qualche idea sul COlid· dltto pcwimismo di Leo;Pa!di' A noi non piace aemmeao la parola pe:Mlfflismo, e Cftdiamo che par qu.ntJ 6MII ~• DOCI riuacWDO per cr-ta via ad avvicmarci a Leopardi. Jt peai• ailmo 6 il luogo pi.6 comul'IOdei lettori di Leo,. pardi, Ql;&alcuno già ha detto quanta vitalità. e fon& ed CnttKia aia nel coskldctto peMimilmo di Leopudi. Ma ona non vogliamo com.inciare dai giudi.r.i ucbe noi. Abbiamo appcn.a. comin• ciato a ~ Leopardi. Aodiamo avanU. C,er. chiamo d1 ucoltarc. In KgUito vedremo quel che ne avremo ricavato. Soltanto invitiamo Sterpellooe a leggere attentamente il pensitto ~iano che oggi pubblichiamo. Veda Ster· &::;u u': i:°n!i:= 1~~11 ~ Leopardi non abbia posto nella ooncc.r.ione cri- ~':~~ ~=~t°ru~=::.zioni flllla feli• ~~t= ~i:'°~~=~: :?':e~ ma tutti i gn.ndi italiani li adatl&Do all'lta.ha, ~~ ~u:\~~';.to·ri=z~"t~t: 90Ciuìsmo, alle ff!Mefie. ~a non 6 un'esigenza della critica mo,. dttna. t un.'Nigfflza italiana. Della critica mc,. dema noi dobbiamo freproene. Freprcene ,opratutto della puola critica. Critica e critica moderna aooo tttvite IOitanto a ~re J'Jtalia dtl suoi giudizi Italiani. Dici.amo purfl romani. Roma ebbe un coocetto romano dc.Ila GrtCia. Dante e Pet.raiu ebbero un coocetto romano d~ll'ltalia. aa..ico. Questo sleslo concetto 6 vivo in noi con Vico e Leopardi. Si poo dire aommariamen.te che à il concetto omerico del moodo claaic:o. Fondato sull'immaginazione e la lingua. Che 005a ha cambiato il giudizio romano, glie ne ha 90lltituito un altro? 0a che ~ dipe,o che De Sanctis non abbia capito il cinque.cento? Abbia avuto dc.Ila. Letteratura italiana un c:oncc.tto tanto dive.no <la ~ rdi? E che coe•~ queato ritorno a Lcoac non ritorno all'Italia, al giudizio di cl Credi davvero che ci aia ~uak:uno che ix- giudicare la letteratura n~lio di Dante? wi:o/~:!~u:n~::n:.~JOilq~fl:: oento. continui.a.mo a saperlo oon Gravìna, 'v\lCO, Leopardi. Lo a.appiamo beniwnlO lì.no all'ouo,- cc.nto. Ma intanto che 6 andato ,ua:edendo, che il 1tiudizio italiano, il giudizio di l>an.te viene obliato? Entn in giuoco la riflcMione delle letterature IUOCC-98ive al JUnuc.imf:nlo. Il c!.a.,skb:mo e il claMicb.tico della na.dooe ~mica, la Francia. in luogo del c.Laaico. Q\lcsto vierte rir.,t:ra:;;~~tofi:!!:~~ri:~ gW>nC aopn.ffà qudla dell'immaginadone. t un'ottima 6lolo6.a ptt autoriuare ad occupat$Ì di poe&ia quelli e.be non sono poeti, per ettare la IIOcictà lcttcnria. la miniera delle formule. il giomaliNno. t un'ottima 6botìa ~ quelli che parlano una lingua pifl, o mc.DO nnc..a del latino. t un'ottima fiJoMma per l'ingegneria politica e letteraria. Ma ~ la pttdi1ione di un popolo che pula aocora il volgare del Lazio, che ha la sua antica im~inaiione. nonoetante =ìt~llo che hA fatto ptt fi.looofarla e imba• Entrammo noi pure in quella riflCIIKKIC, in quell'ombra. di noi stCIM. Finimmo di eMCf1I claMici, per di,~ntare culturali. Ceau.mmo di guarda.re il mondo alla romana. Ci mettemmo gli occhiali riformatori della ri,'Oluùone fran• oeee. Cffltc.mmo alla critica e al moderno. e che ai potCIMI veder mc.slio di come vedevano gli occhi di Dante. Credemmo al JW'o«t't8IO d~li occhiali filoaofici. Qe si poteMe giudicar meglio. Sc.nu accorgc.,ci che cl 1po1tavamo. che sposta· vamo il punto di vista. che guardavamo l'Italia dal punto di vista CU,li altri. Ora aa tntta di riacquì.staft il nostro punto di vista. di guardare, come un tempo. all'ila• Uana. Di tornare all'Italia, toma.ndo ai veri ita• IWli. Non Jià per adattarli al DOltro tempo. fame una dialettica, l'ultimo figurino: su. ptt· ch6 l'Italia t quella che à, non una moda. Lo atudente Emeato -....n. di Roma ci tcrive: A chi aeguc attentamente k varie opinioa.l dptt:Me rtc.l v<»tro e aostro Que9tionario, non pub CMCre &fuggita una questione che a pnma 7:::J:t r::;:rn:c~~s{'~ra~~ del corno dobbiamo penare intorno a Carducci. Dico che non à di poca entità per due ragioni: 1) ~~ Card..ed 6 stato fino a pochi ,i:iomi fà Il noatro poeta, quindi a noi caro pc:i d'<>gni altro; 2) perch6 dalla aoludooe dc.Ila qUeldooe intorno a Carducci. dipeode la aoluziooe di molto altre qUMtioni ad MM simili. Coll, a.de9empio. un.a volta risoluta. questa, automaticamente ai fUoh-'tt'à la medesima intorno a P~i ed a D'Annunzio. Eacodo adunque la COA tutt'altro cbedcfinitivamc.nte ri:toluta permettete che anche io Nprima 1Ulla DOt;tn cariMima rivista il niio puolo di vista, sperando di contribuire in tal modo alla coe:tnidone di 9uakhe oou di rea.le e di utile per il ratl.LffllO11.aliano. RiaMumc..ndo le varie opinioni espttMC già dai preoedenti, eoeo e» che A vuol upcre: ea, • dua:i ~ da cocwderani borgheac e quindi da mc.ttC-f'M al bendo dal ru.dsmo italiano, come qualcuno ,'inclina a penw.re. o Vttamr.nte E,cli ~ uno dei OOAtri gnndi, prodotto feenuino della raua italiana, che innalu.ndoa.i al d~ra dc.I borghelwno, ha Inumato lo spirito tradh:iQ. oale italiano fino al punto da poter eseere addi• lato alla considera:uonc ed all'imitatione dorJJe future ~ncrazioni della rana italiana? J..a divùione delle opinioni inclinanti a ~rt,rggia.rc per l'una o l'altra positione, provteoe, a mio parere, dalla mancata aoluzione a tre prcfflNl9e nc.cc.uarie per affrontare e riaolvere (Jualliui problema di tal xencre. ~: 1 )determinazione dei caratteri sptt.i6ci del ~hac in Ila• lia: 2) detttmin:uione dei ooatitutwi eaee,u:iali del tipo ra.tzilta italiano: J) poMibilitl di COC· IUtf:o:ta ndlo ,te.o individuo e dc.I lxwgheee e dc.I tipo rauùta italiano. Determinati infatti tutti questi caratttti tpe• "cifid. per rilol~ quabiasi problema del genere b&Ateri applicarli ne.I caao partkolare ptt deter• minarne I.i prcaenza ovvero l'Ullenza, t-, a 5e· :::s~,:ì J1~f;J.:'7:~:e~~ i~ italiano. t pertanto in questa direztone che io ~~i invita.re i miei ca~ti a indirizzare i k>ro studi e le loro proMime riot-tt.h,e. Uiqna pur riconoaa:re che la ris.pmta al primo quf'.Sito incontra diffìcoltà non hevi: noi siamo nati da borghcù, aiamo vissuti per molti anni da bot'· ghc.ai tra i bof'ghei, siamo stati educati da bot'· ghesi ed anoora oggi viviamo in meuo alla bot'· gheaia. O. cib proviene la grande difficoltà di saper distingue.re adeguatamente quc.lk> che in noi ~ frutto della borghesb. da quello che ~ la vita ontinaria della aocàcù. Tuttavia una volta aperta la strada ai potrà pervenire almeno a dctcnoinare i caratttti generici ed ordinari! dd bot11;hete: non &ari poco. Più facile e pit'.:I bdla Mrebbe la -=onda que• st.onC-ndla quale appàrirebbe come l'Italia fuclgta 1a trovare e ricalcare la via dc.i auoi Grandi. A cok>ro che ancora ci guardano con :~~ ,r:':~ 1:fia,:~co: t:!tf::!: n6 plq:io di ncMUn altro ra.r.zismo al moodo, Il IOlo pensark> è a.urdo. L'Italia fatcb:ta non copia, crea. Il mov~to rauùta italiano non può ea9Cf'C studiato M interpretato in. fun.r.ione di altri movimenti ti.mili: eMO ~ autentica crea• 1ione del popolo Italiano. Alla sua base non vi è la dialettica utNU e ncbulou di altri popoli. ma il buon aenao, l'equilibrio. la ragionevoloeua, doti innate nella DO&tn raua. Tra il ru.r.ismo italiano COMinle9o e la religione dc.I popok> Italiano 6 chlaro d.e non può etettVi né~ pini antil:C-$iakuna: ehi pensa allrimet1ti manifsta. cbianunentc. di noa. aver cotnpm,o questo movimento. Il ra.u:itmo italiano t autarchia, ed anche in questo polllliamo eMef1I autarchici: il popo&o italiano non ba bisogno ~ di Lutero né di Renan, ~ di Hc.ge:Ioè di Marx, n6 di ~ ~~v::~~:::z=\!i t;:t: det suoi 6-Jli. ha le creazioni dei suoi ~I, ha le produ:uonl artistiche e letterarie cki auoi grandi. ba la religione dei suoi Padri glorìoli: quetto è il suo patrimonio apiritualo che intende difeodett, coltivare., aumentare. 49

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