cht ruorr..., non può tornare indietro scnu. un miracok,: Jo p,on ancl-...: La~. pcrc.M: quello che si ~ imparato non ,i di~nttCL Infatti la storia ddl'uomo non presenta altro che • pusaaio cootinuo da UJ1 rndo di ci\•iltà ad un altro, poi &ll'ttCUIO di civiltl., e finalmm~ alla barbarie, c. poi da capo. Barbarie-, s"intmdc-, di cornu.ioM, non fil stato primnivo auo. l•tlJMfltc e naturale, giaoc.M: q0<st0 non sarc.bb,cbarbarie. Ma Ja storia non ci pruenta mai l'uomo in quc.sto saato precitil), BtOJl ci dimosln. che l'uomo tal quale è ridotto aon pu6 pdc:rc iaa,iior felicità cht in uno st·ato di civihi fflffli.a, dove prcn.lp La na1ura, quanto è compatibile colla tua rap>Dt cil radicala in un posto più alto del primitivo. Quc.sto stato non è il a.atu.rale uaoluto, ma f quello stabilito appreuo a poco dalla rcliriofle, come din} poi. Lo stato natura~ auoluto non pocc.n dunque. tornare 1ienu un mira.colo. li ditc0rso de:' mincoli, i ,opraumano, e .non c.otn. in filo,ofia. Pc~ dunque raoat0 corrotto com'è, non abbia mai ricuperato n~ sia p:r ricuptrarc lo stato puramc.otc naturale., e La ftlic:itl di cui ,odano tutti gli altri esseri, rimant", colla detta rarionc., spiepto in filosofia. In re.li~ anche mqtio; per~ Dio lii pc11a del peccato, a,'ffldo condannato l'uomo al1'infrlici1l della comwonc. derivata da c.sso peccato, non voltta M doYc.-ra fare questo miracolo. VoLcndo mostrargli da sua mi.Kricordia, e dare al suo stato una ptrfu.iooc compatibile ~b sua coaadanna, c* colla sua inrclicitl. non restu·a altro che pcrfcziourc b sua ragione, ~ quella parte che aveva prenluto immutabilmente nc-ll'oomo per la 1ua disubbidic.nu. e con ciò ca\lS&ta la su.a COO"\lDOM. La p,crfuion della ra(ÌOnc- non è la pcrfuionc dell'uomo utolutamcntc. ma bm$ì dell'uomo tal qual è dopo la corrua.iooc. Perchf: La pcrfuionc. di un use.re non è altro che l'intic.ra conformità coUa 111a cSlt1\U priau• gt:nia. Ora l'c.umz.a primirenia dc.ll"uomo supponeva e conte-. ocva l'ubbidic.nu dc.Ila faKM)ne, in IOfflma tutto l"opposto Cklla pcrfuiont dc.Ila ragione. Qur.:ta perruione dunque non pote:. va NSCrc La su.a relic:i1l in questa vita, non CftfflClo la pcrrc-- zionc. dc-ll'c.ntc. Non poteva dunque ,e: non formare. la sua fdicit.à in un'altra 'Vita, dove la natun. ddl'entc in ttrto modo si cambiasse. La ragione (massime rcbtivamane all'altra ,•ita.) ooo può c.sxre purePOnata se: non dalla rivelazione. Fu dun• quc. ncec.uario che Dio rinla.ut all"uomo la wa. oricinc, e i suoi dttcini; qUC1de-soni che avrebbe conscg\liti rimanendo ncUo 1ta10 naturale, e rti avttbbc: conquiti iMinne colla fe. hcitl turcn.a. LaddoYe il Cristianesimo chi.ama buto chi pian. gt:, pttdica i patimenti, li rtnM utili e nc.«t,S.arÌ; in una parola tuppont: csstnt.ialmc-ntc l'inrcticitl di questa vita, pcr c:onK• rucnza naturale. dqli a<ldot.ti principn. lla da questi squc ancora che la maggior fc-licitl possibilc-'ddl'uomo in quc-sta vita, ossia il maggior conforto possibile-, e il più ,·c-ro cd intero. all'infclteitl naturale ): la rdigionc.. l'erchè (nas.sumc.ndo 11 discorto) la perfezione primitiva o umana as,olutamcnte, ~ quindi La fc.hcitl natunk c. quindi La rdiciti tnnporale, è impossibile aJl'uomo dopo la corruzione. La racioM, autrice di nsa cornizionc, a.-t'ftdo prcnhrto ~ tempre-, il miglior endo '1' ddl'uomo corrotto l la pc:rfc.zionc: di usa racionc. che forma ;i Off1 la sua parte principale, La pc.rfuionc- della np)OC non pu6 coodurre se: non alla fclici1l di un·altra ,·1ta. Quindi, e- 1 '1 anche sc:itza ciò, la pcr(czion <klla ragione e dc:lla cogni.z.ion, noa paò ttare a,enu la ri\•dari<mc.. Dunque: il miJ:liore staw rl dell'uomo corrolto, è la rdigione. e sica>me ~ il mict,.Ore, cMM qadlo che più cli conviene, pc:rcio, IC'bbc:.nsuppoM l'infc.liciti di questa vii.a, contiC'ft(j però 11 mauior conforto e- quindi b. JnaCP>f' rdkitl. e: quindi la maai,or pcrfe.z.ionc pouibile dc.I. l'uomo in questa ,·ita.· Ecco come. la Rc.liP,nc: si accorda mira. bihncnte col mio sistema e quasi ne riceve una nuova pro,·a. La pc.rfu;one della n.c,onc: consiste: in o:it10S«re la sua propna 111111fficiczaa felicitarci, anzi l'opposiuone intrin1tt.1. cb'tlla ha colla nostra felicità. ~I detto schttzcvole di un franttK Gliuc~. •orttls, •'•t· ,,.~• ,as a mc pare che contc:np tutta La sapienza umana, tut• ta la IOltaUa e il frutto e il risultato dc.Ila più sublime e profonda e tottilc: e matura filosofia. Ma questo insqnamcnto ci c.n. p suto dato dalla natun., e non al no11ro intelletto M alla n(ione, ma all'istinto inrc:1ito cd intimo, e- tulti noi l'attftffiO ~ tn pratica da fanciulli. Che cosa adunquc ùbiamo imparato con tanli .studi, tante- fatiche, c:sp:ric:nza, sudori, dolori? e la filolofi1, che cosa ci ha insqnato? Quello cbc. da fanciuUi ci c.ra counaturalc- e che poi nc:vamo dimcn. tic.ato e perduto a fona di sa.pie.on; qudlo che i nc>$lriincolti e N'h-agi bisavoli_ sapcTano cd etqUivano scnu. SOC"Mrti d'C"Mt:rfilosofi, e scau stenti ni fatiche: M ri«rchc: nè o,s,crvuioai M profondiù. K. Siochè La natura ci a,·eva cil falto lilli quanto qualunque massimo saggio del nos1ro o di qual• SffllClìa tnnpo. a.,ai tanto piil, quanto il ...,,,io opera per muaima, chf l cosa quui fuori di se; noi opc-ranmo p,tr istiltto e dl,pofiuonc ch'c.ra dnitro di noi, cd 1m1Mdc:s1mata colla nostra natura. e però più certamente e immancabilmmte e CD11t11t11ammtccifKatt. Cosi l'apitt dc-I sapc.:re umano e dcli~ filo-,fìa consiste. a ~"f:rc. la dl lei propria 1nutihtl K rQOfflO fonc a.neon. qual era da principio, ronsisac a totTC'ff· ~ i danni ch'nsa medesima ha fatti, a rimcuer l'uomo in quc:lla conduione 1n cui 1,1.rebbc.sempre s1a10, s'clla non fos.sc mai nata. E pc-rdò tolo ~ utile La. sommità della filotiorta. per, cM ci hbc.ra e disinpnn.a dalla filosofia
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==