La Difesa della Razza - anno II - n. 12 - 20 aprile 1939

TR~DIZIONE IT1'LI1'N1' Una :usurda favola diHusa dai giudei \Orrcbbc fare 2pp.:1rirc la Chics.'\.di Roma come la nemica della ricchezza e l'csallatrìce {Jclla miseria. Per dare qualche apparenza di ·giustificazione a tale :usurdità, ebrei cd cbrait.zanti im·ocano poi alcuni passaggi dei testi sacri. uci quali si cond:mna non certo la ricchezza in sè, ma solo !t cattivo uso e lo smodato amore di essa, e sono esaltate invece tanto la composta saggezza "di chi sappia economizzare, contentandosi del necessario, quanto l'obbligo della carità e dell'3,si. ,tcnza n~r:,o i bisognosi. Siamo quindi btn lontani dall'csalta:tionc della miseria - che rl'.ndcrcbbc del resto impossibile l'c!M::rciziodi quahmquc e.triti e la \·11a medesima - e !iÌamo inl'CCC in presenza della più sa- ;:acc rt'gofa sociale ,1)0icM 1'11s,1 mockrnto cc.I onc"iitn della rieUna dimol,trmione di opend po.rigiru da•antl al Teatro dell'Open,, nel 17tt cheu.1. e l'esercizio dell:i anlOrc\olc carità co~tnuiscono le 1111. gliori e 1,ii1sicure norme conosciute finora per una retta distrilmzionc dei beni di questo mondo. Tanto poco poi la Chiesa Romana è nemiu della riocheua, che essa, oltre a dettare le norme per distribuirla cqu;1.mente, fu la prima a riconoscerne la fonte', esaltando, insegnando e pr01110• ,·endo il lavoro non 50(0, ma ponendo addirittura fra i peccati mortali la pigri,ia, cioè il non-la,·oro. E' dunque sopra una c:onc:ezionccattolica e romana che il la- \'Oro {u stabilmente promosso cd analorato, cd è sulla base. di essa che fu possibile costniirc tutte le ricchezze materiali <' morali che gli Italiani prima, e poi gli altri f>OIJOcliristiani Kp· pero produrre. La diffusione del lavoro voluta dal Cattolicesimo Romano ebbe infatti cosi 1angibili <. liete conseguenze, da permettere a chi la pratiu,•a e la pratica, e cioè :id una quart:t. parte appena dell'um:inità, d'essere 1l0n solo la pili civile, ma di produrre. riccheuc. in quantità tale d.t superare di mollo il complesso di quelle fornite da tutto il resto degli uomini. E che non vi sia dubbio sull'effieicnz.a della concezione italiana e cattolica del la,·oro è dimostrato altresì dalla trasformaztOnt': 28 rW iondamcntalc che tafo concezione operò Jìn dal suo :ip1~nn·. in un periodo p:trticolarmente fortunoso e complesso. proprio quan• do il nlOndo pag:ino croll:wa e gli 1ucctde,·a quello crictiano. mentre la saggeua cd il benessere antico parevano destinati a soomp.,rirc per sempre. e nelle campagne e ncllt': citl.i devastate dalle imasioni b.ubarich", intorno agli acquedotti diroccati, la rovina, la miseria e l'ozio dilaga\'ano, ed il Paek sembra,•3 1,ieg.irc sotto b. s,·cntura, fa fame e l'ignoran:ta. ~la :.u tanta desolazione, al 1>rincipiodel VI )CCQIO. sorge l'austera figura di S. Bcncdt':tto, discendente da 1nirissima r nohilis- ,1ima razu noMrn, che tutto pcn·aso della e ,·crità che 1an10 ci suh11111a > fondando pd S<"colì la sua Regola. Hdc la sola :..ahczu nel lavoro, t nt: stal11liscc le trc funrioni fondamcntah: colth·arc la U11twaulto ha opend • dotori di lanro. ad Abb..,ille. ael 1790 tt'rra. con'°"'n·are con ogni cura fa ~Cit.'11:gr.i:à1 acquisi1a. c prt'• 1,ararc le menti a nuove cooquisle dd sa1>ere. QuC'sto fom1idabile realizzatore 11,;,11 tracci:&ai suoi d1>Cepoli programmi mimu:iosi, poic.hè l'o1w=rada compiere è immensa, ..: lascia inn;cc che gcrarc.hicamcntc, libaamcntc cd 1talianamcn1r usa sia svolta dalla genialità di ognuno e di ttnti i suoi ~uaci. :,;an Hcncdruo impone loro soltanto di la,orarc la terra. 1: sono i discepoli che si d.tnno a prosciug:;i.rc le paludi, a scanr..: i canah, ad arare i campi, a sistemare i boschi. a rendere 111som ma bella e fertile la desolata campagn,1. loro affidata. Impone 1JOiai discepoli stessi di scri\Crc ogni giorno, cd i mo• uaci con assiduo Ja,·oro copicra11no e 1>rcscrveran110le opere dei classici per i secoli. sah·andole dalla distruzione e dall'oblio. Ed impone lo:-o finalmente la lettura, chc-si s,·olgerà sulla opere trascritte e che si trasformerà. presto in inscgnamcmo. I monasteri cosi istituiti crescono a poco a poco a «minaia, e non di,•cutano affatto cremi silenziosi e contemplativi all'orien• tale, ma centri di la,·oro e d1 creazione di ricchezza. crntri di civiltà, a cui gli 110;ninidesiderosi da azione, di bcncucre e di pace affluiscono, e che llOIJOlanodi case i dintorni. fino a moltipli-

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