quonto abbiamo tleuo col Q1.10111lonariporo• codtonlo, ri,gua:rdo a Romo e Pori,gl.·e olla slato di 1Grvi1io delta bor,ghe,la.: o ehe non obbio lotto il con1iYodolio c:or1o 1M9U ebrei, ehe ol)ri il no,t,o N. 9 cli quNl'anno col quole dJe.vamo &a roltro quanto Mgue. Soppfamo che durante 1·m.,osiono lrançe,so spo,ctalmen!e negli onnl 1798 e 119'9 lul1o il popolo lloliano inlOrN con1ro nnvClBOre. mentre Invoce I borghui d hallo aprivo,no lo ltrada al no1:1ico, combollevono nelle file lronr:o,i e-oniro il popolo d'ltalio. eh·es:u. autori del libri cli alOria patrio, c-Mamorono plea,. e popolaecio. rodd.ilOlOno al diapreuo del loro !!gli l•{fll!ti, e gloria della repubbllca di f'ronda. O. algnllioo e.ti? Risuha ehe c:on i bofvhetl ,I troTorono ollora epedalmente ,olidali 911 ebrei d·l101,a. o eh• ebrei e borghesi furono d"accordo nello 1paroero .anoue dol popolo Italiano, e ina(ome subirono nn,urrozlone e l'ira popolore. Che 1lonilica? I botghe1I non meno do911 ebrei si ehialOOl'OnO alloro palrioll, R1suha ehe ebrei • boq,,hoti ~soro ins~ mo parto allo eo.pitoi.lonl 111cc.sai•o olio Re1touruuone e al tentati'l"C del 1841 di kve del\"11olia una ropubbllco lmnceae. Dopo quel !cllimonto la 1c:uola politica ilQliana J)rNe il t.ep,ovvento o loco Il regno d'Italia. Oopo lo morl-D d1 Ca,our. I quarantotti11i rialzarono la lesta, s'lmpod10nlrono del governo, eon 1a c:oeideno rivolu1!one parlomenloro del 1176. Allora l'llolto abbondonc\ 1"1ndirluo cavouriano • lmproue alla vile ,l<dlona un =oriinenlo c:uhnlrn;mle <li d.. Mr!O dell"em~1oziono, Ml soeiO'IWDO. MIia 1iderur,glo; allo ~.arlono dìndustrio com• ple1amente divl!rN • neinleh4, di quelle ehe Cavour oveva lotto .orgere In Piemonto e promeue olrl!olio tulla, Nemiche d'ogni splra9ho di l'ilo popolare. Con le quoU lo vita popolare lu moua alla dl1pera:ione Il popolo eo:.trotto od emigrare. L'ltalio cad1.1to In mano d'organtuotori .oeialisti e bonehlori. tiella stoMO 1empo i pa,llli ~- aero le sleue den.omlncn:ionl del ixntili lroncesl. mentre 90Te1no, patlomenlo, pan,ti, mdW1lrie, commercio. banc:he, KUOl.a, c:aM od!uici, ,giornolì H9ulvano l'ind,riao di c:ul au1orl erano I borghe1i non mono delle Pù 1plew1e peraonolilò ebreo, dopa ehe s'ero anzi Ione venire dollo Polonio un lamOIIO ebreo o lare li c:uralo del buoni ollari del• l'oli90rehia ilallono e Il meeenolo, Voglia il comerolo Costoldl considerare lullocib o kzm sopt,re dio ne pen,a, ~ Abb[omo ancora bl109no d, rientror. In noi &tessi, eom!ndanclo dalla compreraiono del faltl, che pnH»dettero la cos1i1u1fon11del ro-;no d hoHa, e del loro legame con I lotti ■uec.Ml,I olla eoatiluzione del regno, Abbtomo subilo uno divagazione, uno •~rpero d, noi slolllll. E'. negli onnl ph) dno9011, o l moncota puro un"a.,.ro, un hbro n~io. ebo a--e- ~ulo <dmeno eroaro un conltO.llo a quello disperaiono, foro da argine, dofd uno duetU,o, come ce l"CYrebbo pa1u10 doro lo Zlboldone di t..opardl, La ech,collone. dio obhiomo rieel'uto. • oro lo metlO odauo o comptender• quest'opera. Noi non lo coruprendiamo e non lo !o,g,glomo. Non l'abbiamo le110. Ma H ne vo,d.lomo 1tamPOto qualche pen1iero, ooi:o pronta lo 5ormu!otto dello no■tro IMuuo, pronta a 9iudi<ote, o tondo~•. Not abbiamo perduto ancho Il 1llen11.o, lo locolt& di rbpetKrre e tacere. ~ho aono il preambolo dolio comprensione. Abblomo uno gran botta d1 pallore. dì. ,liro ki r,O'ltro T, 109homo lo penala dollo r--------------► ◄ ► ◄ r. r-J"',....~."•'".., ._.. ► ◄ ► ◄ ► ◄ ► ◄ ► ◄ ► ◄ ► ◄ ► ◄ ...____ • ► ◄ ► ................................................ ► bocco. t/on li lasciamo linlro. Lo doo rb9ione ei ha lotlì 1velll e $Uporl!dall. Andiamo pubblicando qualche pen:sfeN di t..opo.rdi. porchè ci lceclo rientrare In noi lleMI, c:he non puc\ aeccdero Mn10 silenrlo. ronzo lo 1lu~ dì entfore In un mondo :,;n:.>IO, ehe poi è il noistro. 1"11alia.Senzo ~••re ua po· il sen,o dello diiiaonaionl. As• IU1olotei allo 9rondouo. E'.' c.r1o dio ne dob1 ,omo J)Cll'lore.Per quello Il pubbl.iehiomo. 1,·'o IO ,tomo appena all'Inizio d"un pon, ~•110 rell9\040, non KOl!lomo 1ubllo o dirl'!I la nottro. Prima oacoltlomo. E'. poi quo:.h pen,lerl hanno il principale ac:opo di preJ)Ororci od una corn~n1lone dell"imm09i• nazione, del lin,g\lOg,gio • del loro, ehl'!Inon ha nlenle da Tedero eon la eoms--0113,one eho d hanno allotlato • 1onu10 o balio i no■lri l)tt)Orommi IICQl<Qllel. Per queslo li pubbllehiomo. C-a:rletk>, Graz.O, Pufkndorlto, Cghellio e eompagnlo losciomoli 11n momento In pace. Ora non d possono <1ervire. Dobblomo ent1aro in un'oltre cosa Rmovore lana.tra. Ciu.Mppe Andr1u«i. onocoto d1 Coseno. e, hu ■a"illo ehe LDopardì lu grande ..-.,loper• e~ fu poeta. S.niseimo, Alloro buttiamo o r:1.:irolo Z,ba:ldone • luno il mio. Oue$IO y .M.lo ii cosiidello l!Miìriuo Nlelico. lo lllou-(10 de-ll'orle. Dategli lo OITlno Comm.d,o a quos1o baha delr111upldìmento ilaliano, • d!toml quanta no lolC"lo In pled,. Dot09h luno le opero di Dente. Con buono poco del camerola Androu«i. lo p1000 di leopo.rdi è \'uh!mo grande teato elasslco dello pfQSO l1<1llona Lo prosa di Leopordi ili lo più moderna e v1To PfOSC1 itoUana. Se il comeroto Andreuctj vllO! Tedero l'ordiUemua d'un portodo 110liano, lo 'l'Oda a e.rcore nello Zwaldone. l..eopordi è un 9r<md••imo J)J9' sotore e non e·è ,grande paolo uolicno che 'IOfl i.:a stato 9ronde proeatore e lo cui ~ alo non ohhla do vedere eon lo lingue dello sua proea, Lo Zlboldone è l'humus del canli di t..oJ)O"rdi. Il camo,clCI Andr■u«i dle. ehe pubbli• cando quei pensieri ehe condannono lo rocpono, nof foedomo CIOllll'O.. mz.lo ol poeta' • oi letlori. Oue110 cxrtti'l"C Nrrido '°-. ç,liamo ooa1plore 1nl0Tumonlo. Lo ,oglone7 Nel vogliamo lor conoeee,o inlo,o il modo di Tedere dl Lòtopcudi. Ou■llo 1:h'09II dice dello linouo • delle nazioni. Vog!iomo che aio botn chiaro 1'11tupldimenlo della selenio 1toriCJ0 avvenuto do qllOnclo e;: allonlcmammo do Vico, per lord cortesiani, d1oO l U punto di partenze doUo nostro p011ivhò. Vo;Uomo rloc,q1.1btoto 1o. vlata. Voglio1110_,o itolionl, oom.l.~ do.Ila parola, ehe • 11 principio del concepire • del kue, Vo,gUamo che perl8QO quoslo ;ergo. dio mwllchlomo an, coro. Che d ho. Ioni nn-.ivl_ buoni p-r pen- ■ore Nnza fino • per ehlaochlotato. non per Immaginare o lare, eh• l'uole primo di 1u110 n01lono di lingua. Aniveremo allo quo■llone della lingua, eh• non • quella di chloochleraro, • dot lia10, • allora il camerato An, dtouecl d d.lKI ehe ne penso. E'. inlonto loscl a:oro ,gli ftlelizwntl. Ouelll non kanno 110n9ue, por l1nmo;inore 1"11oho.• petd6 non lo poqono lore. Honno euore di lormulo, • pe.ano Il poo1a, dislilNJU()nO il proeatoro. Diveroomonle, come ai lerrebboro a 90llo? Alberto lollodl. ln909nero del Gul di Venodo, d aerhe ehe l'eroe irnniono.le non ulite, • una 11emph<."O lj.,guro retorlca, o bi, 109na overe un ben meschino conee1to dello roqione, per consldel'Cll"eirrodonolo tutto Clò dio porto homo o ,g1.1otdoroph'.l In là del p-oprio 10cnocon\o. i: <li cob:lero10 Bellodi i--. domandiomo M Olllll!a l'eroe l'O%iOtKrle. Soltanto ci cllllpiao:» dle egli non aio !ermo 111q1uo,1o pun10. d"" PfOl)rio lo rookln• con. dlKC <li klrnoeonlo, o dio lo epoche dello ro,glono, come la dooadenEO gr+co e la rho-- ludone ltoneese, siano 1;1poehe di metc0nti. E che noi non poqiamo coni vallo riklro lo stCM"ldol questioni che obbiomo 9ià lrottote. Ma quello che d d!Jole veramon10 è ehe Bel• lodi obhkl ■a"illo una l1tlera. per eonduMro con un pensiero di Zarothiutro sullo sageua che -pi,a tulio _, vcmo. Non GTOTQ S.Uodi qlKll.ehe CO.O un poehino più nOVOnale da offrirci in lempo d"oulordua? Lu.19{ Colllb,otto. ,tuden10 dl liooo, di ViiIorio Veneto. e un unlve,.ltorlo Tleenlino, eho non ha eredu10 di 1101101Cfiu,.i altri, menti, 11 10no olfrallotl o lorc,I .opere da Loopord! non • eri$liono, mo • panleista. percl11lidlee che la natura • lo ''"'° dio Dio. Com.lnot\o e l'ignoto comerola di Yie.nw kanno doTYeto OTUIO frello. lnTece di 01ten• dei-o. • comprendere che oo.a PCI lo noturo per LeoJ)O/'d•i• NnhNI dello IIOSIIO Leopardi d\e l'osaen10 dl Dio non può e-re 00"1ooplla. dell'uomo. E'. alloro 111ianoa sonllre questo pensiero dello Ziboldone llaedo 1622): Dio ha potute e put, !ore alrrl ordini dlveralulmi di cose. e over con lo,o quo· ,apporli di quella nalura eho l'uolo. Altrimenti o,gll non .att.l l'ou\or dello natura, • kml•• ,._ per lono aJ •oVDl> di Ploloa•, dio sup. poao lo id- • gli crrd1etil)t d,U. -• lueri cli Dio, e i.ndipe1>denti do -· $'elle Hl11ono In Dio, come dlot S, Aoos1lno, • -■ Dio le ho latte. non obbroedo egli dunqu" quello aole !orme ■eeondo eul ha lotto le CON eho noi cona.eiomo, ma lulto le lormo poutblll. e racchiude lutto lo poulbihà, e pUÒ lo: CON di q11olunque aahlna 9!1 piaccio, ed over eon 1ore qualunque rapporto 9\i ~a, Gnehe nGMUno ec', E'. atKJmo o aenlire ques!'ohro (locd. 162$-162&1:
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