Come si vede in queste ricordonz:e che oro hanno 916 .opore di 1111orioh, no do mollo tempo ero naenlllo in Europa lin• fluenz:o moletica della raz:z:o ebraica che fu aempro nemica di tuni conlro tutti. li be9hlsmo internaz:ionale eh• i 9ludel esercllavano allora a prolitlo proprio • del loro 1ntereue 6 simile ed 6 continualo Imo ad 099i Lo soluz:ione delinlfrva dell'impor- ·anle problema 9iudaico era urçent• lino do quel tempo e non lu mai potuto eSNre lanciata convenientemente per la mancon:QJ d! unità dei deboli 9overni pouoll. Gior9io Sonino di R09usa. proles.ore di rr.edic1na, et mando un brillante scrillo. per dimostrare che noi dobblomo esHre 9enolila1tici e non eu9enetid. E9li dic.. r,.'oi non siamo Ionio uno raua che va mi9lioro10, quanto una raz:z:a, cho appunto per le alle qualità che le tono insite, va custod1lo e protelta da tulle quelle inlestaz:1oni e a99reuioni. che sembrano volute dalla natura contro luno !e cose rn\9llori. Noi non abbiamo bi909no dunque di espe. nmentare sulla no.tra raz:z:o - su questa raz:z:o italica che, Ira parentesi, non • limi• 1010 a quella che vive in llalio, ma 6 dif. !us111irna nel mondo, anche se non porla ,empre la lingua ilahona - dourine di &u9eneuca. di questa torlo di ontropo1ecnta. che se può euere indicata. fondala co:n·esso 6 in pratica sulla selez:ione d99ll incroci e sulla steriliuazione dei tarati, per talune rane meno podelle o allli11e da una particolare lrequenz:o di particolari gravi&• Sir:\~ tare eredilarie. non lo è allano per la nostra raz:za. la cui perlettibilità (come raua, S1ntende) ò onnoi minima, e in cui 11 sano equilibrio del!e lnlime strutture er•• elitarie, d1 quei complesai cioè di geni ereditari, che 10 ebbi 9ib poreC'C'hi anni or sono a supporre, chiamandoli col nome dì 1un9onle (e che I biologi di Berlino hanno ora d1mcalroti. bonez:z:andoli 9enomi) ha 1mped1to l'abnorme prevalere di sin9enie malate, di tare ered11ane. il cui procenlo, pertanto, è presso di noi trascurabile, Vero • eh• a volto r,embra. o ho po1uto sem• brare, il contrario. o che questo contrarlo 6 stato facilmente creduto, 9razie all"opera d1 non sempre d1sintereuati storici biologi o politici; ma questo contrario • alato ed •· per lo veritb, solo apparente. Rillelli dunque allo comprenione che il fenotipo di questa raz:z:a principe ha per secoli po• 1110, hno alrahr"1eri, molte delle sue buone qualità ne lurono celate; e si può dire che &olo la 9rande guerra prima, ed il lasciamo dopo, hanno messo ln mostro queste buor.e qualità che il 9onio della raz:za aveva gelosamente dileso. 10!vandole da11e lncur- .:uoni. !in dove possibile, di altre raz:z:e inferiori. Non 6 qui in fondo il 9rande UQNIIO per cui laadamo e raz:z:ismo si ldentilicano? Dopo il lunghissimo inverno, il llore di noatra raz:z:a germoglia o Vittorio Veneto; contro i geli che subito dopo .10pranen• 9ono e minoCC"iano di aolfocarne 11 risveglio, un grande Capo od una gronde Idea lo difendono, lo salvano, lo custodilC'Ono; 11 germ09lio di Vittorio Veneto diven10 Il ~09ndico liore coltivato dal Fasciamo. Eeco perchè il razzismo lasdsta • nato con il Fascismo, Ed ecoo ancora perchò il razzismo lo.sciata non può euer• contuso con ne .. un a1tro ro:uismo: perch• la raz:z:a italica non può essere confusa con ne11un'altra raz:z:a. Genolila11i, dunque, e non eu9enetk0: l'eugenlca che ai può alluare in Italia (nel pratico si9nilicalo precedentemente acc.n• nato) • una eu9enlca aplcciola. compilo dei medici di lami9lla.; mentre reu9enica. cosi largamente auuoto dal regime. met• ,endo mirabllmenle in mostra le splendide qualitb di nostra rana e mi9liotondone senza cea.o I componenti Cii fenotipo), ha preparato e prepara il terreno alla proli• loui, attraverso un 9randiuimo dono follo a11a raua: il dono della coscienza del proprio valore! Genolilassll Oileao della taz2.ol Custodia della roua: Profiloui dello rana! Continuazione dell'opera, che il loaciamo ha iniziato al suo nascere. Protez:lone d1 quel fiore che il fascio lillorio trovò ger• moglio a Vittorio Veneto e per il quale ha lottato. ho sollerto, ha vinto! Propongo, contro coloro i quali credano ad una contraddizione Ira la polilica de• m09rolica quanlltativa del Reg-ime ed Il razzismo loaclsta. l'abolizione della parola eu9enelica; e ciò per Il al9nilic:o10 negati• villa che questo termine. coniato in Inghilterra. • venuto In pratica man mano ad acquistare. Noi non abbiamo bi909no di votte provvidenH eu9enetiche per noi, ma abbiamo bi109no, contro il solito egoismo del ritar• da1ot1, di provvidenze ipergenetiche, e. contro le 9randi insidie. di provvidenz:e genolilattlche, Si sappia anche luori che 11laicismo con• sldera la razz:a llalica come un giardino di alberi prez:iosi, ch"esso concimer6 con' og:ni cura e con og:ni cura difenderò dai pericolosi pcrauill e dagli assurdi innesti. E" queslo II ra:r.z:ismo loaciala. 2let~ ~ CJli ~~ Ulderico De Luco d1 Brindisi, d monda uno scritto sul commiseratori d99li atro:r.zlnl del popolo, Egli dice, tra l'altro: Anni la. molta commiaerozione aveva il popolo italiano per quel 1u0i figli che per circostanze non dipendenti dallo loro volontò, erano eoi&trettl al piestilo di poche lire per ottenere quei medicinali che OCCOI"" revono alla madre, la SJ)090, i li91l malati, • che le autorilò allora. non donavano come la oggi Il Regime Fasdala. Il prestito di quel sani tigli del no.tra popolo era !nevi• tabilmenle chlfflo ai cosiddelli e aplz:zichi• nl •• a coloro eloà che odiavcno, come odiano, lo nostra rana, e rappresentano gli slrullatori delle dlagrazle altrui. Ed allora. quanti Italiani proteslovano contro quei prestatori di danaro che H og:gi davano died lire all'operaio, domani ne volevano quindici o forse anche pi~l · 09gi, dopo che il Reolm• ha sollevato e mH.10 aullo slHto livello lulli I ligll dello patria. dopo che allo caritò umiliante dei tempj che furono, ha aoalituilo l'aulstenz:a. dopo aver ridato al popolo lo di9nilà che aveva nel tempj di Roma; troppe voci al levano in difesa di quello stesso euere che Ieri bollavano prollllatore delle ristret• tene • della mi.seria della povera 9ente. Quei commlseratori che Il Seoretario del Partilo ha qualificato pietisti. dovrebbero Direttore tHponaobUe: TELESJO INTEBLAHDI non obliare. ma ricordare, Che più triste di approfiuare di un bi10Qno? Che più Infame delle iene umane? Eppure lropp! Ilo• llanl sembrano aver dimen1icato quanto Hai aleni denunciavano. I poveri ebrei non eaialono, perch6 anche le maue di eui. che si preHnlono alruna o all'altra lron• tiera. tono ubbidienti ai voleri, eseouono pic:i.i ordinali e voluti dai diri9enti, quasi sempre occulti, dell'lntemaz:ionale ebraica. E quello che ai chiama l"ebreo erranle non • altro che i-e... re più pericoloso, perch• ubbldisc.t a ordini a noi IC'Ono&dUli. Lo sc:rilto di Gior9io Sortino Ci Hmbra persuasivo, specialm•nte per quanto ri9uarda la perl9zione, e la diveralt6 della nostra dalle allre ra:r.ze. Sortino ci ha per• suo10 della non ~va1enza delle sin9enie malate nella no.tra roua.; tranne per6 una, che 4911 steuo ci dimoatra prevalente, ed à la alngenla dei termini: eugenetica, genoltlONI. sin9enle, genomi, fenotipi, eC'C'. eCC".: ecco la aln9enio ln9lese, tedesca, e aoprattutto lroncese, che ha prevalso nella noa1ra r<1na. V09liamo curarla? Medici intelligenti, come Gio19io Sortino, ci debbono aiutare. No va di meno il Jin9uaggio coaiddeHo .scientilico? Tonio meg-lio. I grandi scienziati hanno sempre scritto in lingua comune. E noi v091iamo liberarci da que· 110 barbaro rog:no d'una lingua lolla di ter• mini, non di parole. D'una lin9ua barbara. che non ai contenta delle ac:ienze nalurali. ma • ga19arlz:za10 a tutto posto, anche quando si lratta di scienz:e morali. Sortino dunque non c'entra, • un e01tume, non poniamo rimproverarlo a Sottino, Mo noi non glielo rimproveriamo 0!10110, sol• tanto facciamo appello a lui • o lulli i medici intelli9enll come lui allinch• la scienza italiano geltl dallo finestra qufflo veslito di mena colz.etta, che • la tenni• nolog:ia. Gli slronleri loCC"lano quello che vog:llono. parlino eaperanto, uno coeo ai• mile del resto • la terminologia. '] ~ alla, -"'IMII .del,~ Il padre salesiano dell'lalltulo Rebau• dengo, Alberto M. D. Agostinl, d scrive lacendoci notare che le illuslrcn:ioni dello orticolo di A. Anili sui Fuegini. una raua che ala acomparendo, con1enu10 nel n. S di quest"anno, siano riproduzioni di loto♦ gralie lolle da lui steuo e 9ià riprodoUe nel hbro del suoi vioogi olla Terra del Fuoco, Noi volenteiri glle ne diamo alto. Soltanto ci dispiace che padr• A9ostinl locdo carico ad AUili di aver considerato poco ()l'egevoli • non deone di citazione, non solo l'opera di padre Agostlnl, ma In generale dei padri salesiani, che padre A9011inl • noi non Ìneno di lui dichiariamo univetaalmenle conoeciul• ed appreuate. Noi siamo ammiratori dell'opero dei mi•• sionari, ed e11i potrebbero diventare nostri magnilid collaboratori. E siamo parti• colarmente lieti di aver riprodono Jotogratie falle da un missionario ita1iono olla Terra del Fuoco. Questa notizia non pub che 09• 9iun9ere preçlo. Interesse e alletto olla nostra pubbliccnione. Sta:npatorl: Sodetb Anonima btiluto Romano di Arlì Groliche di Tummlnelli & C. • Lorço Cavalle99eri 6, Roma
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