rh·oludone lron~se. Ed ero ateo, se non volle una religione rozionole. Combottè la religione cauolioa. Lavoro li terreno non solo delroteismo e del rcrzlonallsmo reli9la.o e di tulle le ere1le; mo lavoro e preporti un buon terreno al protestantesimo. Ed i ~rio che non I protestanti combattevo, mo i cattolici. Cortoslani e giacobini e patrioti ilalianl diventarono aucceaaivomente carbonari, quoranloltiali. aempre repubblicani lronct· si. Conlinuarono ad easere i nemiei di Roma. E conllnuorono lo aviluppo della lìloaolio cartotiana. Ebbero id&ali polilici corriapondenli allo &viluppo di quella Hloaolio. fwono 1ucceasivomente comunardi, e• ghelioni, manciali, aorelianì, 1indaoalì• ati, nazionoliali. Queato ai vede specialme-nte dopo il 1870. Queaio à lo storia dello bor9he-aia lloliana, dal 1870 al 1915. Ci mettiamo anche I nazionolisli, sebbene gli dobbiamo gratitudine, perchà sono alati una specie di medici om,topatid, curarono l"ltalia con lo suo ateua malattia. Per es-- .,.re ph). esatti furono est! 1teasi dei mo• loti. che cercarono una guorigior e om~ Potica. , Si sa c!,e Il nazionalismo derivò dal alndaoaliamo, da quella apocie di dialettica della nazione cho PT$M il posto della dosse. Alloro si parlova un linguaggio veramente strano, per una nazione come la nostro. Si parlava di reoll6, •i cerecn'ano le rea.116 ( e forse cM non si dice ancora?). La dau.e à uno realtà, al dioeva. Ma on• che la nazione à una rea.116. Questa fu lo scoperta dei na:z.lonali1ti. Vedi che viag• gio di 0t1pi •torli per giungere all'Italia? Cì voleva il concetto di classe per giungore alla nazione di Dan1e Crono marxisti ed egheliani, capovolgevano di o notte le !avolo del valori dell'oltantonov(l. Vedi che lin9ua di cemonlo armalo! E condivano quella roba di aalaa nazionalista lranceao. Ma •i vede che non era pos.sibile agnta• llanl tornare a gallo all'Italiana. Gl'ltalianl orcno allora mani o piedi legali, con la camicia di forzo di quello dialetlioa. Doveltero essi stessi llbennsene, allenlando a poco a poco le leçiature. E I nazlonallsl1 lu:ono I primi. Bisogna riconoacergll questo n:erilo. Ruppero la croata della dialol• Ileo. Reatarono ì:nplgllall in tutti quel liii e grovigli. Mo lo ruppero. Somigliano ai letterali dolio Voce. che dovettero tocca.re Il fondo dell'amor• di letteratura straniera de,gl'itollanl. aggiornarlo lino all'oaso. per convertirsi all'llolio. In sostanza, la borghesia condusse 1'11alio alla civili:z.zozione francese e 1edeaca, coafera allora; ed à rimasto adesso alla civilli.:z.o:zione francese. La borghesia è l'ar• mala della dvilizzo'Zione francese. [ la Fronda à la vera patrio del borghesi. Che In Italia sia rimaalo un groseo aodimenlo d'amore francese, vuol dire che c·è ancora un •ed1mento borghese. E non à da pron• dore o gobbo, pereh#J: lavora e specialmente scri,·e ancora per la patria ltoncese e vuol guidarci, guidare ancora l'Italia ver• so la fronda. Pensa alla fronceN. All'europea, come puro ai dice. Ed à la stos.sa coso. Porchè questo pensare all'europea fu il nocciolo della civlliua'Zione che lo Francia or9anlnò con lo rivolui.ione. a cui la Germania delle una lilosolia, e che ora à niente altro che Il lulcro della vita Iran• '""· Lo rivoluzione francese non ha dato lingua, non ha dato immaginazione all'Europa. E" riuscita o dazle una cullura e una aocietà. che fonnono ciò che diciamo civi• lluazlone, il aunogato riflessivo dello d· vlhò, s~lando la patria del mondo do Roma a Porigl. Allo francio avrebbe fono molto comodo che Roma fosse rimasto un piccolo principato del capo della cristianlt6. E se non lo... 11010 aotto il 1allone ledeaco, non avrebt>. permeaso all'l!alla di entrare a Roma. Avere Il piede In due stoffe, e dar lustra di cattoJiceslmo olio sua d•llizzazione, mettendo d'acçordo il diavolo con !"acqua aanla; mantenere l'Italia o r1renze, e aapetlare che la rivoluzione parlamentare del 1876 lacea•e del nuovo «tgno un C"Orollotio lroncese: tutlodò eta nel voti ltonceal, · Ma quando l"ltalla lu èntrata In Roma, la carta della francio e dello bor• ghesia lu lo rivoluzione parlamentare: loro dell'ltoho un paeM di partiti francesi senza popolo, di hbe~ pensatori, di aocietà Giordano Bruno, di democratici, repubblicani. radicali, aocialiali, sindacalilli, soreliani, tutto secondo la dialettica fronceae, 1u110 fuorchà cauollcl, lutto purch• nemici della Chiesa: ed esaere la liglio primoge• nito, la prediletta, la pr:.leltrlce della Chleaa. e noi 1empo ai.. so di tutti I auoi nemici; ciilendere lo Chieaa dogli eretici. quo• ali da quella, e lor ,enlire agli uni ed agli altri lo tutelo dello patria francese: occo Il de1tino francese deU-ltalia. La quealione ò cominciata quando ritoha a'ò ricordato non d'easore la primogeni• la o lo cadetta. non d'essere una nazione cattolica, ma la nazione cattolica, la no• 1ione dello civtllà. E la queatione è tro la civiltà e lo civilizzazione, tra Roma e Parigi, lo Francia o noi. Da ciò à derivata lo neceuitc!i di ,;,... dere le bucce dolio borghesia. E" poNibilo che uno parie dello naziono lavori anche tenza volerlo per la patria della civiliu.ozione? Da ciò lo neceuil6 di rivedere le buccie degli ebrei, cho dal tempo dei giacobini e palrioli lavor(JVQJlOper la palria lronceff, insieme con lo borghesia e da borghe1L Coal termina Arturo Grifo, o noi gli dobbiamo dite qualche coso. Prima di tutto rin• graziarlo. Egli ha !rollato l'argomenlo del borghesi, dei cartesiani, della Rilorma, d99li ebrei, con vero padronanza • distinzione di concetti. [gli d ha dato p:ova d'una educo:z.ione critica, d'una capocit6 d'astrazione, senza delle quali non à ~sibilo rendersi conio d0alcun fallo. • perciò attendiamo con Interesse dò ch·eg,li promotto di dire riguardo olla cultura italiana ed ai preliminari d'una tiloaofìa della rmza. Ma non aa.rem:no sinceri, se non gli monilealasaimo lo incompiela saddisla:ione, che ci ha IOSC1atoIl suo ordinatissimo acrilto, la sua maturiiò di ragionamento. E siccome al traila d'insoddialm:lone riguardo a concetti d0 intereue nazionale e noi sior:,o qui per capire, abbiamo il dovere di torne almeno un cenno. Dice Grìlo chs la borgheala aia una dOS-- se aplrl!uolo, una mentalità di tutti I tempi, in cui predomina la lenden:a al quietismo. Mo la borghesia ho Ictio la rivoluzione lranceae. Ahro che quietiamo. Borghesi lurono Danton, Robespierre, Fabre, Deamoulin, fou• ch6. furono ladri e sanguinari, come quelli. E' lrialo parlare dei morti e non perdonare al morti. ma siccome quelli formano ancora Il mho borghese, carità di palria vuole che se' ne parli. Di Robespierre non sappiamo altro, .. non che losse un sanguinario; rca delle !rodi e I ladronecci. deçili altri à pie• no la loro biografia. Perchà fecero la ti• voluziono7 Di che specie di eroismo 31 tratta? furono I mercanti, i monopolizzatori del• !"oro del cinque e seicenlo, che slrozzaro~o col donoro gli antichi padroni di terre, s·,o• pouea1arono dei leudi. E ehe fecero? Coltivarono le terre? Crearono i servi della gleba. Tolsero al popolo il demanio feudale, tennero il poporo alla lame. quando non gli dettero la caccia, non lo anidorono dalle lene che abitavo da lempo imme• morabile, non lo lpinsero alle corli del mi• rocoli, por stabilire riserve di coccia, o sle~- minoli paacoli, in cui con l'opera d1 qualche pastore e senza al può dire lavoro, potevasi mettere a !rutto un gran oapllole d'animali. Altro che quietismo. L'agricoltura vuole societ6: e ahmenlo il popolo e le citt6. Eui ercno i nemici dell'agricolturc. la vollero dosare. Essi ercno I padroni di lulle le merci, di tulle le, derrate, es,i con~phono di farsi i bagoarim di lulU i continenti, principiando dall'Europa. Essi avevano coslruito il meccanismo di questo stupido dominio. ne erano già pa• dronl, quando I.cero la rivoluzione france• se, la rivoluzione dello ricehe:z.za mobile. come dobbiamo chiamarla. Che cosa è !"abolizione dei feudi, l"everalone delle tene leudaU. se non 1ogliore la lena demaniale al popolo, aenza un cor• riapellivo; se non aonzionare e render legale un'usurpazione, che alto mot6 del set1ecenlo era beffà consumcrta; mollerei sopra il polverino? Gli abusi feudali non erano quelli d•i leudatari: gli on1ichi feudatari erano poveri e indebllati, e sotto il tallone del ricehl Gli obust leudoli erano dei nuovi padroni. E la rivoluzione al fece contro uno noblllà orrcai sdentata e puramente cortigiana Oue• ala • la retorico. lo capadlò di pubblico lalallicoziono, che ha la borghesia. Gli abusi feudali che la pollti0t1 dei ro prose o curare olla metà del settecento. e• rano abusi carotteristicamenle borghesi fu quella una lolla olla paglietteria, al cavillo leQale. I borghttal 1'i1trulvono, d1sce1to• vano, per tener testa ai re, opprimere, lo povera genie, manlenere il dominio. Volevano la p,cpr!età libero da vincoli perchè losff la proprietà di chi lo poteva comprare, non dol popolo. La polillca del re si può dire naia olla acuola degli agricoltori toscani, si può dire !atto da Pompeo Neri, da lui steaao portata nei domini auatriaci, lronceai, prussiani. Agricoltura e popolo si può dire il li• 10l0 di quella politica. E voleva dire rc,sli• luite al popolo le sue terre, I suoi diritti I borghesi si videro seriamente minacciati nel loro dominio dalla politica del re. Al· loro fecero la rt•oluzione. Una riYO!uziono reazionaria. Logaliuorono lo loro aopralla- -zlone. Cuel che c'è d0 1pocri1a nella cosiddetta legolit6 boTQhese non à che il sopore d'uno violenza aasl•tito dai poteri pubblici. fu niente altro c!ie reaiionaria la rivoluzione francese. [ niente altro ehe la d1mottra:zione che i bc!'Qheai sono capaci di delitlo, per ragioni materiali. I boTQhesi sono dei mercanti che ai sono impQdroniti del governo dolle nazioni, per governarle sc,nza onore. perch• il popolo è l'onore doi governi, l'antico onore dei re. I borghesi hanno lotto la rivoluzione lrancese e tulle le rivoluzioni della rivolu43
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