I primo è Sima. La forma del naso, che dl la sua carattnistica impronta 111 pro61o dell'immortale Dante, app,are non di rado negli appunti da mc prni dunnte le cscurs,o•u per I musa. Souo il naso cade pcrpend1colarmcnte il sottile labbro supa-iore, :- forma con l'in(en0<e un unico :a.reon, on inulto incuruto, che circonda sc,tt1lmcnte, e spesso con forza, la bocca chiuSil. OlC' gli ' .1.ngoli della bocca siano 1inti in sono può essere espressione di dolore o d1 malattia, nu p:-r lo più la figura r2pprCSC'Olalanon è q~lla Ji uno che si dolga o di un am11Ula10, nu di un uomo nel pimo della sua nt.1. Del resto ace.mio a qualche cspres. ~iom. malau o dolente, s,r ne trovano .sorndcnt1 e m,ti, N anche orgogliose, rigide, c.-r.erJ,:Khec, ongg1osc, esuberanti. Il mento è molto sporgente, chiaramt.·•rue disegnato, <1u,1ld'I(,'olta tondeggiante, spesso un po' a~uo~. Il J-"i.scher continua per un peno questa Jnrnziooe: ma è superfluo che noi la ri, portiamo. lnfaui a:co quanto egli stesso J1u più oltre: « Dopo settimane di con11nu1colloqui (:00 Etruschi d1 mumo, d, alabutro, di terracou.1. e di travertino. \CJo quegli uomini divenire un'altra volta ,i\cnti. Vedo l:t. loro ruu camminare in urne cd ossa Ja,,m11 a me. A che prò q,1_nurm1 ~li occhi con le figure delle tcmbe e Jei musei affatic,1rm1a disegnarle e a dcscriH·rlc, a Ouus1. a Voltern, a Tuquini2, qu2ndo basu,·2 mescolumi al popolo lhe s,ava sul pu.u.J.lc J·una chien, o sedc,·a 1n una qualunque osteria, per ri. troure ql}('gli stessi Etru)C;,h1,wi e pa.rb.nti dinanzi a me? Nt' ..:iò cr.1 l'd(ctto Jell'ner J)('OSillO per qu.1.lche tempo sempre allo sinso tipo di r.1.zu e dell'essermelo ccntinuamente nJ(igunto rogli oc..:hi della mente, nu en una nud.1 osservazione, che rui.st.C'\·a a o,r;:.nimtica. Jnfatti, e: ciò mi tonferma,a l'obietthita del m,o ,cdC'fe, questi « ,·i,enti Etruschi• non li ntro,•.1,0 uguaJmc:nte in tulle le antiche città che io conoS(e"\acome:ctrusc.he. Ne in.:ontr.1.i molti~imi a ( hiusi. Ma anche a VohNr.t, and,c a 1·arquin1a. Molto meno. però, 2 Perugia. E così niente affatto a Vitc-rbo. Non do,·C'\•a la storia di Viterbo, che non era del resto una città etrusca, col succedersi di tanc·e signorie, di P.1pi e Imperatori, e col sopra,"·eriire di tante nuove genti. spiega.re: il cambiamc-n10 dd suo popolo? In Roma si. ,·edono « visi t1ruschi ,. mollo più spesso che a Firenu. con la sua storia piena di ambtamenti ! Debbo inoltre aggiungere, che, ancor preso dalle mie im. pressioni etrusche-, visitai pure la Sardegna, e non ve ne tro, 1ai neppure uno. E così pochissime tncce, nella mia gita in Piemonte, dalla ro5ta fino alle valli delle Al. J lliprodu.aioni 9u1.6CM di •olti •lfivioti •vi aarcofo9i etnaachi CMI Ml.lMi di Volterra • di Viterbo (da F1.scher) p1, o in Locnb.ud1a, o nell'ltali2 meridion:1.lc. L'impronta aHinc dell'Italia sope-rio. re, manci agli antichi Etruschi, come anche il tipo detto rned11erranro, che domina nell'Italia meridionale, sotto un:1.linea d,e ,·a da Roma 2d A.scoli:.. Urto oggi, conchiude il Fischer, per la fusione delle stirpi che n:lnno fomu.to il popolo itlliano, anche in Toscana, in Um. bria, e nella met:.. superiore del Lnio, si trova la prcsenu delle rauc mediterranea e nordica; ma il 1ipo etrusco è sempre individuabile: « Varrebbe la pena studiare Uomo di Voltem:r (d'¼ fi•cher) fi91,1n11etnaKO del D'l\lMO di TOl"q\linio. (da 0Kher) q~o C.1.tto :anche d,d punto di nsu della stona dell'arte e dello spirito. Se il 1-"ra.sscttont'l suo ultimo la,·oro sul tipo ,...n.i:tlc di Dank, chianuva D;,,nte un etrusco, oggi mi scmbr2 che abbia a, uto ngione, e d,e non giustamente io, nell:l mia critia su questo punto, lo abbia defi. nito, per il tipo del naso, piuttosto un di. narico ». Ora, aggiun~, il Fischer, "i sa. rcbbc ancora la questione del dare un no• mc a questa nua. E poichè la caraucri. siic.a ,he la d1stinJ!ue da tutte le: altre, sia del Nord che del Sud, è la forma del na. so, è di quc:Slache ci potremo s,en,ire, onde foggiare il suo nome: e la chiameremo la rana «aquilina». Essa si lrovna già nel! ltali2 centrale, (mo dalrctà nroliti(a; mollo prima che gli Arii sccndesStto nella peni.sola. Quando ques11 appan•CfO nella pianur:a padana, por, t.lndovi rusanza dell'incinc:-rationc, fomu- ''.1. già tribù numerose, a confine con cui. Quanto agli invasori di C\li J»rla EroJoto. ,·cnuti per mare dalla Lldia, dato che si accetli la tradizione, niente ,irta di credere che essi siano rcalmcnlc apparsi in un pe• riodo mollo più i-ardo. Ma comunque, è ce110, conchiude il Fischer, che non erano nè di razu. lC'\'antin,, nè-di nua Oflt'fl• tale. Tutli i ritr2Ui, (la lui studiati lo dimostrano. Pote"\'a trattarsi forse di qual. che gruppo di lndoeuropci che, dopo avere lungamente risieduto sulle coste del. l'Asia minore, rd aver\'i assimilalo qual. dlC usanu. .soprattutto rcHgi05'!, d, ahre popo!uioni coli residenti, la abbia portata in Italia e. incontrJitni in un primo tempo la ruu che abbiamo dcscrilla, (' che colà, da gran tempo risiNe"\·a, ne sia staio in poche gener:azioni int«amcnte assorbito. Canunqut', anche ammesso che ~iò sia awenuto, non ne restano nelle fìguraz,oni se non scarsissime tra.ccc:,Quella che rell'ctà antica ,·enne <:h1amau.e.mlii etru- )C.I., e che poi riappane come c1viltì l~•- no del McdiOC'\·Oe del Rinascimento, fu Jo. vuta interamente alla rana pnmiti\'2. G. DD.L"ISOUS.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==