Ed oro ecco lo aeeondcr porte dello acrillo d1 Arturo Grilo. Al prossimo numero lo tena, e ae Cl sar6 spazio, qualche O.lor• voz1one. Grifo continuo. dicendo Queata scuola morale, anzi amorale, dello borghesia ce la diede proprio il car• tesionesimo? Dicemmo che mentoht6 borghese ò Il momento in cui lo spirito li alfloscio nell'inazione, si r1hu1a allo slancio verso il dovere, vede solo sà come lndividualit6, ne,gando ogni trascendente etico. C questa la hlosolio cartesiana? No, certo! Vero è che la prima certezza scoperta do Cartesio lu la 1nconfutabilltà del cog110 ergo 1um, dell'io. Ma 1'10 cartesiano non è nò la coscienza 1nd1viduale del libero arbitrio luterano, nò l'c on>, l'uno qualun• que della bor9hes1a, ma il soggello del cono.;cere come preliminarilà dell'atto conosc111vo. E Inoltre, in Cartesio, io che penso e sono, non ho ancoro per questo un valore a&sOlutO'.ho bisogno di Dio che mi tondi. Non è del tutto g1u1tihcata la frase del Pascal, che Dea Cortea si sia at,rv110 d1 Dio aolo per dare una spmta aò monào, e che quindi volentieri ne avrebbe fallo o meno. se avesse potuto. Come se dicessimo che se losse possibile far cammmore le macchine senza benzma o ohro. no, lo faremmo volentieri. V1 è re119enzc d1 un·1mmonenza e di una 1ro1cendcnza 1nd1v1sib1li; e quando Cartesio cerca 010 non è che voglio condizionarlo alla 1a9io.,t, ma esprime I 1atanzo che \°Assoluto. Dio. O il condizionante della rognone Vero ò che dalla lilosolia carte:uano sca• 1uriacono molti 1en1011v1di 1pe~ulaz1one 1:nmonenlis11ca, ma Cartesio lascia molte porte aperle e c'è anche quella giusta, q1,.dla cho è da inlilare, quella dell·e1i• genza d1 una lrascendenza. Cò un punto m cui pare che ti cartoaianesimo vada a braccio con la bor9he1ia. la tendenza al raz1onahsmo. Dopo avere chiorho 11 con• collo dt borghesia non pare che tale acco. slamenlo possa re99ora1. A volte 1I bor• 9hese :a91ona, ma per tentare d1 91us1ili• care con sohsmi la propria omorahtà, e diventa formalista. umversalista, e 1n ciò 09h rimane solo e sempre borghese; chè la ralJione, se per un verso ha le radici sullo terra e per I altro svella vorw li cielo. alloro non merita che le aia detto racal Il lezioso 109rana9910 razionale della :nenie borghese è lormahslico, e pub apac• c1ars1 a egual titolo per cartesiano, per fenomen1ata. per pr09mauata. per ideali• a1n La borghesia è il peso morto della 1to:ia rnentre Cortes10 ha il suo peso che non è poi tanto morto. E noi pou1amo con 1011ma coerenza apprendere Des Cartcs. d1sc:1miname !e esigenze ancor vive e poa111ve.e poi, chiuso il libro, uscir fuon - ch-, poi è un entrare - nella vita, a re11p1ra:e l"ana on11bor9he110 dol clima lo3Cista. e magari a 9ndare. e Viva Tunisi 11ahana sono le lmeslre del Consolato Francese. Come 11 car1es1ones1mo non combacia con la Lor9hesia. cosi neanche la Rilorma può ident1hean11 a menle chiara con que• sta o co-, quello lmpotlo anzitu110 notare che l"esigenza di una reh91osil~ acatunente dal prolondo della COfClenza dolrindivlduo, esigenza che dc!crminò lo formulazione del libero orbi· trio, non coslituisce certamente il tormento della coac,enza borghese. t vero che il hbero a:bitrio può onere uno buona s<:uta per M>Ufar11ai doveri, e che un aspetto 46 negativo del luteranesimo è il disperdersi di tutto il valore della tradizione 1n un pulviscolo di coscienze. con un egocentrismo che ha molte alhnità con la conce• zione sog9eltivia1ica, anzi part1colariat1ca della borghesia Ma non per questo bar· 9heiia o protealanl&simo sono una coaa, In una coscienza protestante cl può esaere pii) movimento a&etm1ionole e antiborghese di quanto a volte non ce ne aia 1n certe !orme di cattolicea1mo snaturato, supinamente ada91anlo11 m una cnatallizzaziono della volontà. E il vero d1 questo appa• ren:e controd1z1one ata nel lallo che il borghese non è mai capace di nessuna con• cezione veramente religiosa della v110 La borghesia è tutl'ahro che una mistica, • questa ò un'altra non secondaria ragione per cui 11fascista non può essere bor9he1e. Vediamo oro se Il proteSlanlesimo s1 aqu1valga alla hlosofia cartesiana. Gi6 dì· cemmo lo differenza tra l'io cartoalano e quello dello posiz1o!'le protea1ante. A99iun• g1amo. fra le diverse opere critiche del pensiero cartesiano, ce n'è un gruppo che asa&gna al lilosofo del Metodo addirittura una m1ss1one apologetica del Cristiane• simo. Taio o!fermozione è 91us11fìca10, o parere degh autori, ,io dal valore inuinaeco del pensiero I cui spunti agostiniani furono giò mc,al in rilievo dal Malebronche e dai Ponoreahsh, sia dal personale spi• nto profondamente reli91oso II callohco dell'uomo. sia da falli particolari della sua v,ta che lo avrebboro indotto ad usare del auo intelleuo per il bene dello crishani16 caltoliro. Noi non ci facc,amo auertori d1 questa ideo: ma è s1ntomalico che, men1ro esis10 una tale corrente critica, non ne es1sle mvec. un'ollrò egualmente londa1a che ponga Cartesio come rapolog1sta del• l'idea !uierona. Solo qualche autore motto m luce qualche punto di contalto tra l'idea luterano e quello cartesiana. In venlò: e9h non Ieee dell"apologetìca in nessun senso, e tanto la Chiesa quanto il Pro1eston1esimo da principio dillidarono delle nuove Ideo. per quella naturale avversione che tulle le conle11iom ha:1no per ogni formo d1 razionalismo cnt1co. Perciò In Olanda fu pro1bl10 l'Insegnamento delle doltrine corte• a1one; perc,ò nel 1663 furono messe all'ln• dice dalla Chiesa Cattolica le opero d1 Cartesio. Non si pub negare che c'è qualche punto in cui l'at1999iamento del liloi:olo lranceso nello suo metodologia revi11onis11ca s1 ricollega al revisionista Lutero; ma 1 due uomini e le due concezioni non 1i !erma:10 alla posizione iniziale. Rimane da dire ancoro qualcosa sullo ebraismo, e w e in che misura e:no coln• c1da con la borghesia o con il cartesia• nesimo o con lo Riformo. franco Cosentini Cl :s-crive Sono un giovane liceale di Milano, Iscritto alla G. I. L non aolo come tossora10. ma come aà~;~nte al mov1men10 Fasc1slO con lutte 1.,·f..;,:-zedello spirito e del corpo. (Dico que3\o per non essere in ae9u1to lromtoso). Seg:uo con inlereuo la vi• voce polemica cho al ato ,volgendo tra gli arlisti 1laliani sui vari 91omah, e cui porto<:1po anche La Difesa dello Rozza Non riesco porò a comprendere cho relazione vi 1ia tra Fa:s-c1smo e arte. Coa"e Arie Fascista? Lo 1! dica hnalmentel lo penso che non abbia ragiono d'osi• stero un'arte faacisla por il solo fatto che un'orle d11l011ista o borghese o 1lmlli, non ò tra noi amme110 an:r.1meglio, non è Ira noi considerata arte. L'aggiungere il tor• mine e fasciata>, che credo sia mes.:,,o 1n bello vista per uno slupido e insulso senso di adulazione che dovrebbe esse·, alline aorposaato, ò dunque, a mio parere, completamente superfluo. Strale10 queste-parole da un discorso del Duce, pronunziato all'inaugura:r.ione del Con;r&aso Nazionale delle Assoc1azionl Arti1tiche nel 192.◄ e Se 1n·ogni movimento di rinnovazione politica e un riflesso estetico e artistico, noi sentiamo che quealo riflesso ò soprattutto pte• sente e vivace in quello che abbiamo al• tuoto non per infocando bromo di potete, ma per re:s-tituiro al popolo iloliano il auo stile. Lo stile che è la carotteriallca eterno e lummoaa della stirpe, che non 1010 dat6 agli uomini le norme per edilicare la Cl• v11!6 fuluro, ma le savie e giuste 19091 n~11arie alla civile armonia. .. Il Governo Fasc1sla ho 916 mostrato dì conoscere i suoi dover, dinanzi allo glon010 eredit6 do! passato e alle prome,... certe dell'avvenire. $pelta ora a voi, artisti, di alud1ore tutlo ciò che pu6 rendere più le• conda lo \'OSlra miHlone >. Come s1 vedo, Mussolini non ha allatto accennato a uno arte particolare Faa<:ista; si dica arte vera quindi, :s-ana, 1tohana cer1amento, rispondente perciò a tulle le caroitenst1che porti• colon e innate della nostro rozzo, ma nien• t'allro. Il Fascismo è soprollutto oziano, senza dubbio ò anche teoria soelale. economl<:a, politica, ma quanto ali arte, aocondo mo, no e fuori (ae sbaglio sto a voi il lorml rovv•dere) e potrebbe ben11• simo aver !atto dell'arte Ja.sci1la Danle, m quanto vero artista. Tu11191! pseudo-arusu del nostro 1ompo, che si dìcono tali solo perchè &anno scrivere due parole nell'am• bito d1 una polemica, o polemizzano, poi•• mizzano. polomizzano senza Ime, tacciano una buona volto e compongano uno vera opera d'arte; invece di strombazzare lante 1eorie, al mettono all'opero, e noi saluteremo Il capolavoro, 1ia d1 esso autore un 1rodi:r.ionali1ta, un po.ua11s1a, come un lu• turista, un noveconll1ta e via di aegu1to. Ma non si tiri m ballo o ai lanci con tanta leçigore:r.za il 1110!0di an1ilasciata, che • in quosti 910ml come pollttggialo da un avvoraorio all'altro. perchò aopranutto. io credo, èotto a apropo1ilo Cosi cl scrivo Franco Coaenuni, o ci sembro ch'egli sappia benissimo che voglia si9nilicare orte lo1ci1to; che sappia beni"imo che fascista voglia alç,nilicore ar!e propria dell'immoginazlono 110Uano, immune dalla r1flessione d1 probloml eatra• ne1 alla nostro naluro, che le tolgono On• 91nahtò e l"tndeboliscono A queslo proposito voghamo citare un hbreuo di Giuseppe Ponaabene, uacito In questi 9iomi col titolo La Razza e le Am Fi9uro11vo \edizione Cremonese. Roma. XVII, lire cmque). Cosentini v1 troverò confermo d1 quel ch"o9h dice, o indicate le prlncipo\i dovia zlonl dell'arte italiana dalla suo lmmaç,r nazione nazionale. quelle deviazioni • de bolez:r.e che a ragione hanno fatto ch10· mare ontiloacista un ·arte che non ha radico noi fondo dolio nazione ilaliana. Filosoha 011et1co. d1aletuca tendente. nfleasione ~ non 1mma91:1azlone ai pouono tutto wm• moto chiamare queslo fon.e. che ailanto• nono l"arle dalla sua natura, eloè dall"1m• ma9lnoz1one nazionale. e Egli ci dò senza volerlo la prova - scrive Ponsabe-ne - che I Estetica, ben lungi dall'apportonere al nostro lempo, è 109010 ad un periodo del• I arte ormai allatto ,taccato. All'Infuori della pillura poietica del Sei e del Settecento,
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