O;get1i del M... ic:o cm1ico (Muaeo nO'lionole di art1ropol0flio •d etnologia . Flrense). , 1<,1 a e,.te ,una) 1.ma d<> io mag91on ~ 10 ncezione della aequi1as, carat!en• a ~d mgmah:tiauma .jel dmuo romano L aequitas. 1nla!U ·~monamento anucipa q.;e lo ~he 10ro uno dea mas::1m1e pi.ù ori• ,1inoli 1nse9nament1 del Cn:ito la compene• 1:uone delle d1..e vulù G1us11z1ae Contò. o quah umbrerebbero 01 auperliCJ.ah op- ~te, ed invece sono cosi compenetrote che non 1,1 !ia veramente l'uno fuori dall'altra. V. Tu111aanno quanto gelo- a. e quanto 91ua1a:mente 9el060. Roma l~;.10. nelle sue epoche rr119i1ondel suo jus ch•ile, ma nosauno 19nora quoll o'.tra coatn.mone, :ion meno 1rand1o,.a, che fu lo I\I.S 9entium. Che cosa ra quostc,? Era Il ~1conoacimento, da un canto. della d19n1ta razziale do1 Quum. e. .fol1°aHro. 11 riconoscirnen10 della un1tò ong•• nena do\ genere umano. chè a tu111 gh uomm1, sohanto porcht uom1m, Roma ricono(,be po1eatà di diritto. Altro che a,;pe1tare 1li ,mmortoh p11nc1p11del 17891 & ~ 11,()41,è,~ "lollo 1tesso senso. lo 1uden1e Nino Moz- ·t1 di Veneua dice u Cmtt!onea1mo, per quanto ca insegna .J noia.re Reilg .,r.e er-:2 :,.,1,.;:1co;n,C:Orpn• a a divenire Ro:nor.o. p•rd:è- ,: .:attohesuno • ur:o dei principi lo::damenta!1 dolio jonuno d1 Cristo. Soltanto potremo duo che 1I Cn:.tionea1mo neU·opera coordmatrioe ed Jccentrotrice. svolta con cr1ter1 universali dall'l:npero Romano, trovò lacilitata l'esplicrn:ione del suo prmc1p10 callohco E nello s!easo ~enso, .scrive 1'1nte9nante G,org10 Emanuele Certo di Anagni Lideo ciuhana. nota 1n aeno al popolo t-braico. non aveva potuto in esso mollere radia. lnlall1 la mentahtò semita, legata ad una eon~z,one economica della vita, non ora atta a concepire un regno che non I~ di questa terra. un dominio del mondo che non avesse dato ad Israele alcun potere materiai•. P♦r volere del suo fondatore il 44 Cr, tiane uno p,erO era na10 ca: ..,,1co An• dai.., in lullo 1I r:1ondo > aveva dotto Cnsto a, d11ce,x,h i:: per portoro la buona novella 1n tutto il mondo la portarono necouor1amenre a Roma, umbilicus mundi. Qui il eme tro·1ò 11 suo terreno lecondo: 11 popolo romano non aveva mo1 aSS099ettato il suo sp,ruo alla natura, non cr,eva ma, voluto adottar:u ad esaa. Aveva anzi sempre e.reato di dominarla, sonoponendo popoli barban, 1rocc1ondo strode, coatruendo ponti e acquedotti, p1eçiando ogni !orza alla sua vo!onlà A qu1t1lo fono d1 dom1n10 della natura e dogh u::unin1, venne a sost1tu1rai l1dea cn• 11t1ano, opportatrioe di un nuova volonKI. d1 una nuova libertò Il romano avevo domi• noto la natura, aveva dominato il mondo. rag,;1unto l'apice dolio gloria. Ora la sua 1ber1a ha b1'°9no d1 un altro conquista, d1 un altro dominio E' un nuovo mondo che sorgo e lotalmente cozza con il vecchio. Roma, finito uno doi compiti asaeçinatole dalla Provvidenza. 1.-ntrain una nuova fase: dopo over dato al mondo lo spanio del suo dinllo dovo 0ta (;I.Uumere l'impero del mondo morale Compenetrata del nuovo ideale non può rHI· stero allo prossiono dei borban. Roma con la sua luce novella li abbaglierò • pi► 9!1erà le loro volontà come un 91omo ho pio,;;oto i loro corpi. Eu1 non potranno lo• ac1are traccia nel nO#tro popolo, perchè non avranno alcuno idea nuova da imporci_ E tornando ai loro paesi, porteranno nel loro sp11111uno mhnila noetal9io della luce d'Italia. e non troveranno paoe se non quando 11 saranno di nuovo a11&099euoh a Roma. convertendosi al Cnalianos1mo Il dominio d1 Roma 6 crollato. ma dalle rovine è sorto un nuovo impero. Con quoato pet6 s1 eaauris~ il compilo affidato dolla Provvidenza al popolo romano, per aua intima natura dominatore? I pcl$10h secoli d1 gloria sono forse una paronles1 che scompare col sorgere del cnahonea1mo? Non c • piuttosto un legame inhmo? L'impulso dominatore della raz:r:a ripieçia dinanzi alla pressione dello straniero. Ma innn1nb1lmento si J)feporo 11 naveçiho d1 Roma Mentre le dominar.ioni s1 1usseguono, gli or1tst1, 91i acrlllori, i poeti, vanno IG'O• vondo un letto J)TOlondoalla corrente del R1sorg1mento. Siamo stall abituati a ~rOOJ'e l"origine d1 questo movimento nell'importazione dei prtn• c1p,i dolio rivolu:uone lronceae Il R1aor91mento à mvec. un fenomeno s1onco no• z:onole; t la soluzione !09"1cod1 uno svolg1menlo del pensiero italiano 01trover10 1 ucoh. Roma acconto al Seggio d1 P:ie1ro, noddica il suo Campidoglio e 11suo foro; da questa unione nasce uno nuova conce- :r:1one che ha lo sue baa1 nella profondo radice del popolo italiano ~~e, e, ~ L'universitario Gennaro Bianco d1 Tuhno .Napolt) c1 acnvc Il me.colarsi dei lo11ni oltre i<" Alpi, ho dato on91ne a popoli d1 una roz:r:odiversa, por olovotcz:r:o d'1n9°'9nO, dalla nostra 1n cui 1! sangue latino 6 stato mantenulo pii:l puro. 01lath mentre an ltalio dol ·300 in poi 11 b honta 09ni arto. gli ahn paesi hanno viuuto lungo tempo all'ombra della loro c,pacit6. ed i pochi grondi mg09n1 avuti m quel periodo, ixopr10 per la loro 9on1ahtò dobbiamo rttenerh d1scendon1t d1 puri launt. Difendendo la razza si difendo lutto un patrimonio spuituale che • coalruito e 11 basa prmcipalmonle sullo rell91one. Dilen• doro la rana ilahana vuol due dilendere la rehg,ono cattolica. t· 11010questa rau:a che ha difeso 11 cattolicesimo, che l'ha oateso, o che ha elevato sulla sua terra il mQS31motempio della Crislianltò. Una decadenza della razza 11ahana vuol dire uno decadenza del cattolice1,1mo, la d1stn.mone della raz:io italiana vuol dire la d1stru:r:1one del cattolicesimo. I provvedimenti rou1ali italiani pouono considerarsi altrettanti provvodamenli a difesa della reli91one. Metlere Ul ballo l'Azione Ccttohca. • quanto mo1 inopportuno. e non può trovare oapitahtò nella noatra nvisla ominentomonte razziala. Il cottolioes1mo, con i suoi pnnc1p1 morah, deve contribuire alla aamlò della roua, • noi, dobbiamo cercare che vi sia collaborozione, Illuminando coloro che In un compleuo di relazioni, ai aono fermata od esaminare il lato meno buono, o meno importante, e, che pl\l di ogni altro, altro adilo a d1ver9enze da vedute che non poasono che M>Cid11fore1I supen1ter1smo obrolco-mauonico cho cerca di ln919antue ogni dtHidio, d1 alimentare ogni conlrasto Invece l'avan9uordista Darlo Martin! di Milano scrive, rispondendo all'opinione che manifestò un avanguardista di Cagliari Vorrei dir9li che ronticallolioesimo di molti giovani non denva nà da bona n♦, come egli dice, da esaltazione nota con 1o a1ud10 d1 Voltaire. ma da quello naturale rehgiositò, che vprrei chiamare nordico. cui npu9no ìl dogma e il dohnlto, quell'innata religioait6 per cui ca sentiamo par11 di un lutto, la Patrio, per la quale soltonto viviamo • combaulama. Ora, u questo -...li chiamo eaaor cattivi cittadini, • evidente che, per lui. il buon citladmo è 11borvheae pantololoio, 91ud01z.zoto e 1nfrancio■ato. Cosi scrivo Dario Martlnl, e nol vorr♦mmo sopore ae • poe.a1b1\ech'egh non aap, pia che quella rohgiosi1ò e panteismo dt CUI egh parla alano proprio di quel bor• 9hes1 e 91udol d1 cui e9ll llHIO pur♦ parla; e che l'orma della guerra che I borghesi hanno fatto al Rinascimento. la civ1h:r:zazione olla civillò, la rroncia all'llaha. sia
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