questionario Molti nosttt 1011011ci hanno la"o e con• tinuano o lare, ques111 n9uardo alla con d1z10ne • capoatò • c,ttodinanzo d,ogh ebrcu • delle persone nate da mo1rtmont m1a11 nguardo maommo an·1nterpretcrz1one • ovphca:uone delle lttgg1 d1 d1lo10 della razza itohon~ al1re.11 o domandare, consiglio • ma9an aiuto. per t111olvere qualche d1lh· coltà. un 1mbara::r:zo. scabroso e puamo inumo a1tuozioni; dliender:n da vendette. ~r,;ecuzioni, 1ntrigh1. p&tulonze d·ebre1. ecc. Per e.semp1O, ad una t1spenabile lam1q\io tmpolenle a sottrarre uno 91ovane all'1nlh.1enza d"un cacc1O10re d1 dote ebreo • p,,la~. siamo ancoro deb1lon d'una nspo110 ~mphciuima. quar• quella d1 non 1cora99iurs1 che J"outor1tc!i non abbia JX)tuto !I.Ub1loacongiuror. B1ilatto pencolo. ma aver fede che c1 sono buone 1~91, e che rautc> ntò e tenuto ad applicarle conlro oc;,,ni1,pe• c1• d1 reawst•nze. Un nosuo asa1duo leuor• d1 Milano ca ha scr1!10 che cerh ebrcn abbiano mascheralo l'eserc1uo delle loro pro- !-,sa1on1 çol nome d1 qualche comp10cente 11ohono. 1na questi non aono tau, d1 cui debbano occupan.1 1 t(tdO:ton d"uno nvialo • 11pubblico dei louon. sono 10111 di com• P4ll~n1:c"delJ'oulon1à e nel caso. materia d1 cronaca 9iud1ziona. Comprendiamo che a no1 s1 pouo nvol• 9ere un povero diavolo. ma chi ho conoacenza dello pubblico amm1niatrm1one ao o chi nvolgcrs1. e che in Italia non solo le leggi a sono. mo che 110no fedelmente a~ phcate. E ogni 1:ahano aa che J'ulhcio dol· l'autorit6: da noi non dipende doll·umore delle per:sone cho lo esercitano. ma dalle lt-991 che io r09olano. dal dovere d1 obb.- dirle. che co,lituisco 1·onore delle 10991. H-nzo 11quale nea!lun r9991mento potrebbe sussistere. Il vero principio d•II autoritò à noi 11en11mentod"onoro d1 quelh che la esercitano. Do ciò d~mvo che ogni reggimento debba nposore ~IÙ aulronore che sulle leg-;1, che Yl npos1 specio1menle 11 nostro 1nm1lmente I onuco. quello per eHmp10 dei re d1 Roma. 11 londavo p1ù sull'eroismo che :mila nlles• sione e lo volon1a Per lonuno. non • p1u d tempo d1 domandorct qu1s CU5tochet cu~- t~s. Oues!o i;e lo domandano I tohtor1 delle SOCH!llÒcorrotte. Nemmeno m uno societò sano e be-nis,.::-no ordinata aono seru• pro e•11abih non diciamo I dohth. rna le 1n9iusht:1e. MJ lo lo:uero, sarebbe Imita lo Tila morolfl, Imito il drammatico dello Jt. t--f,•tò Invece. puo r;empre accadere chE ta• luno e:JetClh un ulhc10 sen:zo onore. e che li colp!K'O. p-,ch• lai 11 tuo dovere; che trovi occohu. proletlon. perch• ho mancato d onorf:, mo se lo v.d1 f<ed•r• promosso alla ruolo d"appello o della corte suprem..a non gen-,ahzzore, 1nvec:e penso quonlo 1ia raro 11suo caso. pensa che non ce n'à un altro 1im1le. non d&Spera,e per quealo solo louo deU·onore del tuo paese. questo à uno olle.so che non c1 merit1amo. L'esHnziole • di conservarsi l1ben,. fare cioà il ptopno dovere. anche nel credere che mtor..-e alla 91u-stiz1a ce l'ha prima d1 1uth rautoruo • non domandare g1ua11z10a chi non ho ulhc10 d1 darla, che • gi6: un"ang1usl1z1a. 'U~ ~~ Tuttavia continueremo per quon10 • po.. a1b1le a n~pondore alle lettore d1 quelli che c, !anno quesih sul 119n1hw10 • J'appliwZ1one delle l99g1 d1 difeso della rozza. con l'avvertenza però che noi non siamo leg1s11 o Papiniana soprattutto non c1 pioe11 di ••· serio. Le nostre leg91 sono abbastonzo chiare e 11loro mi9hor 1n1erprete • Il aenso comune. Ouondo l"interpr•taz1on• commc10 od andare oltre 11senso comune. vuol dire che à malata lo leggo o 110no molati gli uom1n1. e che ai deve npetere quel che Pom:io aonn1ta d1s.e 01 1uo1 01pil1 Voi 9rec1 diacutele tanto dello virtù perch• non ce 1·ovete, noi invece abbiamo 11 costume dei nostn padn, e non pou1omo abo9harc1 Le nostre leg-91 aono abboslanzo chiare e per capirle. non occorre 11paccore un copello. E con l"avvertenza che queste color,ne sono dedicate a ques11on1 pr1Te d1 uhle e o quello massimamente inullh dello avdtò. e 10no dedicate o tulh coloro che s1 occu• pono deU·Itaha ptir neQun altro scopo che l'ltaha slftua. Perciò non ci occupiamo d1 quelli che 110 ne occupano d1veraamtmte. nemmeno d1 quelli che pro!essano cho 11 Rinascimento, cioà J"ltalia. sia diventato Po· trimonio lrancese. e che noi non poh10:no oomprendere 11Rmasczm•nto. M non attraverso i lrance;-Ji. che vuol dire che lhaha non es1st•. mo aoltanlo uno suo nlless1one; e tanto meno dei sou1monah. nv1111ee tl!-n.e pagme de, noslu lrancesina del R1naac1mento. c1oà d1 tonto parto della leneralura italiano. ordmata in quel senso. Sappiamo benissimo che I} una vecchia rogna ilohana vecchia d1 t,. HCOli, e che il auo contai;iio I} venuto dall'istruzione pubbhca. la quale ha CO:t!'.onhto a! borghesi. e a tutll coloro che chiedono olio soc1e10 quel che nor. pouono chiedere alla natura. dt 1rovore nell'educoz.lone lroncose uno cifra odott,s• a1ma ~r occuparsi d, COM cho non h n· guardano. pnncip1ondo dall l1aha Sopp10· mo benusll.uno che i volta9abbane, 1 pen1111. I convcrllll od ahn esempi non hanno im• ptd1to olla gioventù di p1ghar questo peste sbri9at1vo. Ma 1opp1omo pure che non • un mestiere roddn:zzare le 9ambe 01 coni C1 nvol91amo invece alla nazione genuina. ol popolo. e allo 9ran ma991oron:to dei 910von1. che con 1'1n1eilet10 ho 10pu10 conser• varo lo natura italiana Pasquale Penni11, profeuore dell'Un1ver• 1it6 d, rerTOra ci ha mondato uno scntto sistematico e un po' troppo e■te10 sullo nostra queshono couolico ma non pou1amo !.:..,eo meno di pubblicorn I pun11 .anenu, [9I. scrive. Ira l'altro L Difendere la rouo non vuol due neg,nu J"unitò pnmord1ole del genere umano. mo aollonto affermare la successiva ed attualcd1ve~1tò delle rane che la ste1so Chiesa riconosce e acnc11oce (clr. enachche Maxi• mum illud di Benedeuo XV • Rerum Ecclo. l.iae d1 Pio Xl) nà la Chiesa nega I volar naturali. come l'amore. la natura. e lo sp1• nto eroico. A questultimo prop041to, bas11 ricordare corno l'amore 1110difeso nella con cez.ione cri1llano del matnmon10. e nevo-, car• pe; 1I senhmonto d1tlla natura. tra lulh San rroncesco d"Au1s1. Mo amore. no1uro spinto eroico non posaono essere prote111 e 1lV1luppall senza un aono spm10 dr nnun• eia. coal come 1muemo lo nch1edono la con• ::ez.vne couol!co o quel_la laac1!1tOdella ·1111Q la 11.1un:io. cioà. OJ conall d1aord1no11 e d1:te:d1natc.n Oell·eg, ~mo 1nd1v1duale. u. La dlleso la!lc1,lo dello razza . .:i1rando o re,,.tauro-re e poter:z1ore la razza 1tahana restaura • po1enzia 11sostro!o della nat1.one 11alico cui O olf1dato v1s1b1lmonte un com ;:ito pan o r.ouun altra. ed o tutte ,;upe• r1ore dalla P:-ovv1denz:a. Lo civiltà un1V'e1 .aie. che è composizione di trascendente e d1 temporale come I uomo 6 composmone d1 anirr.a e d1 carne, • 1nlalh provv1donz:ial mento ord1not0 coal che lo occorrono due gencraton reh91oao I uno e polwco (in 111tnso vaato) l'altro. La civiltà • per sua naturu cr1st1ano•tomana. ma questo secondo elemento non potrebbe eHere vitale Mn:Z<l quell opera d1 purezza accrescimento e volon:zz.az1one del popolo 11ahano che 11roac1emo s1 propone amaverao il razziamo. Oue• •lo è dunque ordmoto verso quei hni stonc1 cho si appaleaano naturalmente • provYI· denz1almen1e conformi allo teua mLUiono stonco della Chie■a lii I! Cm11tanes1no 11 vero Cn1t1anes1mo conservatoai nella Chie$0 Cot1ohca -- non aspeuò a divenir• romano pe~ esHro um• versale: in quanto unico rohgiono nvelata dal r1gi10 di Dio lo lu sm dagli 1n1:u, anzi lo era 910 dal principio dei tem~ Stn qui, 1eolog1camente, nessun dubbio. Senonchè la questione non va pot:10 co::1. s1bbene 1n altro modo. Roma. da Romolo ad Augusto quale lun:i:1one ebbe m ordine alla rehg1one rivelando? 11 Cri!!lianeaimo, m oltn 1erm1ni dato lo suo euenz.o e rordme pcovv1dent1ale stob1h:o. avrebbe potuto non d1ven1re romano? Anche qui m1 pare eh• nesaun dubbio v1 po .. a es~ere: 11 Cri1hanes1mc,. da'.e le premei e provv1donz1ali. non ovr(>bbo po1uto non divenire romano. IV. Tra le prove della mi1,s1one di Roma (per la quale pos!!1amo dire che li Cr11hano o lu romano pnma ancora che gh Apostoli venuuero moleriolmenle nell'Urbe, e che Roma lu collolicc prima ancoro d1 e er• 43
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