La Difesa della Razza - anno II - n. 9 - 5 marzo 1939

rogm,i. Qua,rfo pill lt u/111/, stssuali ,ht hanno dato /11ogoalla fuo11daz.io11,sono uguali o biologirammr, affini tanfo più ptrfmo td t1•0l11rboiologiramt11ltsarà il 111101t,s·sotrt, 5i potrà obbiettare che i consanguinei, che hanno le maggiori probabilità di essere affini, danno luogo spesso a prodotti deficienti; tale fatto può csSC"respiegato facilmente in b.J.sc alle nostre conoscenze delle leggi dell'eredità. E' probabile, infatti. che i geni1ori in tal ca.so ;ibbiano nel loro pla.)lll:.i germinativo disposiz_ioni morbose Tali ricerche necessiterebbero però di indagini su più vut.2 scala da parte degli studios.i data l'importanza e l'originalità del problema. La denatalità, -( aceva presente il prof essore Giov. 0aUist:a Allaria, nel suo dotto studio: « Quanti figli h,mno le madri italiane», è un fenomeno che nella storia contemporanea è comparso sul tramonto del s«olo scorso, più o meno e,·idente in tulti i popoli di rau.i bianca; ma si è ac. ccntuato in modo rapido cd intenso in queTnbclln U llalla Italia ltallo Italia Condizione soclalca del marito Regno seHen• centrale merldlo- lnsv• trlonole nale lare Ao;ricollura 4.$9 Giornalieri rurali 4.08 lndu1triali 3,71 Operai 3.27 Impiegati.. ulficiaH 2.42 PTofeuioni liberali 2.60 Condi1ioni non profeuionall . 4.66 Medie totali 3.90 btcnti (cioè genotipiche ma rcccssh·e), che cu:dihte dal comune capostipite, ritrovandosi nel prodocto delle fecondazioni divcn. gono appari.scroti e nunifcste. Oggi si tende ad ammcttere che l'unione di due consanguinei sani, dia prodotti sa.ni e normali in nulla diUerenti da quella di persone affatto legate da legami di s:i.ngue, e che sia del tutto infondato e prfro di ri- )(Onlro il concetto che la troppa affinità 1:-iochimic:ae serologia dei gcni1ori possa dar luogo o dctermin:ue l'insorgenza di fenomeni morbosi, K' non sia causa di srr-rilitl. 4.67 4.15 4,79 4.61 4.12 3.57 Ul 4.24 3,27 3.28 4.61 4,27 2.97 3.00 4.12 ,.os 2.08 2.22 3.39 3.08 2.29 2.31 3.29 2,93 4,46 4.15 S.3(1 S.<l'I 3,68 3.53 us 4.25 sti ultimi anni pr~so parecchi Stati, così da imporsi all'attenzione degli studiosi e alla preoccupazione d~ Governi. Onde prendere in considerazione il fenomeno Jclla natalità della rana italiana, egli proK"gue, dati interC':$S:lntissimi può fornirci il VII Censimento generale della popola. zione del Regno (21 aprile 1931). Scccndo le ripartizioni geografiche le donne coniug,.t'e erano distribuite secondo le regioni nella manier2 indicata dalla ta. bella A. Confrontando queste cifre, con la medi:1 del Regno, che i: come .sopra appare 'l'nbclln (! Ouo- N. CITTÀ AbltGDU ConJugat• zl•at• medio per 1000 a.bUoaU delfigll Roma 1.008.083 216.9.52 m 3.13 Milano 992:.036 264.256 26' 2.69 Napoli 839.390 l78.765 213 4.22 Torino 597.260 166.742 279 2.26 C.no•a . 608.096 149.146 245 2.83 21 Comun.i coa 100.000 • più abitanti 6.991.138 1.694.063 244 3,29 14 Ji 3,90 figli per donna coniugata una \'Olta e convi\'ente con il marito (e queste sono più dei 3/4 delle donne coniugate in tot.ile), ne K"gue che h.1t1110 ,ma prolifi<iJà 11uggior, d,/1,: 11udi.1 J,/ Regno I, do1111e ro1ti11ga1a,p,11:1rltffmli .1/1, tlassi om1/i. 11 prof. Allaria nota inoltre che l'urbanesifflO è: la disastrosa. piowa che uccide le popol:uioni. O.alle st,.tistid,e del censi. me-nto 1931.IX :ipp:ue che il quoziente di donne coniugate per 1000 abitanti, cd il numero medio di figli per le donne coniugale era quale appare dalla tabella C. Secondo la condizione sociale del ma. rito (considerando solo le donne coniugate una volta e com·iventi con il ma. rito), il numero medio di figli è indicato nella tabella B. In confronto con 12 media del Regno, le oonne coniugate, delle città con :1lmcno 100.000 abitanti: I) Ha~no in media 0,82 figli di meno per ci2SCUna: 2) Di qursta prole meno numerosa gli indici di .sopravvi,·cnza e di mort:aJità r.ono all'incirca uguali a quelli generali del Regno, dal che risulta che mentre la pro. lificità nelle città maggiori è minore della media del Regno, le condizioni della prole io,·cce sono in gt-nere uguali; 3) Il numero medio di figli a\'uti d.t cfonne coniugate è minore di quello dei rispctti,·i territori ,rgionali; -1) 11 quoziente di donne coniugate wnu figli ~ maggiore dc-Ila media del Regno e dell'insieme dei rispettivi territori resionali; S) La proli6cità minima· è data dalle donne coniug21e delle categorie degli opcr2i. ckgli impiegati, dei profcssio. nisti; 6) L'indice di sopravvi,·cnza della prole legittima non è minore di quello mc. dio malgrado le provvidenze pro6.lattiche meglio ordinate nei comuni masgiori, e contr2riamentc allo str:1no pregiudizio, ancora molto diffuso, che a prole meno numerosa corrisponda un quoziente di morta. I ità minore. L'evidenza delle cifre, dimostra che l'urbanesimo ha nstir.sim.a ripercussione sul fattore demografico: sulla fecondiU., cioè, che può dirsi il dato più sensibile c'1 import-ante della foru e della intcs;rità fisica e morale di una Rana. GIUSEPPE LUCIDI

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