La Difesa della Razza - anno II - n. 8 - 20 febbraio 1939

gno di Federico lii, la comunità di Erice rispuntò sotto il regno di re Martino più gagliarda e solidale che mai. Martino d'Aragona fu più indulgente: era giovane, dolce di animo e il regno di Sicilia gli era st2to portato in dote dalJa moglie Maria, figlia dd suo prcd«C$SOl'e. Egli ordinò ai sudditi di quel territorio, comproi quelli di Marsala., che recedessero da.I prop>5ito di condurre in Chiesa, con la violenza, i giudei, per farli assistere al rito cristiano, pratica che contravveniva soprattutto alJa moraJe cristiana. Per particolare generosità inoltre concesse,con una « scrittura• del 1' mano 1402, ai fratelli Sa. mude (d Elia Sala della comunità di Tn. pani ed a tutti i loro discendenti muchi e femmine, il privilegio di diventare dome- $lici del re, aJla quale dignità andavano unite quelle di cs,ere giudicati solamente dal maggiordomo di corte, di portare armi di qualsiui forma, di non contribuire agli oneri del corpo giudaico, di non ~re obbligati a portue la rotella rossa e di poter erigere nella propria ca.sa un oraJorio prìrAJo, concessione rarissima che esonerava i privilegiati dalJ'obbH80 della sinagoga. PotcM una concessione tira l'altn, tanto gli cbrt:i di Tnp,ani che quelli di Mamla gli chiesero poi la facoltà di astenersi dall"obbligo di fornire le bandiere aJ castello della città, obbligo che non era mai venuto mmo prima di allora. Il re, senza stacarsi nelle linee fonda. mentali dai concetti dei suoi predecessori, cercava nondimeno di rinsanguare le fi. nanze delJa corooa ron i donativi che la comuniti gli faceva in cambio dei benefici; e han meno generoso fu re Alf0ll$0 che estese le concessioni 6no a consentire che gli ebrei t$Cr0ta.ucro la professione di medico, che loro era vietata, e l'ufficio di giudice. Co.sl essi arrivarono a costituire una potcn.u dalle mille fonc segrete: ma Ferdinando 11 era alJe porte, religiosissimo e pieno della giustizia divina, sostenuto da quella sua moglie, ls.abdla di Castiglia, che iniziava la sua crociata religiosa. Sentita l'invcxu.ione di una commissione di siciliani, decise lo sfratto degli cbrt:i da tutta la Sicilia, malgrado le cinquantasette comunità dell'isola facessero ogni sfor10 e ogni promessa di donativi per stornarlo dal proposito. Ma numerosi ordini religiosi si interposero pcrc.M il progetto del re rima- .. ncsse incrollabile: ne scgul dunque l'editto dell'esilio perpetuo e venne posto in csccu2.ionea Trapani e nelle altre città daJ viccrè Ferdinando di Acugna, il 31 gennaio 1492: considerati debitori del re, della Chiesa, delle città e dei privati, gli espulsi ebbero confiscati tutti i ben.i. Disp>5izioni scverissimc regolarono queste confische: non solo alle porte dei ghetti, ma nella casa di eia. scun ebreo si pose l'in~gna del re e si fecero grinventari. Gl'indumenti e le cose meno preziose venivano imballati e con~- gnati ai padroni, l"oro e l'argento e gli arredi di valore, pesati e controllati, venivano con~gnati all'eruio con severa proibizione ai cristiani di appropriarsene. Nell'antica chiesa di S. Jacopo in Pa. lerlllQ fu posta a ricordo di quel fatto una lapide in lingua volgare che esaltava le gesta del « Re Ferranti di Castdia • che « prisi lu regnu di Granata et an. MCCCCXQI foru cachati li judei di quistu regnu di Sicilia ». Nel 1589 Filippo Il dovette con un suo decreto proibire il traruito agli ebrei, che Ghetto anche dopo lo sfratto, venivano a negoziare nell'isola, specie a Trapani, che aveva ricche materie di nportuione; ma Carlo Il, nel l69S, concesse lo stabilirsi del pubblico commercio a Messina., permettendo anche agli ebrei di venirvi a tr.ifficare, a condizione che portassero un segno che li distingucs.sc, dunnte il tempo in cui dur.ivano i loro negoii. Non fu difficile alla Sffllptt intnprffldcnte comunità attaccarsi a questo filo per riprendett posizione e respiro. Ot. tennero infatti di stabilire il loro domicilio a Messina, di erigervi la sinagoga e di pn• ticare la Legge; nelle altre città ebbero pcrmnso soltanto il traf6co, esteso poi a tutto il regno deUe Due Sicilie. La tregua fu di breve durata però, chè nel 1746 crano di r.uovo sfrattati da Carlo lii anche se non nella forma rigorosa di Ferdinando il Cattolico. Certo che da allora a Tarpani non ve ne furono, e come dimostnno le recenti statistiche, non ve: ne: sono più. Fino a qual. che tempo fa rimanevano la via dt-gli Ebrei e via della Giudecca abbastanza significa. ti"e, ora hanno mutato nome, Ma più no. tevole valore storico e artistico ha l'avanzo della sinagoga, la cui torre domina col suo stile: medioevale il tono dimesso della moc.lC$tastrada odierna. La ricchezza di stile dell'epoca è ancora nelle sue: bifore, nei suoi archi, nelle: squarciature, nell'impo• ncnu, con cui si appo&&iaal decrepito e fa. stoso edificio, che la sostiene da qua.lche secolo. Non rimane traccia degli oratori privati pcrchè chissà quante tr.isformuioni hanno sublto, nè dei cosiddetti luoghi di purifica. zione dellt- donne, dopo il puerperio. Dei loro sepolcreti, che pare fossero situati poco distanti dalle mura, vennero in luce un se:• colo fa alcune lapidi di marmo e delle: lucernette di finissima argilla che nel medioevo venivano poste accanto al cada,•ere: testimonianze di un'infiltrazione che, per questo popolo di na\'ig2tori, è ormai Jon. lana, lontaniuima e dimenticata. ROSA C. STORTI

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