il c:ottolicHlmo >. Dalle quali parole, a pren• derle nel loro •lonilic:olo Immediato, por• rebl>e risullare: I) che la cot101id1ò è un attributo euen:r:iole di Roma; 2) che Roma abbia comunicato quHto attributo olla religione crls1iona. In 10ttanza, cl ICIJ'ebbe non aolo e coincidenza> lro le due cattolidtò, ma e prioritò > della prima rispetlo alla seconda, Non ho dlllicoltò a concederVI l'una co.a o l'altra, purchè a"intondano nel aenao onde no parlarono, tra oli altri, il Papa S. Leone Magno, S. Aoa.tino o Dante; valo a dire dislinouendo tra terreno politico o terreno relioioso. il pri.mo dei quali, storicamente. per lo meno, spianò e aiutò le Yie al secondo. Ma siccome questa distinzione e quo• sta preclsozione (poaso1eml la parolaccia) stuooono ai più, coal ho tenuto chiarirle con crudezza e banalitò (ma certe nritò per esser troppo aemplici non sembrano anche banali?) le quali non erano dirolle allo e Oilesa > ma a pore«hi dei auol eventuali lettori, Mi ralleoro poi nel ,opere che ellettivamente i miei limori (se pur si posaono chia• mare timori) sono del tutto luor di luogo. t Vi 1ono sinceramente grato di quanto ml late avvor1ito. e cioè che non ai lratta di sbarazzarci dolio correnti, In plurale, mo della corrente, al 1in9olore, la quale. come dile benissimo, non e à nient'altro che lo sviluppo del pensiero lranc:eae e tedesco da Cartesio a Hegel >. Picchiate &Odol lo quando penso all'obbrobrioao aervllismo In• tellettuale nel quale ci tuffammo e vi ab-- biamo ouazzoto per tanti anni, Immemori, e per coal dire, cc:mefici noi stessi del nostro pensiero, del nostro 9enio, dello nostro ■torio e delle no.tre più lul9ide tradizioni. ml aale il rossore allo ouanc:e. Eravamo chiamati a dominare I popoli, e accettam• mo, suplnamento, abieuamente, il 11ervaogio loro. anche e soprattutto di quelli che sapevamo i nostri più accaniti e lrrlduciblli avversari. La vorgcona ala sempre più per essere lavata. Ed à sempre m991io apri• re oli occhi sia pure lardi. che non aprirli moi. Lode a Voi che avete occhi per ve• dere e coraooio per dire alto e torte ciò che vedete, allinchè lo vedano anche coloro che tra noi non cl sono ancoro arrivati. Per quanto riguarda Niet:r.sche, anche a Voi - sono sicuro - non parrò troppo ri• 9ido il mio rigore, qualora si pensi che in Gotho ■tesso e in altri poeti nostrani • foresti si potrebbe attin9ere un uguale e torse anche più schietto amore della Grecia che nel filosofo-poeta: o dò 11enza correre Il rischio di forno un Idolo da·contrapporre a Roma eterna (come !anno generalmente tutti quel pensatori e artisti che Roma Ignorano e detestano) e di compromettere, forse lrreporobilmenle, la formazione della nostro gioventù - questa ma9nlfica noslra gioventù di cui andiamo fieri e che lenad•· simamente v09Jlamo sempre più 9a91iarda di cervello • di muscoli - lo quale sarobbe. chluò. tentata di scc:mblare per oro massiccio anche la melma che l'oro riflette. Inutile che VI dice: che sono pienamente con Voi sul ntsto di <Tabulo raso> e su l'ldee Vostre e dei corrlapondentl circo la cosiddetto e Bor9hesla ,. Sul rapporti tra Chiesa e Stato, toccati da Corri.eri, ml unisco. col più fervido entusiasmo, a lui nel domandarVi di e chla• rire. chiarire>, ollinchà scompaiano al più presto anche le più lenui ombre. che po• ■ano su ~ne (e !orte chi aa quante!) anime di 1!,sJllani•cattolici, anime rotte ma lncc:pod da sole ai voli Inebrianti, • che all'estero, dònno, purtroppo, l'Impressione - voluta - di chi sa quali• tenebrose procellOM caligini. Scandali larisaici o di pu11111m; a sempre sccmdalelll che si possono evitare e si debbono, quando, 1pedalmento non fanno che Il 9iooo d99l'invidloai. Ellore Rais cl scrive da Catania cosi: Leopardi 0991 è di moda. forte à da attribuire a queato il vostro 1bandieramento leopardiano. Però o Leopardi ata succedendo ciò che voi avete scrillo sia succe110 o Vico lrattato do O. Sanctis e Croce: tutto luor• chà Il vero Leopardi. Non ho mal trovato Leopardi canolieo; per favore volete scrivermi in quali opere voi trovate che le Idee di Leopardi collimano con quelle dello Chiosa? Ma soptatullo penao che Leopardi sia solo un poelo, un vero poe1a, e non sono cer10 i poeti I maestri della vita. Del resto ae pubblloote I penaleri perchè non pubblicate anche I oonti? Mi pare che In quanto pubblicate cl sia una certa confusione tra ragione, natura e immaoincnione. Bisognerebbe che precisasi• che cosa Intendete per ognuna di esse; quindi al potrò vedere le relazioni che poaaano Ira di loro ed il proce110 evolutivo dell'umanitò. Non pensate che l'uoino sia passato dallo stato di natura a quello di immaginazione e quindi a quello di raoione? Naturalmente d01CUno di questi periodi ha lasciato tracco nel auu99uente. Anzi, c'O di più, alcuni popoli rimangono ancora agli sladi procedenti, menlre altri, la pattu• olla di punto, diciamo cosi. è posaata per i divusi gradi. E. non pensate, che do uno 11010 di rogiop.e pura. di ragionomonli su Intuiti, o fondamenti sentimentali, si passi ad uno 1tadio di ragionamenti su loui con• creli, paulblli di 01aervcnlone ed esperienza? periodo nel quale forse noi dell'etò pro• sente slamo 9iò aoli inizi. Ora, la religione credo sia passata dallo stadio di maoia (e quHta proveniente !orte dai sogni del primi uomini e do un aenso d1 s9omento per certi lottl naturali) per qùeìlo di riti meglio architettali da un forte proceuo lmmooln01ivo (sarebbero que1H due stadi corrispondenti al primi due stadi dell'umanltò di cui dicevo primCWa.. quello di preponderanza della rooione. Da questo stadio non è !acile prevedere a quale altro si po:uerb. perchè una lede scientifico è un assurdo, nà d'altro lato l'umanltò per• derò facilmente il fondo aentimentale che la spinoe sempre a credore In qualche cosa. nà la scienza sopr6 facilmente tulio spie• gore. Il ptogreuo della scienza nuoce Indirei• ta:nente alla relloione (pur se aolacono su due cc:mpi di fenomeni complelamente di• ver1i; naturali oli uni, • quindi C'Ontrolla• bili, sovrannaturali oli allri, e quindi In• controllabili) perchà la scienza la rientrare nell'ordine naturale molli fenomeni primo spiegati come sovrannaturali e quindi di per1inen:r.a della religione o della filoaolia. Ma anche lo scienza al giorno d'oggi è ancora In molta parte dcomotica come lo rolioione e dò molte paeudo apiegazioni. Il porfe:r:lonamento dell'una sarò la mor1• Direttore ,_pouahlle : TELESJO INTEllLANDI dell'altra? O, Ione, la reli9lone diverrò più 1pirituale, tende!9- verao lo sola cr~:r.o in Dio, in un Enle IOYrannatun:de, tralasciando tutti oli apparati di rUi e di dottrine rell9i0&e? lo credo che la teologia sia la più orande nemico della fede. Ecco perchè ere• do eh• si •baoll a consigliare II cam•rota milaneu o studiare la religione, ae non o puro acopo culturale. Perchà mai certamente lo atudio dard la lede: perchà la fede à come Il ooraggio e uno non H la può dare >; non è una pUlola che con un poco di buona volontò si rie~ a mandare già: E del reato, erodo che qualcosa di simile dico lo Chiesa con lo sua dottrina della Grazia. Noi llaliani reateremo cc:ttolld per tradizione, non per I.de, direi quasi per dovere nazionale perchè < l'unllò religio.a à una gran forza in un popolo>. E apode in certi momenti, l'unitò à la salvezza del popoli; non à nei momenti di tenalone esterna che ti possano lare sorgere deoll urU interni. Del resto, pur silenziosamente. 11 processo evolutivo forò il suo corso. Ed è sot'to queslo punto di vista che penso di poler conaigliare l'ovon9uordista di Milano a aorblrsl la 1uo ora di reliolone: per disciplina. Coal d 1crlvo Ettore Rais. E noi dobbiamo Innanzi tutto domonclaroli quale nostra lrivolitò gli abbia latto dire che noi sbandieriamo Leopardi per una ragione di moda. E' una moda lo nazione? E Donte è uno moda? Ouel che Raia dice dello relloione à lo mioUore spiegazione della 1ua merovi9lia, circo Il cattolicealmo di Leopardi. percU non occorre conoscere lo Zibaldone, per sentire lo cattollcilò di Leopardi, e tutti I raoionamenll di questo mondo non basi• rebbero, ae non losae un po' capita la natura di Leopardi; ma noi presto cominceremo a pubblicare penaieri dl Leopardi dM quali Raia vedrà che le idee di que.$to nostro 9randisslmo collimano con quelle della Chiesa. Non pubblichiamo i cani!, ma lo Zibaldone, perchà di questo è rimasta specialmente privata lo nazione Italiana. e per. chà questo à l'hu:nua dei conti. E se Rais avrò pazlonza vedrò chiorila dallo atesao Leopardi quella che gli pare confualone di ragione, natura. lmmooinazione, e tratte-- nuto dalla smania di o.,struir teorie e dottrine storiche. L'umonitò è molto più poua d'ogni ciclo od evoluzione che la povera raoione poaso pensare. E questo pr09resso di natura e lmmaolnazione o raolone, H vuol contidorare quanto ala Illusorio, vedi quanto tempo c'è voluto per arrivare al dominio dell'immaoina:r.lone, e tieni presente che prima di Omero l'uomo aveva bensl molto rooionato. ma non ancora lotto le grandi opere dell'lmmaolnazlone, quelle claasiche. E tieni aempre fermo che le epc> · che dell'Immaginazione sono tre sole, e abbastanza recenti, e che la lerza, Il Rino• sdmento, è tonto recente, che la chiamiamo nostra e la chiamiamo l'llolia. Quanto In fine ad una evoluzione della religione e all'esser c:ollolici per dovere no• :r.ionole, questi sono residui protHlanll. Pensare che la relloione debba diventare questo o quello sionificc: non sapere quanto noi siamo presuntuosi, senza avere nem• meno Il sospetto della sapienza della Chte: sa. E quanto allo studio della religione, ripeliareo che è itudlo prlncipalmente della vita e delle opere del santi. quello che noi riteniamo fecondo. Stampatori: Sodotò Anonima lstlluto Romano di Arti Grafiche di Tummlnelli & C. • Largo Cavall-voerl 6, Roma
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